DOPO LO “SGARBO” DI GRAZI, SCARAMELLI SPARA SULLA FUSIONE TORRITA-MONTEPULCIANO: FERMATEVI!

mercoledì 04th, ottobre 2017 / 12:33
DOPO LO “SGARBO” DI GRAZI, SCARAMELLI SPARA SULLA FUSIONE TORRITA-MONTEPULCIANO: FERMATEVI!
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SIENA – C’eravamo tanto amati. Potremmo titolare così la foto che abbiamo messo a corredo di questo articolo e che ritrae Stefano Scaramelli e Giacomo Grazi. Un’immagine che forse non rivedremo più. Perché gli amori finiscono. E anche in politica, talvolta, gli amori che finiscono si trasformano in campi di battaglia.

Dopo lo sfogo di ieri, via facebook, Stefano Scaramelli si toglie qualche altro sassolino dalle scarpe. L’esito della discussione interna al Pd sul segretario provinciale, con la fumata grigia e il rinvio della scelta alla conta congressuale, non gli è andata giù. Si è sentito tradito e pugnalato le spalle e ora si vendica coi “traditori”.

In una intervista a NTI, il consigliere regionale e capo dei renziani senesi (anche se per sua stessa ammissione “il termine ‘renziano’  è un concetto superato) ha imbracciato il bazooka e ha preso di mira la fusione dei comuni tra Torrita di Siena e Montepulciano. Anzi, più che la fusione ha preso di mira proprio il sindaco di Torrita Giacomo Grazi, ovvero colui che nel parlamentino del Pd senese, prima si è tirato indietro, poi ha lanciato la candidatura del suo assessore e fedelissimo Michele Cortonicchi, passando dalle file scaramelliane a quelle dell’on. Dallai e impedendo la scelta di Massimo Bernazzi.

Ma al di là della motivazione legata certamente alle vicende interne al Pd e al rapporto deteriorato con Grazi,  la bordata di Scaramelli è indubbiamente un siluro lanciato contro il processo di fusione dei due comuni della Valdichiana e alla posizione dell’amministrazione torritese.

In sostanza Scaramelli dice che la fusione al momento ha creato una forte spaccatura nella comunità torritese, quindi deve fermarsi. Il processo è partito, questo è vero, ma è partito male ed è stato gestito male dal sindaco, che ha alimentato divisioni e spaccature. Un disastro.

Scaramelli è sempre stato favorevole alle fusioni, tre anni fa alla festa dell’Unità di Chiusi lanciò addirittura l’idea del comune unico Chiusi-Chianciano che così avrebbe potuto chiamarsi come la stazione ferroviaria… Anche su quella tra Montepulciano e Torrita di Siena non si era mai messo di traverso. Fino a ieri. Adesso dice “fermatevi!” Lo dice forse per fare uno sgarbo a Grazi, dopo lo sgarbo che Grazi ha fatto a lui, ma Scaramelli ha seguaci sia a Torrita che a Montepulciano. I renziani della prima ora,a giudicare anche dai commenti sui social, sembrano essere ancora con lui. E se il capo prende una posizione quella posizione pesa. Come se un generale facesse suonare la ritirata per schierare le truppe in maniera diversa. Le truppe obbediscono.

Se fino a ieri, il Pd nei due comuni sembrava unito e compatto sul progetto di fusione, adesso, dopo la sortita di Scaramelli, unito e compatto non è più, neanche su questo specifico argomento. Dilaniato e diviso su tutto. Questo è il Pd in provincia di Siena.

Ed è singolare che sia Scaramelli nel suo lungo post di ieri, sia i suoi sostenitori non usino mai o quasi mai la parola Pd. E in effetti anche nell’estate scorsa, alla Festa dell’Unità di Chiusi, quando Scaramelli lanciò la sua campagna d’autunno, con riferimenti al congresso, alle elezioni amministrative senesi, al possibile rimpasto in Regione (dopo l’uscita dal partito del governatore Rossi) parlò alla sua corrente e della sua corrente, non al partito e del partito. “A gestire la fase preelettorale e quindi le candidature a Siena deve essere uno dei nostri”, disse. Dove “nostri” voleva dire   “della nostra corrente”. Ora che la logica della guerra per bande all’interno del partito ha preso il sopravvento, ora che la stessa componente renziana è una espressione alquanto aleatoria (lo ha detto lui), ora che si sente tradito cambia opinione, bersagli e strategia. Vuole forse far vedere chi comanda, o almeno “contare” quanto seguito ha…

Però, diciamolo, chi ha iniziato la guerra per bande e il gioco al massacro? Scaramelli che a più riprese ha sparato a zero sul sindaco senese Valentini, Pd anche lui, è senza peccato?

Sulla fusione Torrita-Montepulciano e sulle fusioni in genere il suo fedelissimo Bettollini ha avuto una posizione più lineare. Non contrario a prescindere, ma contrario a operazioni a freddo e senza il consenso largo della popolazione. Contrarissimo a fusioni che creino spaccature e lacerazioni nella comunità. Adesso lo afferma anche Scaramellli, ma solo adesso.  Sulla battaglia interna al Pd idem. I due sono sulla stessa lunghezza d’onda, ma Bettolini quando ha capito il clima da notte dei lunghi coltelli si è chiamato fuori, Scaramelli invece ci è rimasto dentro invischiato fino al collo. E ha ancora il coltello in mano…

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