SI FA PRESTO A DIRE JE SUIS

Leggo su Vice la dichiarazione di una donna musulmana che spiega perché, a fronte di una richiesta collettiva, non ritiene giusto che i musulmani tutti debbano chiedere scusa per l’attentato al giornale satirico francese Charlie Hebdo.La sua è un’opinione, l’espressione garbata di un pensiero molto sentito. In basso, nella sezione commenti (ora non più visibili) qualcuno scrive che l’autrice del pezzo è ottusa, qualcun altro elenca con sicumera i passi del Corano per cui i musulmani invece dovrebbero proprio chiedere scusa. E via così, più o meno sulla stessa scia, poco accogliente e assai irrispettosa nei confronti dell’anonima autrice.
Chissà se quegli agguerriti commentatori hanno messo Je suis Charlie nel loro profilo facebook, o su twitter o Instagram . Si fa presto a dire Je suis . Siamo bravi noi a difendere la libertà di espressione dall’alto dei social o negli spazi per i commenti delle testate giornalistiche. Mettiamo un Je suis ed ecco che siamo paladini del diritto di parola.
Certo, il principio vacilla un po’ quando ci troviamo di fronte ad un’opinione che non collima con la nostra. Del resto, una cosa è parlare di libertà di espressione, altra è praticarla. Ma noi non conosciamo paura. Noi che abbiamo trasformato l’interattività d Internet da grande opportunità di dialogo e scambio a teatro di insulti, accuse, sentenze e sputi impuniti su tutto e su tutti ,“altro da noi”.
Noi che abbiamo normalizzato la violenza verbale e la volgarità, e le abbiamo passate per legittime ai nostri figli di cui siamo orgogliosamente amici su facebook. Noi che non temiamo il confronto diretto perché nel mondo virtuale, vivaddio, non c’è; che possiamo sputare e poi sparire; che in virtù del virtuale, siamo ma non siamo, e ci possiamo permettere la qualunque.
Noi che non leggiamo un cavolo e commentiamo ad altrettanto cavolo perché l’importante non è capire né ampliare i famosi orizzonti. No. L’importante è esprimere e difendere la nostra di opinione. L’unica giusta. Noi che, molto probabilmente, prima dell’efferato eccidio di Parigi, non sapevamo neanche dell’esistenza di Charlie Hebdo e magari, come già notato dal direttore di prima pagina, Marco Lorenzoni, quelle vignette satiriche con cui abbiamo inondato la Rete le troviamo anche un po’ eccessive.
Noi che classifichiamo la morte violenta in morte di serie A e serie B, dove di serie B sono i quasi 2000 nigeriani massacrati in questi giorni. Quelli di cui nessuno ha scritto nulla, nessuno ha detto Je suis . Perché che c’entra, mica è una causa da difendere quella, mica è in pericolo una libertà, è solo il diritto alla vita ma per quello c’è Amnesty. Noi che c’entriamo.
Si fa presto a dire Je suis. È anche un po’ trendy. E per qualche giorno, mentre sputiamo a raffica su chi azzarda una voce fuori dal coro, su chi solleva dubbi sulla sincerità della posizione presa, su chi, da musulmano, esprime un ragionato sentimento, ci sentiamo tutti compatti, paladini uniti nella lotta. Ci sentiamo dalla parte dei giusti. Gli altri, tutti gli altri, per il fatto stesso di essere tali, sono brutti e cattivi e peste li colga. In nome, ovviamente, della libertà di espressione.
Chissà quanto lunga sarà la vita di Je suis. E chissà quanti Je suis porteranno avanti la lotta per la libertà di pensiero, mettendola in pratica ogni giorno nel confronto con il vasto e variegato mondo esterno. Chissà. La Rete dimentica presto.
