CHIUSI: ANCHE IL M5S CHIEDE LE DIMISSIONI DEL SINDACO. LA DESTRA CAVALCA LA PROTESTA ANTI ACEA. E IL NO DEL SINDACO PASSA QUASI INOSSERVATO. STRANO…

mercoledì 27th, novembre 2019 / 12:19
CHIUSI: ANCHE IL M5S CHIEDE LE DIMISSIONI DEL SINDACO. LA DESTRA CAVALCA LA PROTESTA ANTI ACEA. E IL NO DEL SINDACO PASSA QUASI INOSSERVATO. STRANO…
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CHIUSI – Dopo Possiamo, anche i 5 Stelle chiedono ufficialmente le dimissioni del sindaco di Chiusi, con le medesime motivazioni: “mancata informazione ai cittadini, scarsa considerazione delle opposizioni, superficialità e approssimazione”. “È il momento di dire basta ad una politica approssimativa, che non ha una visione lungimirante del futuro, che, per salvaguardare la salute delle persone, non prende in considerazione il principio di precauzione, che non coinvolge tutta la popolazione nei processi decisionali, che potrebbero cambiare il volto ad un intero territorio, e che non conosce il rispetto nei confronti delle istituzioni
PERCHÉ TUTTO QUESTO ABBIA FINE QUINDI CHIEDIAMO LE DIMISSIONI DEL SINDACO E DELLA SUA GIUNTA” scrivono i 5 Stelle chiusini (il maiuscolo è loro) che forse si sono ricompattati, perché solo qualche mese fa la consigliera Martinozzi schierandosi contro il progetto Acea e in sintonia con una iniziativa sul tema del PC, parlò a nome di una “maggioranza del Movimento”, lasciando intendere che c’era una minoranza non allineata sulla stessa posizione.

Intanto anche la destra si muove intorno alla vicenda Acea. E intorno a Chiusi. Il consigliere di Fratelli d’Italia a Montepulciano Gianfranco Maccarone annuncia una mozione al Consiglio dell’Unione dei Comuni della Valdichiana per costituire una apposita commissione; a Città della Pieve, venerdì 29 si terrà una iniziativa pubblica per il No al carbonizzatore, organizzata da Lorenzo Berna, leader storico e riconosciuto della destra pievese. Iniziativa annunciata inizialmente con la presenza dei due tecnici che hanno rappresentato i Comitati all’Inchiesta Pubblica, poi senza più quei nomi, quindi senza l’avallo o l’ausilio dei Comitati stessi (vedi commento sotto l’articolo). Prime fibrillazioni anche su quel versante con qualche affiorante timore di strumetalizzazioni da parte di partiti e movimenti.

Insomma la questione sta prendendo sempre più una piega politica. E in questo caso, il quadro è diverso da quello nazionale e anche da quello che si è registrato alle recenti regionali umbre del 27 ottobre. Estrema destra, Lega, estrema sinistra e 5 Stelle tutti contro il progetto e anche contro Bettollini e l’amministrazione di Chiusi. Qualche altro sindaco Pd idem.  Qualcuno forse già pensa alle elezioni chiusine, magari anticipate.

Eppure il fatto nuovo uscito dalla seduta di sabato scorso dell’Inchiesta Pubblica, al teatro Mascagni, non è la contestazione puntuale dei comitati all’esposizione dei tecnici Acea. Il fatto nuovo è la “presa d’atto” per certi versi clamorosa e imprevista del sindaco di Chiusi che ha detto “Così non ci sono le condizioni per procedere”. Una presa d’atto che è in sostanza un “No grazie” ad Acea. Cosa peraltro confermata dalla dichiarazione rilasciata da Bettollini al Corriere della sera con la quale dice chiaramente che con queste premesse, la Variante al Prg necessaria e anzi indispensabile per far andare avanti il progetto Acea non può essere approvata.

