ENNESIMA TRAGEDIA A LAMPEDUSA, CENTINAIA DI MORTI. LUTTO NAZIONALE E CORRIDOIO UMANITARIO NEL MEDITERRANEO

La tragedia di Lampedusa, l’ennesima, l’ultima di una lunga serie, con centinaia di morti è una “vergogna” (lo ha detto anche il papa). Non ci sono altre parole. Una vergogna che interroga le nostre coscienze di cittadini.
Lutto nazionale, almeno, come segnale di vicinanza, di solidarietà con le vittime. E subito un “corridoio umanitario” nel Mediterraneo e nuove politiche e misure per l’accoglienza…
Il numero dei morti accertati è vicino a 20 mila. Nel 2013 non si può morire così, a migliaia, nel mare di casa nostra.
Da due o tre anni a questa parte, dopo la primavera araba, la crisi della Libia, ora la Siria e l’instabilità perenne del Corno d’Africa (Eritrea, Somalia, Etiopia) e dell’area sub sahariana oltre che del Medio Oriente i profughi in fuga da guerre, repressioni, carestie è aumentato in maniera esponenziale. E non c’è legge che possa scoraggiare milioni di disperati dal tentare la fuga verso terre ritenute più ospitali e sicure. Anche il presidente della Commissione Esteri della Camera Marazziti ha chiesto una iniziativa urgente dell’Italia e dell’Europa, non per bloccare il flusso dei migranti, cosa impossibile, ma per dare loro una accoglienza civile.
Va in questa direzione, la proposta di un corridoio umanitario che eviti tragedie come quella di oggi e anche la proposta di creare a Lampedusa o in altra località del Mediterraneo, un “porto europeo” che sia attracco sicuro e punto di accoglienza, per poi garantire a profughi e migranti di raggiungere la loro meta.
Naturalmente i CIE (centri di accoglienza) che attualmente sono dei veri e propri lager dovranno essere riformati e umanizzati… Da cittadini democratici, liberi, non possiamo sottrarci al dovere morale, civile, umano di farci carico di un problema che certo non è solo italiano, ma resta un problema, una priorità assoluta. Perché quelle che muoiono nel mare nostrum sono persone, spesso donne, bambini. E non si può morire così.
Noi non ci possiamo abituare a notizie del genere, considerandole normali, solo perché sono frequenti. Non possiamo farci il callo. L’assuefazione, l’indifferenza in questi casi è il peggiore dei mali.
Ricordo che purtroppo la situazione di Lampedusa è da sempre che è così. Altre volte il numero dei morti è stato minore rispetto a quanto accaduto ieri. Questa tragedia è forse la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso. Ma cosa fa l’UE? E’ questa l’Unione Europea che volevamo? Ricordo, inoltre, l’accordo criticatissimo, fatto anni fa tra Berlusconi e Gheddafi che prevedeva anche un controllo delle rotte verso l’Italia. Ora che non c’è più controllo in LIbia è peggio di prima e si vede. Vogliamo parlare poi di Malta che si rifiuta di soccorrere i “barconi”?
A Malta, anni fa, dal cantiere navale in cui mi trovavo, si vedevano in lontananza alcune barche immobili. Uno dei tecnici si accorse che le guardavo. Guardando anche lui in quella direzione, con un sospiro di tristezza mi disse che quelli erano barconi di gente che chiedeva di entrare, che però, per legge, non potevano sconfinare nelle acque maltesi. Che loro, i maltesi, si avvicinavano quando potevano con le loro barche, portando cibo e medicine perchè e che cavolo, disse, sono esseri umani.
la vergogna non ha confini e non è prerogativa solo italiana
Vista la posizione della Germania su questo? Non si va da nessuna parte… purtroppo tutte le tragedie dell’Africa e del Medio Oriente arrivano poi in Italia e noi dobbiamo caricarci tutto il fardello…