LA SCONFITTA DI CORBYN E LA SINISTRA CHE SI SBEFFEGGIA DA SOLA (ANCHE A LIVELLO LOCALE)

venerdì 13th, dicembre 2019 / 18:05
LA SCONFITTA DI CORBYN E LA SINISTRA CHE SI SBEFFEGGIA DA SOLA (ANCHE A LIVELLO LOCALE)
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Dopo il voto in Gran Bretagna che ha premiato i conservatori di Boris Johnson a danno dei laburisti di Jeremy Corbyn, rafforzando la linea della Brexit, ovvero l’uscita dall’Unione Europea, sui social si è scatenata la caccia ai… Corbyn. E alla sinistra che se fa la sinistra perde. Con molti commenti di questo tenore: “visto? se ti proponi con un programma radicale, marxista, non hai scampo”…

Vero che Corbyn si è presentato agli elettori con un programma molto radicale, qualcuno la ha definito marxista leninista. Non è vero, era solo un programma socialdemocratico con proposte sulla redistribuzione del reddito e una serie di freni al liberismo sfrenato.

Corbyn ha perso. E probabilmente questo voto segnerà anche la sua uscita di scena. Ha 70 anni. Ci ha provato, ha ridato speranza a milioni di persone, ma l’elettorato britannico non lo ha premiato. L’elettorato britannico però ha votato per la brexit, non sui programmi politici di laburisti e conservatori o liberali. Ha votato sul nodo dell’uscita dall’Europa, non sul resto.

Su questo Corbyn ha pagato forse una linea ondivaga, non del tutto chiara… Alla fine ha proposto un nuovo referendum. “Mossa sbagliata, la democrazia non è un ottavo di Champions con andata e ritorno, e ha perso” scrive, per esempio Giame Shultz Marchesini che poi prosegue:  “E il bello è che adesso verrà accusato da quegli stessi commentatori che infestano i giornaloni di tutto il mondo, finanziati dalle grandi corporation, di aver perso perché era troppo ‘radicale’. Io da sinistra un paio di domande sulla bontà dei consigli di tali ‘opinionisti liberal’, che trattano sempre gli altri come se fossero una massa di imbecilli e sono almeno 10 anni che fanno straperdere la sinistra mondiale ad ogni elezione, me la farei”.

Ecco. Sono perfettamente d’accordo con Marchesini. C’è una pseudo sinistra liberal che non sopporta la sinistra quando questa si mette a fare la sinistra davvero. Quando mette in discussione certi cardini del liberismo e della globalizzazione e cerca di demolirne ogni iniziativa…

Da noi ci sono Repubblica e l’Huffington Post che sono su questa linea…

Certo, a guardare il risultato di Corbyn, il dato che emerge è che ha perso. Ma nessuno sottolinea che il Labour Party ha ottenuto il 32% ovvero il secondo miglior risultato degli ultimi 10 anni, e il terzo degli ultimi venti.  Nessuno dice che il leader laburista ha perso perché poco chiaro sulla brexit, tutti lo accusano di essersi presentato con un programma troppo di sinistra, troppo radicale, quasi comunista… E’ la sinistra di destra che ora punta il dito contro Corbyn. In Italia, per esempio tra i primi farlo troviamo Anna Ascani, giovane sottosegretario all’Istruzione, ex renziana e ancora nel Pd. Ma non certo una che si può definire radicalmente di sinistra…

A Chiusi, qualcuno della nouvelle vague dei podemos ha scritto “speriamo che Bettolini sia davvero il nuovo Corbyn”, ironizzando sul posizionamento a sinistra del sindaco… Beh, il problema se mai sarà capire chi sarebbe il Boris Jonhson locale e se un Boris Johnson de noantri sarebbe meglio di Bettollini. Ma i giovani della nouvelle vague certi problemi non se li pongono. L’importante è esternare la furia iconoclasta contro il potere costituito. Il problema invece è un po’ più complesso.  E se la sinistra a sinistra del Pd finisce per ironizzare su Corbyn (e sui Bettollini di turno) lasciando intendere che è o sarebbe meglio chiunque altro, anche uno alla Boris Johnson, dimostra di averci capito poco. O niente. Vedere una certa sinistra che sbeffeggia Corbyn (magari per sbeffeggiare questo giornale o un sindaco che lo ha citato in qualche discorso) è uno spettacolo un po’ triste, di quelli che neanche al circo…Ci manca solo che qualcuno dica che Corbyn ha perso perché anzianotto e porta sciarpe fuori moda…

Personalmente, preferisco tenere a mente le proposte programmatiche di Corbyn e annotare sul taccuino che nonostante la batosta, il Labour rimane, e di gran lunga, il partito di sinistra più votato in Occidente. Dopo le devastazioni anche culturali degli ultimi 30 anni, ce ne vorranno almeno altri 30 per veder decollare un progetto di rinascita e ricostruzione della sinistra, che non si può certo ritenere impossibile perché una tornata elettorale è andata male.

