NUMERO DEGLI ABITANTI: ECCO COME STANNO CHIUSI, CHIANCIANO, CITTA’ DELLA PIEVE E MONTEPULCIANO

martedì 11th, marzo 2025 / 12:25
NUMERO DEGLI ABITANTI: ECCO COME STANNO CHIUSI, CHIANCIANO, CITTA’ DELLA PIEVE E MONTEPULCIANO
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IL TREND DEMOGRAFICO DEI 4 PAESI DALL’UNITA’ D’ITALIA AD OGGI.

CHIUSI – La questione demografica, cioè l’andamento del numero degli abitanti facendo il saldo tra nati e morti e tra immigrati ed emigrati, è una delle questioni nodali dei paesi, diciamo così, di provincia. Delle aree interne, lontane dalle grandi città, delle località periferiche. Lo spopolamento e il progressivo invecchiamento della popolazione è un dato di fatto a cui pochissime realtà sfuggono. Ma il fenomeno non è uguale dappertutto. In alcuni paesi è più accentuato, in altri meno. E se si osservano i dati dei censimenti, andando indietro nel tempo si capisce meglio il trend. E un po’ anche che vento tira. E però si possono notare anche delle sorprese. Per dare un’idea di quello che stiamo dicendo abbiamo preso in esame 4 paesi del nostro territorio: 2 in forte crisi di identità (Chiusi e Chianciano) e due invece un po’ più sulla cresta dell’onda, almeno dal punto di vista turistico (Città della Pieve e Montepulciano).

CHIUSI alla fine del 2024 registrava 8.120 abitanti. Nel 1861 alla proclamazione dell’Unità d’Italia e di fatto alla nascita della stazione ferroviaria e di Chiusi Scalo, ne aveva 4.176. Praticamente la metà. E da allora è sempre cresciuta fino al 1981 quando ha registrato il picco massimo: 9.244 abitanti. Nel 1881 ne aveva 5005; nel 1901 5.974; nel 1936 (anno dell’impero) 8.043; nel 1951, dopo la guerra che distrusse il 90% delle case, 8.644; nel 1961, 8.848, nel 1971, 8.771 (piccolo calo subito recuperato nel decennio successivo). La città di Porsenna è rimasta sopra i 9.000 fino al 1991 (9.103), poi ha cominciato a scendere: 8.612 nel 2001; 8.836 nel 2011 (piccolo sussulto di ripresa), 8.051 nel 2021 con un altra piccolissima ripresa (+69 abitanti) ultimi 3 anni. Oggi Chiusi è tornata ai livelli demografici del 1951, cioè prima del boom economico, prima dello sviluppo di Chiusi Scalo, prima della nascita della zona industriale, prima dell’abbandono delle campagne. Oggi la città ha gli stessi abitanti che aveva nel dopoguerra, 1.000 in meno rispetto ai primi anni ’90. Questa è la fotografia impietosa che emerge dai dati e se ci sono stati 120 anni di crescita continua dal 1861 al 1981, adesso la città ne registra 30 di decrescita, dal 1991 al 2021, una decrescita peraltro poco felice. E questo spiega anche – almeno in parte – la morìa di aziende artigianali, industrali e commerciali. E spiega pure la “desertificazione” della vita sociale cui si assiste ormai da tempo. Negli ultimo 10-15 anni ha perso circa 800 abitanti. Non sono pochi. E l’emorragia dipende solo dal ritorno in patria di molte famiglie immigrate.

CITTA’ DELLA PIEVE –  La confinante città del Perugino alla fine del 2024 contava 7.398 abitanti, 722 meno di Chiusi.  Ma nel 2001 il gap era doppio: 7.122 contro 8.612 con un saldo di -1.490 residenti. Negli ultimi 20 anni Città della Pieve ha fatto un bel recupero sui vicini toscani. Ma anche la cittadina umbra ha vissuto tempi migliori dal punto di vista demografico: nel 1861 aveva 6.330 abitanti (2.454 più di Chiusi); nel 1871, 6.755; nel 1881, 7.159; nel 1901 8.381 (il nuovo secolo portò un bel balzo in avanti); nel 1911, 8.652; nel 1921, supera per la prima volta quota 9.000 (9.102 per la precisione). Quota che mantiene e incrementa nel 1931 con 9.459, nel 1936 con 9.374 e anche nel dopoguerra con i 9.652 del 1951. Ma qui comincia il declino: 8.344 nel 1961 (-13,6%); 6.453 nel 1971 (-22,7%). Gli anni ’60-70 segnano dunque un tracollo. Nel 1981 (6.471) comincia lenta la ripresa che via via si consolida: 6.655 nel 1991; 7.122 nel 2001; 7.803 nel 2011. Nuova flessione nel 2021 con 7.712 abitanti, confermata dal dato di fine 2024: 7.398. Lontana più di 2000 unità la soglia toccata all’inizio degli anni ’50. E questo un po’ sorprende.

