TERZO MANDATO PER I SINDACI ANCHE SOPRA I 5.000 ABITANTI, CAMBIA LA LEGGE. QUALCHE INCANDIDABILE TORNA IN GIOCO?

Alla fine della primavera prossima, nel mese di giugno 2024, si voterà per le elezioni amministrative. Siamo già in clima di pre-campagna elettorale. Già circolano i nomi di possibili candidati a sindaco. E questo è normale, non manca molto, del resto. Solo 6 mesi. Lo scenario normativo però potrebbe cambiare. E potrebbe rimettere in gioco figure che al momento sono fuori gioco. Parliamo dei sindaci in scadenza che hanno già alle spalle due mandati e al momento non sono ricandidabili. Si profila una modifica della legge che regola la materia (Testo Unico ordinamento enti locali) che dovrebbe consentire il terzo mandato nei comuni tra 5001 e 15.000 abitanti e nessun limite di mandato per i comuni sotto ai 5.000 abitanti. Modifica, questa, chiesta a gran voce dall’ANCI (Associazione nazionale Comuni italiani), presieduta dal sindaco di Bari De Caro (Pd). La modifica dovrebbe entrare in vigore a inizio anno e avrà effetto anche sulle amministrative 2024. Pare che in Parlamento ci sia accordo totale tra maggioranza e opposizioni.
Quindi qualche sindaco dato per “incandidabile”, potrebbe tornare candidabile.
Nel “territorio di influenza” di Primapagina, non andranno alle urne a primavera Chiusi, Sarteano, Trequanda. Tutti gli altri comuni sì.
Vediamo in rapida sintesi quale è la situazione. I sindaci con alle spalle due mandati in comuni sopra i 5.000 abitanti sono Andrea Marchetti di Chianciano Terme (lista civica appoggiata dal centro destra); Giacomo Grazi di Torrita di Siena (Centro sinistra); Giulio Cherubini di Panicale (Centro sinistra); Giacomo Chiodini di Magione (centro sinistra). Qualcuno di loro sarà di nuovo in corsa, in forza della modifica alla normativa? Fino ad ora sembrava di no. Adesso non è escluso.
Così come qualcuno dei sindaci con doppio mandato può rientrare in gioco, qualcuno dei sindaci uscenti con un solo mandato ale spalle e quindi con possibilità di essere ricandidato, potrebbe al contrario lasciare campo ad altri.
A Montepulciano per esempio il Pd e i suoi alleati hanno deciso di non ricandidare direttamente Michele Angiolini, ma di andare alla Primarie di coalizione, con Angiolini che rischia di fare la fine di Massimo Della Giovampaola nel 2009… A San Casciano Bagni Agnese Carletti, assurta alla ribalta nazionale con il ritrovamento sensazionale del Bagno Grande, sarebbe riproponibile e sarebbe anche naturale che ciò accadesse, ma la giovane sindaca potrebbe anche fermarsi un giro per aspettare una candidatura alle elezioni regionali del 2025. Le voci di corridoio in casa Pd la danno come una delle ipotesi più plausibili.
Sembrano certi della ricandidatura, al momento Edo Zacchei a Sinalunga, Roberto Cottini a Cetona, Danilo Maramai a San Quirico d’Orcia, tutti di centro sinistra. Potrebbe essere riproposto anche Manolo Garosi, della lista Civica la Piazza a Pienza, così come Matteo Burico a Castiglione del Lago, anche lui centro sinistra. Pronto a ripresentarsi anche Fausto Risini a Città della Pieve, il quale però potrebbe perdere qualcuna delle forze che lo appoggiarono nel 2019 (Lega in primis) perdendo anche almeno in parte l’etichetta di “lista di centro destra” per connotarsi più marcataente come espressione civica-civica..
A Piegaro, Roberto Ferricelli ha fatto due mandati, così come Riccardo Bardelli a Paciano, entrambi di centro sinistra e come Fabio Roncella a Montegabbione e Angelo La Rocca a Monteleone d’Orvieto, espressione tutti e due di liste civiche, ma si tratta di comuni sotto ai 5.000 abitanti dove il terzo mandato è già possibile adesso e con la modifica prevista potrebbe cadere ogni limitazione. Nei piccoli comuni si profila la possibilità di avere sindaci a vita… E anche questo è un segnale inequivocabile di come sia scaduta la politica.
m.l.
