CHIUSI, CASO ACEA: I PODEMOS CHIEDONO LE DIMISSIONI DEL SINDACO

martedì 26th, novembre 2019 / 19:02
CHIUSI, CASO ACEA: I PODEMOS CHIEDONO LE DIMISSIONI DEL SINDACO
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CHIUSI –  La vicenda carbonizzatore, a tre giorni dalla seduta dell’Inchiesta pubblica che ha indotto il sindaco Bettolini a prefigurare uno stop al progetto, per le troppe incongruenze e carenze nella presentazione fatta dai tecnici della multiutility romana e per le tante “osservazioni critiche” e le prescrizioni da parte dio 16 enti preposti, oltre anche ai rilievi puntuali dei Comitati, si sposta dal piano tecnico-procedurale a quello più strettamente politico. Dopo le esternazioni della Lega  che ha tenuto una conferenza stampa e l’appello fatto dal capogruppo leghista della lista di minoranza a Cetona  per un “frente amplio” di tutti i sindaci e consigli comunali contro Bettollini, adesso è il gruppo di opposizione chiusino Possiamo a entrare a gamba tesa. Con una richiesta perentoria: le dimissioni del sindaco.  I Podemos accusano Bettollini di “aver ritenuto più importante diffamare sui social cittadini che stavano esprimendo pareri discordanti piuttosto che fare il proprio lavoro” e si chiedono anche come mai l’assessore all’ambiente non  abbia mai preso una posizione a riguardo… “Presunzione e faciloneria” di ciò avrebbe peccato Bettollini. Che, sempre secondo Possiamo,”ha ormai perso il gancio con i suoi stessi elettori”. Da qui la richiesta formale delle dimissioni.

Ecco il testo completo del comunicato di Possiamo:

Sabato 23 si è svolta la seconda parte dell’inchiesta pubblica promossa dalla Regione Toscana riguardante la proposta di Acea. Dopo il lungo intervento della parte proponente, piuttosto scarno di contenuti e informazioni tecniche, sono state smentite le dichiarazioni finora fatte dal Sindaco rispetto al progetto. In questi anni l’amministrazione ha portato avanti con superficialità e arroganza
una descrizione del progetto preconfezionata da Acea, non ponendosi a tutela della salute di una comunità.
Dall’altra parte il comitato ARIA e l’associazione il Riccio hanno studiato a fondo la documentazione, sottolineando lacune ed imprecisioni nel progetto presentato. Non sarebbe stato necessario l’intervento dei suddetti comitati se il Sindaco avesse svolto il suo ruolo analizzando il progetto, anche avvalendosi di esperti. Anche la stessa inchiesta pubblica è stata concessa in seguito alle sollecitazioni dei consiglieri regionali di opposizione e del Comitato Aria.
Forse il Sindaco ha ritenuto più importante diffamare sui social cittadini che stavano esprimendo pareri discordanti piuttosto che fare il proprio lavoro? E perché l’assessore all’ambiente non ha mai preso una propria chiara posizione a riguardo?
Nonostante la presunta retromarcia abbozzata dal Sindaco, probabilmente costretta dal dissenso dimostrato dai cittadini, sembra che abbia perso completamente il gancio con i suoi elettori peccando di presunzione e faciloneria.
Da quanto emerso sabato ormai viene meno ogni tipo di fiducia verso questa amministrazione e la società Acea che non appaiono più credibili e coerenti, nonostante le rassicurazioni e garanzie che potranno venir fuori dal prosieguo del procedimento.
Riteniamo pertanto necessario un passo indietro da parte del Sindaco stesso, poiché non rappresenta più la comunità che lo ha eletto.
Chiediamo quindi formalmente le sue dimissioni.

Pochi, a leggere queste righe, i margini di interpretazione. La lista di sinistra prende definitivamente e drasticamente le distanze dall’amministrazione Pd-Psi e dal sindaco in particolare. Probabilmente Possiamo presenterà una mozione di sfiducia in Consiglio comunale. Ma già questa nota è un j’accuse pesante che prefigura una rottura senza appello. Non c’è mai stato feeling né politico, né personale tra i Podemos e Juri Bettollini. Ma adesso la distanza sembra un fossato pieno di coccodrilli.

