QUANDO MUORE UN AMICO… CIAO LUCIA’

CHIUSI- Ci sono cose che uno non vorrebbe mai trovarsi a scrivere. Come se improvvisamente finissero le parole. Con i verbi, gli aggettivi, i pronomi che si impastano con i ricordi e le lacrime e non escono dalla tastiera del pc. Rimangono appiccicati lì. Ieri se ne è andato Luciano Fiorani. Un amico fraterno e di lunghissima data, un compagno di strada, sostanzialmente uno di famiglia. Ci conoscevamo da quando lui appena sbarcato a Chiusi per fare il ferroviere, da Foligno, la prima cosa che fece fu venire nella sezione del Pci in via Nazario Sauro. Funzionava così allora. I punti di riferimento per chi veniva da fuori erano la parrocchia per i credenti, la sezione del Partito per gli altri. Io non avevo ancora 20 anni, lui 25 sì e no. E da allora tante battaglie fatte insieme: dentro quel Pci che ci sembrava una gabbia stretta e che provammo ad aprire, poi l’Agorà, il primo giornale vero e autogestito del territorio. I primi anni di Primapagina, con le prime grandi battaglie ambientali (le ceneri di Fabro, l’inquinamento da atrazina e poi gasolio del lago di Chiusi, i fumi della fabbrica delle traversine ferroviarie che ci portarono due volte a difenderci in tribunale… ) e due grandi passioni comuni: la Fiorentina e il ciclismo.
Era in ospedale da dicembre, ma sembrava stesse uscendo dall’incubo, ci avevo parlato una settimana fa, per telefono, l’avevo sentito rinfrancato, fiducioso, incazzato come sempre col mondo e questo mi sembrò un buon segno… Scambiammo qualche pensiero sul congresso del Pd, come avremmo fatto per strada, sugli alti e bassi della Viola e anche sulla “Strade bianche” che ci sarebbe stata il giorno dopo… Fiorentina e ciclismo due passioni, dicevo, che ci hanno evitato di litigare quando ci siamo trovati, e negli ultimi anni, qualche volta è successo, in rotta di collisione o comunque su posizioni diverse, distanti, sul piano politico.
Luciano Fiorani si infervorava facilmente (io meno): lo fece negli anni ’90 con la Rete, poi più recentemente con il M5S cui aderì convintamente, senza se e senza ma, per poi distaccarsene altrettanto convintamente. e senza troppi convenevoli. A Chiusi è stato una presenza attiva, costante, nel dibattito politico per più di 40 anni. Si è anche candidato più volte alle elezioni, con la Rete, con la Primavera, nel 2021 con la Lista civica Chiusi Futura di cui era un po’ il “grande vecchio”, quello che ne sapeva di più e che dispensava consigli e indicazioni sulla linea da tenere, una sorta di Suslov del civismo nostrano, una opzione, quella delle liste civiche, che a me ha sempre convinto meno. Ce lo dicevamo. “Lì in mezzo mi sembri il pontifex maximus che benedice e detta il verbo”, gli dicevo…
Ci trovammo in attrito anche ai tempi della vicenda Acea, più sui metodi che sul nodo del contendere, e pure sul giudizio sull’amministrazione comunale di allora… Posizioni diverse, parole a volte poco gentili, ma questo non ha mai scalfito di una virgola l’amicizia reciproca. Chi è cresciuto a pane e Pci sa che la politica è una cosa e l’amicizia un’altra.
Adesso mi mancheranno le chiacchierate interminabili, fino alle due o le tre di notte, per strada, quando in giro per Chiusi Scalo eravamo solo io e lui… Al massimo io, lui e le nostre rispettive compagne. “Quattro passi nel deserto” definivamo quelle passeggiate, spesso anche diurne, non solo da nottambuli.
Chiacchierate spesso uguali l’una all’altra, come una specie di rito cui non riuscivamo nessuno dei due a sottrarci. Disquisizioni e invettive sui mali della città, dell’Italia e del mondo, sugli alberi potati ad minchiam, sulle aiole tenute male, sul silenzio assordante di una politica ormai assente su tutta la linea, ma anche su libri, film, spettacoli teatrali. A me piace il rock, a lui piaceva la musica classica e la lirica, anche questo era un terreno su cui non andavamo molto d’accordo, ma se ne discuteva. Luciano si era fatto una cultura sul vino e ne parlava volentieri. Io che il vino lo compro all’Eurospin sorvolavo, facendo finta di apprezzare quelle disquisizioni profonde su bouquet e terroir di un Nobile o di un Sagrantino… ma quello non l’altro… Sulle etichette era puntiglioso.