E’ strano e fa specie che i Comitati e quanti si sono battuti con una mobilitazione formidabile per stoppare la realizzazione del carbonizzatore, ora che anche il sindaco dice che “così non si può fare” prendendo nettamente le distanze dalla presentazione di Acea, facciano finta di niente e continuino a parlare dei camini mancanti, invece di sbandierare la svolta di Bettollini come una loro vittoria . Come una vittoria del NO.

Stesso discorso per le forze politiche anch’esse schierate per il NO, che invece di prendere al balzo l’assist (inusitato) del sindaco di Chiusi, invece di lavorare per assicurarsi che non ci ripensi nel caso in cui Acea tenti di aggiustare il tiro sabato prossimo (e lo farà), lo mettono sotto accusa e ne chiedono le dimissioni.

Sembra quasi che sabato scorso al Mascagni, nell’Inchiesta Pubblica, sia successo il contrario di ciò che invece nella realtà è avvenuto. Sembra quasi che Bettollini abbia avallato il progetto nonostante i rilievi dei comitati. Non è andata così.

Sembra a questo punto che se per alcuni in buonissima fede l’obiettivo era e resta quello di fermare la costruzione di un impianto quantomeno dubbio, per altri l’obiettivo sia solo quello di far saltare il fortino Chiusi, una delle ultime roccaforti del “potere rosso”, con Bettollini capro espiatorio e simbolo di quel potere da abbattere. Come i Romanov nel ’17 o come Ceasescu in Romania nel 1989. O Gheddafi.

La cosa però è singolare perché, dopo aver detto “così non si può procedere”, adombrando quindi abbastanza chiaramente una exit strategy dal progetto Acea, con le richieste di dimissioni e le accuse pesanti che le accompagnano, Bettollini potrebbe essere indotto – per stizza, rabbia, contrapposizione – a ripensarci. Cosa che gli potrebbe costare cara in termini di consenso, ma che potrebbe però far andare avanti il progetto.

Ci sembra insomma una strategia controproducente quella che il fronte del NO sta adottando in questo momento. Cioè dopo che si è ritrovato anche Bettollini e l’Amministrazione di Chiusi non tanto nel fronte avverso, ma neanche nel fronte del NI, del “vediamo le carte e poi decidiamo”.

Il sindaco di Chiusi cui spetta l’ultima parola (insieme al Consiglio Comunale che deve approvare o meno la variante al Prg), ha fatto intendere che adesso, dopo la presentazione lacunosa di Acea, dopo le osservazioni e prescrizioni copiose di 16 enti preposti ai pareri di merito nella fase istruttoria, dopo i rilievi dei comitati, non ci sono le condizioni per procedere.  Di fatto ha dichiarato il progetto poco chiaro e Acea interlocutore non credibile. Che cosa deve dire di più il sindaco di Chiusi?

Fare finta che non abbia detto niente o che abbia detto il contrario, solo perché al’inizio non ha fatto un’assemblea pubblica, suona davvero strano. Al posto dei comitati avremmo stappato uno spumantino.

La consigliera comunale dei Podemos Daria Lottarini fa notare che Bettollini ha cambiato troppe volte strada, prima avallando o sostenendo scelte scellerate, poi cambiando direzione (sull’alta velocità, sul renzismo e adesso sul caso Acea). Beh, cambiare idea a seconda del vento che tira non è molto edificante. Cambiare idea o posizione sulla base di precise considerazioni e precise motivazioni, è cosa buona e giusta. “La misura dell’intelligenza è data dalla capacità di cambiare, quando è necessario” disse una volta Einstein. Se lo avessero fatto anche Renzi o altri le cose sarebbero andate meglio. Quando Bettollini si lasciò alle spalle l’idea balzana della stazione volante e cominciò a lavorare per le fermate dei frecciarossa nella stazione esistente, noi che eravamo per quest’ultima soluzione da sempre, tirammo un sospiro di sollievo e fummo felici della svolta di un sindaco che veniva sulle nostre posizioni. Ce lo avevano insegnato Gramsci e Berlinguer ad apprezzare anche i piccoli passi, i ripensamenti, le svolte utili alla causa… Oggi non funziona più così evidentemente.

 

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