CASO AUDITORIUM LA VILLETTA, IL TAR ANNULLA GLI ATTI E RIASSEGNA I LOCALI ALLA SCUOLA. I PODEMOS CANTANO VITTORIA E SPARANO SU SCARAMELLI, BETTOLLINI E PURE SU SONNINI E CARDAIOLI

CHIUSI – Sarà un San Silvestro politicamente amaro questo del 2022 per il sindaco Sonnini. I Podemos, che sono ormai fuori dalla coalizione di maggioranza, pur non essendo passati ufficialmente all’opposizione, hanno deciso fi non fare sconti, neanche nella giornata dell’ultimo dell’anno e, proprio a poche ore dallo scoccare della mezzanotte che segnerà il passaggio al 2023 si son tolti qualche sassolino dalle scarpe e hanno sparato il loro “botto”. Senza impaurire cani, gatti e canarini, ma mettendo alla berlina le ultime due amministrazioni e pure quella in carica che hanno contribuito a far nascere. Il pretesto o “casus belli” è la vicenda dell’Auditorium La Villetta, che fece molto discutere nell’estate del 2021 e che nei giorni scorsi ha visto il pronunciamento del Tar della Toscana che ha annullato gli atti con cui l’amminisrazione Bettollini assegnò i locali (facenti parti dell’Istituto Superiore Valdichiana) alla Fondazione Lombardi, quella che gestiva il Make Campus, la scuola di alta formazione nel settore moda e design che di recente però ha lasciato Chiusi per trasferirsi (non senza polemiche, a Cetona). Il Gruppo Possiamo che all’epoca del fatto era ancora all’opposizione si schierò contro la decisione di Bettollini e oggi canta vittoria. E lo fa con un corposo comunicato stampa, che non lascia spazio ad interpretazioni.
Eccolo:
Nel Luglio 2021 con la pubblicazione di una manifestazione di interesse ed un successivo bando, l’amministrazione comunale di Chiusi cedeva in comodato d’uso gratuito alla Fondazione Lombardi, i locali dell’auditorium “La Villetta” situato all’interno dei plessi scolastici Graziano da Chiusi e istituto Valdichiana. Come gruppo Possiamo ci schierammo da subito contro quella decisione che toglieva uno spazio dalla disponibilità della scuola e non teneva conto di un accordo di programma del 1999, ancora in vigore, tra Provincia e Comune che sanciva l’uso di quel locale a favore della scuola stessa. Non dimentichiamo poi che nella tormentata vicenda della Villetta c’era stata in passato la decisione dell’allora Sindaco Scaramelli, che senza un doveroso confronto, in maniera unilaterale, aveva trasformato l’immobile in auditoriium, sottraendolo alla sua naturale e necessaria destinazione di laboratori utilizzati dalla scuola e da una associazione che si ocupava di innovazione tecnologica. E’ di questi giorni la sentenza del Tar della Toscana che annulla gli atti con cui l’amministrazione Bettolini assegnò la sala alla Fondazione Lombardi restituendola di nuovo alla scuola. Esprimiamo soddisfazione per l’esito del procedimento amministrativo, le posizioni da noi sostenutene nel 2021 hanno trovato pieno riscontro in quella sentenza. Ci sentiamo di manifestare anche un certo rammarico, la politica rappresenta ancora una zona franca nella quale le responsabilità non emergono. Non invochiamo certo nessuna gogna ma crediamo che gli ultimi tre sindaci abbiano, riguardo a questi eventi, precise responsabilità: Scaramelli che in maniera autoritaria e senza il necessario confronto cambiò la destinazione d’uso, ignorando la necessità di spazi per i laboratori; Bettolini che con un atto che andava palesemente contro l’accordo di programma del 1999, come sancito dalla sentenza di questi giorni, assegnò La Villetta alla fondazione Lombardi; l’attuale Sindaco Sonnini che avrebbe potuto rinunciare al contenzioso con la scuola e non l’ha fatto perché probabilmente questo avrebbe significato denunciare politicamente un grave errore dell’amministrazione precedente verso la quale, nonostante le dichiarazioni fatte in campagna elettorale, non sembra per nulla in discontinuità. L’attuale sindaco dovrebbe motivare le ragioni per cui non è stata percorsa la via della composizione bonaria della controversia, all’indomani della rinuncia alla concessione da parte della Fondazione Lombardi, non approfittando dei termini concessi da parte del Tar che aveva rinviato l’udienza fissata originariamente il giorno 11 ottobre all’ 8 novembre 2022, proprio per dar tempo alle parti di accordarsi. Ciò avrebbe permesso anche di evitare al comune il pagamento delle spese processuali e ridurre le spese legali. Riteniamo inoltre insensate le dichiarazioni della segretaria del pd, rilasciate alla luce della comunicazione dell’esito processuale, con le quali afferma che il suo partito all’epoca dei fatti era disponibile ad un confronto. Certo, l’apertura di un tavolo per cercare di soddisfare le esigenze di tutti i soggetti coinvolti sarebbe stata doverosa ma passava per il disconoscimento del provvedimento con cui il Sindaco Bettollini aveva ceduto i locali alla Fondazione con un atto ad oggi dichiarato illegittimo.
