PROGETTO ACEA, LA POSIZIONE DI PRIMAPAGINA: NE’ A FAVORE, NE’ CONTRO A PRESCINDERE, VALUTIAMO I DATI (SENZA EVOCARE FANTASMI E PAURE, POSSIBILMENTE).

CHIUSI – Personalmente non esitai, qualche anno fa, quando scoprimmo il problema dell’inquinamento da nichel della falda di Fondovalle, e in altri casi (i presunti interramenti di rifiuti tossici o lo sversamento di materiale tossico da un deposito del Ministero dell’Agricoltura nel capannone ex Nigi ad esempio) a fare paragoni con le vicende raccontate in film memorabili come Silkwood con Meryl Streep e Erin Brockovich con Julia Roberts… Due film sull’inquinamento causato da aziende insalubri e da un capitalismo senza scrupoli e sulle battaglie per il riconoscimento del danno ai lavoratori e ai cittadini che che abitano nei pressi...
In Italia cose del genere sono successe a Seveso alla metà degli anni ’70, a Casale Monferrato con l’Eternit e a Taranto con l’Ilva che è oggi sulle prime pagine di tutti i giornali.
Qualcuno in questi giorni, sui social ha evocato scenari del genere anche in relazione all’ormai famoso e molto discusso “Progetto Acea”, lamentando anche il fatto che questo giornale, in questo caso, non sia schierato, come altre volte, dalla parte di chi è contro.
La posizione del sottoscritto, ma anche di primapagina, mi pare invece abbastanza chiara e lineare. Ed emerge in decine di articoli (ne sono stati pubblicati con questo 44): non è né contro né a favore a prescindere.
Non è contro a prescindere perché il progetto viene presentato come un “passo avanti nella soluzione di un problema reale, quello dello smaltimento dei fanghi di depurazione e anche come un “investimento ecologico, in linea con la green economy e l’economia circolare”, cose che su queste colonne abbiamo sempre sostenuto. E anche perché potrebbe rappresentare una opportunità per migliorare la situazione attualmente presente nell’area ex Centro Carni, depuratore esistente, compreso.
Non è a favore a prescindere, perché non è chiaro l’impatto ambientale che tale impianto potrebbe avere, non è chiaro se produrrà emissioni nocive o a rischio e di che tipo; perché la tecnologia che verrebbe utilizzata è ancora poco utilizzata, quindi è sperimentale, né è chiarissimo il rapporto che l’impianto proposto da Acea, avrà con il depuratore esistente (anche quello rilevato da Acea).
Quindi la posizione del sottoscritto e di Primapagina è questa: Il 12 comincia l’inchiesta pubblica sulla procedura di Valutazione di Impatto Ambientale, lì potranno essere messi sul tavolo i dati oggettivi e si potranno confrontare quelli presentati dall’azienda proponente, con quelli presentati da chi invece si oppone o ha dei seri dubbi. E nella stessa sede potranno anche essere verificate altre cose, come le procedure seguite e la compatibilità/fattibilità dell’impianto proposto con le norme e le prescrizioni contenute, per esempio nel Piano Regolatore del Comune. Quindi: seguiamo l’inchiesta pubblica e alla fine tiriamo le somme.
Che poi è, in soldoni, anche la posizione del Comune, sebbene il Comune può aver dato l’impressione di aver lavorato da due anni a questa parte per fare in modo che il progetto possa andare in porto. Anche il sindaco dice, andiamo a vedere tutte e carte, confrontiamo i pro e i contro e poi, sulla base del risultato, decideremo. Anzi il sindaco dice pure di più. Dice:”se il Comitato e chi si oppone dimostrerà che ha ragione, o che qualche dubbio sussiste, non autorizzerò l’impianto”. Non è un mistero che sindaco e Amministrazione siano tendenzialmente favorevoli al progetto Acea, ma i paletti fissati sono abbastanza stringenti.
