PERUGIA IN PIAZZA: “L’UMBRIA SUI DIRITTI NON TORNA INDIETRO”

lunedì 22nd, giugno 2020 / 10:47
PERUGIA IN PIAZZA: “L’UMBRIA SUI DIRITTI NON TORNA INDIETRO”
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PERUGIA – L’umbria democratica, liberal, progressista, laica, attenta ai diritti civili e alle conquiste sociali, alla fine dovrà ringraziare la governatrice leghista Donatella Tesei. Senza quella sua delibera oscurantista sull’aborto farmacologico, migliaia di persone sarebbero rimaste in casa, ognuna chiusa nel suo lockdown personale e politico e invece sono tornate in piazza, tutte assieme per dire che “l’Umbria sui diritti non si torna indietro”. Neanche la pioggia le ha fermate. Anzi gli ombrelli ad un certo punto hanno dato un ulteriore colpo di colore ad una manifestazione composta anche convocata per esprimere rabbia per un tentativo di portare indietro non solo l’orologio della storia, come si suol dire, ma anche a condizione della donna, ancora una volta attaccata laddove una legge dello Stato sancisce un diritto. E’ stata, quella di ieri in piazza IV Novembre e in Corso Vannucci (perché la piazza non è bastata a contenere i manifestanti) una manifestazione imponente, per i tempi, per le condizioni atmosferiche e anche per quelle politico-normative. A convocarla era stata la rete RU2020, Rete Umbra per l’autoderminazione, una galassia di collettivi e associazioni femministe, ma in piazza non c’erano solo le femministe più agguerrite. C’erano tante donne, giovani e meno giovani. Ma c’erano anche tanti uomini. Colore dominante il rosso, perché così era stato deciso. Le organizzatrici avevano infatti chiesto di indossare un capo di abbigliamento di quel colore. Che poi è anche un richiamo alla storia, alla tradizioni, alle battaglie della sinistra. E forse anche all’Umbria che era, e non è più…

Non caso tra i tanti striscioni e cartelli, alcuni tipicamente femministi, altri ironici, altri ancora delle vere e proprie “cartoline” all’indirizzo della governatrice Tesei, non mancavano quelli contro chi l’Umbria Rossa l’ha svenduta e maltrattata, favorendo l’ascesa e la “presa del potere” dei leghisti e della destra. “Te Sei la peggio, ma con il Pd non era meglio”, si leggeva per esempio in uno dei cartelli, evidentemente critico con il partito principale della sinistra…

Ma la maggior parte degli slogan erano comunque dedicati alla questione sul tappeto, a quella norma che impone l’ospedalizzazione per 3 giorni alle donne che intendono abortire con la RU 486 e sopratutto alla “libera scelta”, senza dover fare passaggi che la rendano più complicata e sopratutto al rispetto di una legge dello Stato che sancisce come dicevamo un diritto, ma non obbliga nessuno ad abortire.

E’ stata una manifestazione civile e responsabile anche sotto il piano delle norme di sicurezza anti covid. Quasi tutti con la mascherina, braccia larghe per segnalare di mantenere il distanziamento fisico..

La politica ufficiale ha fatto capolino (tra gli altri c’erano Walter Verini ed Elli Schlein del Pd e Nicola Fratojanni, leader di Sinistra Italiana) ma ha lasciato la piazza e il proscenio alle femministe e alle donne. Non sappiamo se per galanteria e e rispetto di chi ha convocato la manifestazione o per insipienza e imbarazzo. Fatto sta che la piazza era piena e molto… rossa. Ed è stata indubbiamente un bel segnale mandato alla presidente Tesei e alla sua giunta e a chiunque punti a demolire i diritti civili conquistati negli anni ’70, in nome di un oscurantismo politico e anche religioso fuori del tempo.

La richiesta che è salita prepotente dalla piazza di Perugia è che la Regione adesso ritiri quella delibera. E alla svelta.

m.l.

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