Come si vede, i Podemos mantengono le loro critiche alle amministrazioni Scaramelli e Bettollini. per le scelte a suo tempo operate circa la destinazione di quei locali scolastici, ma estendono il loro j’accuse, anche all’amministrazione in carica, anzi sembrano proprio Sonnini, la Giunta attuale e la stessa segretaria del Pd locale, i bersagli principali della critica del gruppo di sinistra, ormai “autonomo” anche in Consiglio Comunale. E tra le righe, ma neanche troppo velatamente, i Podemos accusano Sonnini e Cardaioli, non solo di non aver tentato la strada della “composizione amichevole del contenzioso”, ma di aver evitato di porsi in discontinuità con le amministrazioni precedenti, venendo meno alle stesse dichiarazioni fatte nella campagna elettorale del 2021, quando fu proprio la “frattura” con Bettollini il collante della nuova coalizione allargata alle due ex opposizioni M5S e Possiamo, appunto. La discontinuità insomma sarebbe andata a farsi friggere.
Non è chiaro se questa dura presa di posizione dei Podemos significhi un ulteriore spostamento dal “passo di lato” ai banchi dell’opposizione. Lo vedremo prossimamente. Di certo non è un un messaggio di auguri per il nuovo anno a Sonnini e al Pd.
Quanto alla vicenda in sé, il pronunciamento el Tar che cancella gli atti a suo tempo prodotti e riassegna i locali alla scuola, arriva comunque a tempo scaduto, quando la questione si è già risulta da sola, con l’addio della Fondazione Lombardi, che ha trasferito il Make Campus a Cetona, abbandonando Chiusi. Forse, come scrivemmo al momento dell’addio, sono sate proprio le polemiche sui locali in via della Villetta il detonatore che ha consigliato alla Fondazione il trasferimento in altro comune. Forse Scaramelli prima e Bettollini poi hanno fatto delle forzature per assecondare quella che ritenevano una opportunità, il Tar adesso in sostanza lo conferma. Ma in questa storia non sono gli unici che debbono fare mea culpa. Perché Chiusi in tutto ciò può solo fare la conta dei danni. Sono certo più le cose che ha perso di quelle che ha guadagnato. Sotto tutti i punti di vista.
m.l.
Bettollini non poteva pensare che La vicenda non potesse finire così, anche se si parla di giurisprudenza era matematico che il Tar si pronunciare così, l’accordo di programma del 1999 tuttora in vigore non poteva essere scavalcato. Avrebbe dovuto pensare ad un’altra soluzione.
O le nostre amministrazioni sono consigliate da degli azzeccagarbugli o ci sono volontà politiche incomprensibili.
X Luca Scaramelli: tutte e due !
Caro direttore vedo che questo articolo, ad oggi, è stato letto da 226 persone, la cosa strana è che nessuno abbia niente da commentare. Io credo che la madre di tutte le questioni, nel nostro paese, sia la mancanza di dibattito, la voglia di “esporsi” anche solo commentando un blog o un giornale. Da anni, leggendo Primapagina e Chiusiblog, noto che le persone che scrivono commenti si possono contare sulle dita di una mano. Passano le amministrazioni, i partiti, le persone ma non cambia la brutta abitudine di non aver voglia di partecipare.
pensa che l’articolo sui “fumi” della fabbrica del pellet a Po’ Bandino lo hanno letto oltre 32.000 (trentaduemila) persone, il sindaco Pievese ha dovuto rispondere ad una interrogazione in Consiglio sull’argomento, ma nessun comitato ambientalista ha detto o scritto una parola… Eppure dal caso Acea non è passato un secolo… Devo dire però che spesso chi si espone magari replicando a qualche articolo, dimostra di non avere dimestichezza con la lettura dei giornali.
