CITTA’ DELLA PIEVE, FAUSTO RISINI PRESENTA LA SUA LISTA. DI DESTRA CE N’E’ POCA. E LA DESTRA MUGUGNA…

sabato 13th, aprile 2019 / 16:27
CITTA’ DELLA PIEVE, FAUSTO RISINI PRESENTA LA SUA LISTA. DI DESTRA CE N’E’ POCA. E LA DESTRA MUGUGNA…
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CITTA’ DELLA PIEVE –  A poche ore dal terremoto giudiziario che ha decapitato il Pd umbro, l’assessorato alla sanità e i vertici della Asl, questa mattina Fausto Risini ha presentato ufficialmente la sua lista per le comunali  a Città della Pieve. In una sala gremita a Palazzo della Cogna, Risini è apparso piuttosto emozionato. Ha parlato più di se stesso, della sua esperienza personale, della sua vita (compresi matrimonio, figli e separazione), della sua passione per lo sport e per il podismo, ha lanciato sul tappeto qualche idea programmatica quali l’opzione rifiuti zero, il rilancio della Pro-Loco, la revisione del contratto con la Tsa, lo sconto nei ristoranti per chi viaggia sul Freccia Rossa (e un servizio navetta da Chiusi), ha rilanciato la richiesta di riaprire l’ospedale, almeno come presidio di area disagiata… …

Sarà stata l’emozione, ma non è sembrato un capopopolo pronto a rovesciare il tavolo del potere, a riprendersi la città, non insomma il Brancaleone che con un colpo d’ascia divide in due il povero Groppone da Ficulle, gran capitano di Tuscia, quanto, piuttosto, un ex in cerca di rivincita. Ma senza rovesciare niente. Perché tutto sommato, molte cose, come i servizi sociali, funzionano. Così ha detto. Del resto lui è stato una vita dall’altra parte della barricata, con quelli del potere costituito, e non può dire che non va bene niente. Farebbe torto a se stesso. E allora dice che bisogna cambiare, dando voce ai delusi, agli incazzati, più che altro quelli della sua vecchia parte. Non ha blandito la destra leghista che pure gli ha assicurato pieno appoggio. Non ha cercato l’applauso della destra berlusconiana e post fascista che non si presenterà e quindi anch’essa voterà per lui, non votando certo per il Pd e la sinistra ricompattata.

Questo è un segnale. Risini ha voluto dire che la sua non è la lista della destra. Ma alla lunga, questa sua cautela potrebbe rivelarsi un problema, perché la destra, pur non presentandosi alle elezioni, potrebbe anche decidere, almeno in parte, di non votare, non sentendosi rappresentata a pieno. Qualche venticello in tal senso aleggiava stamattina durante la conferenza di presentazione della lista.

E veniamo, adesso alla lista: ci sono Luca Marchegiani e Giacomo  Testa, due del “manifesto dei 26”. Il primo è il referente locale del Fai, storico dell’arte, studioso, era in lista con Maria Luisa Meo nel 2014, ed è di area socialista. Il secondo è poco più che trentenne, ha lavorato per la vetreria Piegarese, adesso si occupa di vino per una consociata, è attore e regista teatrale. Ed è di Moiano. Area di sinistra,  pure lui. Sebbene di quella sinistra senza casa e senza bandiera, piuttosto incazzata con chi ha governato fino ad ora. Poi Andrea Parretti, consigliere uscente di Pieve di Tutti (area socialista); Berta Balaguera, Kety Neri, Lorenzo Castelletti (area ex Dc), Fabiana Bellini, ambientalista agguerrita, animatrice di vari comitati, area 5 Stelle; Lucia Fatichenti (ex consigliere comunale ai tempi di Giovagnola); infine Sabina Macchioni , Stefano Selva, Michela Nocentini (candidata non eletta con Manganello, nel 2009) e Andrea Cappelletti, unico nome ascrivibile, se così s può dire, all’area di destra.

Sei uomini e sei donne, perfetta parità di genere. Media età piuttosto giovane.

Non ci sono, tra i candidati, figure di spicco dell’agone politico. Persone combattive sì, ma del tutto nuove o quasi, tranne Parretti e la Fatichenti, rispetto all’ambiente amministrativo. Risini si è detto convinto di vincere, e anche il senatore leghista Briziarelli una settimana fa disse la stessa cosa, ma a prima vista la lista “LiberaMente” sembra più una lista di opposizione per fare opposizione che per governare 5 anni. Magari è solo un’impressione del momento. Vedremo.

Certo, l’inchiesta giudiziaria che ha portato all’arresto del segretario regionale Pd Bocci, di Barberini, Duca e Valorosi oggettivamente viene a dare una mano a chi si pone l’obiettivo di scardinare il sistema di potere che governa l’Umbria. Città della Pieve non è per vicende storiche e importanza un paesello qualunque (anche se conta solo 8.000 abitanti scarsi), la vicenda del Pronto Soccorso e dell’ospedale è stato una degli argomenti roventi degli ultimi due anni, ha visto la cittadinanza organizzarsi per rispondere alla linea Barberini. Ora Barberini deve stare chiuso in casa, agli arresti domiciliari. La questione ospedale tornerà in ballo. E qualcuno gli manderà qualche kg di arance…

m.l.

 

 

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