E’ vero che l’Amministrazione avrebbe potuto fare una o più iniziative pubbliche per coinvolgere la popolazione e non le ha fatte, ma gli atti prodotti e dichiarazioni del genere sono lì, scritte nero su bianco. Non potranno essere disattese tanto facilmente. Il sottoscritto e questo giornale gliele ricorderanno, se Bettollini dovesse dimenticarsene.
Sulle procedure seguite si può discutere per giorni e giorni, si può non essere d’accordo. Si può criticare il sindaco e la giunta. Ma questo è un aspetto politico e – salvo la non correttezza degli atti, se dovesse emergere – è da valutare politicamente. I cittadini potranno esprimere un proprio giudizio con il voto, alle regionali della prossima primavera e alle comunali del 2021, se non si andrà ancora una volta al voto anticipato, dato il caos che si è creato all’interno del Pd, con l’uscita di Scaramelli, di 5 segretari e di qualche consigliere comunale.
Però, al netto di tutto, dubbi compresi, il quadro di Chiusi, relativamente al Progetto Acea, non può essere paragonato, neanche lontanamente (o per scherzo) a scenari come quello dei film Silkwood o Erin Brockovich. Primo perché qui non siamo in presenza di una multinazionale che ha inquinato e avvelenato terra, acqua e aria per anni causando danni conclamati. Se mai qualcosa del genere è già successo, prima che Acea acquistasse quei terreni. E qui siamo stati i primi a denunciarlo.
Acea non è una multinazionale capitalistica senza scrupoli, è un colosso sì, ma a partecipazione pubblica, controllato dal Comune di Roma. E questo personalmente mi pare una minima garanzia in più rispetto a interventi esclusivamente privati. Forse è una deformazione culturale la mia, ma io, personalmente, preferisco il pubblico al privato, soprattutto quando si parla di questioni strategiche e delicate.
L’impianto non c’è ancora. Quello che vuol realizzare non è uno stabilimento che sfrutta un territorio o lo inquina per produrre componenti meccanici o chimici, ma viene presentato, come già detto, come un intervento “ecologico” per migliorare la gestione dei depuratori e ridurre la quantità dei rifiuti (di risulta) da disperdere o mandare agli inceneritori, trasformandoli in materia seconda, riutilizzabile. Il processo produttivo di trasformazione non prevede combustione, ma solo uso di acqua calda a 200 gradi in reattori a circuito chiuso e a camera stagna. La materia prima trattata sarebbe fango derivante dalla depurazione di reflui fognari urbani, cioè materia di matrice biologica e solo biologica. Non si tratta di rifiuti di chissà che tipo. E se anche Acea dovesse aggiungere (come ha ventilato il sindaco in una intervista di luglio) anche il trattamento della frazione umida della raccolta differenziata, sarebbe anche in quel caso solo materiale biologico.
Tutto questo ovviamente non basta a fugare dubbi, preoccupazioni e paure. E anche in redazione c’è chi ne ha. Tutti ne abbiamo. Ma evocarle come si trattasse di Bophal, adombrando scenari apocalittici, conditi da accuse più o meno velate all’amministrazione, alla Regione e a chi “non è contro a prescindere” di aver avallato e preconfezionato il pacco dono, non fa onore a chi sparge sui social questo tipo di informazioni. E alcune prese di posizione o commenti puzzano quanto i fanghi che Acea vorrebbe trattare a Chiusi.