Mi mancheranno le chiacchierate, certo, e anche i rimbrotti che sua moglie Anna gli faceva quando, anche l’estate scorsa, non resisteva al richiamo di un gelato, con la panna, e poi se lo trangugiava citando Rifkin e Chomsky.
Quando perdi un amico, di quelli veri, il colpo è tremendo. Ti manca il fiato, non solo le parole. Resta il ricordo di una stagione lunghissisma, delle tante cose fatte insieme. Sono passati quasi 50 anni da quel giorno che Luciano si affacciò alle sezione del Pci di Chiusi Scalo, una vita, un’eternità. Anche se dopo tre mesi di calvario in ospedale, 72 anni sono pochi per salutare la compagnia. Il treno è partito in anticipo. E lui che faceva il ferroviere avrebbe detto che no, non è possibile che i treni partano in anticipo. Invece il treno della vita e della morte è così. Passa, si ferma e ti porta via senza badare all’orario.
Ad Anna, ai figli Giovanni e Giulio, al fratello Ivo, un grande abbraccio. Ciao Lucià… fai buon viaggio. Se incontri da qualche parte San Feliciano Martire diglielo che tutte le volte che lo hai nominato invano era solo per un retaggio folignate e non c’era niente di personale. Certamente lo saprà e ci farà una risata… Quaggiù siamo uno di meno, ma cercheremo di tenere duro. Promesso.
La camera ardente è al Silvestrini di Perugia (oggi dalle 11 alle 13 e dalle 15 alle 17). Domani lunedì 13 marzo, alle 15, la cerimonia funebre per l’ultimo saluto a Luciano al cimitero di Chiusi.
Marco Lorenzoni
Grazie Marco, Luciano era proprio così, arrivò a Chiusi insieme a Claudio, interminabili i loro incontri, le loro discussioni, un altro amico che se ne va.E quanto parlavano di politica e Fiorentina! Un abbraccio forte, forte alla famiglia dai Provvedi/Zazzaretta
Gli amici se ne vanno, in silenzio, come le foglie in autunno, e tu ne senti sempre più la mancanza.
Tante tessere di un puzzle, che rappresenta la tua vita, che via via si staccano e lo lasciano incompleto, pieno di buchi vuoti.
Negli ultimi mesi troppe tessere si sono staccate e i buchi si sono ingranditi.
Una di queste tessere è Luciano Fiorani.
Un vero amico, che ho conosciuto tardi, ma con il quale sono entrato subito in sintonia perché Luciano o lo si ammirava o lo si disapprovava, senza troppe vie di mezzo.
Io l’ho ammirato fin da subito per la sua capacità di leggere le situazioni, collegandole con il passato e proiettandole nel futuro, frutto di una profonda cultura e di uno spiccato senso civico che lo portava a impegnarsi, senza sosta e con ogni mezzo, nella ricerca del miglioramento delle condizioni politiche e sociali della comunità in cui viveva.
In lui ho rivisto molte mie caratteristiche e insieme abbiamo percorso un breve, ma intenso, periodo di impegno politico locale in cui ci siamo confrontati e stimati a vicenda.
Il gruppo numeroso che avevamo creato si è via via disperso fino a estinguersi ma lui è stato l’ultimo, insieme a me e a pochi altri, ad abbandonarlo e quando ciò è stato inevitabile mi ha scritto una mail commovente, che ancora conservo tra i ricordi più cari, in cui, oltre che manifestarmi la sua stima, mi diceva che quell’esperienza era purtroppo finita ma la politica no, quella non chiude mai e tra i positivi “effetti collaterali” che la politica produce c’è l’incontro e la conoscenza di persone nuove che poi rimangono insieme per raggiungere nuovi obiettivi.
E così è stato perché con Luciano abbiamo continuato a confrontarci e a produrre altre esperienze, alcune condivise, altre no, sempre però nel massimo apprezzamento reciproco.
Ciao Luciano, speravo con tutto il cuore di poterti salutare di nuovo di persona, ma il destino non lo ha permesso e allora ti auguro di riposare in pace, ovunque tu ti trovi.
