LA SCOPERTA DEL SECOLO: 24 BRONZI INTATTI RIEMERGONO A SAN CASCIANO BAGNI, ROBA DA FAR IMPALLIDIRE I BRONZI DI RIACE

martedì 08th, novembre 2022 / 12:33
LA SCOPERTA DEL SECOLO: 24 BRONZI INTATTI RIEMERGONO A SAN CASCIANO BAGNI, ROBA DA FAR IMPALLIDIRE I BRONZI DI RIACE
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SAN CASCIANO BAGNI – Che il “Santuario ritrovato” nei pressi del Bagno Grande di San Casciano potesse cambiare la geografia archeologica del sud senese lo avevamo già scritto. Che fosse una scoperta sensazionale per dimensioni e tipologia del sito e dei singoli reperti era evidente fin dai primi momenti dello scavo. Ma è di oggi la notizia del ritrovamento, nei giorni scorsi, di 24 bronzi che possono far impallidire perfino i Bronzi di Riace. Un giovane efebo, bellisimo che sembra addormentato sul fondo della vasca, Accanto Igea, la Dea della salute, con un serpente arrotolato al braccio… Poco distante Apollo e poi ancora altre statue di imperatori, fanciulli, matrone romane…  In tutto, come dicevamo, sono 24 statue in bronzo, tutte di raffinatissima fattura, tutte integre e in perfetto stato di conservazione, alcune (5) sono alte un metro.

Il tempio votivo costruito in un luogo termale consacrato alla fertilità e alla salute è di dimensioni imponenti, come nessun sito archeologico locale, con una messe di reperti restituiti (capitelli, colonne, statue, monete, bronzetti) mai vista, neanche nella vicina Chiusi che è la capitale archeologica del territorio e che adesso rischia di vedersi scavalcare da San Casciano dei Bagni.

“Una scoperta che riscriverà la storia e sulla quale sono già al lavoro oltre 60 esperti di tutto il mondo” annuncia in anteprima all’Ansa l’archeologo Jacopo Tabolli, giovane docente dell’Università per Stranieri di Siena, che dal 2019 guida il progetto con la concessione del ministero della Cultura e il sostegno anche economico del comune. Un tesoro “assolutamente unico”, sottolinea, che si accompagna ad una incredibile quantità di iscrizioni in etrusco e in latino e al quale si aggiungono migliaia di monete oltre ad una serie di altrettanto interessanti offerte votive vegetali.

Il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano ha già visitato il laboratorio di restauro che ha appena accolto le statue e ora applaude: “Un ritrovamento eccezionale che ci conferma una volta di più che l’Italia è un paese fatto di tesori immensi e unici. “La scoperta più importante dai Bronzi di Riace e certamente uno dei ritrovamenti di bronzi più significativi mai fatti nella storia del Mediterraneo antico”, dice il dg musei del MiC Massimo Osanna, che ha appena approvato l’acquisto del palazzo cinquecentesco di San Casciano che ospiterà i reperti restituiti dallo scavo al Bagno Grande, un museo al quale si aggiungerà in futuro un vero e proprio parco archeologico. Il Bagno Grande è il luogo in cui ci sono i cosiddetti “vasconi”, ovvero le terme libere con l’acqua calda.

Le 24 statue appena ritrovate – spiega Tabolli affiancato dal direttore dello scavo Emanuele Mariotti e da Ada Salvi della Soprintendenza- si possono datare tra il II secolo avanti Cristo e il I dopo. E sono state realizzate probabilmente da artigiani locali. Dell’epoca naturalmente.

Il santuario, con le sue piscine termali,  le fontane, gli altari, esisteva almeno dal III secolo a.C. e rimase attivo fino al V d.C., racconta l’archelogo, quando in epoca cristiana venne chiuso ma non distrutto, le vasche sigillate con pesanti colonne di pietra, le statue dele divinità affidate all’acqua, iun custodia perenne. È anche per questo che, rimossa quella copertura, gli archeologi si sono trovati davanti un tesoro ancora intatto, di fatto “il più grande deposito di statue dell’Italia antica e comunque l’unico di cui abbiamo la possibilità di ricostruire interamente il contesto”, ribadisce Tabolli. Qui sta l’eccezionalità del ritrovamento.

Disposte in parte sui rami di un enorme tronco d’albero fissato sul fondo della vasca, in molti casi appunto ricoperte di iscrizioni, le statue come pure gli innumerevoli ex voto, arrivano dalle grandi famiglie del territorio e non solo, esponenti delle élites del mondo etrusco e poi romano, proprietari terrieri, signorotti locali, classi agiate di Roma e addirittura imperatori.

Ma c’è una scoperta nella scoperta: San Casciano era considerata, come altre località del circondario territorio dell’Agro chiusino, cioè dell’antica lucumonia di Porsenna poi via via romanizzata. Luogo di villeggiatura, di terme, di ville patrizie…  E dallo scavo del Bagno Grande emerge, a sorpresa, che la lingua degli etruschi sembra sopravvivere molto più a lungo rispetto alle date canoniche della storia, così come le conoscenze etrusche in fatto di medicina sembrano essere riconosciute e accettate come tali anche in epoca romana. E il santuario sancascianese sembra quindi assumere i connotati di un luogo unico anche nell’antichità, una sorta di “bolla” l’ha definita l’archeologo Tabolli, in cui mentre magari tutt’intorno le varie etnie si combattevano, lì, etruschi e romani convivevano pacificamente in serenità. Una serenità indotta anche dal culto dell’acqua e dalle peculiarità terapeutiche e taumaturgiche delle sorgenti termali…

Il cantiere dello scavo, adesso chiude i battenti. Riprenderà in primavera. I mesi invernali  verranno utilizzati per restaurare, studiare, decifrare… Ma a San Casciano hanno già capito di aver trovato (anzi ritrovato) un tesoro di valore inestimabile, che potrebbe cambiare non solo la percezione che si aveva del passato, ma anche molte cose per il futuro.

m.l.

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