PROGETTO ACEA: E SE NASCESSE UN FRONTE AMPIO PER IL PARCO FOTOVOLTAICO?

PROGETTO ACEA: E SE NASCESSE UN FRONTE AMPIO PER IL PARCO FOTOVOLTAICO?
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CHIUSI –  Sulla vicenda Acea si profila un NO, questo è emerso chiaramente. Ma c’è da attendere ancora un po’. Acea ha presentato il 2 dicembre le ultime integrazioni e aggiornamenti richiesti dalla Conferenza dei Servizi. Conferenza che si riunirà il 20 gennaio. Lì si saprà come andrà a finire. Qualcuno, nei Comitati, adombra la possibilità che la Regione possa decidere, magari sulla base di un voto a maggioranza nella CdS, di procedere comunque, in forza dei poteri straordinari che la legge le conferisce in materia di rifiuti. Anche passando sopra un eventuale NO del Comune di Chiusi nel parere di merito e in sede di approvazione della variante allo strumento urbanistico, richiesta dal proponente.

Questa è una ipotesi possibile, ma molto improbabile: 1) perché non si è in presenza di una situazione di emergenza tale da richiedere una soluzione forzata; 2) difficile poter realizzare un impianto industriale con il parere contrario del Comune; 3) a primavera si vota per il rinnovo del Consiglio regionale, è molto improbabile che la Regione si imbarchi in un braccio di ferro o muro contro muro nei confronti di una comunità e di varie amministrazioni locali (molte dello stesso colore peraltro) nel pieno di una campagna elettorale il cui esito non è per niente scontato. In altro periodo forse la “forzatura” poteva essere anche ipotizzabile, adesso meno.

C’è poi la possibilità che Acea ritiri il progetto come richiesto dal Comune di Chiusi, per non incappare in una bocciatura che farebbe curriculum in senso negativo, con relativo e conseguente danno di immagine non irrilevante.

Per ora segnali in tal senso non sono venuti (o quantomeno non sono noti), ma l’eventualità non è così remota. In ogni caso difficile che ciò avvenga prima della Conferenza dei Servizi. O quantomeno prima della relazione finale dell’Inchiesta Pubblica (11 gennaio).

Tra l’altro, la proposta di ritiro del progetto, per realizzare nell’area dell’ex Centro carni una cosa diversa dal Carbonizzatore idrotermale, e nello specifico un grande parco energetico fotovoltaico, avanzata dal Comune di Chiusi con lettera inviata ad Acea e alla Regione il 27 novembre, pur non essendo stata ripresa nella seduta del 9 dicembre dell’Inchiesta Pubblica da nessuno, tantomeno dai Comitati, qualche apprezzamento lo ha trovato. 

E non è poco. Perché gli apprezzamenti vengono da due amministrazioni locali, quelle di Cetona e di Castiglione del Lago. Che sono tra l’altro due paesi confinanti con Chiusi, uno a sud,  l’altro a nord.

“Nel corso dell’ultima seduta dell’inchiesta pubblica sul carbonizzatore, il Sindaco di Chiusi Juri Bettollini ha annunciato di aver inviato una lettera ad Acea per invitarla a ritirare il progetto ed a presentarne uno più compatibile con le esigenze del territorio.
In particolare il Sindaco ha annunciato di aver chiesto formalmente ad Acea la realizzazione in quell’area di un parco fotovoltaico. Riteniamo che quella del Sindaco sia un’ottima idea, e dunque una scelta da condividere in pieno, in quanto va nella giusta direzione, ovvero quella di realizzare un impianto per lo sfruttamento di energia rinnovabile dentro un’area industriale da recuperare. Un intervento che sarebbe compatibile con le peculiarità ambientali e paesaggistiche del nostro territorio, nonché in linea con il suo modello di sviluppo, e che dunque non potrebbe che ottenere apprezzamento e sostegno”.Così scriveva scriveva dopo la sessione del 30 novembre dell’Inchiesta Pubblica il capogruppo di maggioranza (ed ex sindaco) di Cetona, Marco Macchietti, in un post immediatamente condiviso sui social anche dal sindaco Roberto Cottini.

“Particolarmente positiva è stata la richiesta ufficiale del sindaco di Chiusi Juri Bettollini, durante lo svolgimento della seconda audizione generale dell’inchiesta pubblica, che ha sollecitato il proponente Acea a convertire l’intero progetto in un parco fotovoltaico che sia un modello per tutta Italia”. Questa è invece la posizione espressa dal sindaco castiglionese Matteo Burico in un comunicato a nome dell’Amministrazione comunale del paese lacustre.

