ALESSANDRA CARATI: QUANDO UN POMERIGGIO LETTERARIO DIVENTA UN “INCONTRO” SPECIALE

lunedì 19th, settembre 2022 / 10:14
ALESSANDRA CARATI: QUANDO UN POMERIGGIO LETTERARIO DIVENTA UN “INCONTRO” SPECIALE
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Sembrava un pomeriggio come tanti quello di sabato scorso, 17 settembre, presso la sala conferenze San Francesco a Chiusi. Una appendice settembrina alla “Piazza delle parole” dell’estate, sodalizio riuscito tra Biblioteca Comunale, Primapagina e libreria Libri Parlanti. Un nuovo autore, anzi una autrice, terza al Premio Strega stavolta, un nuovo libro da presentare, un nuovo esordio, una nuova storia da raccontare; tutto lineare.
E invece no. Quello di sabato, con la scrittrice Alessandra Carati, più che un evento è stato un incontro.
Non è facile incontrare di questi tempi, non è facile per niente.
Si esce, ci si vede, si fanno apertivi, giri in centro, ma incontrarsi resta un evento che è sempre più difficile da realizzare.
Con l’eleganza e la raffinatezza di chi ha avuto molto a che fare con le parole dell’anima la Carati ci è venuta incontro con il suo E poi saremo salvi e ci ha trascinati tutti, uno per uno, in una storia straordinaria intrisa di dolore, guerra e riscatto .
Una famiglia sull’orlo dell’abisso, la fuga come unica possibilità di salvezza, un paese che scompare sotto le bombe e il potere devastante del male.
Le voci sommerse dei protagonisti, che dietro i loro nomi fittizi portano il fardello di vite reali, acquistano attraverso le pagine identità e spessore trascinando il lettore in un mondo desublimato e ridotto ad un cumulo di macerie.
La Carati si butta in questo universo senza protezione, studia accuratamente le ragioni geo-politiche del conflitto, raccoglie testimonianze e se ne fa portavoce; compie il percorso canonico che ogni scrittore fa per portare a termine un progetto di scrittura aggiungendo però uno step in più: si apre al dolore di quelle persone e lo fa con speranza e devozione sperando che anche il lettore possa accogliere quel sentimento, farlo suo o che quantomeno lo possa scuotere dal torpore della non conoscenza.
La guerra toglie tutto ai popoli che la subiscono: vita, casa, dignità, opportunità, equilibrio. Arriva persino a ledere la loro capacità di amare, nessuno dopo la guerra è uguale a prima neanche se si salva. Resta racchiuso in una bolla asfissiante che lo porta lontano dal tempo presente e lo relega a vivere in un sottomondo scandito dalla nostalgia verso un luogo che non c’è più.
Anche Alessandra Carati attraverso un lungo lavoro di ascolto e con-passione è approdata al sensucht dei suoi personaggi (parola tedesca forse intraducibile in italiano che serve per esprimere il desiderio, la brama di ritornare ad uno stato di armonia e gioia ormai perduto).
Uomini e donne le cui anime sono intrappolate tra presente e passato talvolta incapaci di liberarsi al futuro vivono vite sospese; soltanto Aida, la protagonista , riesce a volare attraverso l’unica porta che ha deciso di lasciare aperta, quella dell’amore.
Amore per la vita, propria ed altrui, amore per un fratello speciale che forse ha pagato più di tutti il costo di quella guerra assurda vissuta nel grembo materno, amore per il sapere, amore per uomo.
La chiave di volta ci dice Carati è sempre e soltanto una: l’amore abbinato all’ascolto e all’accoglienza dell’altro poiché soltanto allora potremmo essere davvero salvi.
Un incontro importante quello di ieri che ci ha regalato momenti di riflessione molto intensi.
Sono state spese parole importanti attraverso una prospettiva genuina e candidamente lucida per definire concetti come accoglienza, dignità, rispetto, libertà di agire e per quante cose possiamo scrivere, dire o teorizzare c’è soltanto un parametro valido da seguire affinché questi non restino dei pensieri astratti ma realtà possibili e si tratta della nostra capacità di entrare in sintonia con la vita di chi in quel momento ha bisogno di noi.

Questa capacità insieme al coraggio di raccontare storie scomode, di farlo con rigore e senza costruire “santini”, Alessandra Carati l’ha dimostrata anche quando ha parlato dei libri che ha scritto insieme ad altri come Bestie da vittoria, scritto a 4 mani con Danilo Di Luca ciclista radiato a vita per doping (una figura non certo edificante) o La via perfetta  scritto con l’alpinista Daniele Nardi, sui suoi tentativi di conquistare la vetta del Nanga Parbat, prima che l’ultima ascesa gli costasse la vita. Due libri diversi dal romanzo, che raccontano storie vere di persone vere e sono anche riflessioni struggenti sulle sfide della vita e sul senso del limite.

Paola Margheriti

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