IL PRIMO GOVERNO A GUIDA FEMMINILE E A TRAZIONE POSTFASCISTA. CONFLITTI DI INTERESSI, FAMILISMO E INVENZIONI FANTASIOSE

sabato 22nd, ottobre 2022 / 11:10
IL PRIMO GOVERNO A GUIDA FEMMINILE E A TRAZIONE POSTFASCISTA. CONFLITTI DI INTERESSI, FAMILISMO E INVENZIONI FANTASIOSE
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Habemus governum. Il primo guidato da una donna: Giorgia Meloni, che è donna, è madre, è italiana, è cristiana e, come disse Corrado Augias, “è anche un po’ fascista”. E che la prima donna premier sia espressione del partito che ha raccolto e detiene l’eredità del vecchio Msi, con ancora la fiamma sul simbolo, è uno smacco doppio per la sinistra e per le forze “liberal” e progressiste.
E’ un governo di destra, perché la destra ha vinto le elezioni, causa la pochezza e la stoltezza del centro sinistra e dei 5 Stelle. Di nuovo ha veramente poco. Una decina di ministri su 24 erano già presenti nei vituperati governi Berlusconi. Poi c’è una bella pattuglia di post fascisti dichiarati, decisamente oscurantisti. E’ un governo “politico” dice la stessa Giorgia Meloni, che stamattina giurerà da premier, ma fatto da politici non di primissima fascia e da vecchi arnesi (indipendentemente dall’età) come Urso, Calderoli, Salvini, Tajani, Giorgetti, Santanchè o l’ex direttore del Tg 2 Sangiuliano…
E’ anche un governo con evidenti conflitti di interessi. Prendiamo il neo ministro della difesa Crosetto, sicuramente una delle figure di maggior spicco.
“Cuneese di Marene, 59 anni, una laurea millantata in Economia e commercio (“ho raccontato una piccola, innocente bugia”, ammise al Corriere nel 2013), Crosetto lavora da anni a stretto contatto con aziende a controllo pubblico. Proprio nel settore della Difesa, sponda Leonardo (allora Finmeccanica), il colosso militare controllato dallo Stato. Infatti oltre a essere dal 2014 “senior advisor” della partecipata pubblica, cioè consulente esperto, il neo ministro almeno fino a ieri risultava essere anche presidente di Aiad, l’associazione confindustriale delle aziende del settore militare, di cui proprio Leonardo è il socio più importante.
Da marzo 2020 è anche presidente del cda di Orizzonte Sistemi Navali, altra spa a controllo pubblico, in questo caso una joint-venture tra Leonardo e Fincantieri specializzata in sistemi tecnologici per le navi militari. In più, Crosetto ha lavorato anche con Elettronica Spa, multinazionale della cyber security, controllata dalla famiglia Benigni e partecipata dalla solita Leonardo e dalla francese Thales. (…) Un anno fa, in Commissione Difesa, nell’audizione informale sull’andamento del mercato delle armi si schierò contro la decisione votata dal Parlamento per limitare l’export di componenti militari verso Arabia Saudita, Emirati Arabi ed Egitto. Disse: ‘Se si vuole cooperare o meno con un Paese, deve deciderlo il governo ragionando a lungo termine, non il Parlamento’. Riletta oggi, sembra un’indicazione su quella che sarà la sua linea da ministro”.  Tutto ciò lo scrivono Valeria Pacelli e Stefano Vergine sul Fatto Quotidiano di oggi.
Crosetto dice che ha lasciato tutto riducendosi lo stipendio del 90%… Ma un ministro della Difesa che per anni ha fatto il manager e il lobbista per il settore degli armamenti lavorerà per il disarmo? Difficile immaginarlo.
Daniela Santanché è stata nominata Ministro per il Turismo. Cuneese anche lei, è proprietaria in società con Briatore di un noto stabilimento balneare a Forte di Marmi.
«È inaccettabile che al ministero del Turismo, e quindi del demanio marittimo, possa sedere chi ha interessi nel demanio marittimo, un settore che fattura tra i 7 e i 10 miliardi di euro mentre, con le concessioni demaniali, lo Stato incassa solo 100 milioni di euro, con un’evasione erariale di quasi il 50%. Attualmente, infatti, le concessioni demaniali costano tra 1 euro e 1,70 euro al metro quadro all’anno». E ancora: «Il Twiga, lo stabilimento balneare di Briatore e Santanchè, paga un canone irrisorio di 17 mila euro l’anno mentre, ai consumatori, fa pagare ben 300 euro al giorno per una tenda».
Questo lo scrive Angelo Bonelli leader di Europa Verde e deputato dell’alleanza Verdi-Sinistra cn Fratoianni & C. E il ragionamento non fa una piega.
Giorgia Meloni ha cambiato il nome ad alcuni ministeri. Si è inventata la sovranità alimentare, per esempio. E in Tv il giornalista ed ex deputato di An Italo Bocchino la spiegava come un impegno contro le contraffazioni e la pummarola cinese… quando invece la sovranità alimentare è tutt’altra cosa. E’ un concetto che proviene dalla cultura di sinistra e no global, dalla lotta contro la colonizzazione e lo sfruttamento delle risorse nei paesi in via di sviluppo.La sovranità alimentare è infatti un indirizzo politico-economico volto ad affermare il diritto dei popoli a definire le proprie politiche e strategie sostenibili di produzione, distribuzione e consumo di cibo, basandole sulla piccola e media produzione. Secondo i sostenitori della sovranità alimentare, i Paesi devono poter definire una propria politica agricola e alimentare in base alle proprie necessità, rapportandosi alle organizzazioni degli agricoltori e dei consumatori. Tra i primi a propugnare e ad applicare criteri di “sovranità alimentare” su Thomas Sankara, il leader carismatico e rivoluzionario del Burkina Faso, assassinato nel 1987. Un comunista, anticolonialista che si batté per l’azzeramento del debito dei Paesi africani e contro la desertificazione…