Negli ultimi due anni ci avevano diviso la visione diversa sulle questioni politiche locali e le conseguenti diverse scelte, c’eravamo confrontati anche in maniera forte, con giudizi esagerati e parole non proprio gentili. Prima di questo però ci sono almeno trent’anni di un’amicizia fortissima e di stima reciproca. Luciano era un punto di riferimento con cui abbiamo condiviso tante esperienze politiche, e se avevo un dubbio se c’era da valutare una scelta o una decisione Luciano era la prima persona a cui facevo riferimento fidandomi delle sue sconfinate conoscenze e delle sue capacità di analisi. Ma non c’era solo la politica, come è scritto nell’articolo, Luciano ti faceva fare le 2 di notte a camminare per la stazione e lì si passava con scioltezza dal calcio alla politica al ciclismo, fino a quando ti diceva fumo l’ultima poi mi accompagni a casa e sotto casa ci scappavano altre due ultime sigarette e un’altra mezz’ora di chiacchiere. Indimenticabili poi le cene durante le quali mi ha trasmesso la passione e le conoscenze per apprezzare un buon vino. Per me e per tutta la mia famiglia Luciano lascia un vuoto enorme ma lascia anche il ricordo della bellissima persona che è stato.
Ho conosciuto Luciano solo pochi anni fa ma è stata subito affinità elettiva e grande affetto.
Dopo un’incomprensione che ci ha allontanato, entrambi abbiamo messo da parte lo stupido orgoglio e ci siamo ritrovati, ora non avrei avuto pace. Un grande dolore attenuato dalla consapevolezza che i suoi insegnamenti e la sua intelligente ironia non mi lasceranno mai.
Anch’io ho conosciuto Luciano nella notte dei tempi, prima in sezione PCI e poi durante le lunghe nottate a preparare l’Agorà. Veniva da una realtà più grande della nostra ed aveva qualche anno di più. Per molti di noi è stato a lungo una guida. Purtroppo la passione politica può unire molto, ma può anche allontanare parecchio. Senza ipocrisia devo riconoscere che da tempo non entravamo più in contatto, nemmeno sui social. E questo è stato per me un grosso dispiacere. Ma nulla ha però intaccato la mia profonda stima per la sua acuminata intelligenza, per la sua onestà e per aver sempre pagato di persona le scelte fatte. Forse non tutti sanno che i suoi modi anche bruschi in pubblico nascondevano una grande sensibilità e una grande capacità di ascolto in privato. Caro Lucia’, Battila’ ti saluta e ti augura davvero di riposare in pace.
Una cosa che all’inizio della frequentazione con Luciano mi ha fatto apprezzare la sua visione del mondo è stata quella che ho avuto negli ultimi 10 anni della mia vita vissuta a Chiusi soprattutto riguardo alla visione in comune che avevamo della politica e della sua concezione diciamolo pure francamente di derivazione etico-politica dal PCI e che avevamo non soltanto sulle questioni internazionali ma anche proprio quelle di derivazione dell’analisi gramsciana della società e di quanto passava dentro la politica. In lui su questo terreno ho avvisato subito una comunanza di sensazioni che poi inevitabilmente si riconducevano ad idee e valori che si sono da subito tramutati in una relazione di stima ed assoluto rispetto reciproco mentre molte delle sue riflessioni e profonde analisi mi spronavano ad aprire gli occhi proprio perchè io avevo avuto una mlitanza diciamo” politica” più facile e meno contraddittoria della sua che invece veniva da una famiglia di tutt’altro colore politico della mia e che quindi nel campo della battaglia delle idee c’era stato da parte sua- e lo comprendevo bene- il compimento di uno sforzo sicuramente più grande del mio che spesso ho da sempre riconosciuto che ciò che mi apparteneva come mondo ideale si misurava più facilmente con le altre realtà.Il suo divenire invece è stato costruito con uno sforzo di volontà e di capacità critica più grande e condotta sempre in maniera autonoma e senza condizionamenti che invece spesso sono propri dell’aria che si respira all’interno delle famiglie,ma questo però nella maggior parte dei casi diventa inevitabile per tutti e lo è stato sia per me sia per lui.Ed è stata questa autonomia conquistata giorno dopo giorno di cui lui non amava farne specchio o circondarsene come avviene per tanti e metterla in piazza, ma proprio per questo la maggior parte delle volte tale ”status” risultava vincente nelle discussioni e nei confronti anche veramente aspri con le parti avverse che non si aspettavano mai in genere che in un impiegato delle ferrovie dello stato albergassero certe modalità di leggere le reltà,certe conoscenze profonde di come politicamente si analizzino le questioni.In questo non era subalterno a nessuno ed anzi poteva dare lezioni di analisi politca a molti. Ed è stato per questo che la prima sensazione che veniva fuori dalle sue parole e dai suoi confronti era culturalmente accattivante, attraente e rispecchiava nella realtà di tutti i giorni un Luciano Fiorani onesto, umile e nello stesso tempo una fonte preparata nel ruolo che della vita si era