ZEFFIRELLI, UN MAESTRO DEL CINEMA OPPURE NO?

martedì 18th, giugno 2019 / 17:24
ZEFFIRELLI, UN MAESTRO DEL CINEMA OPPURE NO?
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Si sono tenuti questa mattina a Firenze i funerali di Franco Zeffirelli, sceneggiatore, regista, attore  scenografo di fama mondiale. Aveva 96 anni. La Toscana ha reso omaggio ad un suo figlio illustre. Ma anche figura controversa. E’ stato  un maestro del cinema oppure no?

Ecco due giudizi un po’ diversi:

Nato a Firenze nel 1923 ma romano d’adozione, si forma all’Accademia di Belle Arti  dove affina il proprio stile figurativo, la qualità pittorica tipicamente toscana e impara i valori plastici del design e dei colori. Già giovanissimo viene apprezzato nel panorama teatrale fiorentino soprattutto come scenografo, i suoi bozzetti e schizzi sono dei veri e propri affreschi della realtà, vengono  definiti come “dotati di parola”; raccontano la scena ancor prima dei personaggi, essi stessi rispecchiano l’anima delle figure che poi li andranno ad  abitare. E’ proprio grazie a questa raffinata capacità di rappresentare il vissuto con una scena ricca di particolari e  dettagli vezzosi che Zeffirelli si erge ad imperatore incontrastato della tecnica scenografica destinato a durare in eterno. Fu proprio l’incontro determinante con Luchino Visconti nel 1940 ad aprirgli le porte verso la fama internazionale e durante la preparazione della prima assoluta in Italia di Un tram chiamato desiderio, dramma di Tennessee Williams, che  il sodalizio dei due geni sfocia in una relazione sentimentale che si protrarrà per diversi anni. Dotato di un sentire particolarmente intenso e malinconico,  egli ha sempre prediletto temi che si riversano “nel pianto depuratore”, come ha affermato lui durante una delle sue ultime interviste. Il pianto è fondamentale, è lo strumento attraverso il quale avviene la raffinazione dell’anima ed  è infatti il climax assoluto ed incontrastato di ogni sua opera. Dopo il dramma di Williams, suo trampolino di lancio, Zeffirelli  percorre un cammino professionale che lo fa diventare uno dei registi di opere teatrali più famosi al mondo: Otello, Amleto, Boheme,Tosca, Traviata sono soltanto alcuni dei suoi capolavori più rappresentativi portati successivamente  anche sul set cinematografico. Il successo sul grande schermo arriverà però nel 1969 con Romeo e Giulietta e nel 1972 con Fratello Sole e Sorella Luna che gli valgono due David di Donatello; decide di ambientare entrambi i set  nella sua amata Toscana  e sceglie di girare le scene tra Pienza, la Val d’ Orcia e Sant’Antimo.  L’attaccamento ai suoi luoghi d’infanzia si manifesta anche nel film Un tè con Mussolini (1998) girato tra San Gimignano e Firenze e sarà proprio questa città che lo ha visto nascere e formarsi, che domani lo accoglierà ancora una volta a braccia aperte e per sempre. Nel palazzo di San Firenze, il vecchio tribunale, è stata allestita la sede della sua Fondazione che ospiterà sia la collezione di opere che materiali appartenenti alla vita artistica del maestro; c’è inoltre l’auspicio che diventi  sede di una grande scuola internazionale per  le arti e lo spettacolo affinché tutti possano godere dei lavori di questo grande uomo ed imparare dalla sua genialità e dal suo talento. (Paola Margheriti).

Un maestro del cinema? No. I maestri del cinema italiano sono altri. Michelangelo Antonioni, Luchino Visconti, Dino Risi, Mario Moncelli, Pietro Germi, Sergio Leone, Pier Paolo Pasolini, Ettore Scola, Federico Fellini, Franco Rosi… Zeffirelli non è neanche nella top ten. Per esempio tra il suo Gesù di Nazareth con Robert Powell e il Vangelo secondo Matteo di Pasolini ci corre quanto tra il giorno e la notte. Da una parte una bella fotografia, ma immagini che sembrano i santini del catechismo, dall’altra le facce segnate dalla povertà dei contadini di Matera… La fonte di ispirazione è la stessa, il Vangelo di Matteo, ma la resa totalmente diversa. E anche tra Fratello Sole, Sorella Luna di Zeffirelli e il Francesco di Liliana Cavani (soprattutto il secondo, quello del 1989) c’ è differenza e c’è differenza pure con il Francesco giullare di Dio di Rossellini del 1950… Zeffirelli ha diretto film ben fatti e di spessore, ma piuttosto melensi. E senza scosse. Cattolico e fieramente anticomunista, oltre che parlamentare berlusconiano, Zeffirelli si è battuto per decenni contro la critica a suo dire egemonizzata dalla sinistra, dicendo di essere stato bistrattato, proprio per il suo non allineamento alla cultura dominante. E’ una baggianata. Probabilmente se non si fosse eretto a vittima sacrificale della sinistra, non avrebbe avuto nemmeno il successo che ha avuto. Gli è servito fare il bastian contrario… Certamente è stato un cineasta e un artista di valore, per carità, ma i film di altri suoi contemporanei come appunto Antonioni, Visconti, Risi, Monicelli ecc. hanno lasciato un’impronta diversa. A mio modestissimo avviso più profonda, più robusta… Meglio secondo me lo Zeffirelli regista di opere liriche, sebbene non sia il mio genere. Non lo dico perché io sono di sinistra e Zeffirelli no. Lo dico da spettatore. Ho visto i suoi film e non me ne è piaciuto uno… Neanche quelli girati a Pienza e in Valdorcia. Di Zeffirelli una cosa però ho apprezzato: il tifo sfegatato per la Fiorentina. Su quello mi trovo d’accordo. Riposi in pace. (Marco Lorenzoni).

 

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