CHIUSI, RIPRISTINATA LA STORICA “COMMISSIONE ARCHEOLOGICA” CON STUDIOSI DI LIVELLO INTERNAZIONALE. SERVIRA’?

giovedì 23rd, marzo 2023 / 15:30
CHIUSI, RIPRISTINATA LA STORICA “COMMISSIONE ARCHEOLOGICA” CON STUDIOSI DI LIVELLO INTERNAZIONALE. SERVIRA’?
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CHIUSI – “Dopo la delibera consiliare che ne ha decretato il ripristino, martedì 21 marzo si è riunita per la prima volta in consiglio comunale, in modalità ‘da remoto’, la Commissione Archeologica Comunale composta da studiose e studiosi di archeologia di chiara fama, provenienti da diverse Università e Istituti italiani e esteri”. Comincia così un comunicato stampa diffuso oggi da Comune di Chiusi. La notizia è rilevante. Perché quando si muove la cultura è sempre un fatto rilevante. Poi anche perché a Chiusi la “questione archeologica” non è questione secondaria. Il fatto che sia stata rimessa in piedi la Commissione fa tornare il pensiero a periodi migliori e alla storia con la S maiuscola. Come ricorda il comunicato citato, “la Commissione, istituita per la prima volta nel 1860, è un organo che a Chiusi ha scandito momenti fondamentali nella storia dell’archeologia locale tra ‘800 e ‘900, in particolare determinando la nascita della prima raccolta archeologica comunale che ha dato poi origine al Museo nazionale e lavorando alla realizzazione delle opere infrastrutturali che hanno tutelato e valorizzato le tombe dipinte”. Oggi lo scenario rispetto ai tempi in cui nasceva l’Italia unita e a quelli successivi che videro scavi e studi importantissimi nel territorio chiusino (si pensi a Doro Levi e Ranuccio Bianchi Bandinelli), è profondamente cambiato, ma la rinnovata Commissione, “all’interno della quale dialogano Soprintendenza, Musei e Università, potrà dare un apporto tecnico fondamentale nel quadro territoriale dell’antico agro chiusino, interagendo con il tessuto sociale e culturale locale e rilanciando il ruolo di Chiusi nella promozione degli studi etruscologici”.

I componenti la Commissione sono: il sindaco Sonnini;  il presidente del Gruppo Archeologico locale Enrico Mearini; il Presidente dell’Opera del Duomo Massimiliano Barbanera; il Direttore del Museo nazionale Fabrizio Vallelonga; il Presidente dell’Istituto Nazionale di Studi Etruschi Giuseppe Sassatelli; poi i rappresentanti della Soprintendenza della Toscana Ada Savi e dell’Umbria Paola Romi; Maria Teresa Cuda del Museo della Preistoria di Cetona; Giulio Paolucci del Museo Civico Archeologico di Chianciano;  Giovanna Bagnasco Gianni dell’Università d Milano; Enrico Benelli dell’Università di Roma Tre; Stefano Bruni dell’Università di Ferrara; Elisabetta Govi dell’Università di Bologna: Laurent Haumesser del Musée del Louvre di Parigi; Antonio Maggiani dell’Università Ca’ Foscari di Venezia; Laura Michetti della Sapienza di Roma;  Jacopo Tabolli dell’Università per Stranieri di Siena.

Nella prima riunione, tenutasi appunto martedì scorso, si legge nel comunicato “sono state trattate le strategie progettuali che l’Amministrazione comunale sta portando avanti in questo periodo” e tra gli altri argomenti è stato annunciato “l’inizio imminente di una campagna di indagini geofisiche con tecniche non invasive (georadar). L’indagine, che sarà svolta sotto l’alta sorveglianza della Soprintendenza ABAP-SI che ha già rilasciato al Comune la concessione, ha l’obiettivo di acquisire in breve tempo nuovi dati sulla topografia antica del centro storico, individuando e mappando presumibilmente strutture archeologiche sepolte sinora non conosciute e facendo riemergere una parte ‘invisibile’ del centro storico“.

“Conoscere e tutelare è fondamentale per sviluppare una progettualità sensibile al delicato rapporto che lega la città moderna a quella antica su cui essa è sovrapposta, con l’obiettivo di valorizzare al meglio il nostro patrimonio accrescendo la consapevolezza culturale dei cittadini e rilanciando sul piano turistico l’immagine della nostra città.” dicono il sindaco Sonnini e l’assessore alla cultura Mattia Bischeri, che tra l’altro è del mestiere, facendo l’archeologo di professione.

Come abbiamo già detto, la rimessa in moto della Commissione Archeologica va considerato un passaggio importante e fondamentale per la tutela e la valorizzazione del patrimonio chiusino e per la ricerca di nuovi tesori. Un passaggio decisivo sul piano “accademico” per il coinvolgimento di studiosi e di facoltà universitarie e istituzioni nazionali.

Sul piano della fruibilità dei siti archeologici e del rilancio turistico invece il timore è che sia pressoché ininfluente. Perché il piano accademico e quello gestionale-promozionale sono due cose differenti e distinte, anche distanti.

Chiusi è storicamente il “fulcro” archeologico di questo territorio, il luogo archeologicamente più rilevante, ma ciò non è stato sufficiente a far decollare la città come meta turistica. Hanno fatto più audience i bronzi di San Casciano che secoli di storia e di scoperte chiusine…  Questo perché, come abbiamo scritto tante volte, gli etruschi purtroppo non fanno… farina. Non costituiscono un richiamo di massa, ma al massimo di… nicchia. Gli Etruschi non si vedono ad occhio nudo, parlavano una lingua incomprensibile e ancora non del tutto chiara, ormai morta e sepolta. Non hanno lasciato niente se non tombe, anche le statuette e gli oggetti rinvenuti sono per lo più afferenti a corredi funebri. Gli etruschi, per una città come Chiusi, costituiscono le radici, certo, ma nessuno guardando una pianta pensa a come siano fatte le radici, tutti, tranne gli agronomi, si fermano a guardare la chioma e a discutere di quella…

Gli Etruschi vanno tutelati, studiati, valorizzati, anche giocando un po’ sul mito (quello di Porsenna che giunse a sfidare Roma, per esempio), ma per riuscire a far parlare di sé, Chiusi non può puntare solo sugli etruschi e su quello che c’è sottoterra nel territorio chiusino. C’è una storia più recente che merita quanto gli etruschi di essere conosciuta e valorizzata: l’epoca romana, quella Longobarda nella quale Chiusi fu una capitale, poi il medioevo e il ‘500 con la strenua difesa della Repubblica di Siena… Ma c’è anche la contemporaneità, ed è per questo che da anni, su queste colonne proponiamo che Chiusi si inventi qualcosa di dirompente, di visibile da lontano, qualcosa che faccia parlare la stampa, la tv, i comuni limitrofi e tutta l’Italia di Chiusi.

Sul piano archeologico solo il ritrovamento del famoso Mausoleo di Porsenna, quello con la chioccia e i 5.000 pulcini tutti d’oro potrebbe rappresentare un “crash” del genere. Ma siamo convinti che nessun archeologo tra quelli della neo-rinata Commissione chiusina scommetterebbe un centesimo sulla possibilità di trovarlo…

Quindi va benissimo la Commissione Archeologica, ma nessuno si faccia illusioni. E’ una cosa serissima, che serve a studiare e a progettare scavi o ricerche, ma con il rilancio turistico c’entra poco o niente. Questo bisogna dircelo.

m.l. 

 

 

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