IL MASCAGNI GREMITO: GIANNI POLIZIANI PROFETA IN PATRIA…

CHIUSI – Sarà che gioca in casa, e si sa giocare in casa spesso aiuta. Il pubblico in casa è un uomo in più in campo. Poi se la squadra gioca bene a prescindere dal campo amico, aiuta anche quello. Tutto questo succede nel calcio, nel volley, nel basket… ma in questo caso parliamo di teatro. E di Gianni Poliziani, che al Mascagni di Chiusi sta facendo l’allenatore e il giocatore. Ma non il giocatore d’esperienza che si piazza lì nel mezzo a dettare i tempi. O a fare la diga e il frangiflutti… Fa il centravanti, la punta di diamante. Il fantasista che fa brillare gli occhi agli spettatori e la butta anche dentro. Uno come i giovani Chiesa e Zaniolo, per esempio. O come era Totti. Anzi, Gianni Poliziani è milanista, da sempre, quindi uno come Rivera.
Quando il sindaco-Presidente pro tempore della Fondazione Orizzonti gli ha affidato, tre mesi fa, la direzione artistica del Mascagni e del festival estivo, tutti hanno applaudito, molti, però con il retropensiero che fosse comunque una scelta dettata da condizioni di ristrettezze, una scelta casereccia, quindi al ribasso. Come quando una squadra cambia l’allenatore e si affida al tecnico delle giovanili, per rimanere in tema sportivo…
Gianni invece si è rimboccato le maniche, ha ripulito e rispolverato il Mascagni, ha aperto la stagione con Ascanio Celestini e una piece che parla degli ultimi, di disperati, di invisibili… (scelta evidentemente non casuale, dato il momento politico generale). Poi si è presentato sul palco con una piece per il Giorno della Memoria. Infine ieri ha portato in scena L’Uomo la bestia e la virtù di Pirandello, per la regia di Manfredi Rutelli. Una piece di quelle che piacciono a Poliziani. Di quelle in cui il teatro è teatro. Ed è stata un’apoteosi. Un Mascagni stracolmo ha tributato a Gianni e agli altri attori applausi a scena aperta. E poi commenti entusiastici sui social.
Un riconoscimento alla bravura, al coraggio anche di Rutelli e della sua truppa di cimentarsi con Pirandello, che è sempre complicato, ed essendo anche molto rappresentato, evoca confronti, magari con attori di gran fama… Gianni Poliziani, Alessandro Waldergan, Giulia Canali non hanno sfigurato, tutt’altro.
Del resto però non li scopriamo oggi. Il vero successo però sta anche nei tre “sold out” consecutivi. Sta in quel Mascagni pieno di gente. E con la faccia felice e soddisfatta. Contenta di esserci.
Questo naturalmente non vuol dire che certi spettacoli che possono lasciare perplessi o fanno l’effetto di un cazzotto nello stomaco non siano validi, non debbano mai più essere riproposti. Il teatro non è solo bella recitazione, è anche pensiero, provocazione, dissacrazione, racconto nudo e crudo…
Però l’avventura di Gianni Poliziani come direttore artistico è cominciata bene. Benissimo. Ed è un buon segnale anche in vista del festival estivo. Per ora la scommessa fatta da Bettollini è vinta.
Gianni ha visto giocare Rivera e Baggio e Rui Costa… Sa bene che per vincere non basta fare le barricate e chiudersi nel proprio fortino, sa che per vincere serve tenacia, ma anche fantasia. Serve “la genialità di uno Schiaffino” per dirla con Paolo Conte, insieme alla passione per il mestiere e all’amore per la propria città.
Perché anche quello conta. E ci pare che Gianni Poliziani di passione per il mestiere e amore per la città ce ne stia mettendo a palate. Dopo tanti anni da “dilettante” (tutt’altro che allo sbaraglio) ha scelto di fare l’attore professionista, ma ha anche accettato la sfida di mettersi a disposizione della propria città, anche se questo può in qualche modo limitarne i movimenti…
Ma il nostro Gianni sta sfatando un tabù: ci sta dimostrando che si può essere profeta in patria. E si può volare alto anche dalle tavole del palcoscenico di un teatro di provincia da 400 posti e non 2.000, perché se ogni volta li riempi quei 400 posti, è tanta roba… Non è una cosa scontata.
E ora che la saletta del Teatro Mascagni è stata dedicata a Roberto Carloncelli, anche lui, da lassù dove si trova, darà una mano, così come stava facendo prima di andarsene un po’ troppo presto.
m.l.
