‘NDRANGHETA IN UMBRIA: SPUNTANO CONNESSIONI CON LA POLITICA. E CON LA DESTRA. ALCUNE INTERCETTAZIONI CHIAMANO IN CAUSA IL SINDACO DI PERUGIA, UN CONSIGLIERE SOCIALISTA E IL CANDIDATO DI CASA POUND

giovedì 12th, dicembre 2019 / 20:16
‘NDRANGHETA IN UMBRIA: SPUNTANO CONNESSIONI CON LA POLITICA. E CON LA DESTRA.  ALCUNE INTERCETTAZIONI CHIAMANO IN CAUSA IL SINDACO DI PERUGIA, UN CONSIGLIERE SOCIALISTA E IL CANDIDATO DI CASA POUND
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PERUGIA – Uno degli arrestati oggi nell’operazione anti ‘Ndranghetra in Umbria è lo zio di uno dei candidati a sindaco alle ultime elezioni comunali di Perugia. Si chiama Ribecco ed è accusato di far parte del clan di San Leonardo di Cutro  e di aver inondato l’Umbria di droga. Il candidato a sindaco si chiama Ribecco anche lui, è più giovane ed era il front man di Casa Pound. Uno di quelli che in campagna elettorale gridavano “basta spaccio” e “basta con gli stranieri!”, salvo poi scoprire che i traffici dello zio ‘ndranghetista avvenivano con l’ausilio di clan stranieri. Nella fattispecie albanesi.

Ma dalle intercettazioni (pubblicate da alcuni quotidiani) spuntano altre connessioni delle cosche calabro-umbre con la politica. Lo zio intercettato in una conversazione rivelava di aver consigliato il nipote di “scegliere un altro ramo”, non casa Pound… E in altro passaggio dice: “I patti erano così, fino ad un mese fa.. il sindaco di Perugia è di destra, centro destra.. Romizi. Noi abbiamo mangiato insieme al sindaco. I patti erano che si candidava con Salvini e si collegava con loro che sono di destra”.

Un chiaro riferimento all’appoggio dell’organizazione alle liste collegate con Salvini e con la destra.

Eccola la connection che coinvolge addirittura il primo cittadino, rieletto a maggio. Secondo gli inquirenti il do ut des avrebbe visto coinvolto anche il socialista Nilo Arcudi, passato nelle file di Romizi. Proprio su Arcudi, calabrese di Cassano sullo Ionio,  i clan avrebbero fatto convergere i voti, comprandoli pure laddove necessario. Però,  il Gip rileva che tanto impegno non avrebbe avuto contropartite, perché Arcudi, una volta eletto si sarebbe dimenticato dei benefattori.

Chiaro che le rivelazioni che stanno emergendo dalle carte dell’indagine sono una bomba che rischia di far saltare il sistema politico perugino. Il giovane sindaco Romizi, al secondo mandato, dovrà spiegare e spiegare bene con chi “ha mangiato”. Se la circostanza fosse vera e verificata per Romizi sarebbe una bella grana. Altro che impeachment!

Le intercettazioni telefoniche non vanno prese per oro colato, potrebbe essere che i malavitosi intercettati abbiano millantato credito o detto cose non vere, magari per giochi interni all’organizzazione, ma la questione va dipanata e chiarita. Il solo sospetto di connessioni con la ‘Ndrangheta è un macigno sulla testa di Romizi. E anche di Arcudi. Idem per il candidato di casa Pound, che però è figura più marginale nel panorama politico.

Se tutto ciò fosse appunto verificato e trovasse riscontri, sarebbe una bella tegola sul centro destra e sulla destra più oltranzista. E farebbe calare un’ombra scura e inquietante su quella che si è presentata e ha vinto le elezioni (anche in Regione) come l’alternativa al “sistema Umbria” imperniato sul potere del Pd e della sinistra.

 

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