Elda Cannarsa
charlie hebdo, libertà di espressione, satira, social network
Credo che la maggior parte di coloro che hanno innalzato il cartello ” Je Suis” dei nigeriani o soprattutto di coloro che cadono sotto le bombe nel Medio Oriente e degli interventi armati dell’Occidente in quelle regioni non gliene sia mai importato più di tanto, anzi ,tranne pochi, a tutto il resto meno che nulla.Tutto questo ci fa vedere come le menti possono essere veicolate dall’attenzione dei media partendo da un barbaro avvenimento dove è scorso del sangue ed assurgere poi automaticamente come ”massa” a detentori della verità.Certo non si può giustificare quello che è avvenuto per carità ed è giusto fare arginen al terrorismo,ma per essere credibili avrebbero dovuto innalzare anche nel recente passato le matite ed i cartelli..Tutto questo non fa che dimostrare la spinta emotiva che si cerca di cavalcare,giusta e sacrosanta per quanto è successo,ma che si riveste di luce strumentale se uno la inserisce in altri ambiti, forse anche più alti di Charlie Hebdo. Lì è stata l’azione terroristica di 3 pazzi imbeccati dalle parole dei mullah, ma l’occidente di eccidi ne compie tutti i giorni con bombe e quant’altro e qui non traspare nulla, anzi silenzio assoluto, anzi ci dicono che sono operazioni atte a restituire la pace.Ho commentato forse un po’ scherzosamente l’altro post presente su Primapagina sul complottismo ed anti-complottismo ma la tendenza comune alla maggioranza delle persone è quella di assumere posizioni distanziate di natura noncurante a rivestire ed interpretare posizioni, mettendo alla fine in risalto la loro idea di accodarsi a quanto viene compiuto nei comportamenti di massa, senza operare distinguo, finoa considerare l’Islam portatore di terrorismo ed a prendere per vera ogni cosa che viene veicolata dai media, ogni fatto piccolo o grande, che porta a non essere reattivi,a non voler vedere che l’uccisione di altri esseri viventi considerati nemici dovuta alle nostre bombe pilotate da droni sia una cosa ”normale”. Ed allora per qualche mente più obliterata di altre dalla religione diventa ”normale” anche prendere un mitra, entrare nella direzione di un giornale e fare fuoco credendo che da li derivino le colpe perchè hanno schernito il profeta. Ho già detto che tali posizioni sono molto spesso oggetto di altre attenzioni, guarda caso sempre dei potenti che comandano il mondo,per indirizzarle,usarle e ricavarne vantaggio.Il teatro mediatico si alza e va in scena la ”presa di coscienza a senso unico”, quella stessa presa di coscenza per la quale nessuno nel nostro emisfero ha mai protestato per gli attacchi alla Libia gettata nelle mano di bande dopo l’uccisione di Gheddafi, ,procurato da Francesci ed Americani con i loro bombardamenti ed assistenza militare diretta ai ribelli,così come in Siria ai quali curdi abbiamo inviato armi stanziate nei nostri arsenali per difendere Kobane dall’isis,altrimenti sarebbero arrivati anche a Bagdad.Quindi i lapis e le penne.dovrebbero essere anche portati in piazza contro il velo di silenzio di tutta la Stampa e parimenti dela nostra politica colpevole di tutto questo che riguarda la guerra che abbiamo portato in casa di altri.Spesso o quasi sempre il fare tutto questo porge al terrorismo non una mano ma tutto il braccio, col suo colpevole ed interessato silenzio.salvo poi urlare quando il sangue innocente in occidente scorre,facendo innalzare il livello di allerta.E’ notizia di oggi che qualche testa poco pensante di colore governativo si è reso conto ed ha detto che in fondo che qualsiasi precauzione venga presa contro il terrorismo non può riuscire ad evitare che tali fatti vengano messi in atto. L’unica soluzione secondo il mio pensiero è ”fare guerra alla guerra”. Ma il colore dei soldi talvolta è più marcato di quello del sangue in ogni latitudine, anche in quelle dove si siede ad un tavolo e si comandano droni per inviarli in casa d’altri per la ”nostra difesa”. L’italietta questa è stata da sempre e questa lo è anche oggi.