Felicità!
Questo successo fa piacere. C’è però da sottolineare che la Fondazione è passata da Rutelli a Rutelli e da Poliziani a Poliziani. Il risultato è innegabile, ma Intanto questo intervallo è costato 250.000 euro di buco di bilancio. Non ho letto un grammo di autocritica. Forse mi sono distratto.
Paolo sei proprio cattivo: è tutto bellissimo, sfavillante e di sinistra, cosa vuoi che siano 250000 euro, ce li hanno messi i cittadini di Chiusi ma visto che nessuno glieli ha chiesti non se ne è accorto nessuno.
Gridiamo un grande evviva e facciamola finita di rompere i c.
Forse il Mascagni e il Festival potevano essere gestiti anche senza Fondazione, e di sicuro la Fondazione di errori dal 2012 ne ha fatti. Critiche e autocritiche non sono mancate (in questo caso qualcuna c’è stata anche da parte di chi ha in mano il timone, in altri casi meno). E c’è da dire che il deficit è dovuto anche alla scelta di portare a Chiusi spettacoli e artisti che era (ed è) difficile vedere in realtà periferiche e piccole come Chiusi. E questo vale sa per i festival Orizzonti che per il Lars. Si può dire che sono stati spesi più soldi di quelli che erano in cassa, ma non sono stati spesi male. Oggi la gente mostra di apprezzare le scelte di Gianni Poliziani. Io apprezzavo anche quelle di Andrea Cigni, ma vedere il teatro pieno ogni volta fa piacere. Vederlo semivuoto invece mi dava tristezza e fastidio. E oggi il Mascagni non è sempre pieno solo perché Gianni gioca in casa…
Si chiamiamo il professor Ponti per una costi benefici che dimostri quanto ci abbiamo guadagnato. Ma per favore…..
Ma chi controllava mentre si spendevano più soldi di quelli che entravano? Sono soldi pubblici chi risponde per quei debiti? Veramente basta un’autocritica?
Sono stati contratti dei debiti che sono in via di ripianamento (così ci dicono e hanno detto anche in Consiglio Comunale), non mi pare che si sia trattato di “distrazione di fondi” o malversazioni. Chi controllava? Le opposizioni avranno controllato, gli organi preposti pure. No? Se fossero stati commessi reati sarebbe intervenuta la magistratura… Sui costi-benefici io credo che, come diceva Bob Kennedy, non tutto si misura con il PIL, quindi con i numeri… C’è anche la bellezza di certi spettacoli, la crescita culturale,il fatto che la gente si avvicini al teatro, alla musica… ci sono le band musicali, le compagnie teatrali che trovano spazi e opportunità di confronto… Ridurre tutto ad una questione ad una questione di bilancio mi sembra francamene molto riduttivo e anche politicamente sbagliato. guardando le cose da sinistra. Da destra non so… forse no. La destra è sempre stata più prosaica e meno incline alla poesia… Detto questo credo anche che lo sforzo che sta facendo Gianni Poliziani (che è anche quello di far quadrare i conti e spendere poco per rientrare più facilmente dei debiti pregressi, portando comunqnue gente a teatro e spettacoli di buon livello) debba essere apprezzato e sostenuto. Soprattutto da chi guarda le cose da sinistra. Anche per la storia di Gianni Poliziani. O no?
Ma che c’entrano i reati, gli amministratori mica si giudicano solo in base ad atti fuori dalla legge. Io sono da sempre sostenitore del fatto che le responsabilità debbano avere nome e cognome, specie quando si amministrano soldi pubblici. La politica rimane l’unico terreno dove chi sbaglia spesso viene promosso o si ricicla. Se poi a teatro ci sono spettacoli che piacciono tanto meglio, sono contento per chi si diverte ma con i debiti della fondazione non c’entrano niente.
Ricordo Gianni Poliziani, Manfredi Rutelli, Francesco Storelli ed altri quando poco più che ragazzi si organizzarono nei semi d’arte e maturarono la loro passione. Quindi riesco ad apprezzare ancora meglio il successo di oggi. La scelta della fondazione con l’allontanamento di Rutelli e lo scarso apprezzamento di Gianni hanno poi prodotto quello che hanno prodotto. Abbiamo scoperto che anche la cultura costa. Ci sono state roboanti affermazioni che la stampa amica ha troppo spesso esaltato mentre si accumulavano debiti assurdi che nessuno ha pagato politicamente.