X Marco Lorenzoni. Si è vero codesto della dimestichezza ma la sostanza secondo me è quella che cita Luca Scaramelli.A Chiusi non ci sono a differenza di altre parti su tale tema ” cittadini”, se non pochi e guarda caso hanno tutti una fascia di età abbastanza alta, segno è che alle generazioni più giovani sono stati forniti pennello e colore bianco e lo continuano ad usare in maniera che la mano che passano di bianco sia un silenziatore vuoi per mancanza di fiducia verso la politica (e tutti i torti non li hanno) vuoi perchè il sistema che li circonda è così imbevuto di ”ristrettezza concettuale” che se ne guardano bene dall’esporsi perchè hanno paura che i loro pensieri si possano ritorcere contro nell’ambito delle possibilità lavorative, nell’ambito di poter trovare uno sbocco ed uno sfogo alle loro sacrosante spinte per migliorare se stessi. Crescono in un mondo che li fà crescere ripiegati su se stessi, sperando che l’unica cosa che hanno di fronte possa essere il servilismo anche non solo manifesto ma concettuale, costretto verso la politica e la maggior parte di questi è indotta a piegarsi verso tale condizione.Era così prima ed è altrettanto così oggi.Spesso si vergognano e si sentono anche umiliati e comprendono che la loro sia una condizione senza sbocchi ma alla quale comunque si sottomettono sperando di ricavarne qualcosa di concreto: siamo all’opera di Rousseau che il ” Contratto Sociale” si trasforma mirabilmente ed improvvisamente in ”Ricatto Sociale”. E allora purtroppo spesso i maggior sostenitori di tale sistema sono coloro che direttamente ne fanno le spese.Qualcuno molto lontano geograficamente nel secolo passato scrisse ”ribellarsi è giusto” e conquistò un paese sterminato dove avevano regnato fame, miseria,terrore e prepotenza ma alla fine vinse e vinse per il semplice fatto che quegli uomini che lo seguirono non avevano nulla da perdere se non le loro catene.Oggi sono poco meno di un miliardo e mezzo ed in meno di un secolo sono assurti ad una delle nazioni alla guida del mondo riscattandosi da una miseria di secoli e secoli ed hanno dimostrato a tutti la veridicità del pensiero che ”senza teoria non c’è rivoluzione”. Da noi la teoria invece è sempre la stessa, ed il materale umano non è formato da quei numeri.Ritengo che la nostra scuola di civiltà che potrebbe essere un faro guida nel mondo e che potrebbe servire a tanti altri per abbreviarne le sofferenze, ma il silenzio con il quale tale nostra civiltà è costretta ad esprimersi è una gabbia che comprime il futuro perchè spesso è anche deviato il giudizio che fornisce sui fatti della storia.Di fronte a tali trasformazioni il tempo che è passato di meno di un secolo per quella nazione è qualcosa di inesistente ed imparagonabile se guardiamo all’indietro di secoli e secoli.E’ per questo che la nostra civiltà corre il rischio di venire risucchiata e di scomparire se rimane legata al carro di una società come quella americana ed anglosassone che nel mondo ha prodotto oltre alla tecnologia usata per il sistema del profitto, guerre, coca cola, prostituzione e banditismo sociale ed imperialismo basato su tali concetti. e non mi si dica di no perchè dove sono arrivati quello hanno portato.Hanno forse prodotto cose più importanti oltre a liberarci dal nazifascismo con le armi e con gli eserciti ma solo per scopi di sfruttamento basati su ciò che dicono loro della libertà e per farci ricadere nella loro orbita ? Hanno una società di 330 milioni di persone dove 60 milioni sono sotto la soglia di povertà,ma le sappiamo e le valutiamo queste cose oppure no ?Cosa hanno da insegnare al mondo se non la sottocultura del dominio economico ? 4e allora presto o tardi ci do0vremmo liberare da questo giogo che non è basato sulla libertà ma è basato sul riprodurre le differenze sociali che esistono e che specialmente nell’ultimo secolo sono state prodotte da loro e dalle loro alleanze.Sono i popoli quelli che alla fine pagano le cambiali firmate da classi sociali corrotte alle dipendenze dei ricchi, mentre appunto la ricchezza si concentra in meno numero di mano ma sempre più ricche. E allora guerra alla guerra e ” la rivoluzione” in questo senso che è rivoluzione di concetti diventa liberatoria e diventa speranza ed è l’unico modo di sopravvivere. Bisognerebbe dirglielo a chi parlerà a San Silvestro nel 2023.