Due “endorsement” pesanti e significativi, soprattutto quello del capogruppo cetonese perché arriva da un Comune che si è schierato contro il progetto Acea ed è direttamente confinante con l’area dell’ex centro carni, quindi potrebbe anche in qualche misura trovare un coinvolgimento nella fruizione del parco energetico. Ma è importante anche quello del sindaco di Castiglione del Lago, perché può costituire un precedente di “condivisione” di scelte strategiche nelle aree di confine, cosa che per il progetto dell’impianto fanghi non è avvenuta.

Diciamo che si profila su questo nuovo tema, che può spostare in avanti la discussione, un quadro istituzionale diverso. Lo stesso sindaco pievese Fausto Risini (che è a capo di una amministrazione non di marca Pd, anch’essa contraria al progetto Acea) contattato in proposito ha risposto che “la proposta del Comune di Chiusi costituisce di sicuro un passo avanti… “.

E siamo a tre, anzi due e mezzo essendo quella di Risini una risposta informale e non ufficiale come le altre. .

Nessun commento è pervenuto invece dai comitati o dalle forze politiche chiusine. Solo il Pc della Valdichiana ha proposto come alternativa al Carbonizatore un “digestore anaerobico”, sempre per i fanghi. Dagli altri nada…

Alla domanda posta nel nostro articolo del 10 dicembre, sul perché la cosa non abbia trovato audience, il capogruppo di Possiamo Luca Scaramelli, in un commento a tale articolo scrive: “Il perché è presto detto, se uno va da un medico che compie una grossa negligenza quel medico poi può proporre tutte le terapie che vuole ma nessun paziente si fiderà di lui. Se vado a comprare un etto di prosciutto e me lo danno rancido in quel negozio non ci metto più piede. Si potrebbe continuare con centinaia di esempi di questo tipo, non si capisce perché la politica deve essere l’unica zona franca dove, contrariamente a quello che avviene tutti i giorni, chi sbaglia non debba pagare e anzi si voglia arrogare il diritto di indicare nuove soluzioni”.

Insomma per Scaramelli il problema non è la proposta in sé, ma il fatto che l’abbia fatta l’amministrazione comunale di Chiusi, di cui il suo gruppo ha chiesto le dimissioni. Se fossimo sulla luna o parlassimo di cose lontane o in linea di principio, una posizione del genere ci potrebbe anche stare. Fa parte della dialettica politica tra maggioranza e opposizione, diciamo. Ma siccome siamo a Chiusi, non siamo sulla luna, ecco che qualcosa che stride in tale posizione viene subito al… pettine.

“RIDUZIONE CONSUMO DI SUOLO,RECUPERO E RIUTILIZZO AREE DISMESSE O INUTILIZZATE DELLA ZONA INDUSTRIALE E ARTIGIANALE A PARTIRE DALL’EX CENTRO CARNI CON IPOTESI DI PARCO ENERGETICO” questo è scritto nero su bianco (anzi, bianco su rosso) al primo punto del Programma elettorale dei Podemos sul tema Ambiente e tutela del territorio. Aprile 2016, elezioni amministrative di Chiusi. 

E’ esattamente quello che ha proposto il Comune ad Acea con la lettera del 27 novembre. E che noi di primapagina avevamo proposto qualche mese prima, nel febbraio del 2016.

Ora noi l’abbiamo già scritto che la proposta del Comune ci fa piacere, perché di fatto raccoglie una nostra idea (che forse oggi è più complicata da realizzare rispetto al 2016).

Ci stupisce che i podemos invece facciano orecchi da mercante e si scanzino per non dare soddisfazione a Bettollini & C.  Più che una posizione politica, di normale dialettica maggioranza-opposizione, ci sembra la posizione di quel tale che per far dispetto alla moglie si tagliò quel che sappiamo…

Quando una maggioranza assume posizioni o decisioni che ricalcano proposte della minoranza, di solito la minoranza fa festa e stappa lo champagne. Noi di primapagina che nel 2016 sostenemmo la lista di Possiamo, da elettori e supporters ci sentiamo un po’ defraudati e traditi dalla posizione espressa da Scaramelli.  Sostenemmo Possiamo perché era la lista di sinistra e anche perché aveva inserito nel programma alcune nostre idee e proposte, compresa quella del parco energetico nell’area dell’ex centro carni…  Adesso che ci potrebbe essere la possibilità che tale idea possa trovare concretizzazione, Possiamo invece di spingere, si chiama fuori? 