Anche Magione, seppure di poco, ha meno di 15000 abitanti e il sindaco in scadenza di secondo mandato.
Chiedo venia, mi era sfuggito nell’ articolo.
Dici proprio bene Marco:”….di come sia scaduta la politica”,anche quella dei gironi pù in alto per assicurarsi la continuazione dei mandati.Mi chiedo inevitabilmente se tutto questo sia causato dall’amore civico oppure dall’olezzo di qualche cosa d’altro…poi spesso sentiamo da parte delle conduzioni delle maggioranze impartire le lezioni di moralità alle opposizioni quando nelle rare occasioni queste dicono che vi sia necessità di cambiare aria ed annaspano per raggiungere tali obiettivi al cospetto di elettori che non si spostano nemmeno se cada un meteorite sulla loro testa.
Non è vero che gli elettori non si spostano. Al contrario sono molto volatili. Basta vedere la velocità dell’ascesa e della caduta di Renzi, il boom del M5S, durato solo una legislatura, l’ascesa irresistibile di Salvini e della Lega, azzerata alle elezioni successive da quella di Giorgia Meloni, la fine ingloriosa della sinistra a sinistra del PD, anche laddove aveva una certa tradizione e consistenza… E parliamo degli ultimi 10 anni scarsi… Molti comuni della nostra zona, che sembravano inamovibili e inattaccabili, hanno cambiato bandiera (Chianciano, Pienza, Città della Pieve, Fabro, Monteleone, Piancastagnaio…). E un molti casi la “rottura” ha trovato conferma nelle elezioni successive… Segno che la gente non si fa problemi a cambiare il proprio voto. Se mai ci sarebbe da discutere sul perché lo fa. Cioè se vota con cognizione di causa o solo per trend nazionale (diciamo per la moda del momento) o peggio ancora per pulsioni “di pancia”…
Altrochè se gli elettori si spostano, basta veramente poco. Per quanto riguarda le nostre zone, guardando anche i comuni più grandi come Siena e Perugia (con conferma alle successive tornate), l’ erosione dei consensi a sinistra e dintorni è stata causata, negli anni, in notevole misura anche dal mancato rimpiazzo delle vecchie generazioni che votavano a senso unico. Basti pensare che a Chiusi un tempo PD + progressisti stavano al 70%, ora saremo a un 50 scarso. Ma a mio avviso il dato più allarmante è la recente impennata della disaffezione verso le urne, con tassi di astensionismo passati, nel giro di pochissimo tempo, da un 20-25% a un 45-50 in alcune circostanze. Quindi, un’ altra domanda da porsi, oltre che perchè la gente cambia voto, è perchè non va più a votare. Ed è più scomoda.
neanche questo è vero: la disaffezione al voto è cosa ormai piuttosto radicata. Quando fu eletto Ceccobao a Chiusi più del 30% non andò a votare. Era il 2002… sono passati più di 20 anni e la percentuale di astensione è rimasta più o meno la stessa, con tendenza all’aumento soprattutto nelle elezioni nazionali o europee, un po’ meno nelle comunali. Insomma è molto tempo che la gente si è disaffezionata. La nascita di partiti nuovi (Pd, M5S, Italia Viva…) non ha cambiato la tendenza. Anzi…
Parlavo soprattutto nei riguardi degli elettori del PD dal momento che c’è stata una lenta erosione in questi anni ma che sostanzialmente ancora la trazione ha prodotto il fatto che le Giunte siano sempre a detta trazione, magari con alleanze ballerine questo si ma nei riguardi della politica messa in atto che se fosse stato per quest’ultima non si sarebbe più trovata traccia ed invece esiste un fortino asserragliato da una eterogenea diversificazione di colori e sfumature che alla fin fine consente-semprepiù con difficoltà-di governare o sgovernare a seconda dell’angolo visuale con il quale si guardi.