Caro Sacco Buon Anno e complimenti per le tue analisi sempre approfondite e accattivanti.
Discutere di ” Rivoluzione ” e ” Liberazione Umana” per chi si definisce di sinistra è molto importante.
Io che ho una visione più moderata della tua (senza essere per forza un conservatore) ti invito a riflettere sulla complessa realtà come quella Cinese, che ha fatto e farà passi da gigante, ma che non mi sembra un faro di Democrazia e di diritti civili. Con tutti i suoi limiti mi sento ancorato alla civiltà umanistica Europea che (questa sarebbe una grande Rivoluzione) potrebbe essere un modello alternativo sia al mondo Anglosassone di matrice Americana che a modelli autarchici oggi prevalenti in larga parte del mondo.
La Democrazia non si esporta ma Libertà e Giustizia Sociale non sono termini contrapposti .
Un saluto e lunga vita a Prima Pagina…..
X Mario Morellini. Grazie degli auguri Mario, sempre graditi.Credo di poter dire- e forse lo si vede dai concetti chiamati in campo nella riflessione-che la democrazia non è uno stato di grazia ma è quel complesso di regole e di condizioni per le quali la tendenza all’eugualitarismo sociale ed alla meritorietà individuale possano marciare sostanzialmente di pari passo. Tale condizione- se guardiamo alla storia- non è mai da nessuna parte stata raggiunta ma quello che conta e che deve pesare nei giudizi è LA TENDENZA, e cioè un progressivo movimento, di certo lento della condizione umana nella salita della scala dei valori umani. Quindi per misurare tutto questo occorre conoscere culturalmente e storicamente quali siano i punti di partenza. La tanto disprezzata in occidente Rivoluzione Russa del 1917 dalla quale nacque l’Unione Sovietica fu la reazione organizzata di gruppi al sanguinario potere dei Romanoff che furono defenestrati per mano di una deflagrazione sociale alla quale compressione civile,economica e mlitare aveveno largamente contribuito col loro regime.Allora, per non farla tanto lunga, l’URSS da quel punto di vista partì quasi dal medio evo soprattutto perchè era una società agricola ed in 80 anni con sforzi ed anche con tragedie sociali assurse ad una delle nazioni più potenti ed industrializzate del mondo ed è inevitabile che tutto questo sia avvenuto sotto un tallone di ferro denso appunto di tragedie e di compressione alle libertà individuali se paragonate a quelle occidentali,ma che come vedi non sono bastate per assicurare a quel sistema la sopravvivenza perchè un altro sistema l’ha sostituito e se vogliamo definirlo più propriamente è il sistema autocratico e capitalista che attraverso passaggi di tipo nazionalistico, ben diverso da quello ”internazionalista” che guidava la politica dell’URSS, si è affermato.La storia Mario non fa i salti e non si fà con le forbici perchè abbiamo visto che anche se li facesse, dovrebbe combattere con un sistema che ha conquistato il mondo e che è in vigore da 2000 anni che si chiama col nome di ”capitalismo” a cominciare dalla condizione primordiale dell’uomo,ma è un sistema che frena i cambiamenti che occorrerebbero perchè è un sistema impostato sulla forza da sempre (vedi la storia) e sulla persuasione occulta con la quale oggi combattiamo nella nostra società per la quale viene espanso il concetto del consumo spesso scambiato dalle menti ” embedded” con la democrazia e la libertà.Le ho definite prima queste forme all’nterno del sistema cosa invece rappresentano (se hai i soldi sei libero se non li hai non sei libero…).Qui caro Mario il problema che viene da lontano è quello che dopo pensatori e filosofi che hanno rilevato la necessità di cambiare il mondo si tratta adesso di cambiarlo davvero perchè se non lo si cambia il mondo finisce, ed il mondo è stato condotto e continua ad essere condotto con un idea generale, un principio guida che si è espanso nel tempo e che non è mai cambiato. La riflessione che fai sulla Cina per esempio è tipica di coloro che all’interno di questo sistema non hanno la considerazione dei punti di partenza e soprattutto non riescono