La strage di Parigi fa più emozione dei morti in Nigeria o in Siria, perchè
PARIGI siamo noi, Parigi è Europa, il cuore dell’Europa. I giornalisti di Charlie Hebdo, purvessendo sgradevoli e indigesti a molti, erano anche loro europei, incazzati e antagonisti, ma comunque borghesi, come noi… e quella strage dimostra che anche noi possiamo essere nel mirino… purtroppo il sangue fa effetto solo quando è molto vicino…
Lo sò bene che il sangue fa effetto quando è molto vicino ma questo è comunque un modo per il quale si procede ancora imperterriti alle politiche che abbiamo intrapreso come occidentali,USA in testa a tutti. e non da adesso.Quello che fa ugualmente effetto è ” l’ipocrisia di massa” che ne viene fuori proprio per tale effetto.Indipendentemente dalle cause del terrorismo, se muoiono genti a noi vicine capiamo che la cosa ci possa riguardare,quelli lontani possono morire quanto vogliono o piuttosto arriviamo a pensare che le bombe sulla testa se le siano anche meritate, perchè anche fra noi c’è chi lo pensa questo.La nostra aggressività non è motivo di ragionamento alcuno, i nostri interessi ad essere in quei teatri non si discutono.E’ questo che forma una marea montante che si ritorce contro di noi, non tanto perchè su un giornale satirico siano apparse le vignette di Maometto, quello ce lo dicono a noi, anche se gruppi di assassini decidono di entrare in un giornale a fare stragi.E’ il fatto che l’etica di massa a
noi ci fa sentire puliti…questo è quanto ne esce, e questa condizione
viene usata per affermare le politiche.Quando c’erano le guerre anche lontane(Vietnam, Corea, Medio oriente,Colpi di stato in America Latina ) una risposta vibrata esisteva da parte della gente. Oggi sembra che ti garantiscano la libertà e ti dicono che dobbiamo essere tutti protesi ed uniti a difenderla ,ma ti pienano il cervello di fatti provocati essenzialmente dalle loro politiche per le quali si richiede la nostra presenza militare sui teatri di guerra per proteggere le popolazioni e portare la pace.E’ questo che sta passando e chi si oppone a tale visione spesso nei casi estremi viene anche considerato un fiancheggiatore del terrorismo, uno che crea instabilità, uno che si oppone e come tale deve essere isolato. Finchè la gente nella stragrande totalità non prenderà coscienza di questo saremo sempre a rinchiuderci dentro casa credendo che coloro che sono al di fuori siano tutti nemici, che ci tolgano il lavoro,che tramino contro di noi.Questo è l’Italiano, non solo il povero, ma anche l’Italiano medio, che magari si astiene dal dire ciò che pensa ma che tende ad essere lontano da queste problematiche, le evita e magari la domenica va a messa perchè cattolico e credente, e più che altro crede che tale governo possa tappare tali falle perchè gli hanno promesso che la situazione cambierà. Tutto diventa futuribile e se ci fosse un registratore per riscoltare ciò che i nostri politici al governo dicono e la data di esternazione dei loro discorsi, osserveremo che sono migliori le novelle di Andersen, perchè il popolo è un popolo muto, ed è tale perchè ha subito qualche mano di bianco negli ultimi 20 anni.Sia di vernice che di significato di detta vernice,ed ancora continua su detta strada, magari mostrando i cartelli ”Je suis charlie” e sentendosi libero.Una volta si usava il detto al riguardo dei mariti le cui mogli erano un tantino ”allegre”,che questi fossero ” cornuti e contenti”.
Io non ce la faccio più a “entrare” nel dibattito su questi argomenti, forse sbaglio, ma ormai mi sono rassegnato a vivere in un mondo che negli ultimi dieci anni è arretrato, nel suo modo di pensare, a un secolo fa. Credo che abbiano vinto quelli che vogliono un mondo dove i poveri (di pensiero, non di ricchezza economica) si facciano la guerra tra loro, un mondo che torna alle crociate. Mi sento solo di dire grazie a chi ha ancora la forza di scrivere articoli come questo.
