BALOTELLI, I CORI RAZZISTI, I ROGHI DEI LIBRI… E I FASCISTI CHE SI SENTONO SDOGANATI E PROTETTI

giovedì 07th, novembre 2019 / 16:51
BALOTELLI, I CORI RAZZISTI, I ROGHI DEI LIBRI… E I FASCISTI CHE SI SENTONO SDOGANATI E PROTETTI
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Succede che a Verona, allo stadio Bentegodi, un  giocatore del Brescia, tale Mario Balotelli (nome da metalmeccanico della Breda) ma famoso top player ex Inter, Milan, Manchester City, Nizza e Marsiglia, viene fatto oggetto di cori razzisti. Sì perché è italiano, ha giocato 36 partite in nazionale (con 14 gol) e ha nome e cognome da metalmeccanico della Breda , ma è nero. E secondo il capo ultras del Verona “non potrà mai essere del tutto italiano”. Perchè è nero. Balotelli ferma la palla, la calcia in tribuna, come fece Boateng in una amichevole del Milan, l’arbitro stoppa per qualche minuto la partita…  Si riapre il dibattito sui cori razzisti.

Il capo ultras in questione si chiama Luca Castellini. Ma non è solo un capo ultras. Proprio oggi alla Camera dei Deputati, il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese ha annuciato che “Luca Castellini, esponente di Forza Nuova e ultras del Verona, è stato deferito all’autorità giudiziaria per la violazione della legge Mancino”. Che è una legge del 1993 che sanziona e condanna gesti, azioni e slogan legati all’ideologia nazifascista, e aventi per scopo l’incitazione alla violenza e alla discriminazione per motivi razziali, etnici, religiosi o nazionali. Il ministro dell’interno Salvini lo avrebbe fatto?

Lo stesso Castellini intervistato da una radio aveva detto: “Ci sono problemi a dire la parola negro? Mi viene a prendere la ‘Commissione Segre’, perché chiamo uno negro? Mi vengono a suonare il campanello?” 

Ecco la commissione Segre. Già, Liliana Segre, 88 anni, reduce e sopravvissuta ad Auschwiz. Con ancora il numero tatuato sul braccio. E’ senatrice a vita ed è costretta a girare con la scorta del carabinieri, perché oggetto di messaggi intimidatori e minacce. Anche 200 al giorno. In quale altro Paese un ex deportato deve circolare con la scorta alla soglia dei 90 anni, perché rischia la vita? E rischia la vita perché racconta cosa ha vissuto nel lager, cosa è stata la Shoa, cos’è stato il nazismo?

L’equazione Castellini, l’ultras-Forza Nuova e il clima contro la Segre è facile facile. Non ci vuole di essere dei geni in matematica per farla.

Martedì sera, verso cena, a Roma c’è stato un omicidio, o meglio: è morta una persona. Zona Cinecittà.
Un tentativo di rapina ad un bar finito male, da parte di due malviventi. Così dicono le cronache a caldo. Ma non si capisce chi abbia sparato, se il titolare del bar per difendersi, o il complice della vittima, per errore. Fatto sta che uno dei due rapinatori rimane ucciso. Il titolare del bar ferito.
Non è il primo caso del genere, ma in altre circostanze abbiamo assistito a trasmissioni fiume in Tv, apertura dei Tg e dei giornali,invocazioni della pena di morte, gente che urla e vorrebbe farsi giustizia da sola…  Stavolta niente. Al massimo una breve in cronaca di Roma, pagine interne. Strano. Come mai?
La risposta forse sta tutta qui: il titolare ferito del bar si chiama Zhou Chao Kang, cinese.
Il morto è Ennio Proietti (69 anni), il complice Enrico Antonelli (58), italiani. 

Sempre a Roma due giorni fa succede un’altra cosa. Va a fuoco la libreria “La pecora elettrica” in via delle Palme, zona Centocelle. La libreria avrebbe riaperto i battenti proprio oggi, dopo mesi di chiusura dovuti a un altro incendio di origine dolosa avvenuto il 25 aprile scorso. Data forse non causale.

E il 9 ottobre era stata data alle fiamme la pizzeria di fronte, oscurando, di fatto, le uniche due luci accese di sera in quel tratto di strada.

Ieri sera circa duemila residenti hanno sfilato a una “marcia di solidarietà e di autodifesa”, con i cartelli a forma di pecora: “Da stasera ci mettiamo per strada perché ci pensano i cittadini, non le istituzioni o i politicanti, a fare la difesa del nostro quartiere”.

La Pecora elettrica, incastonata tra il parco del Forte Prenestino e la Palmiro Togliatti, è diventata un punto riferimento per tutti i residenti anche per il lavoro svolto con il comitato di quartiere nella riqualificazione del parco antistante. E per essersi posto come luogo sempre aperto e pieno di vivacità culturale. Capace di offrirsi come spazio libero di coworking, così come di organizzare centinaia di eventi.

Due le piste seguite dagli inquirenti: 1) un’azione di avvertimento di matrice neofacista, il “rogo dei libri” è una prerogativa della cultura mussoliniana che sta rialzando la testa; 2) un’azione della malavita organizzata, contro dei locali, che con le luci accese e la presenza di persone fino a tarda notte, costituiscono un ostacolo allo spaccio di sostanze stupefacenti e traffici illeciti. Ma per chi frequenta la libreria la prima ipotesi è la più probabile… Perché in certi casi le equazioni sono fin troppo semplici. E i neofascisti – qualcuno si è presentato in divisa nazi anche a Lucca Comics – si sentono sdoganati e protetti. Liberi di agire, perché sanno che buona parte del paese non solo li tollera, ma li sostiene addirittura… 

E anche fuori dai confini italiani la situazione non è migliore. A Dresda, città martire della seconda guerra mondiale, in Germania, è stata dichiarata una sorta di “emergenza nazismo“. Il consiglio comunale della città  ha approvato una risoluzione nella quale si denuncia che “idee e azioni antidemocratiche, antipluraliste, misantrope e di estrema destra, compresa la violenza, avvengono con sempre maggiore frequenza”.

Poi dicono che i fascisti, i nazisti oggi non esistono, che sono un’invenzione dei comunisti. Possono pensarlo forse i democristiani della Cdu di Dresda che hanno votato contro l’odg del Consiglio Comunale, ma noi no. Troppi fatti incresciosi e inquietanti, di fronte ai quali bisogna fermare il pallone come ha fatto Balotelli. E denunciare. Anche nel ’22, e nel ’38 e nel ’43 c’era gente che minimizzava e faceva finta di non capire…

m.l.

 

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