Sapranno Meloni, Crosetto, Tajani e compagnia chi era Sankara? Davvero si ispirano alle sue idee sulla politica agricola e alimentare? O forse più semplicemente pensano all’autarchia? Per inciso, il neo ministro dell’Agricoltura e Sovranità alimentare è Francesco Lollobrigida cognato di Giorgia Meloni. Una questione di famiglia, insomma…

Enrico Letta che ha regalato (insieme a Renzi-Calenda e ai 5 Stelle) il Paese alla Meloni, ha definito il nuovo governo un “governo pessimo”. E così è, anche se in buona misura se l’Italia ha un governo pessimo è colpa sua.

La segretaria del Pd di Chiusi Simona Cardaioli, guardando le cose dalla periferia, invece è più cauta:

“Giorgia Meloni prima donna capo del Governo. Ne sono felice? No, sono molto preoccupata.
Piuttosto che di genere dovremmo guardare alle competenze e al merito.
Di sicuro le sue idee di Italia, di Diritti, di Europeismo, di Lavoro e di Equità non coincidono con le mie ma prima di giudicare bisogna provare chissà che non ci stupisca con soluzioni efficaci ed efficienti o effetti speciali…
La nomina dei ministri, delle ministre e i nomi dei ministeri non mi sembrano di buon auspicio ma diamo tempo al tempo.
Se saranno in grado di fare un buon lavoro per il bene del Paese, non avrò difficoltà a dire: ‘mi ero sbagliata, meritavano di governare un Paese così complesso come l’Italia”.
E’ quasi un “lasciamoli lavorare, poi giudicheremo”.  Eh no cara Simona, quelli che sono al governo adesso intanto li conosciamo, perché ci sono già stati, li conosciamo anche per le posizioni politiche che esprimono e hanno sempre espresso e per una segretaria del Pd dovrebbero costituire una iattura e un pericolo, perché sono posizioni retrive, oscurantiste. Ma non solo oscurantiste, anche iperliberiste: Salvini alle Infrastrutture per esempio era il sogno del partito del cemento (compresi anche i fautori della stazione in linea Medio Etruria).
Poi se ci aggiungi i conflitti di interessi palesi, (tra l’altro il più pesante nel settore più delicato in un momento come questo, con l’Italia che invia armi ad un paese in guerra) e il familismo con ministeri affidati a parenti stretti… beh, c’è poco da sperare che facciano le cose per bene. Hanno cominciato molto male. Poi, certo anche il governo Draghi non è che abbia brillato, tutt’altro, e fare peggio sarà difficile. Deve essere chiaro che il Governo Meloni è il primo a guida femminile (e questa è una novità), ma è anche il primo a guida e trazione post fascista. Senza mascheramenti e coperture di moderatismo liberale, come ai tempi dei governi Berlusconi. Che poi erano coperture fasulle pure quelle e Berlusconi nella sua parabola politica tutto è stato meno che un moderato. E anche adesso che è un vecchio leone ferito, claudicante e ingabbiato, non sarà facile tenerlo a bada.
Il primo banco di prova? venerdì prossimo 28 ottobre: è il centenario della Marcia su Roma, anche allora le camicie nere presero il potere per le divisioni, la pochezza e l’ignavia del governo liberale in carica e l’accondiscendenza del Re… Come oggi è successo tra Pd e resto del centro sinistra. Vediamo che cosa i nuovi governanti si inventano e come celebreranno/ricorderanno la ricorrenza.
m.l.
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