RINASCE LA DODECAPOLI ETRUSCA, FIRMATA L’INTESA TRA 12 CITTA’ TOSCANE, UMBRE E LAZIALI

mercoledì 02nd, aprile 2014 / 12:09
RINASCE LA DODECAPOLI ETRUSCA, FIRMATA L’INTESA TRA 12 CITTA’ TOSCANE, UMBRE E LAZIALI
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CHIUSI – Ora è ufficiale. C’è anche la firma. Dopo 2.500 anni rinasce la Dodecapoli Etrusca. Nella sala San Francesco della città di Porsenna, i sindaci e assessori di Perugia, Arezzo, Grosseto, Volterra, Cortona, Cerveteri, Piombino, Formello, Montalto di Castro, Castiglion della Pescaia, Tarquinia e Chiusi hanno sottoscritto il documento che sancisce l’intesa e lancia la candidatura della Dodecapoli Etrusca a divenire Patrimonio dell’Umanità (Unesco).

Le antiche “Città stato” dell’Etruria insomma provano a riunire le forze e a lavorare in sintonia, come 25 secoli fa, quando gli etruschi giunsero a sfidare la potenza di Roma. All’epoca si chiamavano diversamente: Montalto di Castro era Vulci, Piombino si chiamava Populonia, Castiglion della Pescaia Vetulonia, Formello era Veio, Cerveteri Caere…

Non figura tra i firmatari il Comune di Orvieto, l’antica Volsini, dove pare che i capi della Dodecapoli si riunissero una volta l’anno, nel tempio del Fanum Voltumnae…  Ma con la città della Rupe le firme sarebbero 13, e in 13 a tavola non porta bene…

Ben venga dunque la firma e tutto ciò che ne seguirà. Per noi di Primapagina – lo abbiamo già scritto in un articolo precedente del 20 marzo e in uno del 13 ottobre 2013 – è motivo di soddisfazione. La proposta di rimettere in piedi la Dodecapoli come rete tra i comuni interessati, a scopo promozionale, turistico e culturale, con apposito marchio, sito internet, iniziative comuni e a rotazione, fu lanciata nel 2012 proprio dalle colonne del nostro giornale. Alcuni sindaci interpellati risposero con entusiasmo (Volterra, Piombino, Montalto, Cerveteri…), il sindaco di Chiusi, che noi invitavamo a farsi capofila e promotore dell’iniziativa, si mostrò anch’egli possibilista. Poi però, il Comune di Chiusi, che non ci aveva mai pensato, alla  Dodecapoli, ha  fatto finta di ignorare quella proposta, è andato avanti un po’ in sordina e oggi prova a prendersi il merito dell’operazione, che forse, senza quella nostra sollecitazione non sarebbe mai nata. Insomma, Scaramelli esulta e fa bene ad esultare. Ma nella migliore delle ipotesi è arrivato… secondo.

Alla fine però l’importante è il risultato. E il risultato è che qualcosa in quella direzione si è mosso. Anzi è stato fatto un passo molto significativo. E propedeutico a qualsiasi azione.

Adesso il comune capofila non sarà Chiusi, ma  Perugia, che è la città più grande. Ma cambia poco.

Certo, se il tutto dovesse incentrarsi o fermarsi alla stesura della candidatura Unesco, e quello fosse l’unico obiettivo, sarebbe l’ennesima occasione sprecata. La candidatura a Patrimonio dell’Umanità, sarebbe certamente una bella “medaglia”, ma da sola non risolverebbe niente. La cosa decisiva, che può concretamente, ridare vigore e slancio turistico e culturale alle città della Dodecapoli (che sono tutte nel raggio di 200 km circa da Chiusi che forse è la più centrale) è la “rete”, cioè l’identità comune rappresentata da un marchio chiaro e riconoscibile, dai gadgets che possono essere messi in circolazione per veicolare quel marchio, dai materiali informativi e promozionali comuni, dalle iniziative culturali, compresi spettacoli, festival e convegni da tenersi nella varie città… Solo il flusso e lo scambio turistico “interno”  alle 12 città potrebbe creare numeri significativi per tutti. Quanti cittadini di Cortona sono stati a Tarquinia, o a Cerveteri  e quanti perugini o volterrani hanno visitato Chiusi? Il flusso potrebbe essere aiutato, incoraggiato, sostenuto con spettacoli, i convegni, iniziative varie…  Certo, molte cose, nelle città della Dodecapoli dovranno essere ripensate e strutturate in funzione di quel marchio… Insomma una bella sfida. Ed è una bella sfida anche ripartire dal passato remoto (ma illustre), per guardare al futuro. Basta non sbagliare obiettivo.

 

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