RENZI A CHIUSI A PRESENTARE IL SUO LIBRO “LA MOSSA DEL CAVALLO”. MA E’ DAVVERO UN CAVALLO??

lunedì 22nd, giugno 2020 / 22:53
RENZI A CHIUSI A PRESENTARE IL SUO LIBRO “LA MOSSA DEL CAVALLO”. MA E’ DAVVERO UN CAVALLO??
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CHIUSI- Diciamolo subito, a scanso di equivoci: una folla così per la presentazione di un libro si vede raramente. Anzi, mai. Ma se l’autore del libro è un tipo che a 45 anni ha già fatto e ottenuto dalla vita il massimo che la vita può offrire, ovvero (parole sue ) “fare il sindaco di Firenze e il presidente del Consiglio”, allora la folla si può capire. Il giovanotto è stato anche segretario nazionale di partito, del maggior partito del centro sinistra. Questo non lo ha detto, forse perché adesso sta in un altro partito, fatto a sua  immagine e somiglianza e che se va bene prenderà il 2%. Quindi meglio evitare.

Oggi a Chiusi, sotto la pergola dell’Hotel-ristorante Il Pino a due passi del casello autostradale a presentare un suo libro c’era Matteo Renzi. Il nome insomma c’era tutto. Si è trattato della terza volta di Renzi nella città di Porsenna e nonostante una partecipazione forse oltre le stesse aspettative degli organizzatori, niente a che vedere, neanche lontanamente con quella delle prime due. La prima al Mascagni ai tempi della campagna con il camper nel 2012… la seconda in treno, alla stazione, con i Podemos davanti a sbeffeggiarlo…

L’entusiasmo di allora oggi non c’è, neanche nella ex roccaforte renziana di Chiusi. E alla presentazione de “La mossa del cavallo” c’era Scaramelli a fare gli onori di casa, ma non c’era nessuno dell’amministrazione comunale. Istituzionalmente il Renzi scrittore è stato bellamente ignorato.

Diciamo che l’iniziativa è stata in qualche modo una sorta di “battesimo” della truppa di Italia Viva che da qui a tre mesi affronterà la campagna elettorale per le Regionali in Toscana. Elezioni che lo stesso Renzi ha definito epocali, decisive, perché Salvini le vuole vincere e invece la Toscana va difesa e.. rilanciata. In senso opposto alla linea Salvini. Da Chiusi, che è terra senese, e dunque storicamente mai filo-fiorentina, il fiorentino Renzi ha ribadito la fedeltà al centro sinistra in Toscana e una distanza abissale (parola sua) dal salvinismo e dalla cultura politica della destra. E a anche fatto  un endorsement per Scaramelli, definito candidato di punta, che se il centro sinistra vincerà, farà l’assessore…

Certo, più che parlare del libro, ha fatto un comizietto dei suoi, Matteo Renzi. Che è uno che su un palco ci sa stare, sa come si usa un microfono, sa come muoversi, quando appoggiarsi ad un palo, quando alzare o abbassare la voce…  Si vede che ha studiato recitazione. E sa anche come solleticare una platea…

Così come il titolo del suo libro “La mossa del cavallo” molto poco originale perché è anche il titolo di un romanzo di Camilleri del 1999 ispirato da un fatto di cronaca realmente accaduto a Barrafranca in provincia di Enna nell’800, dal quale è stato tratto anche il film TV La mossa del cavallo – C’era una volta Vigata trasmesso da Rai 1 il 26 febbraio 2018, con protagonista Michele Riondino, è stato poco originale anche il comizio.

E ora chi glielo dice a Camilleri? il padre di Montalbano lassù dove è ora avrà cominciato a rigirarsi nella tomba…

Renzi era partito bene citando una frase di Machiavelli utilizzata anche nel libro, per dire che “nessuno è come sembra o come lo dipingono gli altri”. Questo per  dire che lui non è uguale a Salvini, per esempio. E che non è uno che senza potere non può stare… Ha sottolineato che “la mossa del cavallo” è smettere di piangersi addosso, di recriminare, di guardare e guardarsi indietro per cercare invece soluzioni per l’oggi e per il domani, rimboccandosi le maniche e attivando processi innovativi, guardando avanti..

Poi però ha cominciato la filippica con l’autodifesa sul Jobs act, sul referendum del 2016, sulle cose fatte (alcune buone) dal suo governo sul terreno dei diritti civili, ha difeso perfino la scelta di proporre e sostenere un governo coi 5 Stelle, pur non amando  5 Stelle, per salvare la legislatura e impedire che Salvini vincesse le elezioni e governasse per 5 anni. E ha gigioneggiato sulla pochezza di Toninelli o Bonafede, sul Pd che è un partito un po’ così…  ha mandato saluti e abbracci, un po’ sarcastici, a quelli che lo hanno abbandonato o che non lo hanno seguito (e a Bettollini avranno fischiato le orecchie…)… Ma di proposte innovative, di nuovi paradigmi della politica neanche l’ombra. Li avrà scritti ne libro e forse non voleva svelarne il contenuto, per non inficiarne la vendita…

Ma a occhio e croce la mossa del cavallo pare la classica mossa furbesca per stare un po’ sui media e raccogliere un po’ di applausi qua e là, con le presentazioni. Poco altro. Magari il libro racconta bene certe sensazioni personali, certe tensioni, qualche intuizione, ma di nuovo ed esplosivo sul piano politico-programmatico, da quanto ha esposto l’autore, sembra esserci poco.  Lo leggeremo e saremo più esaustivi. ma la prima impressione di solito è quella che coglie più facilmente nel segno.

Che Renzi sia un cavallino di razza e tra i politici attuali sia tra quelli più scaltri (anche se per trovarne uno che le ha perse tutte come lui c’è da faticare) è indubbio. Che la sua ultima mossa sia vincente è tutto da dimostrare e che il “cavallo” della mossa sia effettivamente un cavallo piuttosto che… un somaro, idem.

Ora, Renzi è fiorentino, o del contado di Firenze, e venire a parlare di cavalli e di mosse in terra di Siena, dove l’unica “mossa del cavallo” plausibile è quella tra i canapi del Palio è stato forse un azzardo. L’avrà fatto magari per amicizia e sostegno a Stefano Scaramelli, ma il rischio di essere preso per il culo è stato (ed è  altissimo).  Quanti avranno pensato agli scacchi?

m.l.

 

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