Luca , tu dici che ”non ce la fai più ad entrare nel dibattito su questi argomenti”. Ma allora cosa resta ? Pensa un momento a tutti coloro che vedono e che hanno visto addensarsi nubi fosche in un passato vicino e lontano, che soprattutto riguardava il prezzo che avrebbero pagato in termini di libertà individuale e sociale loro stessi e le loro famiglie, e che invece hanno lottato conservando lo spirito critico anche quando tutto sembrava andar loro contro.Eppure alla fine hanno vinto loro ed hanno contribuito fortemente a dare il messaggio agli altri che non occorra mai abbassare la testa, mai accodarsi al volere ed all’andazzo imposto e diretto dai potenti di turno ma conservare sempre lo spirito libertario di critica ed autocritica.Costoro così facendo hanno difeso anche gli altri, quegli altri che oggi hanno smarrito la strada per ignoranza, per mentalità-che alla fine rientra sempre nella categoria dell’ignoranza-per ricatti a cui hanno dovuto piegarsi per far magiare i figli e le famiglie,hanno dovuto soccombere ed accodarsi,magari rodendosi dentro,ma arrivando a non essere più inclini alla lotta e facendosi risucchiare dal tempo, che ha sempre lavorato per chi comanda.Allora mi ritorna in mente un discorso di Fabio Mussi fatto credo 3 anni or sono al suo partito,prima della Segreteria Renzi e lo voglio citare perchè è indice di ciò che è quell’idea a cui credono in molti di far riferimento e mostra ciò che è venuto meno dentro a quella categoria di idee.Eccon un passaggio ” Vi sono tre ordini di problemi per il PD.Primo:l’idea che per vincere bisogna convergere su tutto e con tutti.Infatti le hanno perse tutte e Milano l’ha riconquistata Pisapia,non Penati.Secondo: Il cedimento ad un pensiero dominante secondo il quale il capitalismo è ineluttabile,che tutto è inevitabile,che devi subire ed adattarti per mostrarti uomo di mondo.Da tutto questo consegue il terzo problema,quello doloroso davvero.Quale? La politica,quando non vede la crisi del capitalismo e non se ne occupa,abbassa lo sguardo verso terra e si mischia con gli affari.Non riesce a stare dignitosamente al di sopra, stabilendo le regole del giuoco,ma entra in partita,scegliendosi l’imprenditore amico ”da aiutare” e per cui tifare.la chiamano MODERNITA’.Mi chiedo se non ci sia che da essere daccordo con tale discorso.Proseguendo poi Mussi traccia anche il profilo della destra in cui trova assonanze e similitudini con tale sinistra e sempre riferito ai militanti del PD si chiede perchè vedendo tali cose non gli si accenda una lampadina in testa. Quale lampadina si domanda ? ”Quella che si accende in me che ripenso a mio zio dirigente cooperativo per una vita e morto con una pensione da operaio.Io di fronte ai soldi di Consorte mi sento personalmente ingiuriato.Li sento come una offesa alla storia della mia famiglia, alla memoria della nonna di mia moglie che nel 1944 a Piombino ha fondato con altre donne la Cooperativa”la Proletaria” per resistere al mercato nero.La base del PD è fatta di milioni di persone a modo.meritano molto di più.”. Firmato Fabio Mussi.E’ un passaggio che ho voluto sottolineare per far capire come in poco tempo si possa passare dalla parte progressista a quella conservatrice, ma tutto questo per ignoranza della gente e pern furbizia politica di pochi.La società basata sul denaro se non ci si attrezza a resistergli ti fagogita anche le cervella e quei milioni di elettori talvolta ho il dubbio se ”meritino di più” o sia la forza della disperazione che ha fatto loro dare il consenso alla nuova Democrazia Cristiana credendo di darlo a sinistra, ma nessuno può fermare la storia.Occorre avere la speranza e la forza che molte cose possono cambiare se portate avanti con forza ed abnegazione,Non sono molto d’accordo con te Luca quando esprimi che hai perso la speranza. Dopo il 900 ed i suoi avvenimenti il tempo non lavora per chi vuol mantenere anche se vi sono fasi che appaiono più grevi e pesanti ed espressione della debolezza delle classi subalterne,usate ed indirizzate perchè.non siano portatrici di danni per chi le comanda, difatti sono tutti uomini liberi, spesso di morire anche di fame, anche in questa parte di mondo.Chissà quanto occorra di maggiore evidenza per farci cambiare strada ? Perchè ti dicono che questa sia ideologia, ma la loro cosa è ? Lo sanno anche loro che mentono….
Caro Carlo condivido la tua analisi e la tua passione, il mio commento era la manifestazione del profondo disagio che sento in questo momento. Non sopporto più l’intolleranza, le opinioni da un tanto al chilo espresse come slogan senza la minima analisi e la voglia di conoscere realmente i fatti. Non sopporto l’idea di vivere in un mondo che sta tornando indietro, un mondo peggiore rispetto a quello che era vent’anni fa, un mondo fatto di individui privi della voglia di capire e andare oltre le semplici apparenze dei fatti. Forse è come dici te, ma rispetto al passato non ci sono nuclei attorno ai quali organizzare chi corre in direzione contraria alla corrente,è soprattutto questo che mi fa essere pessimista,del tunnel ho dimenticato l’ingresso da un pezzo e della luce in fondo non c’è traccia.
