Renzi, le cabine di regia e ricette sbagliate

Sul “Fatto Quotidiano” leggo: “Stimolare l’economia tagliando le imposte, facendo deficit, e riducendo “i trasferimenti a Poste, Ferrovie ealtri servizi” . Senza, “fra vent’anni i libri di storia parleranno di decenni perduti”. Guido Tabellini, economista, ex rettore della Bocconi, èl’esponente più autorevole della cabina di regia economica che Matteo Renzi vorrebbe a Palazzo Chigi. La sua ricetta, in generale, ricalca il “modello tedesco”: riforme del lavoro che tengano sotto controllo i salari e favoriscano le esportazioni”. Non voglio mancare di rispetto a cotanta scienza economica, ma questa è una strategia che tutto l’Occidente a messo in atto per oltre un trentennio, risultato:fallimento. Persino la Germania che ne avevafatto un suo credo, di questa specie di dottrina economica, ora si ritrova ferma,
ansi sta arretrando. L’America di Obama, ha cambiato strada A questi apprendisti stregoni, che pomposamente hanno chiamato per oltre un trentennio economisti, li ha mandati in quel posto. Ora gli Stati Uniti, hanno ripreso a marciare, hanno riposizionato la loro economia sulla produzione di beni e non più sulle scalate finanziarie speculative. Abbassare i salari poi i Italia, sarebbe davvero da criminali sociali. Sono i più bassi di tutto l’Occidente. Se questo ex rettore della Bocconi, pensa di fare la concorrenza ai cinesi, di
rendere le nostre merci competitive non pagando chi lavora, stiamo freschi. La politica dell’esportazione, comprimendo i salari, messa in atto da tutti i Paesi, è fallita. L’esportazioni funzionano se trovano mercati in grado di assorbire, ma questi grazie alla politica dei bassi salari, delle delocalizzazioni industriali, della precarizzazione, della cancellazione dello Stato sociale, sono andati in depressione. E le merci, se ne stanno accorgendo anche i tedeschi, rimangono nei magazzini. Spero che Renzi, come ha annunciato il quotidiano, non lo chiami alla cabina di regia. Oltretutto sarebbe in grande contraddizione con quanto ha affermato su questi temi proprio in questa
settimana, non solo lui ma anche lo stesso ministro Poletti. Strano che il professore Tabellini non faccia cenno alle tante Caste corporative che hanno divorato il Paese. Forse perché ne fa parte anche lui. Io fossi in Renzi, contro i burocrati dello Stato, contro le Caste, affonderei ancora di più il coltello. Insomma posso capire realisticamente il punto di mediazione politica rappresentato dalla riconferma dell’immunità ai futuri nuovi senatori, ma io come l’80% dei cittadini italiani, avrei cancellato entrambi. Così come
avrei depennato le Regioni, altro tumore burocratico, di gestione del potere, che ha distrutto l’Italia.
Renato Casaioli
Chissà se il prof.Tabellini abbia mai sentito parlare di un ferrovecchio quale ” la caduta tendenziale del saggio di profitto”, sicuramente si , ma talvolta la memoria fa brutti scherzi.Renzi forse chissà se la conosce e che ne pensa, forse appunto nella sua logica pensa che sia un ferrovecchio,buono per una stagione passata.Che strano, producono l’acqua e muoiono di sete…..
Caro Renato, ho riletto con un po’ di più calma il tuo post e vedo che incominciano a serpeggiare un po’ di dubbi sulla validità della politica Renziana, sia su quella inizialmente annunciata e declamatoria sia su quella che sarà, perchè ormai il cancello si è aperto ed il binario porta lì.La cosa non mi meraviglia e se non sbaglio anche tu eri fra coloro che sostenevano la sua funzione poichè ti era apparsa di rinnovamento e credo che in cuor tuo avessi sperato in tale direzione, anche se i presupposti apparivano parecchio diversi sin dall’inizio che il nostr’omo fosse animato da idee di sinistra.Ricordi quando diceva che ” una sinistra se non si rinnova è destra”?.Scrosci di applausi fino a spellarsi le mano di coloro che avevano voglia di eliminare dalla scena non solo Berlusconi ma soprattutto il berlusconismo e questo stato parassitario delle amministrazioni pubbliche creato dalla concertazione fra centro destra e centrosinistra prima ed adesso. Bene, guarda la fotografia odierna, proprio quella alla quale fai riferimento tu e con quanto si annuncia a breve e che tu stesso dici:sarebbe sembre bene chiedersi-me lo insegni tu- ”per quale politica?”