RISINI RIMPASTA LA GIUNTA, ENTRA DANIELA D’ALESSANDRO. E DOMANI A CITTA’ DELLA PIEVE MANIFESTAZIONE DI SOLIDARIETA’ CON LE DONNE IRANIANE

venerdì 14th, ottobre 2022 / 14:43
RISINI RIMPASTA LA GIUNTA, ENTRA DANIELA D’ALESSANDRO. E DOMANI A CITTA’ DELLA PIEVE MANIFESTAZIONE DI SOLIDARIETA’ CON LE DONNE IRANIANE
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CITTA’ DELLA PIEVE – Ci ha messo 3 settimane il sindaco Risini a fare il “rimpasto” di Giunta dopo le polemiche dimissioni, tutte politiche, della vicesindaca Lucia Fatichenti, arrivate poche ore prima delle elezioni del 25 settembre. Risini chiama nell’esecutivo Daniela D’Alessandro, commercialista, alla quale affida le deleghe al turismo, commercio e strutture ricettive. Una del mestiere, anzi del settore, insomma… il che – diciamolo – quando si tratta di pubblica amministrazione – non è mai una grande idea. Chi fa determinati lavori sa un sacco di cose di un sacco di gente…

La delega da Vicesindaco Risini la affida invece a Michela Nocentini, che rappresenta (come la rappresentava la dimissionaria Fatichenti)  l’ala sinistrorsa della lista che vinse le elezioni nel 2019, avendo frequentato il Consiglio ai tempi di Giovagnola…  Il posto di consigliere comunale lasciato vacante da Lucia Fatichenti sarà occupato da Berta Balaguera, che subentra dopo la rinuncia delle prime due candidate non elette Macchioni e Bellini.

E mentre la giunta e il consiglio Comunale si riassettano in vista dell’ultimo anno e mezzo di legislatura, a Città della Pieve c’è chi tiene lo sguardo e i riflettori accesi anche su fatti internazionali come l’uccisione in Iran della giovane Masha Hamini, perché non portava il velo in modo corretto. Domani, sabato 15 ottobre, alle ore 12 in piazza Plebiscito si terrà infatti una manifestazione di solidarietà con le donne iraniane. L’iniziativa è promossa dalle Associazioni Pievesi, con l’ex assessore Carmine Pugliese e Arci Note in prima fila.

“Sono trascorse più di quattro settimane dall’uccisione avvenuta il 16 settembre della giovane iraniana Masha Amini arrestata perché non portava il velo in modo corretto. L’episodio ha scatenato la rivolta in tutto il Paese e il suo nome è diventato il simbolo in queste proteste. I morti sono più di 180 e gli arrestati più di 3.000 . La grande novità è che la maggior parte dei manifestanti ha una età compresa tra i 15 e i 25 anni e sono studenti, attivisti e soprattutto donne. Si tratta di una mobilitazione dal basso, senza nessuna organizzazione alle spalle e senza leader.. e questo fa impazzire il potere. Il messaggio della ventenne Hadith Najafi agli amici prima di morire colpita da 6 proiettili è un grido di dolore ma è soprattutto un grido di speranza: “Felice di partecipare alle proteste, in futuro tutto sarà cambiato”.  Noi dall’altra parte del mondo non possiamo non sentirci coinvolti, non possiamo rimanere indifferenti e la presenza nelle piazze vuole significare che condividiamo il futuro che Hadith si aspettava”. Così i promotori della manifestazione pievese, anche questa organizzata “dal basso” e senza partiti guida alla testa, spiegano il senso dell’iniziativa. Che è iniziativa encomiabile e condivisibile.

Il mondo libero (se lo è davvero) non può rimanere insensibile di fronte a fatti come le uccisioni e le proteste in Iran. L’oscurantismo, il fondamentalismo, sono sempre una minaccia. Per tutti.

Manifestare a Città della Pieve, per marcare il proprio dissenso dall’uccisione di giovani  donne per motivi di oscurantismo e integralismo religioso in Iran, non è fuori luogo. Solidarizzare con chi è sotto attacco è giusto. Ma la violenza sulle donne non è questione che riguarda solo i paesi islamici. Nella notte tra il 24 e il 25 settembre, solo tre settimane fa quindi,  proprio nel territorio di Città della Pieve, una ragazza di 22 anni ha denunciato di essere stata violentata in una discoteca e in seguito a quella denuncia il titolare del locale è finito in carcere… In questo caso non c’entra nulla l’integralismo religioso, c’entra una concezione sbagliata del rapporto uomo-donna, del potere, dell’autorità che certi ruoli conferiscono…

Un applauso dunque alle associazioni pievesi. Parlare di Masha Amini e Adith Najafi fa pensare non solo all’aberrante oscurantismo iraniano, ma, per forza di cose, anche alla 22enne che asserisce di essere stata stuprata a Città della Pieve.

m.l.

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