SANT’ANNA IN CAMPRENA, IL CONVENTO DEL “PAZIENTE INGLESE” TRASFORMATO IN RESORT. I DIPINTI DEL SODOMA NON VISITABILI: LA GENTE PROTESTA

PIENZA – Ogni tanto anche scorrendo facebook si scopre quanto il territorio sia ricco di tesori e quanto, molto spesso, questi tesori siano però off limits per i normali cittadini. La questione è antica, ma ciclicamente torna alla ribalta. E ogni volta sale l’incazzatura. Che poi coi social diventa un tam tam e si propaga. Ieri, sabato 2 luglio, è comparso, appunto su facebook, un post a firma Luca Bardi che pone un problema serio: l’impossibilità di visitare gli affreschi di Antonio Bazzi detto il Sodoma, pittore cinquecentesco vercellese, ma senese d’adozione, nello splendido Monastero di Sant’Anna in Camprena, nel comune di Pienza, ma al confine con quello di Trequanda. Gli affreschi – ricorda l’autore el post – “sono importanti, sia artisticamente che storicamente perché del Sodoma e perché li ha realizzati 25nne ed è la sua prima opera significativa”. Solo che non si possono vedere. Accanto al cartello stradale che spiega che siamo in un territorio che è Patrimonio Unesco, ce n’è infatti un altro che vieta l’accesso perché proprietà privata. Possono accedere solo gli ospiti dell’agriturismo.
Sì, perché l’ex Monastero di Sant’Anna in Camprena è di proprietà della Chiesa, ma è diventato un agriturismo…
Luca Bardi, l’autore del post, si dice “furioso” per il divieto: “penso che scriverò all’Unesco, al Comune di Pienza e alla Soprintendenza di Siena – scrive – perché “certi luoghi così importanti dal punto di vista storico e artistico parte del patrimonio dell’UNESCO devono poter essere visitabili, magari con accesso regolato”.
E questo è il punto: perché a Sant’Anna in Camprena non è previsto almeno un accesso regolato, magari su prenotazione o a gruppi in determinati giorni e orari, e si preferisce una chiusura generalizzata al pubblico ce non sia fatto dai clienti del resort?
Il sindaco di Pienza Manolo Garosi, rispondendo ai commenti al post di Bardi, fa sapere che lui “come Sindaco ha già chiesto tempo fa spiegazioni alla Diocesi, alla Mensa Vescovile proprietaria del bene, che è quindi proprietà privata” aggiungendo “al momento non ha avuto risposte”. Il sindaco pientino si spinge anche un passettino oltre, affermando “ritengo che la Diocesi e la Curia dovrebbero disciplinare la visita ai santuari e alle chiese, essendo di loro proprietà e dovendo garantire l’apertura dei luoghi di culto ai fedeli e per visite culturali… le amministrazioni comunali nelle proprietà private non possono certo irrompere…la strada che porta al Monastero è pubblica ed aperta… la sbarra è posta all’inizio della proprietà dell’Istituto diocesano”.
Ecco, sembra di rivivere esattamente la polemica di qualche anno fa sul borgo di Ripa d’Orcia, sempre nell’area del Parco Artistico e Naturale della Val d’Orcia patrimonio dell’Umanità, anche quello chiusi, per alcuni arbitrariamente, dalla proprietà…
Per la cronaca e per chi magari se lo fosse dimenticato, il Monastero di Sant’Anna in Camprena è il luogo in cui furono girate molte scene del Film Il Paziente Inglese, di Antony Minghella, premiato con 9 Oscar e 2 Golden Globe nel 1997. Un filmone con attori di primissimo piano come Ralph Fiennes, Juliette Binoche, Kristin Scott Thomas, Willem Dafoe, Colin Firth, ambientato proprio in quel convento abbandonato nelle colline senesi nella seconda guerra mondiale. Ed è anche il luogo in cui il Governo voleva realizzare un deposito nazionale di materiale radioattivo di risulta da attività ospedaliere…
Dicevamo in premessa che questa storia dei castelli, dei borghi, delle pievi chiusi al pubblico e dell’impossibilità di fruirne liberamente, è una storia lunga. Come Primapagina ne parliamo da 30 anni.
In un articolo sulla rivista “Belverde” inserto culturale del giornale, uscito nell’agosto 1992 intitolato “Belli e impossibili” prendevamo in esame i casi di alcuni di questi tesori “chiusi a chiave”: il Castello di Fighine nel comune di San Casciano Bagni, il castello Fanelli a Sarteano, la Fortezza di Chiusi e il castello di Mantalera nei pressi di Panicale con affaccio sul lago Trasimeno.