ad inquadrare un progressivo andamento di quella società nel suo complesso, perchè quello che conta per essere aderenti alla credibilità è la TENDENZA, e coloro che dicono che all’interno di quella società il fenomeno più brutale capitalistico è quello dello sfruttamento delle masse da parte di uno stato autocratico al cui vertice vi è una ristretta cderchia di burocrati, in parte dicono la verità ma non riconoscono che una società come quella cinese (tutti sanno in occidente quanti miliardi di persone conta ma non si figurano nemmeno come possano vivere in una società organizzata un miliardo e mezzo di persone e perciò emettono sproloqui quando parlano di libertà e di democrazia perchè le sole forme che conosciamo di tale libertà e democrazia sono quelle molto relative sulle quali noi ragioniamo e che prendiamo a misura che sono poi quelle occidentali).Ma chi l’ha detto che vadano bene e che debbano essere estese anche a loro ? Sappiamo qualcosa del concetto che hanno della famiglia, dei figli, delle relazioni sociali all’interno di quella società anche se certi aspetti si stanno uniformando con quelli della società globalizzata?Quanto al loro sistema politico le cose e gli studi sono molto complessi per la ragione che per tenere insieme un miliardo e 400 milioni di persone ( più del doppio di tutta l’Europa e con un alta differenziazione etnica- pensiamoci a questo quando ne parliamo-) esiste un solo partito politico ma che promuovendo gli aspetti del capitalismo all’interno di quella societa alla fine si ritorna al concetto dello scontro di classe poichè 100 milioni di ricchi regnano politcamente sul 1 miliardo e 300 milioni di poveri e di classi medio basse con una visione che si offre a quest’ultime di poter migliorare in futuro seguendo le logiche capitalistiche la loro condizione. Quello stato si trova a dover coniugare un equilibrio che in poco tempo rischia di essere sconvolgente per la nazione stessa, per la convivenza sociale e per tutte quelle condizioni che l’Occidente spera in cuor suo che deflagrino e che riportino la Cina al vassallaggio che aveva da secoli. Le logiche queste sono perchè se allenti le briglie in una società di quel numero di popolazioni alla fine il sistema economico è l’agente principale per sconvolgere l’agente e la guida polica. Ed allora la saggezza politica dei suoi dirigenti non dobbiamo sottoporla a dei giudizi affrettati ed utilitaristici come noi vorremmo anche perchè-ed è un concetto VINCENTE- i cinesi non hanno fretta e non considerano il tempo come lo consideriamo noi occidentali che pretendiamo tutto e subito, le redditualità, gli investimenti, le progressive acquisizioni e partecipazioni all’interno di altre economie,ma progettano a lunga distanza e questo fa di loro dei vincenti nei confronti nostri e qui si evidenziano anche le falle del nostro sistema che sostanzialmente è stato sempre quello della rapina coloniale che è cresciuto senza tanti scossoni perchè al nostro interno è stata ripartita la ricchezza predata per secoli e da quella è nata la società industriale che ha dominato il mondo e che ha ripartito al nostro interno una certa ricchezza e benessere impedendo forti scossoni, ma che lo si sappia si è apoggiata sul sangue dei dominati e dei popoli coloniali rapinati delle loro materie prime in accordo con le loro aristocrazie tribali,di gruppi e di dinastie. Le contraddizioni ci sono e scoppiano quasi sempre perchè storicamente le nostre politiche di forza hanno portato quei popoli ad essere divisi, reattivi fra loro, e schiavi del nostro sistema di valori, compresi quelli religiosi occidentali che soprattutto con l’evangelizzazione – quella che considero un aspetto pernicioso penetrante e subdolo- hano portato alla reazioni di coloro che in casa propria si sono visti progressivamente sormontati e distrutti i concetti come quelli della famiglia, della cultura femminile e della sua convivenza all’interno di quelle società. Abbiamo strattonato il mondo Mario Morellini con nostri interessi che