conquistato con le proprie forze.Ecco, per me in fin dei conti, la sua apertura rappresentava proprio la figura ”dell’intelletuale gramsciano” che faceva sua la coscenza della necessità del proprio lavoro in un contesto di sforzo e sacrificio nei riguardi della consapevolezza del vissuto materiale del lavoro soprattutto come funzione sociale, ma anche il fatto che a livello intellettuale era consapevole che alla base di tutto questo esisteva una coerenza di principi morali e di idee delle quali non aveva alcun timore o riserva nel confrontarsi col mondo che lo circondava.E difatti questa è proprio la lezione che veniva fuori dalla conquista che si era lui stesso fatto con le proprie mano, una lezione che lo aveva fatto divenire critico del suo partito col quale quando lo riteneva opportuno non disdegnava assumere una posizione netta e di non condivisione di certe idee.Ma questa capacità critica che aveva dentro lui la viveva come forza dalla quale era sostenuta la certezza delle sue idee ma nello stesso tempo non disdegnava applicare in esse la cosidetta ”teoria del dubbio”.Era quindi per questo un intellettuale completo sia sul piano della conoscenza di quanto comportasse il lavoro sia delle idee politiche che dall’esperienza materiale derivavano.Forse questa qualità l’ho apprezzata ancor più perchè personalmente non mi è stata mai data la possibilità e la casualità di ritrovarla- anche in poca misura se si voglia- in altri amici e compagni, con i quali io stesso mi sono confrontato negli anni e tale capacità critica rassomigliava molto-con le opportune differenze d’età e di formazione – a quella della quale ho potuto apprezzare e fruire proveniente ” dall’eredità morale” di mio zio Solismo Sacco che molti hanno conosciuto sia a Chiusi, Moiano e Città della Pieve. In questo parallelismo che potremmo chiamare di derivazione di scuola politica non tanto fatta sui libri e dai loro dettami ma fatta dall’esperienza di tanti deceni di formazione decennale dove le coscenze si plasmavano sulle relazioni personali che esistevano nelle problematiche generali ed in periferia e quindi il suddetto mio parallelismo con la visione di Luciano e della sua etica l’ho individuato senza alcun sforzo ed ho compreso subito che il valore critico delle cose del mondo che lo animava era frutto della profonda sua riflessione ed era sempre su tale terreno che lui amava confrontarsi e non nutriva di fronte ad alcuno nessun complesso d’inferiorità intellettuale e che questo non era affatto spocchia od il considerarsi al di sopra degli altri ma spesso la sua verve che prorompeva al di fuori e della quale molti rimanevano stupiti e qualcuno anche ne portava qualche segno di profondo dissenso perchè scambiata spesso con volontà di voler sottomettere gli altri ma invece tutto questo faceva parte delle modalità d’uso di un armamentario che oggi parecchi direbbero osbsoleto ma che al suo posto non hanno saputo costruire null’altro di buono e positivo.Diverse persone ho conoscuto che hanno proferito sentenze in questo campo ma sia io stesso chè lui avevamo giudizi simili soprattutto sulle modalità che venivano da lontano,dai tempi storici degli annni ’60 e ’70,tempi in cui ci eravamo formati. quindi per terminare, ho la consapevolezza di aver perso tutto questo patrimonio che faceva parte di lui e che era anche un mezzo per confrontarci e tessere relazioni.questo insieme alla sua persona mi mancherà come mi mancheranno anche momenti piacevoli e più leggeri trascorsi insieme nelle sere d’estate quando andavamo a farci una pizza a Villastrada al bar Burini. Seguendo tale metodo chiamiamolo della ”condivisione valoriale” ai tempi non lontani della formazione della lista ”Chiusi Futura” ho anch’io insistito presso di lui per la proposta poi rivelata ad altri sulla proposizione di certi nominativi dei quali io stesso nutrivo fiducia di preparazione politica e lui rimase sorpreso sulle ragioni per le quali anche a lui magari quel nominativo non fosse venuto in mente e fosse venuto in mente a me che invece solo marginalmente ho frequentato le assemblee per la formazione della lista.Quel nominativo accettò di farne parte e Luciano fu estremamente contento di tale scelta,della fiducia data e di quella ricevuta.Bene, ci sarebbe da parlare per tantissimo tempo delle discussioni notturne che facevamo nelle sere d’estate inanellando giri dei marciapiedi di Chiusi Stazione fino alle prime ore del mattino ma ne hanno già parlato di questo gli amici che mi hanno preceduto e quindi la finisco qui perchè come al solito l’ho fatta anche troppo lunga…. La prossima estate e quelle dopo ancora nelle sere, caro Luciano tu non ci sarai fisicamente ma voglio dirti con certezza assoluta che tutti ti sentiremo vicino,sentiremo il tono della tua voce che si alzava quando a te sembrava che ci fosse una ingiustizia od una cosa sbagliata da dover contrastare.Non faccio le condoglianze ad Anna,Giovanni e Giulio perchè uomini come te non muoiono mai !