La Fondazione i soldi li ha spesi per allestire festival e spettacoli. Come sarebbe a dire che non c’entrano niente? La gestione Cigni è stata “accantonata” perché costava troppo (così hanno detto), ma quegli spettacoli non erano da buttare via e raramente rivedremo cose del genere a Chiusi. A me va benissimo ciò che sta facendo Gianni Poliziani (questo articolo lo sottolinea), ma mi andava bene anche ciò che faceva Cigni, salvo la “spocchia” ingenerosa verso le compagnie locali (cosa che gli feci notare su primapagina)…Però tirare sempre in ballo i soldi e i dediti della Fondazione, anche quando si parla di spettacoli, mi sembra un modo un po’ infantile di fare opposizione. Per me la Fondazione potrebbe anche chiudere domani mattina, ma se il teatro è gremito e crea attenzione e partecipazione, mi fa piacere e mi pare una cosa positiva.
Sarà infantile l’opposizione ma a me sembra infantile dire che l’importante è vedere il teatro pieno e che la fondazione può anche chiudere. Si dà il caso che invece la fondazione c’è e che chi l’ha voluta ha creato un baraccone che ha prodotto debiti senza controllo. Infantile è fare dichiarazioni tipo bambino che vuole solo divertirsi e se ne infischia delle possibilità economiche dei genitori. Infantile è dare ragione a qualcuno per punto preso o per chissà quale altra ragione. Questi sono i fatti, poi ribadisco che sono contento per chi va a teatro e si diverte, ma il fatto che il teatro sia pieno, per me, non cambia una virgola di come vengono gestite le cose in questo paese.
Il Comune ha ripreso in mano la fondazione nominando il sindaco pro tempore presidente, proprio per avere il controllo assoluto della spesa e della gestione. Di fatto è un commissariamento. Nella direzione che dici te… Poi uno può fare anche una battaglia per chiudere la Fondazione e mettere sotto accusa (politicamente quantomeno) “chi ha speso soldi senza controllo”, ma tutto ciò è indipendente dal ragionamento sulla qualità degli spettacoli, sul peso culturale del Mascagni o sugli indirizzi del direttore artistico. L’articolo qui sopra parla di questo, non di bilanci. Le due cose sono collegate, ma vanno discusse e affrontate separatamente. Anche perché, caro Luca, negli ultimi tempi, mi pare che l’opposizione alla deriva fascio leghista e ad un certo vento che tira in Italia, a Chiusi la faccia più il teatro che la politica. Per questo credo che vada sostenuto lo sforzo di chi propone questo tipo di teatro o certi concerti al Lars… E questa è una considerazione più politica che culturale che francamente mi aspettavo anche da te e da Possiamo. Perché alla fine non credo che la pensiamo molto diversamente. Solo che io non sono accecato da livore nei confronti del povero Bettollini, il quale mi sembra che su questo terreno si stia sforzando pure lui per fare le cose per bene e nella direzione giusta…Peraltro con discreti risultati. Questo non vuol dire dare ragione a qualcuno per chissà quale motivo, vuol dire valutare e vedere la situazione per quella che è. Stop.
Puoi fare un calcolo degli anni in cui Bettollini è stato assessore o sidaco? Ma quale livore. Semplicemente la constatazione di un disastro economico che sarà pagato da noi cittadini contribuenti.
Ma quale livore, per fortuna ci sono ale registrazioni dei consigli comunali, ai quali non hai mai partecipato, che testimoniano che la nostra non è mai stata un’opposizione preconcetta, e a parte qualche piccolo e naturale screzio c’è stato sempre grande rispetto anche dal punto di vista personale. C’è un modo diverso di vedere le cose, non sento le mie idee vicine a quelle della maggioranza che democraticamente rispetto, così come credo che non sia vero che le nostre idee siano vicine, forse un tempo, ora no è credo che come me te ne farai tranquillamente una ragione.
Il calcolo è presto fatto: Bettollini è stato assessore dal 2011 al 2015, poi sindaco reggente e dal 2016 sindaco eletto. Sono 7 anni e mezzo. Nel 20121 a Chiusi si rivota. C sarà dunque la possibilità di mandare a casa Bettollini, la Fondazione e questa maggioranza. Anche a Chiusi sarà possibile avere un “governo del cambiamento” magari a trazione leghista o pentastellata. Se il disastro che Bettollini ha combinato è così eclatante, le opposizioni non avranno problemi e stravinceranno. Quanto alla mia presenza ai consigli comunali, il più delle volte – da quando è possibile – li seguo in streaming, perché è più comodo per prendere appunti…
Come al solito non ci siamop capiti. La mia richiesta era volta a stabilire di chi fosse la responsabilità dei 250.000 euro di buco. L’attuale sindaco è stato corresponsabile delle scelte che hanno portato a quel debito, nonostante che in tutti questi anni che erano scelte sbagliate gli è stato continuamente detto.
