CHIUSI, LA QUARANTENA DELLA POLITICA E LE COMUNALI ALL’ORIZZONTE: LA DESTRA PUNTA AL LISTONE CIVICO STILE RISINI?

mercoledì 03rd, giugno 2020 / 18:33
CHIUSI, LA QUARANTENA DELLA POLITICA E LE COMUNALI ALL’ORIZZONTE: LA DESTRA PUNTA AL LISTONE CIVICO STILE RISINI?
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CHIUSI –  L’emergenza Covid ha messo in quarantena anche la politica. Per tre mesi si è parlato solo del virus, dei contagi, delle misure di contenimento. Da qualche settimana si è cominciato a parlare di ripartenza, di sostegni alle attività, alle famiglie, ai lavoratori, di misure anche locali per riprendersi un po’ di normalità. E se a livello nazionale qualche screzio si è comunque verificato tra maggioranza e opposizioni, a livello locale non è volata una mosca.

Il clima emergenziale e, diciamolo pure, la paura hanno silenziato ogni ragionamento. Le elezioni regionali in Toscana, previste questa primavera sono slittate a settembre (pare). E nessuno ne parla. Un po’ come del campionato di calcio, anche quello in via di rilancio, a partire dal 20 di giugno. La politica locale ha visto in campo i sindaci, impegnati nella gestione quotidiana dei dati, delle quarantene, delle ordinanze. Con gli assessori a dare man forte. I primi consigli comunali si son tenuti a fine maggio. I partiti, costretti alla comunicazione via skype o facebook, sono rimasti prigionieri del lockdown. Qualcuno ha provato, anche localmente a balbettare qualcosa, giusto per dire “ci siamo”, ma in realtà hanno detto poco o niente. Tutti, nessuno escluso. A Chiusi il Pd ha fatto sapere di aver apprezzato l’azione del sindaco e della giunta, i Podemos dopo aver votato coi 5 Stelle all’unanimità il pacchetto di misure per la ripartenza, incalzano la giunta e chiedono l’attivazione immediata dei tavoli di concertazione con le associazioni di categoria, i sindacati, sia per ciò che riguarda l’economia che altri aspetti, come quello turistico-culturale.

Ma a Chiusi nel 2021, cioè tra un anno, si voterà per il sindaco e per il Consiglio Comunale. Bettollini è entrato nell’ultima fase di legislatura. E’ ormai in vista del traguardo, in dirittura d’arrivo, laddove di solito nelle corse ciclistiche entrano in funzione le telecamere fisse…

Senza l’emergenza Covid saremmo già entrati probabilmente in clima preelettorale. Ci sarebbero già stati i primi abboccamenti, le prime avvisaglie della battaglia del 2021, anche per non disperdere ciò che è successo tra ottobre e gennaio con la vicenda Acea. Il virus e la paura hanno sospeso tutto. Ma sottotraccia, in queste ultime settimane, in cui il lockdown si è progressivamente allentato, qualcosa ha cominciato a muoversi. Su due fronti. Da un lato, dopo che il Pd si è riorganizzato ritrovando un minimo di gruppo dirigente e sfrondando la componente renziana, si potrebbe verificare un riavvicinamento a sinistra, tra Pd e Possiamo, con ipotesi di lista unica alle comunali. Solo che i vertici dei Podemos sembrano avere una pregiudiziale: non con Bettollini. In sostanza una lista unica di sinistra potrebbe anche scapparci, ma con un candidato diverso dal sindaco attuale. E questo, oggettivamente, per il Pd potrebbe essere un boccone indigeribile. E dovrebbe pure fare i conti con Bettollini stesso.

Complessa la situazione dei 5 Stelle, che a Chiusi sono all’opposizione, ma a Roma sono nel governo con il Pd. Il ministro Franceschini ha proposto di rendere organica l’alleanza anche alle regionali e nei comuni. Che faranno i 5 Stelle chiusini? Con Bettollini e i suoi assessori non hanno mai avuto un gran feeling. Potrebbero forse fare fronte comune coi Podemos, anche nella richiesta di un cambio di candidato della maggioranza. Vedremo. Ma vederli insieme al Pd al Comune di Chiusi dopo che lo stesso Bettollini ha più volte dichiarato che lui l’alleanza coi 5 stelle la vede come il fumo negli occhi, sarà difficile. Molto difficile.