Luca,non ho soluzioni da dispensare,se è per quello ne mancano anche a me ed anch’io concordo che del tunnel non si veda la fine. Solo credo che nel buio però non bisogna mai abdicare alle proprie convinzioni ed idee ma trovare ragioni in noi stessi di avere la lucidità e la forza di andare avanti, rimanendo osservatori critici di quanto ci succede intorno ma anche cercare di comunicare ad altri le proprie idee.Ecco forse così si spiegano -una parte dei miei prolissi discorsi quando scrivo su certi argomenti-l’altra parte è un fatto caratteriale mio che comprendo bene forse faccia raggiungere il risultato opposto a chi legge e cioè quello di abbandonare aprioristicamente la lettura poichè troppo stancante. C’è da dire anche che oltre a tale mia ormai connaturata modalità,io faccia questo perchè credo di comunicare a chi possa leggere su cosa siano fondate le idee che esprimo. Si possano condividere o meno, ma la mia volontà di comunicarle ad altri la metto sempre in testa e mi sembra sempre che debba essere utile.Non perchè penso che gli altri non la possano capire o debbano bere alla mia fonte ma perchè mi preme evidenziare la base da dove possa partire un certo tipo ragionamento. Questo credo che sia importante, tantopiù oggi poichè viviamo in un mondo che tutto è affrettato, tutti hanno fretta, tutti non sopportano più di tanto avere la mente impegnata per ragionare perchè tutto questo risulta un prezzo da pagare in termini di tempo, che si pensa non debba dedicare all’ascolto di altre idee.Non c’è più interesse e non si ha la pazienza di farlo bensì si assiste ad un degrado di volontà ed interesse perchè si ha bisogno di arrivare subito al nocciolo od a ciò che si creda sia tale delle questioni e non interessa come ci si arrivi e le cose che si analizzano per arrivarci.basta arrivarci subito, ed è venuta fuori una umanità di esseri schiavi che si ritengono liberi. E’ un mondo ”selvaggio e primordiale” anche da tale punto di vista e le persone vi sono immerse fino al collo e pagano un prezzo di cui solo adesso iniziano ad accorgersene, ma ormai il loro carattere è strutturato in un certo modo.Preferiscono non leggere che stare a capire il pensiero di un altro.Sul buio nel tunnel che tu dicevi pensa che ce ne sono stati ancor più neri e foschi nel passato ed in fondo nel solo arco di una generazione (70 anni,sono nulla se rapportati alla storia ed al raggiungimento di certi obbiettivi che riteniamo di giustizia ).A tal proposito prendo l’occasione per farti leggere una poesia-prosa di mio zio Solismo Sacco che riguarda un periodo ben più fosco di quello di adesso,forse il buio più nero ,dove era facile smarrirsi se non si avevano dei punti di riferimento forti e tali punti negli anni ’40-in piena guerra- potevano essere solo le proprie idee perchè quelle che potevano essere anche di altri non esistevano,se non conculcate.La poesia -prosa s’intitola ”UNA LUCE BRILLA: STALINGRADO”..
La notte è alta, tenebrosa e nera,
notte di un popol schiacciato e vinto,
ridotto al nulla,ma che forse
sonnecchia guardando al buio.
La dittatura nera ha fatto nero il giorno,
ha appestato l’aria con l’alito suo fetente
che intristisce tutto ciò che sfiora,
e ridotto al nulla un popol ch’era fiorente.
Tolta la libertà agli uomini,la luce è spenta
ed è rotta la molla che li muove e li fa popolo.
In luogo di esso una muta di cani ringhiosi
intorno al pastor abbaia lo schifo.
Il resto è morte.
Ed ora geme al cospetto del mondo
l’Italia nostra, perchè il paese
diviso e legato,costretto a far storia
è portato al macello per sete di gloria.
Ma un fosso profondo è ormai scavato
sull’itala terra fra popolo e ” duce ”.
Il nero e corrotto regime ormai è alla gogna.
Il fosso profondo da esso scavato
tra sè e il popolo sarà sol colmato
dal sordido corpo del fascio
fatto carogna.e finalmente adesso,
dopo Leningrado e Mosca, è Stalingrado !
Nella notte angosciosa e buia d’Italia
fievole ma netta una voce squilla
e un riverbero di luce vien dall’ Est,
dove ,seppur nella tempesta,
lontana ma folgorante
una luce brilla.
Solismo Sacco, 10 Febbraio 1943
Questa è una delle composizioni che insieme a tanti altri scritti e lettere mio zio che fu perseguitato speciale politico, riusciva a nascondere dalle perquisizioni dei carabinieri e della polizia politica,
celandole dentro la carta rossa che fasciava le lastre fotografiche vergini che dovevano essere ancora impressionate poichè stavano al buio della camera oscura, e li difficimente le avrebbero trovate.
Ne ho una raccolta che inizia dal Maggio 1923 fino ad arrivare al
5 aprile 1947 e riguardo al tema del ” tunnel ” ti assicuro che ben di altro si tratta.Noi per nostra fortuna quel tunnel non l’abbiamo conosciuto e vissuto e questo ci deve spronare ad andare avanti cercando sempre di essere noi stessi e di non perdere mai di vista
il fatto che ci possano essere sempre le condizioni per dire”cambiare si può”. Lo dice Renzi che è un democristiano perchè non lo dobbiamo pensare noi…..