Ricordo benissimo la battaglia fatta da vari comitati a Città della Pieve due anni fa contro la centrale a biomasse di San Donnino. Anche in quel caso si adombravano scenari apocalittici e inquinamento a go go. Si sosteneva che la centrale avrebbe penalizzato le aziende agricole e i molti agriturismi della zona facendone calare la clientela e il valore. Noi per esempio in quel caso eravamo dubbiosi e preoccupati, ma soprattutto per il fatto che l’imprenditore proponente era finito sotto inchiesta per truffa nei confronti di un Comune, e quindi appariva soggetto poco affidabile. Per noi quella era la ragione per dire di no, più del presunto inquinamento. Poi la proprietà è cambiata. Adesso la centrale è in funzione. E alimenta principalmente – ma guarda te – un resort turistico con annesso centro benessere. Proprio una attività di quelle che avrebbe dovuto penalizzare. E nessuno oggi dice più nulla su quella centrale o sull’inquinamento che produce. Neanche coloro che fecero la battaglia contro… E ricordo anche bene, quando il sindaco di Chiusi Scaramelli e anche Bettollini e Sonnini minacciarono di occupare il Municipio di Castiglione del Lago per impedire la realizzazione di un’altra centrale a biomasse, tra Villastrada e Le Coste…
Questo per dire che la cautela è d’obbligo e non è mai troppa, da una parte e dall’altra, in un senso o nell’altro.
Chiaro che Bettollini & C. avrebbero potuto organizzare almeno una assemblea pubblica, preventiva, per presentare il progetto e ascoltare l’opinione dei cittadini e di qualche esperto. Non era semplice non avendo in mano dati certi, ma avrebbero potuto farlo lo stesso. Si sono limitati a parlarne in altre sedi, dal Consiglio Comunale alle assemblee di bilancio, dalle iniziative di partito, alle interviste. Hanno promesso di farlo, ma solo dopo la fine dell’inchiesta pubblica. Un atteggiamento questo molto prudente, che li ha un po’ isolati rispetto ad una parte dell’opinione pubblica, quella che ha paura. Si sono esposti all’accusa di reticenza. Forse alla fine la scelta non è stata politicamente redditizia. Ma ormai, con l’inchiesta pubblica sulla VIA alle porte, è inutile e capzioso discutere di questo. Aspettiamo il confronto e valutiamo. Con cognizione di causa e su dati precisi.
Poi ognuno trarrà le proprie conclusioni, chi lo riterrà opportuno e necessario continuerà a battersi contro il progetto e, riguardo al giudizio su come si è mossa l’amministrazione, alle elezioni voterà di conseguenza. Gli attuali amministratori possono essere mandati a casa, come è successo a Città della Pieve e a livello regionale in Umbria a maggio e il 27 ottobre. Ma dovrebbe essere chiaro a tutti che l‘alternativa, anche qui sarebbe la Lega. Non altri. E la Lega è sì contro il progetto Acea, ma con il suo capitano Salvini sostiene che si dovrebbe costruire un inceneritore (non un carbonizzatore ad acqua calda) per ogni provincia. In Toscana ce ne sono 5, la Provincia di Siena il suo ce lo ha già, a Poggibonsi e i poggibonsesi si domanderanno perché proprio lì e non altrove. Certo ci sarebbe da ridere se ne proponessero uno per la Provincia di Perugia e decidessero di farlo, che so, nella zona industriale delle Cardete. Davanti all’ex Centro Carni di Chiusi. Del resto lì è comune di Città della Pieve e il Comune di Città della Pieve è ormai in quota Lega.