non hanno guardato in faccia a nessuno-la storia dell’Iran per esempio e di ciò che stà avvenendo insegna e ci dovrebbe spingere alla riflessione-.invece tutt’altro avviene e come avviene con l’Iran teocratico avviene in circostanze diverse con la guerra dell’Ucraina proprio per la costante e progressiva penetrazione dei concetti occidentali soprattutto del consumo presentato alle masse come la salvezza mentre non si riflette con gli occhi degli altri -l’ho precisato al riguardo del discorso di fine anno di Mattarella- che dovrebe essere tendenzialmente onnicomprensivo di certe realtà e di non applicare totalmente la visione americana ed occidentale di quel problema.Invece tutti zitti, silenti ed a capo basso, nessuno che abbia proferito parola nei giornali e nei comparti mediatici.Tutt allineati e coperti, poi quando ci sormonteranno i cinesi o gli indiani di turno che insieme fanno metà della popolazoone mondiale allora le badanti alle loro donne saranno le nostre mogli….preparamoci perchè non c’è scelta… L’alternativa a tutto questo è la guerra mondiale che come dice giustamente Papa Francesco è già cominciata e nessuno se n’è accorto, ma è la guerra mondiale proprio per le ragioni di dominio che sono proprie ed insite nel sistema dei valori occidentali, non riguardano affatto il progressivo benessere esteso a tutti, quello ce lo raccontano a noi….e sul capire il perchè siano insite non bisogna andare tanto lontano, basta guardare alla storia ed al sangue versato.e se permetti l’alternativa a tutto questo che hai sentito dalle mie parole di uomo della strada è una sola: si chiama socialismo, ma per affermarlo e ad arrivarci i concetti che devono essere cambiati sono quelli che ci dominano adesso che si chiamano legge del capitale ed appunto ripetendomi lo disse Karl Marx anche di certo in circostanze di verse da quelle odierne ma poi poi non tanto nelle sue fondamentalità: ”L’unica cosa che possa cambiare tutto questo è una rivoluzione”. e la rivoluzione tu m’insegni che nella storia umana non è solo quella della piazza e della sommossa o dell’occupazione del ”Palazzo d’Inverno”, ma è quella di essere critici in primis verso se stessi e verso gli altri, ed essere aperti al nuovo, certamente in maniera sempre critica, comprendendo che la difesa dei propri interessi debba finire qando arriva ad inficiare quella degli interessi collettivi e di tutti dove NON DEBBONO ESSERE CONTEMPLATI soprattutto quelli egoistici che riguardano ciò che viene inteso volgarmente come il ”sovrappiù” ed oggi tale condizione viene permessa automaticamente in nome del concetto di libertà individuale che ci hanno inculcato all’interno di questo sistema, perche in questo modo ci hanno educato a pensare.E purtroppo si verifica che l’ostacolo principale a tale cambiamento in casa nostra sono i poveri. Il sistema ha abbracciato anche e soprattutto la loro mente dove agli anelati consumi sono materia reattiva ad essere usata e scagliata contro ogni forma di cambiamento.I governi italiani in 75 anni della loro storia dal dopoguerra ad oggi hanno combattuto la sostanza e l’etica per la quale la condizione avesse potuto cambiare ed ancora oggi lo stanno facend, anzi con l’apporto di parte della classi subalterne penetrate dall’etica politica della conservazione.E’ stato sempre così fino ad adesso ed ancora continua.Quindi caro Mario -come vedi- la lotta da farsi è contro tale sistema ma fatta non in maniera primitiva e distruttiva ma reclamando che le istituzioni pubbliche siano la fonte di una educazione che venga data a singoli individui, in forma totalmente laica, lasciando la libertà di coltivare gli aspetti religiosi della vita e della cultura da chi si senta di sostenerli ma non con i soldi pubblici perchè l’italia è uno stato laico e non confessionale.A ognuno il suo in una forma civile di convivenza e senza interferenze.Questo vorrebbe dire civiltà, cosa che difficilmente all’interno della nostra società italiana si è affermata e che non esiste nemmeno adesso.Ti saluto Mario.