L’ultima volta che ho sentito Luciano era il 15 maggio del 2018. Mi sembra ieri. Oggi, che con profondo dispiacere ho saputo della sua scomparsa, sono andato a rileggermi l’ultimo scambio di messaggi che abbiamo avuto. Sentivo il bisogno di confrontarmi con lui per capire le ragioni di certe sue posizioni circa l’ipotesi di un governo Lega-M5S. Dopo aver letto alcuni suoi post, ero rimasto completamente spiazzato e decisi di contattarlo.
Luciano, mi ha sempre stupito per sua la capacità di avere visioni e opinioni mai banali. Uomo libero e libero pensatore. Mancherà a tutti noi.
In suo ricordo, rendo pubblico questo nostro ultimo scambio “epistolare”.
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Caro Luciano, permettimi una provocazione. Penso di conoscere la tua storia, che, in parte, è anche la mia. E proprio per questo, ti confesso di essere rimasto davvero stupito nel leggere un tuo recente post, in cui ti auguri che riesca il tentativo di formazione di un governo tra Lega e M5S. Un accordo che nascerebbe, di fatto, con l’appoggio esterno di Berlusconi e Meloni. Ora, al netto delle responsabilità del PD, per dirla alla Travaglio, non credi che stiano dando vita al governo più a destra della storia moderna del nostro Paese, dopo quello presieduto da Tambroni nel 1960? Questo aspetto per te ha ancora un valore? Oppure sei arrivato anche tu a pensare che non c’è più distinzione tra destra e sinistra?
Immagino che la tua risposta sia, evidentemente, no. Ovvero, il governo Lega/M5S è un’opportunità e non un problema. Perdonami la provocazione, ma la rivolgo a te al solo intento di capire, davvero. Capire qualcosa in più sul Movimento 5 stelle, qual’è il senso profondo del suo agire. In questo avrei bisogno di un esegeta, che stimo, e quello potresti essere tu. Tra le varie precisazioni, ci metto pure che la mia curiosità personale è legata ad un travaglio interiore. Pur non avendo e non volendo incarichi in questo PD, sono turbato dallo spettacolo poco edificante che sta dando ormai da mesi. Nel 2007 ero convinto che il PD potesse essere quel contenitore di storie politiche e movimenti legati al meglio della storia della sinistra italiana, portatore di valori progressisti e tradizioni democratiche. A distanza di dieci anni, non posso che registrare il fallimento del progetto delle origini e il tradimento della vocazione per cui era nato. Oggi appare un partito fatto per lo più di notabili, ostaggio delle correnti e incapace di ritrovare un’identità e una missione. Detto questo, il Movimento 5 stelle, continua ad inquietarmi, anche se ritengo che il Pd abbia sbagliato a chiudergli le porte in faccia. Ti confesso che mi inquieta per alcuni personaggi che ho imparato a conoscere personalmente, vuoi per questa ambiguità politica di fondo, per l’opacità e l’asetticità di certe figure nazionali. Vuoi per questa presunta, quanto ostentata, supremazia morale, per l’assenza di cultura politica, vuoi per una certa ossessione per la presa ostinata della “Bastiglia”, a tutti i costi. Nonostante ciò, credo che sui temi della legalità, della lotta ai privilegi e dell’innovazione dei processi politici e decisionali, il M5S, abbia dato uno straordinario contributo. Certo, ritengo che abbia preso i voti non tanto su questi nobili temi, quanto su un’operazione di comunicazione davvero straordinaria, come la promessa di una questua di stato chiamata Reddito di cittadinanza. Finisco dicendo che mi piacerebbe capire meglio da te cosa pensi stia davvero succedendo a questo Paese, partendo dalla comprensione del fenomeno M5S. Dammi una mano, se ti va. Nulla a pretendere. Pensieri cari, Andrea
La risposta di Luciano:
Questo spazio mal si presta a ragionamenti ampi come richiederebbero le questioni che hai posto. Cercherò quindi di essere schematico seguendo i tuoi punti dicendoti chiaramente come la vedo.