Possiamo è la prima forza politica a chiedere ufficialmente le dimissioni del sindaco, cavalcando l’onda della protesta popolare sul progetto Acea.

Mentre in molte città d’Italia il popolo delle “sardine” riempie le piazze e prefigura qualcosa di nuovo (anche se non del tutto inedito) a sinistra, a Chiusi una parte della sinistra individua nel sindaco Pd il capro espiatorio, la testa da far saltare e sceglie la strada dello scontro duro con la maggioranza a guida Pd.

A nulla sembra essere valsa l’apertura di Bettollini verso un possibile stop al progetto fatta sabato in chiusura di seduta dell’Inchiesta Pubblica, né evidentemente il fatto che lo stesso Bettollini l’abbia poi confermata, prima non smentendo la lettura del suo intervento fatta da questo giornale, poi con una dichiarazione rilasciata al Corriere della Sera di oggi: “Così non ci sono le condizioni perché il Consiglio Comunale di Chiusi approvi la Variante per la realizzazione dell’impianto di trattamento fanghi previsto dal progetto di Acea, perché nessuna delle osservazioni dei 16 enti e soggetti interessati ha fornito elementi tranquillizzanti, a cominciare da Arpat”. 

Ci saremmo aspettati che i comitati e anche le forze di opposizione e i sindaci che si sono schierati contro o su posizioni dubbiose rispetto al progetto Acea, prendessero al volo rilanciandola l’esternazione di Bettollini, cercando di tirarlo definitivamente dalla parte del NO e ottenere il risultato pieno. I Podemos vogliono stravincere. E  più che il risultato pieno (il NO al progetto Carbonizzatore) a loro sembra interessare in questo momento qualcos’altro e cioè disarcionare il sindaco prima del tempo, far cadere l’attuale amministrazione Pd-Psi. Il vento che tira a livello nazionale e anche a Chiusi però non sembra soffiare in direzione di una possibile alternativa di sinistra alla giunta Bettollini. A lucrare su una eventuale caduta dell’attuale giunta sarebbero più probabilmente la Lega e la destra populista e revanscista quella che punta a “liberare la Toscana” e i suoi paesi dai governi di sinistra. 

Non è detto che Bettollini si dimetterà per far contenti i Podemos. Né tantomeno che in Consiglio qualche franco tiratore del suo gruppo lo impallini, proprio adesso che si è ricompattato, dopo la diaspora pressoché minima e indolore di Scaramelli e dei renziani.

Ma in politica le parole sono atti. E la nota di Possiamo con la richiesta di dimissioni è una dichiarazione di guerra, una richiesta di resa senza condizioni. E Bettollini  non sembra il tipo da farsi da parte solo perché qualcuno gli dice di farlo.

Resta ovviamente l’atto politico di Possiamo, che è un atto politico forte, non una boutade. Un atto che condizionerà i rapporti a sinistra a lungo, anche in vista delle elezioni del 2021. E che naturalmente è legittimo, del resto Possiamo è all’opposizione e fa il suo mestiere.

Per molti Bettollini ha gestito male la faccenda, ha commesso degli errori (e qualcuno lo ha fatto indubbiamente, come tutti), ha rifiutato il confronto coi cittadini. E per questo si è preso dei fischi. Ognuno può farsi il giudizio che ritiene più consono. E alle elezioni Bettollini, se si ripresenterà, farà i conti con questa storia.

Ma alla fine ha fatto quello che ha sempre dichiarato. Ha aspettato l’inchiesta pubblica, il confronto faccia a faccia, davanti alla gente e anche ai Comitati, ma in sede ufficiale, non in una semplice assemblea cittadina, ha aspettato che tutte le carte fossero sul tavolo e ha tratto – addirittura prima della fine dell’inchiesta – le sue conclusioni. Che dovrebbero far felice chi si è battuto e si batte contro il progetto Acea. Perché la conclusione va verso il NO. I Podemos invece lo mettono sotto accusa e ne chiedono le dimissioni. Se avesse ipotizzato un Sì cosa avrebbero chiesto, la fucilazione in piazza XXVI Giugno?

m.l.

 

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