Poi ci sono gli scaramelliani di Italia Viva. Che qualcosa vorranno dire. E vorranno ottenere. Da che parte staranno non si sa. In Toscana staranno con il centro sinistra e con il Pd. Ma nei comuni potrebbero anche tentare di lucrare su quel minimo di consenso residuo che potrebbero mettere sul piatto.

Dall’altra parte della barricata cosa succede? Anche sul fronte destro per intenderci, qualcosa si muove. Molto sottotraccia, per ora. All’inizio del ‘900 i socialisti cantavano una canzone sulle 8 ore lavorative, che diceva “e noi faremo come la Russia” con chiaro riferimento alla Rivoluzione. Ecco, in vista del 2021, la destra chiusina vorrebbe fare, non come la Russia , ma come… la Pieve. Cioè l’dea che aleggia al momento sembra essere quella di una aggregazione civica ampia e trasversale sul tipo di quella che ha portato alla vittoria Fausto Risini a Città della Pieve un anno fa.

Un listone appoggiato dalla Lega, da Fratelli d’Italia e da Forza Italia, ma costituito per lo più da coloro che si sono più strenuamente battuti contro Bettollini. Ovvero i comitati anti Acea. Dovrebbe essere quella l’ossatura, la spina dorsale dell’operazione. Con i voti – anche di opinione – della Lega e della destra a garantire fieno e vettovaglie. Senza disdegnare gli scontenti dei 5 Stelle (cioè la componente più destrorsa del movimento) e anche quelli del Pd e della sinistra…

Nomi per ora non se ne fanno, ma qualcuno – sempre sottotraccia – circola. Forse per vedere l’effetto che fa e per testarne il gradimento. Tra questi, per esempio Romano Romanini, Rossella Rosati, Gaetano Gliatta, Lucia Lelli, Emanuele Felici… Questi si sentono ventilare dagli spifferi… Profili diversi, qualcuno più strutturato (Romanini e Gliatta), qualcuno con esperienze imprenditoriali, professionali e di gestione manageriale anche nei dintorni della pubblica amministrazione, ma senza esperienze politiche alle spalle.

In questa fase nessuno confermerà, anzi probabile che fiocchino le smentite. Ma, come si dice da queste parti, quando tuona, da qualche parte piove. Per ora è una pioggerellina incerta. Qualcuno la definisce acida. Qualche altro salutare dipende dai punti di vista.

Certo, uno scenario identico al 2016,con 5 liste in lizza sembra alquanto improbabile. Qualche soggetto non esiste proprio più. E anche le tre forze attualmente presenti in Consiglio non sono le stesse di 5 anni fa. Non è lo stesso nemmeno Bettollini e non lo è il Pd. I 5 Stelle hanno esaurito gran parte della loro spinta propulsiva; una lista di sinistra stile Podemos potrebbe avere spazio, ma l’esperienza di questi 4 anni non è stata esaltante e di segni ne ha lasciati pochi. Tra il 2017 e il 2019 sembrava montare l’onda impetuosa della Lega, ma anche  quella sembra in via di esaurimento. La destra-destra, un po’ fascistoide c’è sempre stata, e adesso con la Meloni ha anche un volto non proprio feroce, ma in queste terre difficile che vada oltre qualche sporadico exploit…

Il Comune di Chiusi, numeri alla mano, è contendibile: già nel 2016, tra forze di opposizione e non voto la somma superava il 50% dell’elettorato. Il Pd non è più in una botte di ferro e soprattutto non è più una botte di ferro neanche per Bettollini o chi per lui. L’emergenza covid potrebbe aver insegnato qualcosa e qualche aggregazione inedita (o rinnovata) potrebbe anche venir fuori. Il richiamo del “civismo” nel voto comunale è sempre piuttosto forte, ma il rischio è che da un lato sia solo revanscismo, rabbia repressa, antipolitica un tanto al chilo e dall’altro un modo per mascherare limiti srutturali e politici dei partiti.

Quest’estate insolita, strana, anomala che preparerà il voto per le regionali toscane, potrebbe diventare un’occasione per parlare delle comunali con un certo anticipo. Per tempo, diciamo. In modo che ogni forza in campo possa avere modo di riflettere e ragionare al proprio interno su da farsi e poi confrontarsi anche con la popolazione. Ma non è detto che accada e che la corsa si giochi tutta negli ultimi chilometri, nella primavera del 2021.

m.l.

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