Marco Lorenzoni
Nelle foto: una scena del film Silkwood e il manifesto di Erin Brockovich
Dietro alla formula dell’equidistanza si tenta di tutto. Di sminuire una delle cose principali che è quella dell’informativa alla popolazione ammettendo che ” è stata insufficiente” ,ma ormai cosa si vuole, siamo in dirittura finale, poi vedremo…”. Vedi Marco le cose importanti come diventano secondarie? Basta dirle che sono secondarie, ci vuole proprio poco, affiancate anche dall’intolleranza che si capisce che scaturisce dall’insopportabilità a venire contestati.Codesta è una cosetta da nulla vero ?…. ma è una illazione il discorso che fà Paolo Scattoni sulla successione decisionale del finanziamento e quanto ne consegue sul percorso temporalmente preordinato oppure è una masturbazione mentale sua ? No, vorrei capire cosa ne pensi e come ti schieri rispetto a questo fatto semprechè sia successo veramente come dice lo stesso Scattoni, perchè tale fatto se è stato questo e si è dipanato nel modo in cui dice, mi sembra che al cospetto di tutto questo il problema andrebbe anche affrontato in maniera abbastanza dirimente dal momento che investe anche termini di democrazia decisionale rispetto alla cittadinanza.Il problema non esiste ? Ma una volta non esisteva chi controllava il controllore? Ora è il controllore che controlla se stesso
avendo l’autonomia di stabilire quello che è buono da quello che è cattivo in base ad un crogiuolo di leggi e disposizioni che si è costruito negli anni in base alle opportunità che gli si presentano? Ma non si chiamava questa una volta il contrario della democrazia oppure è democrazia perchè ci sono le elezioni ? Personalmente non sono del tuo parere con gli accostamenti con Seveso, Bhopal ed altro non reggono. A Bhopal per esempio morirono mi sembra nell’arco di qualche giorno 2800 persone ma lì si era in india, un luogo dove la brutalità del capitale è moltiplicata esponenzialmente rispetto a quella nostra e non ci sono mezze misure o garanzie che debbono venir rispettate…ciò che serve in quelle aree è produrre anche a costo della morte e la Union Carbide produceva sostanze altamente velenose con processi industriali come con processi industriali analoghi vengono prodotti anche da aziende pubbliche in tutto il mondo, solo che la differenza sulla sicurezza è diversa beninteso ma i processi di avvelenamento dell’aria e dell’atmosfera si compiono in maniera più lenta, con molta più sicurezza e salvaguardia qui da noi, ma si compiono ugualmente,ma veramente e personalmente credo che la ripercussione sull’aria circostante vi sia anche per una pentola di pomodori che bolle e l’inquinamento come cambiamento delle condizioni pre-esistenti vi sia ma si deve credere che un mega impianto che lavora 80.000 tonnellate all’anno di quella roba non emetta nulla nell’aria ? E non capisco perchè tu debba considerare che sia gretto allarmismo il pensare così.Eppoi il discorso che ACEA sia un pezzo del settore Pubblico perchè la maggioranza delle azioni appartiene al Comune di Roma sprona anche ad una considerazione lapalissiana che dovrebbe essere di natura etica proprio perchè è un pezzo del settore pubblico mentre invece oggi le finalità economiche vengono misurate con la logica del profitto anche se gli scopi sono pubblici. Vorrei capire ma lo ammetto, sono duro di comprendonio…poi alla fine vedremo se il ragionamento di Scattoni torna oppure no, non tanto nei termni di come si è dipanato l’aspetto decisionale,ma l’aspetto valoriale che tocca,o sono anch’ io preda di visioni notturne quando potrei essere spinto a pensare da quel discorso che stiamo a parlare di una decisione che passa sulla testa di tutti fatta dai vertici della politica ed anche di quelli delle strutture a partecipazione pubblica? Qual’è allora in fondo la differenza della rapacità del capitale privato che non si cura della salute degli uomini e che va a diritto per i suoi scopi di profitto passando sopra di loro,a quello a partecipazione pubblica che agisce con modalità private in un mercato dove per reggere alla concorrenza deve massimizzare i profitti intervenendo su aree già deturpate pre-esistentemente dal settore pubblico e che per risanarle lo stesso settore non ha fondi sufficienti per bonificarle e si affida a queste occasioni guarda caso capitate ad hoc ?E’ che si vorrebbe in ogni modo dietro le parole risolvere i problemi sempre avendo la stessa imperterrita visione che sia l’aziendalismo che promuova tutto ed è a tale visione che si indorano le porte aperte ai privati in base a quel famoso ragionamento frutto di un pensiero che ha fornito i suoi limiti temporali anche terrificanti(poichè origine di tante discrasie e stati di disperazione) se vogliamo che sono quelli che il privato funzioni ed il pubblico no,mentre sono proprio questi che hanno plasmato il mondo in questa maniera che vediamo intorno a noi e dei quali ci tocca raccattare i risultati.I conti per dare giudizi occorre farli alla fine, come sempre, ma credo col buonsenso dei miei 73 anni anche dover considerare se i giuochi valgano le candele.Ecco perchè personalmente mi sono sempre dichiarato contrario a prescindere sul tema evocato perchè le prove di tutto,la politica ce le ha già date in precedenza,altrimenti il mondo non sarebbe ridotto come lo vediamo.Catastrofista? Forse si,ma di tanto non credo di sbagliarmi.