Infatti si è assunto, su mandato del Consiglio Comunale, la responsabilità di metterci le mani e cambiare rotta, tirando i cordoni della borsa e facendo scelte diverse. Ovvero rinunciando anche ad un certo grado di “innovazione e coraggio” (vedi l’era Cigni) e valorizzando risorse disponibili in loco, ma senza abbassare di molto la qualità complessiva dell’offerta. Anzi, assecondando le scelte di Poliziani, mi pare che un certo coraggio lo abbia pure dimostrato. Il perché l’ho spiegato in questo e altri articoli. Opinione mia, ovviamente, mica vangelo…
Se li segui in streaming allora è possibile che hai problemi di connessione perché il livore di cui parli io non l’ho mai avuto. Il livore è un sentimento che non conosco e semmai lo lascio per altro. Piuttosto te attento che con il tuo livore verso i pentastellati rischi la gastrite.
Non ho scritto che c’è livore in consiglio, ma mi pare che traspaia in certi commenti…Magari mi sbaglio. E se mi sbaglio tanto meglio.
Scrive Lorenzoni: ‘C sarà dunque la possibilità di mandare a casa Bettollini, la Fondazione e questa maggioranza. Anche a Chiusi sarà possibile avere un “governo del cambiamento” magari a trazione leghista o pentastellata.’
Chi l’ha detto? Il candidato lo sceglie il partito o i partiti se si tratta di una coalizione (possibilmente senza partiti inesistenti).
E mica ci sarà un candidato unico! Io parlavo delle opposizioni, che se Bettollini ha fatto una fila di cazzate, potranno far valere la propria “diversità” e vincere le elezioni. O no?
Tutto non può essere liquidato evidenziando un semplice errore di di valutazione su cosa potesse piacere o meno ai cittadini di Chiusi .
Poniamo in luce alcuni dati , risultanti anche dalle parole espresse dal Sindaco e/o Presidente della Fondazione in Consiglio Comunale
La Fondazione Orizzonti è partecipata al 100% dal Comune , quindi è di tipo pubblico e come tale tenuta all’osservanza di tutte quelle norme che riguardano gli enti pubblici.
Uno dei revisori , tra quelli succedutisi nel corso del tempo, ha richiamato un criterio fondamentale “Il Consiglio di gestione ed il Presidente nell’ambito delle rispettive competenze possono contrarre impegni ed assumere obbligazioni nei limiti degli stanziamenti del bilancio di previsione approvato”
Qualcuno conosce il bilancio di previsione approvato?
Il Comune , leggasi i cittadini del Comune di Chiusi , hanno posto a beneficio della Fondazione Orizzonti circa 158.000,00 euro all’anno, incluso il 2019 , di cui € 24.666,66 con delibera di giunta del 20/02/2019 . Totale € 1.106.000,00
Il Fus per gli anni 2015-2016-2017 , in corrispondenza all’approvazione di un progetto culturale che non è stato portato a termine ha contribuito alla Fondazione con € 79.265,00 per il 2015 , € 55.546,00 per il 2016 ed € 59.434,00 per il 2017 . Totale € 194.245,00
La Regione Toscana ha contribuito per € 24.000,00 nonostante in Regione sussistano molteplici richiami alla Fondazione di “tipo economico” , la Provincia per € 8.000,00 i privati per 300.000,00 euro circa,
cui si aggiungono gli incassi , il comodato d’uso del Palazzo del Turismo per nove anni , un mutuo da € 50.000,00 la concessione in usufrutto del Teatro per 30 anni , la convenzione con la Fondazione Toscana Spettacolo …………e forse un ulteriore mutuo di cui si attende notizia …..così potremmo andare avanti . C’è però da chiedersi ma il l’indirizzo culturale cui siamo giunti dopo “tanto esterior peregrinar di cassa e di beni ” qual è ? E’ quello approvato dagli esponenti della maggioranza del Consiglio Comunale in data 20/11/2018 e risultante dall’Allegato A http://chiusi.soluzionipa.it/openweb/albo/albo_dettagli_full.php?id=13139 ? allora ancora una volta attendiamo l’internazionalità degli eventi