CHIUSI, IL PSI ESCE DALLA COALIZIONE DI SONNINI. LA MAGGIORANZA NATA NEL 2021 SI SGRETOLA

lunedì 24th, ottobre 2022 / 19:49
CHIUSI, IL PSI ESCE DALLA COALIZIONE DI SONNINI. LA MAGGIORANZA NATA NEL 2021 SI SGRETOLA
0 Flares 0 Flares ×

CHIUSI – Fuori due. Dopo Marco Nasorri che già nell’inverno scorso si dimise polemicamente da coordinatore della coalizione di centro0 sinistra, la maggioranza che sostiene Sonnini in Comune perde un’altra gamba. E stavolta a salutare la compagnia è l’alleato storico del Pd, ovvero il Psi che con una  nota diffusa dal segretario locale Massimiliano Minotti annuncia l’uscita dalla inedita alleanza che si formò per le elezioni del 2021. In consiglio comunale la secessione socialista non comporta scossoni, perché il Psi non ha alcun rappresentante nell’assemblea elettiva e nemmeno in giunta. Però a livello politico lo scossone c’è e non è da poco. Il Psi infatti è, come dicevamo, l’alleato storico, è in coalizione con il Pd (prima con i Ds) dai tempi di Poggioni, fine anni ’80, primi anni ’90… Con Bettollini dal 2016 al 2021 era l’unico alleato.

Ecco come Minotti motiva la decisione di uscire dalla coalizione:

Il 16 Ottobre 2022 dopo le elezioni nazionali del 25 Settembre 2022, che hanno visto la vittoria del centrodestra e la grande sconfitta del centrosinistra, a seguito della quale non è stato eletto nessun iscritto del Partito Socialista Italiano e nemmeno il Segretario Nazionale dello stesso, Enzo Maraio, il Consiglio Nazionale del Partito Socialista Italiano ha stabilito le seguenti nuove linee di indirizzo politico:

  1. Liste autonome sin dalle prossime elezioni;
  2. Prossime Elezioni Europee con il simbolo del PSI.

Alla luce di quanto sin qui esposto il Partito Socialista Italiano di Chiusi ha deciso quindi di uscire dalla coalizione del CENTRO SINISTRA per CHIUSI.

Uscita visto il legame storico tra PD e PSI molto sofferta determinata però non solo dalle nuove linee di indirizzo politico emerse dal Consiglio Nazionale del Partito Socialista Italiano, ma anche da come  sono state gestite le ultime amministrative di cui il Partito Socialista Italiano insieme alle altre forze politiche componenti la coalizione di Centrosinistra faceva parte e che ad oggi nonostante il contributo apportato, terza forza politica a prendere più voti, non ha ricevuto una rappresentanza politica-amministrativa, vera ed effettiva.

Il Partito Socialista Italiano di Chiusi per far sì che tale rappresentanza venisse resa possibile ha presentato anche  delle proposte per l’esecutivo, ma durante la discussione per la creazione dello stesso, sono emerse da parte del partito di maggior rappresentanza politica, posizioni che escludevano e bocciavano ogni suggerimento avanzato, venendo di fatto meno così al patto di fiducia politica sulla cui base era stata fondata la coalizione di Centrosinistra;  non è possibile infatti che in una coalizione composta da ben cinque forze politiche  alla fine dei giochi, di fatto, tra Consiglio Comunale e Giunta, sono rappresentate solo due di esse!! È facile comprendere quindi, che qualcosa, sia nella fase elettorale che nella fase di costituzione dell’esecutivo, nella coalizione di Centrosinistra per Chiusi non ha funzionato. Il segretario del Psi di Chiusi, Massimiliano Minotti.

Decisione sofferta, la definisce Minotti, ma anche in questo caso, come fu per Nasorri, dettata da motivazioni politiche, in particolare dal fatto che nonostante le ripetute richieste e proposte non ha ottenuto alcuna rappresentanza. Per il segretario socialista il Pd e Possiamo, le uniche due forze rappresentate, almeno in consiglio (in giunta neanche i Podemos hanno un loro referente), sono venuti meno al patto elettorale su cui si fondò la coalizione che vinse le elezioni. Una questione di visibilità, ma anche – par di capire – di riconoscimento dell’apporto del Psi e della sua storia di partner del partito maggioritario nelle giunte di sinistra e di centro sinistra da 30 anni a questa parte.

Per Simona Cardaioli e anche per il sindaco Sonnini, un siluro sul castello costruito un anno fa, un castello che si sta sgretolando e di fatto non esiste più. Il Pd perde un alleato fin qui fedele e potrebbe anche non finire qui, perché i Podemos sono da mesi in fibrillazione e in rotta di collisione con il Pd sul tema della guerra in Ucraina e sull’invio delle armi a Zelensky e anche su altre questioni: alle recenti elezioni politiche i Podemos diedero indicazione di voto per Unione Popolare, cioè per una lista concorrente e alternativa al Pd; sulla fantomatica stazione in linea per l’alta velocità, per esempio, il leader di Possiamo Luca Scaramelli ha espresso, anche con commenti scritti su questo giornale, posizioni nettamente contrarie, ammettendo, con una buona dose di autocritica, di aver fatto “una cazzata” ad allearsi con il Pd nel 2021. Parole pesanti come macigni.

Vedremo se l’uscita del Psi avrà uno strascico e spingerà anche altre forze a fare la a stessa scelta. Gli stessi 5 Stelle, oltre ai Podemos, sulla guerra sono su una linea diversa dal Pd. Sappiamo che Podemos e M5S hanno chiesto una verifica di maggioranza. Il che significa che qualche problema c’è. Verifica che dovrebbe tenersi a breve. Il gruppo dirigente del Pd finora ha minimizzato, ha fatto finta che fossero tutte piccole schermaglie e “piccoli equivoci senza importanza”. Adesso gli sta franando la terra sotto i piedi. E tra le elezioni perse rovinosamente e le frane vere (vedi via Pietriccia) non è certamente in un momento di rose e fiori.

m.l.

0 Flares Twitter 0 Facebook 0 Google+ 0 Email -- LinkedIn 0 Pin It Share 0 0 Flares ×
Mail YouTube