UMBRIA, IL GOVERNO TAGLIA 40 MILIONI ALLA SANITA’, PROIETTI & C. INSORGONO

Il Governo Meloni cancella ben 40 milioni di euro all’Umbria dal bilancio sanità. Un intervento finanziario così pesante prefigura quasi la volontà da parte del Governo di Roma di affossare la sanità regionale, che sta provando a muovere i primi passi, per riprendersi dallo sfascio in cui il duo destrorso Tesei-Coletto, l’aveva trascinata. Proseguendo il lavoro iniziato molto prima dalle giunte di centro sinistra.
Questo pesante taglio di fondi finanziari, tutti lo avvertono come una vendetta nei confronti degli umbri, che alle ultime elezioni regionali per tanti motivi (in particolare la dissoluzione della sanità umbra) li hanno cacciati via da Palazzo Donini. «La tutela dei servizi, a partire da quelli sanitari è stata la nostra stella polare in campagna elettorale e sta muovendo le nostre azioni amministrative, in questi primi mesi di gestione della Regione Umbria. Alla luce di tutto ciò, non possiamo però che esprimere una profonda preoccupazione per i tagli che il Governo centrale, a trazione Destra, sta perpetrando sugli enti locali sotto forma di contributi alla spesa pubblica ma che altro non sono che pesanti sforbiciate chiamate in maniera ironica ‘Contributi alla finanza pubblica’». Questo è quanto denunciano attraverso un comunicato stampa i capigruppo di maggioranza in Consiglio Regionale Cristian Betti (PD), Luca Simonetti (M5S), Fabrizio Ricci (Avs) e Bianca Maria Tagliaferri (Umbria domani).
«Il calo delle risorse, per l’Umbria – proseguono – è di quasi 40 milioni di euro nei prossimi tre anni e questo rischia di mettere a repentaglio la stabilità della nostra Regione. Il tutto si accompagna alla necessaria chiarezza che stiamo cercando di ristabilire sui conti della sanità, attraverso l’operazione di ‘due diligence’ che la presidente Stefania Proietti, con il prezioso contributo di tutta la direzione Salute e Welfare e di tutta la Giunta regionale, sta mettendo in atto. Un’azione di approfondimento e di verifica fondamentali per disegnare il prossimo Piano sanitario, che la destra ha dimenticato di adottare per cinque anni».
«Di fronte a questo clima di incertezza complessivo – continuano i capigruppo di maggioranza– nel quale la congiuntura internazionale appare quanto mai difficile, respingiamo al mittente qualsiasi tentativo di minimizzare la situazione, utile solo a nascondere le responsabilità di chi governa a Roma e di chi ha governato in Umbria. Lo abbiamo visto in consiglio regionale, dove abbiamo portato in Aula una mozione contro i tagli, approvata a maggioranza, ma con l’imbarazzo delle minoranze. Le umbre e gli umbri, comunque, possono stare tranquilli, nonostante la mannaia sui trasferimenti per la Regione e gli enti locali umbri, la presidente Proietti e la nostra giunta regionale, difenderanno ogni servizio con tenacia e forza».
Dunque questa Destra pare proprio che stia sempre più scoprendo il proprio volto sul quale è tratteggiata bene la strategia: quella degli attacchi a tutti i Diritti, ridurre gli spazi di democrazia e partecipazione. Quella alla sanità così come quello alla scuola, sono gli attacchi più odiosi, perché incidono fortemente sul diritto di cittadinanza di tutti noi, sulla qualità della vita, sulla redistribuzione della ricchezza del Paese. Vogliono far veicolare nel tessuto sociale la vulgata che lo Stato Sociale, è un lusso che non ci possiamo più permettere. Che solo una società a forte impronta Darviniana, è la sola soluzione per far vivere felici tutti i cittadini. Quello della sanità, è un diritto fondamentali del nostro Dettato Costituzionale. Vivere in un Paese dove è stato costruito come da indirizzo costituzionale, u Sistema sanitario nazionale gratuito, è cosa assai diversa dal vivere in un sistema dove la sanità, la scuola è privata e in virtù di questo particolare, tutto diventa merce. Il nostro servizio sanitario ha permesso alla nostra società, di fare u grosso balzo in avanti in termini di qualità della vita, della sua durata media. Il Servizio è stato possibile realizzarlo dopo lunghe lotte e confronti parlamentari farlo nascere nel 1978, perché nella Costituzione viene affermato senza equivoci il Diritto alla Salute. Un Diritto che ha camminato di pari passo con l’affermarsi di un Welfare State europeo, così da far divenire sempre più il Vecchio continente un presidio di diritti, che oggi sono in molti a tentare di cancellare.
Renato Casaioli