Una cosa però a me sembra strana….
hai fatto articoli su prima pagina addirittura sul famoso gelato che mangiavano insieme Bettollini e Scaramelli dopo una presunta discussione e hai completamente ignorato commenti pesi verso cittadini e ridicolizzando la gente che si preoccupa per l’impatto che avrà questo impianto.
Se non ti viene in mente ti metto la conversazione di seguito.
Non ho i messaggi di Micheletti perchè il mio amico d’infanzia mi ha bannato …
Un amico cetonese mi dice che la frazione Piazze si chiama così, perché lassù c’erano le “piazzole” per fare il carbone con la legna dei boschi. Sempre secondi arrivate!
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Juri Bettollini
Juri Bettollini Ma come secondo? Avveleniamo tutta la valdichiana. Stiamo battendo tutti i record. No no, voglio essere il
Numero 1 fino alla fine.
Marco Lorenzoni Gita premio a Springfield… Il Micheletti a Youngstown (e lui sa perché)
Manca la parte di carbonizzare la casa alla Lucia Lelli e altro che ha postato Micheletti
A me sinceramente un po’ dispiace leggere ste cose e vivo dall’altra parte dell’oceano.
L’aria la respirerai anche tu.
Good luck my friend.
Io credo, però, che almeno le battute vadano prese per battute, non per cose serie. La questione Acea è seria, ma se uno di scherza un po’ su non è un reato. Del resto si tratta di battute a margine (o a seguito) di una vignetta, mica di un report scientifico. Dai… Mi pare che si esageri. Un saluto
Si scherza, si fanno due battute…come quelli che ridevano per il terremoto dell’Aquila.
La vignetta non credo se la siano fatta da soli Micheletti e Bettollini… Ne circolano anche altre, ancora più pesanti, con lo stesso stile che li prendono di mira. Il fatto che abbiano accettato la “visciaia” (come hanno scritto) rispondendo con delle battute non mi sembra sintomo di arroganza, tutt’altro… L’arroganza o il cinismo si esprime in altri modi, via…
Precisamente come quello che scherzavano sul terremoto! Micheletti e Sindaco ricoprono cariche pubbliche e non si possono permettere di fare battute del genere. La gente è preoccupata, male informata e loro si permettono di giocarci sopra? Non si sono neanche scomodato a porgere scuse o dire che hanno esagerato. Brutta immagine ribadisco.
Comunque L non capisco il tuo silenzio. Non pretendo che prima pagina si schieri ma che racconti cosa sta succedendo. Ripeto il caso Bettolini/Micheletti/Lelli avrebbe riempito pagine se fosse stato sotto un altro contesto.
Marco, mi dispiace ma in questa vicenda non sei stato e non sei imparziale.
Lasciatelo dire, amichevolmente, da chi ti legge da circa quarant’anni.
Forse non te ne rendi bene conto ma anche in questo articolo hai scritto un intero paragrafo di 10 righe per dire quali potrebbero essere gli aspetti positivi dell’impianto, oltre alla parte in cui dici che non sei contrario a prescindere, mentre non hai scritto nemmeno una riga sulle motivazioni precise di coloro che sono contrari, limitandoti a dire genericamente lo stretto necessario, nella parte in cui dici che non sei favorevole a prescindere.
