CHIUSI, I PODEMOS CONTRO IL RIGASSIFICATORE DI PIOMBINO. E CONTRO IL PD. SI PROFILA UNA ROTTURA NELLA MAGGIORANZA COMUNALE?

lunedì 04th, luglio 2022 / 11:28
CHIUSI, I PODEMOS CONTRO IL RIGASSIFICATORE DI PIOMBINO. E CONTRO IL PD. SI PROFILA UNA ROTTURA NELLA MAGGIORANZA COMUNALE?
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CHUSI –  Dopo le posizioni assunte sulla guerra e contro l’invio di armi espresso anche alle due iniziative pubbliche promosse da primapagina a marzo e a maggio, il gruppo Possiamo sinistra per Chiusi esprime la propria contrarietà anche all’impianto di rigassificazione di Piombino e si dichiara solidale con i cittadini che a Piombino stanno protestando contro la costruzione di tale impianto.

“La politica di emergenza di guerra del governo Draghi, così come quella dell’Unione europea – scrivono i Podemos chiusini – ci sta portando dentro “un’avventura” per la quale stiamo già pagando conseguenze gravissime con prezzi dei combustibili e delle materie prime alle stelle. L’impianto di rigassificazione previsto a Piombino ha costi ambientali assurdi, così come altamente inquinante è il trasporto del gas liquido dagli Usa all’Europa, in netto contrasto con le tanto sbandierate misure di transizione ecologica annunciate dal governo”,  continua Possiamo, sottolinenando come “tutto questo avviene nel silenzio dei partiti di maggioranza, PD per primo e con il consenso del presidente della Regione Giani. Noi diciamo fortemente no alla politica di emergenza del governo Draghi che ha ridotto al minimo l’influenza del parlamento nelle scelte di politica interna ed estera”.

Una presa di posizione netta dunque, fortemente critica verso il Governo, verso la Regione Toscana e anche verso il Pd. Ora, sulla vicenda specifica, ovvero la costruzione del rigassificatore a Piombino, la nota dei Podemos sposterà poco, non sarà il NO di un piccolo raggruppamento politico locale a fermare l’opera. Ma sul piano politico locale, invece, l’esternazione dei Podemos può avere conseguenze deflagranti. Si tratta infatti della seconda forza politica di maggioranza, dell’alleato principale del Pd al Comune di Chiusi.

La presa di posizione netta contro il rigassificatore ha tutta l’aria di essere anche una presa di distanze dal Pd. Un “bengala” lanciato per segnalare un disagio agli alleati.  I Podemos sono certamente sinceri nel dire no al rigassificatore, ma sembra vogliano dire anche altro, sembra vogliano dire al Pd di non tirare troppo la corda sulla politica bellicista, sembrano voler dire al Pd e agli altri partners di maggioranza che loro cominciano a stufarsi…

E si aggiungono questi malumori dei Podemos, quelli dei 5 Stelle locali schieratissimi con Conte e contro Di Maio e il Governo e le dimissioni di Marco Nasorri (Sinistra Civica ed Ecologista) da coordinatore della coalizione, anche quelle per motivi politici, di distanza nei metodi e nelle scelte della maggioranza stessa, l’aria intorno a Sonnini e alla sua giunta comincia ad essere molto diversa da quella di un anno fa.

Sulle dimissioni di Nasorri,  Pd e coalizione di centro sinistra hanno fatto orecchi da mercante e non hanno ancora provveduto – a distanza di tre mesi –  alla sostituzione e adesso il partito di maggioranza sembra far finta di niente anche sui “distinguo” e i siluri lanciati dai Podemos, facendo in sostanza come lo struzzo… 

In Consiglio comunale la pattuglia di Possiamo è rappresentata da Daria Lottarini e Lorenzo Magnoni. Lottarini si è già astenuta in Consiglio sulla Tari in una delle ultime sedute, anche quello un segnale al Pd & C.

Che i Podemos stiano meditando un disimpegno progressivo e dunque un’uscita dalla coalizione di maggioranza?  Forse no, non nell’immediato almeno, però che nell’ex gruppo di opposizione ci sia un generale ripensamento circa la scelta di allearsi con il Pd questo sembra piuttosto evidente… Non è neanche chiaro se il Pd stesso stia meditando un cambio di alleati, imbarcando la truppa Barbanera, nel caso in cui i Podemos dovessero abbandonare la nave. L’ipotesi aleggia e nessuno l’ha smentita. Di fatto al momento la maggioranza che sostiene Sonnini esiste solo sulla carta. Nei fati non c’è più. O è una nave piena di falle.

Dopo due anni di stop il Pd ha deciso di tornare a fare la Festa de l’Unità. Ci sarà dopo il Lars Rock Fest. Poteva essere l’occasione per coinvolgere tutte le forze del centro sinistra, per farla diventare da festa di partito, una iniziativa politica di coalizione, per rinsaldare insomma le fila di una alleanza che dopo un anno è già molto sfilacciata, per coprire le spalle a Sonnini e rilanciare il progetto… Poteva essere… ma non sarà così. Sarà la festa del Pd che evidentemente fa finta di gradire la compagnia, ma preferisce sempre ballare da solo.

m.l.

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