Lo scrittore perugino Giovanni Dozzini scrive:  “Il modo caricaturale in cui la stampa e la parte più conservatrice dell’eternamente sconfitta classe dirigente progressista italiana dipingono Corbyn, oltre che irritante e rozzo, è stupido. Così come è stupido pensare che il voto di società impoverite e incattivite da una crisi poderosa decennale indotta e malgestita dagli ultrà del capitalismo e del liberismo più esasperato che si potesse immaginare sia sempre e comunque una sentenza della Storia. A chi dice che a sinistra bisognerebbe liberarsi dei complessi di superiorità rispetto agli altri io dico che è vero il contrario. Liberiamoci dei complessi di inferiorità, semmai, e abbiamo il coraggio di dire che chi vota Johnson o Salvini o Trump si sbaglia per colpe e per limiti principalmente suoi. Le colpe e i limiti della sinistra stanno nell’incapacità di convincere questa gente impoverita e incattivita che votare a destra non le conviene, ma teniamo ben presente che i messaggi della destra, soprattutto in epoche di crisi sistemiche come questa, sono di per sé, nella loro elementare e virilista grossolanità, ben più convincenti. Voglio quindi una sinistra paternalista? No. Voglio una sinistra che non abbia paura di aver ragione anche se le sue ragioni sono complesse, e che lavori sulla ricerca di una nuova autorevolezza che sia culturale prima ancora che politica. Voglio masse più consapevoli e meglio indirizzate. Tornando all’ora e qui, ad avercene di Corbyn!” 

Ecco, preciso. Avercene di Corbyn qui da noi. O di Berny Sanders, o di ragazze “radical” come Alexandria Ocasio Cortez, Jacinda Ardern o Sanna Marin. Le ultime due sono già primo ministro in Nuova Zelanda e Finlandia, l’altra è una deputata americana. Il che dimostra che non tutto è perduto.

Bisognerebbe ricordarsi una cosa che a sinistra un tempo era una specie di dogma: cioè che non è detto che la maggioranza, solo perché è maggioranza abbia ragione. Non è detto per niente. Anzi,  è quasi sempre il contrario. Il più delle volte sono le minoranze ad aver ragione, ma siccome sono minoranze, faticano a far passare i loro messaggi. Questo in qualsiasi Paese, in qualsiasi situazione… Anche quelle apparentemente rivoluzionarie. Le rivoluzioni a furor di popolo sono rivolte alla Masaniello, non rivoluzioni. Possibile che la storia passi sempre inosservata?

Negli anni del ventennio, per dire, gli italiani in maggioranza pensavano che avesse ragione Mussolini, mica Gramsci, Gobetti o Matteotti…

Quindi, anche nel commentare il voto britannico ci vorrebbe misura e discernimento. Soprattutto da parte di chi si definisce di sinistra.

A livello locale, per tornare a temi più vicini e terra terra io, personalmente preferisco chi fa riferimento a Corbyn piuttosto che a Boris Johnson. E cerco di evitare sempre equazioni troppo facili.

Per esempio, dopo l’operazione di polizia di ieri che ha portato a 27 arresti e al sequestro di 10 milioni di euro in Umbria, per infiltrazioni della ‘Ndrangheta, ho letto commenti che evidenziavano come le regioni, non di tradizionale insediamento mafioso, maggiormente “infiltrate” dalle cosche sono la Lombardia, l’Emilia Romagna, la Toscana e l’Umbria. Quindi su quattro tre sono le ex regioni rosse. Ciò per dire che il potere della sinistra non è stato immune da certi contatti e certe connessioni. L’ho letto in commenti di amici e compagni di sinistra…

Però non ho letto nessun commento che abbia fatto notare come l’infiltrazione malavitosa in Toscana, Emilia e Umbria sia cresciuta di pari passo con la crescita della destra, che ha conquistato città, paesi e in Umbria anche la Regione… O viceversa. 

E gli sviluppi dell’operazione di ieri, con le intercettazioni che chiamano in causa il sindaco di Perugia, un consigliere ex socialista (entrambi in quota Lega)  e il candidati sindaco di Casa Pound, con precisi riferimenti all’appoggio delle cosche alle liste salviniane e alla destra ne sono la prova del nove. Sempre che vengano confermate, naturalmente. Ma le parole, anche se dette al telefono, un senso ce l’hanno…

Quindi se quelli che hanno vinto elezioni locali e regionali presentandosi come alternativa al potere corrotto, marcio e indifendibile della sinistra sono in combutta con le organizzazioni criminali o ne hanno quantomeno raccolto benefici, beh… forse erano meglio quelli di prima.

m.l.

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