CHIUSI SCALO: “FESTA DEI RUZZI O SAGRA DELLO STINCO?” UNA AMARA RIFLESSIONE DI UN CONTRADAIOLO DELLA PRIMA ORA

giovedì 01st, settembre 2022 / 11:16
CHIUSI SCALO: “FESTA DEI RUZZI O SAGRA DELLO STINCO?” UNA AMARA RIFLESSIONE DI UN CONTRADAIOLO DELLA PRIMA ORA
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CHIUSI – Dal nostro lettore Alfio Rossi, che è uno dei promotori della prima ora dei Ruzzi della Conca, riceviamo questo suo commento alla festa che è in corso nel piazzale Loris Scricciolo e in Piazza XXVI Giugno a Chiusi Scalo. Un commento amaro e un po’ polemico (il termine è suo) su una festa che secondo Rossi, con la nuova location, non è più la stessa.

Ecco il testo inviatoci da Alfio Rossi:

Venerdì 26 agosto, dopo due anni di stop dovuti al problema Pandemia, sono iniziati i festeggiamenti per la 2^ edizione della Sagra dello Stinco, sagra che ha sostituito, dopo quasi 40 anni, i “RUZZI DELLA CONCA”  …. Alfio ma non sarà mica polemica?? Si si è polemica!

Vale  ricordare perché erano nati a suo tempo i Ruzzi, fu la volontà di Don Vasco della Lena, al tempo parroco di Chiusi Stazione che da tanto insisteva perché anche Chiusi avesse una festa tutta sua, come succedeva in molti dei paesi limitrofi, in onore della santa patrona.

I Ruzzi dovevano essere la forza di “aggregazione”  mancante sino ad allora nel nostro paese. La gente avrebbe dovuto impegnarsi alla grande per organizzare ex novo la contrada, per preparare i giochi e gestire al meglio il reparto gastronomico, pensare alla sfilata in costume ecc…

Tutto andò per il verso giusto, le persone riscoprirono il piacere di uscire di casa la sera per andare in Contrada e dare una mano per i preparativi di questa nuova Festa che stava coinvolgendo tutto il paese.

Il tutto è filato liscio per 40 anni con soddisfazione delle Contrade, dell’Amm.ne Comunale, e dei commercianti (Chiusi in   Vetrina) con i quali nel corso degli anni sono stati trovati accordi per meglio soddisfare le proprie esigenze (Sbottegando e Ruzzi insieme) che portarono a stupende serate come si può evincere dalle foto allegate. (Ruzzi 2014)

Adesso tutto è spostato in piazza xxvi giugno con gli stand uno vicino all’altro insieme ai posteggi naturalmente occupati  con scarso colore (bandiere pochissime) questa è la festa si ma dello “Stinco” non dei Ruzzi.

Per finire vorrei capire cosa ha spinto quattro contrade ad accettare lo spostamento. Lo chiedo dal momento che faccio parte dell’unica contrada (Marnero) che si è detta contraria. Non voglio pensare male (anche se a pensare male si fa peccato ma spesso ci si indovina) ma vorrei saperlo da chi è passato da un rifiuto ad una accettazione in pochi giorni.

Io non demordo e spero sempre in un ritorno di saggezza che riporti la festa nel luogo che le appartiene e per il quale era stata creata …LUNGO LE VIE DEL PAESE.

Alfio Rossi.

 

In effetti, nel cuore di Chiusi Scalo in questi giorni non si avverte minimamente il “clima da festa paesana”. E il villaggio dei Ruzzi in piazza XXVI giugno si presenta non solo decentrato, ma anche piuttosto dimesso. Il ritorno della festa, dopo lo stop per pandemia, non ha riportato entusiasmo, come è successo per esempio a Città della Pieve, Sarteano, e Montepulciano con il Palio dei terzieri, il Saracino e il Bravìo delle Botti. I Ruzzi della Conca hanno ormai superato i 40 anni, ne hanno solo 6-7 meno delle disfide di Città della Pieve e Montepuciano, il Saracino a Sarteano ricominciò nell’82, dopo 20 anni di inattività, quando i Ruzzi già esistevano. Chiaro che Chiusi Scalo non ha l’appeal di un centro storico medievale o rinascimentale, la festa dei Ruzzi si rifà all’epoca della nascita della Stazione, cioè dalla metà dell’800 ai primi anni del ‘900, il tuffo nel passato non affonda le radici nei dipinti del Perugino o nelle liriche del Poliziano, ma è un tuffo da un trampolino basso. Roba più recente. Diciamolo, è già un successo, per la festa chiusina essere arrivata indenne fin qui, ave resistito, ma è anche vero (ed è indubbio) che i Ruzzi non sono riusciti a crescere e a diventare una grande festa come le altre, nonostante la spettacolarità del gioco della Palla al Bracciale, nonostante gli sforzi organizzativi, nonostante che ai Ruzzi si mangi molto bene (e anche questa è una buona ragione per partecipare). Quest’anno il clima da festa in sordina è più evidente che in passato e non parliamo dei due anni sotto il covid. Lo sfogo amaro di Alfio Rossi pone il problema dell’ubicazione, che anche quella conta. E non poco. Come contano altre cose: il programma, la qualità delle iniziative, il coinvolgimento della cittadinanza… Forse Contrade, Comune, associazioni, una riflessione, a bocce ferme, la dovranno fare.

 

 

 

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