CHIUSI, I PODEMOS CON UN PIEDE FUORI DALLA MAGGIORANZA. IMPLOSO IL PROGETTO POLITICO DEL 2021, LA COALIZIONE DI SONNINI DIVENTA UN MONOCOPLORE RISICATO

giovedì 10th, novembre 2022 / 15:23
CHIUSI, I PODEMOS CON UN PIEDE FUORI DALLA MAGGIORANZA. IMPLOSO IL PROGETTO POLITICO DEL 2021, LA COALIZIONE DI SONNINI DIVENTA UN MONOCOPLORE RISICATO
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CHIUSI –  Come avevamo annunciato qualche giorno fa, martedì scorso si è tenuta la “verifica di maggioranza” chiesta dai Podemos. Sull’esito del faccia a faccia tra Pd e gli alleati nulla trapela, ma da indiscrezioni raccolte da una parte e dall’altra il confronto pare sia stato serrato, a tratti aspro. Molto aspro. I socialisti se ne sono già andati sbattendo la porta, i Podemos, come è noto, non hanno condiviso alcune scelte politiche dell’Amministrazione (sulla guerra e sulla stazione in linea, per fare due esempi), lamentano uno scarso coinvolgimento del gruppo consiliare e della coalizione, accusano il Pd di “arroganza” nella gestione dell’alleanza e dell’agenda politico-amministrativa. Stessa linea, più o meno, da parte di Sinistra Civica ed Ecologista (Nasorri si è dimesso da coordinatore della coalizione già a febbraio) e del M5s.

Il problema principale è il rapporto Pd-Possiamo, perché non solo Possiamo è l’alleato più forte, ma è l’unico rappresentato in Consiglio da due eletti. Se i Podemos dovessero uscire dalla maggioranza e i due consiglieri Lottarini e Magnoni passassero sui banchi dell’opposizione, per Sonnini e il Pd sarebbero dolori: si avrebbe infatti una situazione nell’assemblea elettiva di 6-6 , con il il sindaco ago della bilancia. Un equilibrio molto precario.

E questa che finora era solo un’ipotesi, sembra essere quasi realtà. La verifica di maggioranza non si è conclusa, è stata aggiornata a mercoledì della settimana prossima, ma l’impressione è che i Podemos abbiano già adesso un piede fuori dalla coalizione e che mercoledì ci metteranno anche l’altro. Esponenti del Pd di primo piano li danno già fuori. Il Pd però non sembra intenzionato a gettare la spugna, anzi l’intenzione prevalente sembra essere quella di provare a proseguire il mandato da soli, come monocolore, cercando di essere sempre al completo quando si dovrà votare qualcosa in Consiglio: il 6+1 è risicato, ma sufficiente, almeno sulla carta.

Esclusa al momento – pare – ogni ipotesi di soccorso rosso da parte della lista Barbanera, sponsorizzata da Italia Viva, perché nello stesso gruppo consiliare Pd c’è chi sussurra “se entrano loro esco io”.  In effetti nel 2021 all’offerta di Stefano Scaramelli per un accordo, il Pd chiusino rispose picche, rifiutando sdegnosamente. E questo anche se in Regione Pd e Italia Viva governano insieme dal 2020.

Certo, dal punto di vista politico la decomposizione della coalizione di centro sinistra è ormai un fatto conclamato e la probabile uscita dalla maggioranza dei Podemos non sarebbe che il timbro ufficiale sull’atto di morte.  Un naufragio rovinoso. Una debacle. Il fallimento totale e senza appello del “progetto politico” messo in piedi per mandare a casa Bettollini e che avrebbe dovuto rappresentare un “modello esportabile” a livello nazionale. In effetti poteva… Perché anticipava di diversi mesi il famoso “campo largo” di cui parlava anche Letta, ovvero una alleanza tra Pd, sinistra e M5S che sembrava aprire scenari del tutto nuovi.

Se in passato il problema per alcuni degli alleati del Pd, che nella passata legislatura erano all’opposizione, era rappresentato da Bettollini, dalla sua personalità forte e un po’ spigolosa, dal suo decisionismo, adesso per Podemos & resto del mondo più che Sonnini il problema sembra essere il Pd.

Al sindaco Luca Scaramelli & c. rimproverano soprattutto una scarsa autonomia e un atteggiamento sempre troppo allineato e coperto: “L’impressione è che Sonnini abbia poca o nessuna autonomia sul tema, che sia il PD a livello regionale e provinciale a dettare la linea, ma Sonnini dimentica che è stato eletto a Chiusi, dai cittadini di Chiusi, difendere gli interessi del nostro comune, in questo caso, non è una questione di campanilismo ma di razionalità”.Così ha scritto due giorni fa Scaramelli, leader riconosciuto di Possiamo, come commento all’articolo in cui si parlava del Documento del Pd senese sui trasporti ferroviari…

La situazione politica a Chiusi insomma sta diventando esplosiva, anche se tutti gli attori stanno rintanati. Il rischio che salti il banco e che l’amministrazione Sonnini non arrivi a mangiare il panettone, come si dice per gli allenatori di calcio, è reale. Anche perché il Pd da solo può provare a governare il comune, ma non ha più nemmeno i numeri per farlo con serenità.

Le recenti elezioni politiche hanno detto che la destra è sotto di 150 voti soltanto, che il M5S, che sembra scomparso ha preso 400 voti, e il Terzo Polo altrettanti…  E’ vero che tra elezioni politiche ed elezioni comunali c’è differenza e pesano dinamiche diverse, ma nell’ipotesi di un ritorno al voto in anticipo, potrebbero uscire sorprese. Anche clamorose.

Il Pd è in discesa vertiginosa ovunque, il Congresso nazionale si annuncia come una resa dei conti sanguinosa che potrebbe addirittura sfociare in una nuova scissione o addirittura nello scioglimento del partito, i 5 Stelle si stanno riposizionando come unica rappresentanza di peso della sinistra e nei sondaggi nazionali sono avanti al Pd…

Chiusi non è il centro del mondo, ma così come nel 2021 anticipò il “campo largo”, adesso potrebbe anticipare la debacle definitiva e il rompete le righe generale del centro sinistra… 

Vediamo mercoledì che succederà. I margini per una ricucitura sembrano al momento molto scarsi. Se Sonnini e soprattutto il Pd abbandonassero la linea bellicista favorevole all’invio di armi all’Ucraina e la bufala della stazione in linea, anche come ipotesi futuribile, forse… Ma al punto in cui stanno le cose, potrebbe anche non bastare.

m.l.

 

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