FESTIVAL ORIZZONTI: LA COMICITA’ IN PILLOLE DI CLAUDIO MORICI. IL MINIMALISMO ELETTO A SPETTACOLO

sabato 05th, agosto 2023 / 17:23
FESTIVAL ORIZZONTI: LA COMICITA’ IN PILLOLE DI CLAUDIO MORICI. IL MINIMALISMO ELETTO A SPETTACOLO
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IL COMICO ROMANO DI “PROPAGANDA LIVE” FA SORRIDERE CHIUSI

CHIUSI – Il Festival Orizzonti di Chiusi, quest’anno ha preso una piega “minimalista”. Non nel senso che è poca cosa. Tutt’altro. Nel senso che sta facendo del minimalismo la sua cifra. Una sua specificità. Minimalismo inteso non solo come allestimenti “poveri” e scarni, ma come racconto delle cose, anche intime, personali, familiari, con le quali facciamo i conti tutti i giorni. Racconto delle nevrosi e delle schizofrenie quotidiane della gente comune. Persone che fanno lavori comuni, che arrivano a fine mese con lo stipendio, ma anche no, persone che ormai comunicano solo tramite Whattsapp… Uomini e donne che in casa convivono con una persona da anni, ma non la conoscono. La gente che va in palestra o fa in corsi di yoga, ma vorrebbe andare in Messico. Che litiga col telefonino e con la tecnologia che se non sei “nativo digitale” ti gioca contro quasi sempre. E spesso gioca anche duro. La gente che era progressista e di sinistra e ora fa fatica a distinguere la sinistra dalla destra e si sente perennemente orfana anche se ha ancora i genitori (o i suoceri) che rompono pure i coglioni…

Dopo la piece “Per lei nel giorno del suo compleanno” (ne parliamo in altro articolo), con Simone Tangolo e Monica Buzoianu, ieri sera sul palco di Orizzonti, spostato causa pioggia nella sala dell’auditorium La Villetta, praticamente gremita, è arrivato, direttamente da “Propaganda Live”, il programma di Diego Bianchi in arte “Zoro”, Claudio Morici.  Morici è uno di quei comici romani (della periferia di Roma, Torpignattara, ha voluto precisare) che giocano sulla romanitudine, ma anche – come dicevamo – sul “logorio della vita moderna” e su un classico della comicità in declinazione familiare: l’incomunicabilità. Niente di nuovo, per carità: lo facevano già Ernesto Calindri nella pubblicità del Cynar e Sandra Mondaini e Raimondo Vianello negli anni ’60…  Ma prendendo per il culo sé stesso e chi gli sta intorno, in sostanza la famiglia (tradizionale ben inteso) e la società attuale, due risate te le fa fare.

E infatti ieri sera la serata di Orizzonti, nonostante la pioggia, è stata forse la più leggera, la più easy come si dice adesso. Molto minimal: un attore, da solo, un leggìo, una bottiglietta d’acqua, perché i monologhi fanno venire sete, e niente altro. Ma una serata più che piacevole. Perché Claudio Morici non è solo Claudio Morici, comico di Propaganda Live, è “uno di noi”. Anzi è… tutti noi. In quell’oretta di monologo fatto di tanti sketch brevi, sciorinati a raffica, come da una mitragliatrice, alcuni fulminanti, l’attore romano ha messo a nudo tutti i meccanismi, i tic, le incomprensioni, i luoghi comuni del rapporto di coppia. Che poi non è solo questione di rapporto di coppia, ma anche di altro. Di individualismo, di maschilismo, di indifferenza verso il prossimo, di priorità nella vita… Niente di nuovo, dicevamo, tutta la commedia all’italiana (anche Sordi, Gassman, Manfredi, Tognazzi, poi Verdone, fino ad Edoardo Leo, Giallini e Mastandrea) alla fine parla  quelle cose lì. Claudio Morici non inventa niente, va sul classico, ma lo racconta bene e con il linguaggio di oggi. Un parlato romanesco sì, ma non troppo, che è ormai lingua universale e diventa espressione plastica tangibile, di una società che non funziona, o funziona solo per pochi e sempre gli stessi, che si è persa dietro modelli fasulli, che ha fregato e continua a fregare i più deboli, i meno attrezzati.

Questa sera, su palco de il Prato,  “Il Settimo continente” di e con Alberto Ierardi, Giorgio Vierda e Lica Oldani. Si parla di un altro “temino” riguardante il vivere quotidiano. All’apparenza minimal, in realtà problema gigantesco: come smaltire la plastica. Poi, a seguire, al Chiostro San Francesco, altra piece sulla falsariga dello spettacolo di Morici. Ovvero “Cuoro. Oh amore!”, di e con Gioia Salvatori. La protagonista, anche in questo caso sola, sdraiata su un divano passa in rassegna sé stessa, i propri rovelli interiori, rinarra vecchie storie d’amore finite inevitabilmente male… Insomma un altro tentativo di riderci su e di far ridere sulla vita di tutti i giorni. E di tutti…

Questa è quest’anno la “linea” del festival Orizzonti. Ha una sua coerenza di ragionamento. Diciamo che pone un tema e questo viene sviluppato da diversi punti di vista e diverse angolazioni. Come idea non è male. Tiene.

m.l.

 

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