IL MASCAGNI GREMITO: GIANNI POLIZIANI PROFETA IN PATRIA…

lunedì 18th, febbraio 2019 / 11:24
IL MASCAGNI GREMITO: GIANNI POLIZIANI PROFETA IN PATRIA…
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CHIUSI – Sarà che gioca in casa, e si sa giocare in casa spesso aiuta. Il pubblico in casa è un uomo in più in campo. Poi se la squadra gioca bene a prescindere dal campo amico, aiuta anche quello. Tutto questo succede nel calcio, nel volley, nel basket… ma in questo caso parliamo di teatro. E di Gianni Poliziani, che al Mascagni di Chiusi sta facendo l’allenatore e il giocatore. Ma non il giocatore d’esperienza che si piazza lì nel mezzo a dettare i tempi. O a fare la diga e il frangiflutti… Fa il centravanti, la punta di diamante. Il fantasista che fa brillare gli occhi agli spettatori e la butta anche dentro. Uno come i giovani Chiesa e Zaniolo, per esempio. O come era Totti. Anzi, Gianni Poliziani è milanista, da sempre, quindi uno come Rivera.

Quando il sindaco-Presidente pro tempore della Fondazione Orizzonti gli ha affidato, tre mesi fa, la direzione artistica del Mascagni e del festival estivo, tutti hanno applaudito, molti, però con il retropensiero che fosse comunque una scelta dettata da condizioni di ristrettezze, una scelta casereccia, quindi al ribasso. Come quando una squadra cambia l’allenatore e si affida al tecnico delle giovanili, per rimanere in tema sportivo… 

Gianni invece si è rimboccato le maniche, ha ripulito e rispolverato il Mascagni, ha aperto la stagione con Ascanio Celestini e una piece che parla degli ultimi, di disperati, di invisibili… (scelta evidentemente non casuale, dato il momento politico generale). Poi si è presentato sul palco con una piece per il Giorno della Memoria. Infine ieri ha portato in scena L’Uomo la bestia e la virtù di Pirandello, per la regia di Manfredi Rutelli. Una piece di quelle che piacciono a Poliziani. Di quelle in cui il teatro è teatro. Ed è stata un’apoteosi. Un Mascagni stracolmo ha tributato a Gianni e agli altri attori applausi a scena aperta. E poi commenti entusiastici sui social.

Un riconoscimento alla bravura, al coraggio anche di Rutelli e della sua truppa di cimentarsi con Pirandello, che è sempre complicato, ed essendo anche molto rappresentato, evoca confronti, magari con attori di gran fama… Gianni Poliziani, Alessandro Waldergan, Giulia Canali non hanno sfigurato, tutt’altro.

Del resto però non li scopriamo oggi. Il vero successo però sta anche nei tre “sold out” consecutivi. Sta in quel Mascagni pieno di gente. E con la faccia felice e soddisfatta. Contenta di esserci.

Questo naturalmente non vuol dire che certi spettacoli che possono lasciare perplessi o fanno l’effetto di un cazzotto nello stomaco non siano validi, non debbano mai più essere riproposti. Il teatro non è solo bella recitazione, è anche pensiero, provocazione, dissacrazione, racconto nudo e crudo…

Però l’avventura di Gianni Poliziani come direttore artistico è cominciata bene. Benissimo. Ed è un buon segnale anche in vista del festival estivo. Per ora la scommessa fatta da Bettollini è vinta.

Gianni ha visto giocare Rivera e Baggio e Rui Costa… Sa bene che per vincere non basta fare le barricate e chiudersi nel proprio fortino, sa che per vincere serve tenacia, ma anche fantasia. Serve “la genialità di uno Schiaffino” per dirla con Paolo Conte, insieme alla passione per il mestiere e all’amore per la propria città.

Perché anche quello conta. E ci pare che Gianni Poliziani di passione per il mestiere e amore per la città ce ne stia mettendo a palate. Dopo tanti anni da “dilettante” (tutt’altro che allo sbaraglio) ha scelto di fare l’attore professionista, ma ha anche accettato la sfida di mettersi a disposizione della propria città, anche se questo può in qualche modo limitarne i movimenti…

Ma il nostro Gianni sta sfatando un tabù: ci sta dimostrando che si può essere profeta in patria. E si può volare alto anche dalle tavole del palcoscenico di un teatro di provincia da 400 posti e non 2.000, perché se ogni volta li riempi quei 400 posti, è tanta roba… Non è una cosa scontata.

E ora che la saletta del Teatro Mascagni è stata dedicata a Roberto Carloncelli, anche lui, da lassù dove si trova, darà una mano, così come stava facendo prima di andarsene un po’ troppo presto.

m.l.

 

 

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