L’essersi persi di vista necessiterebbe spiegazioni per un percorso politico che mi ha portato a dare una mano ai 5Stelle. Ma seppur necessarie non sarebbero sufficienti se si perdesse di vista che ognuno di noi, alla fin fine, è ciò che fa, è la propria storia che costruisce nel tempo e non tanto quello che dice o come appare agli altri.
Non sono un comunista pentito e i principi che mi hanno orientato nell’ormai cinquantennale percorso politico sono sempre gli stessi: dalla parte dei più deboli, contro le ingiustizie e senza essere in vendita (che in sostanza significa aver ben chiaro cos’è il “principio di appartenenza”).
Destra e sinistra non hanno più senso? No.
Hanno ancora valore politico? No.
Con la caduta del muro il mondo è cambiato e la rivoluzione tecnologica l’ha ulteriormente stravolto. E’ in questa realtà che, secondo me, quei valori di uguaglianza, libertà e fraternità vanno fatti vivere. E con chi avrei dovuto spendere le poche energie che l’età mi ha lasciato? Con gruppuscoli insignificanti come Potere al popolo o con partitini costruiti a tavolino da qualche generale senza soldati, come LeU?
Dici che il governo 5Stelle e Lega sarebbe il più a destra della storia repubblicana. In base a cosa? Secondo qualche schemino preconfezionato dai pensatori di Repubblica? Queste due forze politiche quali interessi sostengono? Chi sono gli strati di popolazione a cui fanno riferimento? Questo, almeno per me, è il nocciolo della questione. Il Movimento che ho conosciuto è fatto soprattutto di operai (più o meno precari) e artigiani; naturalmente ci sono anche un po’ di professionisti ma numericamente sono una sparuta minoranza. Non c’è il ceto impigatizio pubblico, quelli col posto sicuro (impiegati comunali, insegnanti, ferrovieri…).
E sono tutti profondamente incazzati contro i privilegi e la corruzione dei politici, contro le iniquità dello stato (fiscali e sanitarie in primis) e lo strapotere delle grandi aziende, specie quelle dei servizi, contro la legge Fornero e contro l’Europa. Chiamali, se vuoi, populisti ma questa è la loro vita e queste sono le ingiustizie che quotidianamente sentono sulla loro pelle.
Credo non sia difficile capire che le uscite boldriniane in questa situazione altro non sono che benzina sul fuoco. Eppure non sono né razzisti né omofobi, la parità di genere è fuori discussione. Insomma il “politicamente corretto” è praticato ma giudicano l’enfatizzazione un tentativo di distrazione da quelli che ritengono i problemi concreti con cui fanno i conti tutti i giorni.
Detestano i giornalisti, incondizionatamente. Anche Travaglio che pure passa per amico dei 5stelle non è che sia particolarmente amato. Hanno capito, i più per intuito in pochi per cultura politica, cos’è l’informazione in società come la nostra.
Lo straordinario successo dei 5Stelle (e in larga misura anche della Lega) deriva semplicemente dall’aver visto prima di altri che la distanza tra eletti ed elettori era al limite di rottura (fatto ciclico nelle democrazie) e che “l’economia bocconiana filo europea” (il liberismo?) era invisa ai ceti popolari.
Il resto è fritto misto utile per insulse trasmissioni come quelle di Floris, Formigli, Gruber e compagnia cantando.
La politica-politicante ha pensato e pensa di ridurre all’impotenza queste due forze politiche con i soliti arnesi (leggi elettorali su misura, giochini di Palazzo, propaganda e insulti a tutto spiano) senza capire o voler cambiare le cause del fenomeno ma limitandosi a combatterne gli effetti.