MONTEPULCIANO – La città del Poliziano è la reginetta indiscussa del territorio. Turisticamente vola e ha pure problemi di overbooking (troppo pieno). Ma nonostante questo non riesce a sfondare quota 15.000 abitanti. Cosa che ha fatto in altri tempi. Oggi (31.12.20249 conta 13.081 abitanti. Nel 1861 ne contava 12.683 (3 volte Chiusi). Dieci anni dopo, nel 1871 già ne aveva 13.494 (più di oggi). Nel 1881, 13.256; nel 1901 il balzo sopra i 15.000 con un +16% e 15.384 residenti. Il nuovo secolo si annuncia radioso. Il trend di crescita continua nel 1911 con 15.365; nel 1921 con 16.067; nel 1931 con 16.570; nel 1936 con 16.866. Ma il picco massimo Montepulciano lo tocca dopo la guerra, nel 1951 con 17.365 abitanti. Da allora però la città smette di crescere. E comincia a calare. 15.820 nel 1961; 14.356 nel 1971; 14.170 nel 1981; 13.856 nel 1991. E’ una discesa libera. Inesorabile. Con l’inizio degli anni 2000, ricomincia a salire: 13.883 nel 2001; 14.237 nel 2011. Nuovo calo, piuttosto clamoroso, nel 2021: 13.386 (-6%), confermato dal dato 2024 (13.081). Insomma Montepulcuiano brilla e sfavilla, ma non attrae residenti, anzi li perde. Problema di prezzi e conseguenza del’esplosione turistica? può darsi. Ma questo è il dato.

CHIANCIANO TERME – Se uno, da queste parti, dice o sente pronunciare la parola declino pensa subito a Chianciano. A com’era e come è adesso. Chianciano è un po’ il simbolo tangibile dei cambiamenti epocali, della desertificazione commerciale delle città. Ma dal punto di vista del trend demografico la cittadina del fegato sano è più sana di altre, anche tra quelle confinanti. Alla fine del 2024 risultavano iscritti all’anagrafe come residenti 7.107 persone, 259 in più rispetto al censimento 2021: 6.848. Insomma con qualche segnale di ripresa nell’ultimo periodo, post covid. Ma andiamo ai dati storici. Nel 1861 Chianciano aveva 2.419 abitanti. Non molti. Era un paesello. Nel 1881 ne contava ancora 2.626. Nel 1901, 2.886. Primo balzo, confermato nei decenni successivi: 2.987 nel 1911; 3.070 nel 1921; 3.438 nel 1931; 3.677 nel 1936. Exploit nel dopoguerra con i 4.548 del 1951; i 5.489 del 1961; i 6.788 del 1971, i 7.285 del 1981 e i 7.445 del 1991. Più 3.000 abitanti rispetto al ’51. Sono gli anni d’oro delle terme e della “Chianciano da bere”, che non era solo “acqua santa”. Sono gli anni e i decenni della crescita tumultuosa sul piano edificatorio, delle luci al neon che f anno sembrare la cittadina termale una piccola Las Vegas a cavallo tra la Valdichiana contadina e operaia e la Valdorcia Felix, patrimonio dell’Unesco. Nel 2001 prima brusca frenata: 6.955. Nel 2011 lieve ripresina con 7.058, per poi calare di nuovo nel 2021: 6.848. Calo sì, ma senza crolli clamorosi. Evidentemente Chianciano dal punto di vista della residenzialità è rimasta appetibile e ha tenuto botta. Forse anche per un motivo inverso rispetto a Montepulciano: costi più bassi delle abitazioni e degli affitti. Però il dato, anche in questo caso un po’ sorprende.

Conclusioni: Non è tutto oro quello che luccica. Chiusi e Chianciano stanno maluccio, ma dal punto di vista demografico non malissimo, soprattutto Chianciano. Città della Pieve e Montepulciano invece, sotto questo profilo, stanno peggio di come può sembrare osservando il movimento turistico ed entrambe hanno perso più popolazione di quanta non ne abbiano persa realtà più in crisi. Altro dato che emerge è che il turismo, anche quando è esorbitamte, non porta residenti. Anzi. Tutte e 4 le cittadine prese in esame hanno avuto tempi molto migliori demograficamente parlando. Una riflessione su come attrarre residenti, su come far tornare attività nei centri storici e nei nuclei abitati anche meno storici, su che tipo di attività servono, su come riconvertire edifici e strutture ormai inservibili (si pensi agli alberghi di Chianciano), crediamo che tutti i comuni dovrebbero farla. E con i Comuni anche le forze politiche, le associazioni, i sindacati. I flussi demografici non sono mai indipendenti dalla realtà socio-economico-culturale dei luoghi e dovrebbero essere il primo paradigma da prendere i considerazione non solo quando si progettano i piani regolatori, ma anche quando si stilano i programmi elettorali.

M.L.

Nella foto (di repertorio)  una vecchia immagine di Piazza Matteotti a Chiusi Scalo. 

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