. Un breve elenco di alocune cosette (solo due o tre) non guasta mai per ricordarlo a chi legge :Senato di nominati raggiunto sotto l’egida della campagna che fino ad adesso è quella di un risparmio sulle spese,(anche se spesa grande è quella del Senato non ho difficoltà ad ammetterlo) dando l’impressione all’opinione pubblica che Matteo in poco tempo decide ed elimina le zavorre! Stà parlando al parco buoi perchè i politici veri sanno benen che non è il Senato il problema dell’italia ma ben altro.Legge elettorale ancora da definire dopo che per 15 anni hanno detto ai quattro venti che i cittadini erano espropriati del diritto di decidere chi mandare in parlamento(parlo delle preferenze eh ?)ed adesso dopo che ha incontrato berlusconi al Nazzareno guarda caso ci sta per arrivare l’inversione a 360 gradi di tutto questo, salvo piccoli ritocchi per far deglutire il rospo sempre al parco buoi che applaude.Dopo la sparata che ” in casa nostra decidiamo noi invece che l’Europa” su come affrontare la nostra crisi si assiste ad un ridimensionamento, questo sì credibile a seguito dei dati emersi su Pil e sullo Spred. Il PD si trova fra l’incudine ed il martello, ed in tale posizione ci si è messo da se stesso, con i suoi uomini, e la sua politica è frutto di una cosa soprattutto: la posizione di chi possiede una politica che a tratti vorrebbe accontentare tutti e che a tratti si trova di fronte al nodo scorsoio di appartenere ad un Europa a velocità diversa, una Europa che conta e che impartisce ordini.E’ chiaro che si trovi in condizioni di apportare solo rattoppi, non influenzando per nulla chi comanda l’Europa che conta(che non è solo la Germania perchè anche credo che abbia a finire anche questa mitizzazione che il nemico comune sia la Merkel perchè dice inflessibilmente che l’italia debba risanare i propri conti).L’Italia è destinata a non risanare se non in un periodo lunghissimo proprio perchè è costituita da un popolo diviso in categorie, proprio perchè se togtli la fettina della torta ad una categoria perdi consenso, proprio perchè ti trovi di fronte ad una politica del ” dò ut des” che rientra in un fatto culturalmente composito, perchè hai fornito i suoi abitanti di stipendi risicati al limite della sopravvivenza e da non confrontare nemmeno con quelli tedeschi, francesi o norvegesi.L’eredità culturale di tutto questo è principalmente democristiana sia chiaro, sia nell’occupazione dello stato sia nella sua politica tendente a dividere la sinistra che abbiamo avuto per 50 anni e sia per cercare di arginare chi chiedeva più democrazia e diritti sul lavoro) Devi combattere su molti fronti ma se i segnali sono questi e sono quelli che la compressione vada fatta verso le categorie del ceto medio colpite anche loro dalla crisi e nello stesso tempo non se ne parla nemmeno di risolvere il buco più profondo dell’italia che è il ”problema fiscale” impostando una riforma all’Americana di mettere l’utilità dell’uno contro il ladrocinio sociale dell’altro( non tifro mai per l’America-ormai credo sia noto nei miei scritti- ma riconosco che il sistema chiamiamolo ”liberale” americano, almeno nei confronti dell’equità tendenziale sia una gran cosa e che metta veramente in evidenza il concetto che la libertà tua finisca dove inizi quella mia, sia al di là dei risultati, un grande fatto educativo se non altro dal punto di vista sociale.Punito severamente per chi non l’osserva, mentre in Italia è il contrario: colui che paga le tasse è un fesso e colui che le evade è un furbo. Perche Renzi non ha messo le gambe a mollo per affrontare questo problema? Sai Renato quante manovre e manovrine ci scapperebbero con 180 miliardi di euro di evasione all’anno e quanti ne potrebbero beneficiare invece che gli 80 euro sulla busta paga che sono solo demagogia e che nulla risolvono ? Allora, vedi che se pian piano tu stesso ti auguri che Renzi non percorra quella strada che dicevi tu, a me sembra che invece abbia aperto un cancello per iniziarla a percorrere fino in fondo. E fino in fondo sai cosa c’è?: la guerra, prima sociale poi quella contro altri stati essendo noi parte di una alleanza che non tollera defezioni, nè concettuali, nè politiche, nè
economiche.Crediamo di far paura alla Russia ed alla Cina con le sanzioni ? Piccole politiche per piccoli cabotaggi, sempre ossequianti lo zio Sam che si trova al di la dell’Oceano e che rinsalderà la sua economia come sta già avvenendo nei confronti di una Europa che sta sprofondando giorno dopo giorno. I fatti incontestabili questi sono, poi che ognuno abbia la propria spiegazione.Ma le spiegazioni fin’ora proferite parlano solo di posizione lontana da unn autonomia politica e militare.La storia politica ed economica dell’America che si trova al di là dell’Atlantico quindi ancdhe esente da pericoli imminenti soprattutto militari, è una storia che ha fatto cambiare il mondo nell’epoca moderna ma è nello stesso tempo una storia di ” o schiavi o nemici”.Per pensare che sia stata una storia di amici per amici si guardi ai risultati e si vedrà che parecchio è fumo ed è fumo tipico dei sistemi liberal-democratici” che si dicono liberali e democratici verso gli altri ma che per la loro politica quando si rischia di assottigliare la fetta di torta o tutta la torta, appaiono d’improvviso le condizioni per interventi militari. Fin’ora così è stato, sia verso il mediterraneo sia verso l’Est e l’Oriente.Che tale strategia del domino possa cambiare lo pensano solo le menti labili e fra i politici odierni la pentola è piena.
Ed è piena perchè obbediscono culturalmente a tale stato di cose.