Bettollini e i suoi assessori e consiglieri i conti con le loro scelte e i loro atteggiamenti li dovranno fare, indubbiamente.  E i podemos possono legittimamente lavorare per fare in modo che non rivincano le elezioni nel 2021, ma tutto ciò non dovrebbe impedire azioni e prese di posizione su possibilità concrete come questa (anche per evitare il carbonizzatore, tra l’altro). Se no si gioca a chi ce l’ha più duro, non si fa politica…

Ma anche i Comitati, i 5 Stelle, il Pd e il Psi, le associazioni economiche e di categoria qualcosa dovranno dire…

I comitati ad esempio, dopo aver detto e ribadito che il carbonizzatore era (ed è) da rifiutare non solo per le falle e le carenze o le incertezze relative al progetto tecnico, ma anche e soprattutto perché non compatibile con le caratteristiche e le vocazioni del territorio e in contrasto con una idea di sviluppo basata sulla sostenibilità, sulla bellezza, sul paesaggio, possono ignorare o snobbare una proposta alternativa come quella avanzata dal Comune di Chiusi che andrebbe nella medesima direzione? E snobbarla o ignorarla, invece di sostenerla, solo perché messa sul piatto da Bettollini & C.?

Non è detto che Acea accetti l’idea del parco fotovoltaico. Potrebbe avere altre opzioni nel cassetto. Probabilmente aspetterà di vedere se riuscirà almeno ad ottenere qualche ok tecnico in Conferenza dei Servizi, in modo da uscire con le ossa meno rotte, ma se come si è trovata di fronte un muro di NO all’impianto per i fanghi, potrebbe essere indotta a pensarci se si trovasse di fronte uno schieramento ampio fatto dai comuni, dai comitati, dalle forze economiche e politiche a sostegno dell’alternativa green utile e sostenibile… 

Anche alcuni personaggi importanti come i giornalisti Paolo Franchi del Corriere della Sera, Guido Gentili direttore del Sole 24 ore, o Davide Croff  già presidente di Bnl, che si sono interessati alla vicenda e hanno espresso perplessità sul progetto Acea,  avendo scelto questo territorio come buen retiro proprio per le caratteristiche ambientali che ha, potrebbero dare una mano in tal senso, allargando il fronte e conferendogli peso mediatico.

La questione politica locale, ovvero la battaglia contro l’amministrazione accusata di aver gestito male la faccenda, appare oggettivamente secondaria, quantomeno rinviabile, rispetto all’obiettivo principale che è oggi quello di fermare la costruzione di un impianto dubbio e trovare una alternativa di utilizzo per l’area industriale in questione che non presenti rischi per niente e nessuno e consenta ad Acea di non tenere congelato l’investimento fatto per l’acquisto del terreno.

E’ indubbio che Bettollini, Micheletti, Marchini, lo stesso Agostinelli che su questa vicenda ci ha messo la faccia più volte, sono nel mirino. E appaiono abbastanza soli. Molti sui social li danno per morti o dispersi. O in fuga. In decine di commenti si legge di carriere e stagioni politiche finite e già “in archivio”, di amministratori che sono già ex amministratori

Tutto è possibile. In una intervista a Primapagina del 7 luglio Bettollini dichiarò che l’unica cosa certa è che lui in corsa nel 2021 ci sarà… Può darsi però che questa vicenda, che comunque vada a finire certamente lascerà macerie e scorie sul terreno, gli consigli di tirare i remi in barca e di non riprovarci. Ma conoscendo il tipo, può anche darsi il contrario.

In politica le stagioni finiscono, questo è vero. Ma spesso le cose non vanno come tutti pensano.

A Torrita di Siena, paese che per dimensioni, caratteristiche socio-economiche e anche una certa decadenza, è per molti versi simile o assimilabile a Chiusi, dopo la batosta presa al referendum sulla fusione con Montepulciano, dove il 77% della popolazione votò contro, tutti davano per scontata la debacle del sindaco Grazi che aveva sostenuto la fusione e si era ritrovato il paese contromano… Era un anno fa, novembre 2018. Grazi fece pure un passo di lato, inventandosi le “quasi dimissioni”… Anche noi scrivemmo che la sua stagione era  ormai finita.

Ma il 26 maggio scorso, cioè solo 6 mesi dopo, le elezioni le ha rivinte Grazi e non la lista civica che aveva trascinato la vittoria del No al referendum… Questo per dire che le equazioni troppo facili non tornano quasi mai. E che si possono raccogliere migliaia di firme e magari vincere un referendum o una battaglia “civica” anche con numeri bulgari, ma è altrettanto facile non andare oltre il 30% alle elezioni…

A Torrita tutto è successo, come dicevamo, nel giro di 6 mesi. A Chiusi manca un anno e mezzo al voto… I tempi sono più dilatati. Mischiare le carte mettendo nello stesso calderone il no all’impianto Acea, la discussione sulle possibili alternative al carbonizzatore e la battaglia politica per defenestrare l’Amministrazione, potrebbe anche essere un boomerang…

m.l. 

 

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