Il tuo atteggiamento verso questa vicenda, come in tutte quelle che riguardano l’attuale amministrazione, che io reputo la peggiore mai avuta a Chiusi, è sempre bonario, giustificativo, scherzoso, improntato al “sì è vero, però lasciamo correre” fino a giungere alla proposta di unire le opposizioni per appoggiare Bettollini alle prossime elezioni e questo già di per sé la dice lunga sulle tue personali convinzioni che, naturalmente, non possono non condizionare i tuoi scritti.
Sulla vicenda Acea nemmeno io sono contrario a prescindere però, come cittadino, “pretendo” di essere informato correttamente e invece, se ho potuto sapere qualcosa, è stato solo partecipando alle manifestazioni pubbliche organizzate dal comitato Aria che per questo deve essere ringraziato mille volte.
Le riunioni di partito o le riunioni sul bilancio fatte in ambienti privati, perché le sedi degli Auser sono ambienti privati nei quali non tutti si sentono di andare, non possono costituire occasioni pubbliche che invece sono quelle convocate per tutti i cittadini in ambienti pubblici che al Comune non mancano.
Politicamente, quindi, ed è un aspetto primario, il comportamento dell’amministrazione è stato gravissimo, e anche questo tu lo hai sempre minimizzato, perché da subito i cittadini dovevano essere messi al corrente della situazione e dovevano poter esprimere il loro parere in contraddittori pubblici dove poter sentire tutte le ragioni.
Poi l’amministrazione, come da prassi, sarebbe stata libera di assumere le sue decisioni e le relative responsabilità.
Questo non è stato fatto perché chi amministra non si sente delegato dei cittadini ma “padrone” della città e come tale si comporta e questo tu non l’hai mai evidenziato.
Infine, e questa è la cosa più grave, se c’è un’inchiesta pubblica regionale la si deve all’attivismo del comitato Aria e alle opposizioni in consiglio regionale.
Se fosse stato per la nostra amministrazione non ci sarebbe mai stata, quando invece sarebbe dovuta essere stata la prima operazione da mettere in campo, prima ancora della decisione di vendere il terreno, che sarebbe dovuto essere venduto solo dopo la certezza di un insediamento sicuro perché Acea, pur essendo a partecipazione pubblica, non mi sembra immune da comportamenti scandalosi, basta leggerne alcune vicende accadute di recente.
La paura dell’avvento della Lega non può giustificare il ricorso al meno peggio ma anzi un maggior impegno a cercare il meglio perché se la Lega vince non è solo per i propri meriti, ma soprattutto per i disastri compiuti dagli amministratori in carica, Umbria docet.
Concordo con quanto scritto da Giorgio Cioncoloni e difatti se si esamina bene la sostanza di ciò che esprime il suo discorso, si ritrova tutto e dappertutto anche nei miei lunghi ed interminabili interventi.Lui l’ha detto in maniera concisa ed me non riesce tanto bene essere conciso perchè parto sempre da ”Santa Mmaria del Piano” per spiegare le cose,per un unica preoccupazione tutta mia che penso anche a chi legge e che possa essere lontano dalle tematiche affrontate( la gente che legge c’è di tutte le specie certamente,anche quella che non è avvezza ad addentrarsi in queste tematiche) abbia bisogno di ragionare e far muovere le meningi ma la sostanza non cambia.Un plauso da parte mia a Giorgio Cioncoloni.
le motivazioni del no e del sì le ho scritte tante volte, qui ho riassunto, e la questione, Giorgio, non è di 2 o tre righe in più, e neanche di imparzialità, quanto quanto di approccio. Per essere più chiaro, ecco un po’ di cronaca e un po’ di storia: https://www.primapaginachiusi.it/2019/11/caso-acea-il-comitato-lancia-la-lenzuolata-bettollini-adombra-le-dimissioni-ma-se-si-discutesse-seriamente-allo-stadio