Non si prendono più di dieci milioni di voti con le promesse elettorali o con le scie chimiche e i no vax.
Non credo che alla fine il governo Di Maio-Salvini vedrà la luce ma non per incapacità dei contraenti come dice il fiume main stream ma più semplicemente perchè le forze che si oppongono (quelle vere!) sono troppe e troppo forti a cominciare da Bruxelles.
Sulla cultura politica del Movimento ci sarebbe molto da dire, mi limito a segnalare che studiano molto seriamente i problemi e le questioni istituzionali ma che, per i miei gusti, è assai carente nella visione di se stessi e di se stessi in rapporto agli altri. Faticano a capire, non tutti ovviamente, cosa significhi essere la prima forza poltica del paese sia per quanto riguarda gli oneri che gli onori. Sono consapevoli che il voto che prendono è un voto di opinione ma si organizzano nel territorio come le cellule del Pci di una volta (si pagano le quote, si distribuisce il lavoro pratico e intellettuale…) ma non vogliono capi. Tutti amano Grillo, nessuno Casaleggio junior.
Sono meno ingenui di come li dipinge la grande stampa, non sono assolutamente fascisti (do you remember Repubblica?), faticano a comporre gli scazzi personali e non tutti si capacitano del perchè “le regole” degli inizi si stiano lentamente modificando con il crescere dei consensi.
Insomma la cultura politica, come è sempre avvenuto, si acquisisce sul campo e il Movimento, che pure sta facendo passi da gigante anche su questo versante, è ancora, nel complesso, una forza troppo giovane. Se sul piano istituzionale (comuni, regioni, parlamento) il gap iniziale con le altre forze politiche non esiste più su quello più squisitamente politico (posizionamento sulle questioni, presenza attiva nella società…) sono ancora troppo cauti, ingessati e spigolosi. Ma sono riusciti a cambiare l’agenda l’agenda poltica di questo paese, con le parole e con l’esempio. Il non essere coinvolti in scandali e ruberie non è particolarmente apprezato nei salotti televisivi ma tra gli strati popolari è una enorme dote di merito. I politici del passato che più sento nominare all’interno dle Movimento sono Berlinguer e Pertini. E non è un caso.
E infine una cosa: ho avuto modo di conoscere diversi parlamentari 5Stelle, alcuni bravi altri bravissimi, altri ancora semplici e ingenui ragazzi ma tutti orgogliosi di restituire parte dello stipendio. E molti di loro vengono da famiglie operaie come le nostre per le quali privarsi di cifre da decine e decine di migliaia di euro è meno banale di quanto si pensi. Uno mi ha detto che è stato male per quindici giorni quando i suoi, dopo aver saputo quanto aveva restituito, lo avevano preso a male parole.
Si, la sinistra c’è ancora. Nelle persone, non nelle forze politiche.
Il Pd? Non è, a mio avviso, il partito dei capibastone ma il “partito degli affari” e aver detto no ai 5Stelle è un grande rischio. Economico prima che politico. Se un governo ostile cambia il registro delle multiutility e delle coop il Pd può portare i libri in tribunale perchè, come dicono a Firenze, senza lilleri ‘n si lallera.
Non so di che utilità ti possa essere questo lunghissimo pistolotto. Spero almeno di non averti annoiato. A me ha fatto piacere risentire una brava persona.
Se n’è andato Luciano,
la notizia m’è giunta solo oggi inaspettata come un pugno, cogliendomi totalmente impreparato ammesso che lo si possa essere. Sapevo di problemi di salute ma non immaginavo esser di simile gravità.
La vita è fatta di bivi, spesso scelti a volte subiti, che possono allontanarti pur non volendo, ma l’amicizia, l’affetto e la stima quando provengono da principi ed ideali condivisi non muoiono mai. Anzi, con gli anni che avanzano i ricordi si fanno più dolci e vivi: un gruppo di giovani amici che fino a tarda notte facevano “il giro della stazione” discutendo di Politica, problematiche sociali con fervore, entusiasmo contagioso e sana goliardia.
Luciano era li intelligente animatore e punto di riferimento per noi tutti.
Ora c’è un vuoto, un buco nero profondo nella mente e nel cuore….
Ci vediamo al “bar del Cacciatore” che ci facciamo un giro…
Ciao,Luciano. Mi ricordo delle nostre discussioni e dell’esperienza in sezione e nell’Agora.non cu siamo piùvisti,ma ti ricordo con amicizia ed affetto