Da allora, dei 4 citati solo il castello di Sarteano è stato acquisito dal Comune nel 1998 ed è aperto al pubblico. Il maniero-borgo di Fighine è un resort di lusso, la Fortezza di Chiusi è in vendita, ma tutt’ora chiusa e non visitabile, così come la Rocca di Montalera.
Siamo d’accordo con chi sostiene che – di chiunque sia la proprietà – quando certi beni sono o custodiscono importanti testimonianze storico-artistiche debbono in qualche modo essere resi fruibili. Non a caso anche certo beni di proprietà privata rientrano tra i beni culturali. L’art.10 de cosiddetto “Codice Urbani” (Decreto 22 gennaio 2004, n.42) recita: “Sono beni culturali le cose immobili e mobili appartenenti allo Stato, alle regioni, agli altri enti pubblici territoriali, nonché ad ogni altro ente ed istituto pubblico e a persone giuridiche private senza fine di lucro, *ivi compresi gli enti ecclesiastici civilmente riconosciuti*, che presentano interesse artistico, storico, archeologico o etnoantropologico”…
Questo dell’acquisto per trasformarlo in un resort è accaduto da diverso tempo. Ci andai, almeno 6/7 anni per scattare delle foto ed era già tutto sbarrato.
Queste sono riflessioni che avvengono dopo che il latte sia stato versato soprattutto da una politica scellerata che difende gli aspetti di una proprietà privata che è inviolabile ma che custodisce cultura di cui ne dovrebbe fruire il pubblico, quel pubblico che si pone sempre da parte dei media in primapagina e che all’uopo si usa per dimostrare certi concetti di giustizia sociale ma solamente a parole…i fatti sono altri…e poi consentitemi una battuta sarcastica: se la proprietà è quella della chiesa e la chiesa ha tante uscite per aiutare i poveri mi sembra giusto che debba proteggere la proprietà che le consenta le entrate… o no? In luoghi storici la cui proprietà sarebbe obbligata a corrispondere l’IMU allo Stato basta una apposizione di una immagine sacra per farla diventare ”luogo di culto” ed andare in….tasca alle casse pubbliche. Ma di cosa ci si lamenta se queste politiche le vota il popolo italiano a maggioranza.Cosa fanno i nostri parlamentari legati alla perorazione di questi interessi, fanno finta di dimenticarsene quqando ne decidono gli indirizzi ? ….ed alla fine è proprio ”Il Sodoma” a certificare lo status quò,che sembra confermasse anche Giorgio Vasari riguardo ai costumi sessuali del pittore….ma in questo caso sembrerebbe che i ” sodomizzati” siano gli italiani….(….de gustibus…. ).
In questo caso il bene è privato ed è la proprietà che ha deciso di concerto con il gestore, la chiusura al pubblico. La politica c’entra poco. Se mai la politica dovrebbe cercare e trovare una soluzione che contemperi i vari interessi. Perché come scritto nell’articolo i beni artistici sono patrimonio di tutti e debbono, in qualche modo, essere fruibili (lo dice anche il Decreto Urbani del 2004 sui beni culturali che è legge dello Stato).
La politica c’entra poco ? E chi le stablisce quali debbano essere le disposizioni che salvaguardino le opere, la loro fruibilità,la loro conservazione e le regole che fissano l’affidamento alla proprietà? Lo dici anche tu stesso nella tua risposta.Quindi credo che occorrerebbe proprio che la politica possa amministrare un opera della quale tutti abbiano il diritto di fruirne.Se questo non lo fa si contravviene a tale diritto.O no ? E allora non è affatto vero che ”la politica ” nulla c’entri.
La politica- credo- che possa obbligare la proprietà affinchè l’opera sia salvaguardata ma anche e soprattutto che diventi fruibile.Quindi la politica c’entra eccome !
Carlo, le norme ci sono già… la politica non c’entra niente con le scelte dei proprietari, dovrebbe solo farle rispettare quelle norme e non piegarsi sempre alle “bizze” e alle scelte dei privati. Ma questo è scritto anche nell’articolo.
Se le parole hanno un senso, allora come vedi la politica c’entra con le scelte, perchè la proprietà sceglie ed è soprattutto sottoposta a tener conto di ciò che la politica dispone. O no ? Quindi il ”cosa c’entra la politica” è un solo un modo di dire, perchè in tal caso la politica dispone e regola.E se la cosa apparisse insufficiente a far fruire al pubblico una proprietà privata,ritengo che la stessa politica invocata soggiaccia in questo senso alla volontà del privato.E non mi sembrerebbe cosa giusta. Penso che possiamo essere tutti d’accordo con tale principio e che si debba cercare una regola che lo possa soddisfare.
Comunque il comune di Pienza è amministrato dal 2009 da una lista civica… non da quelli che di solito vengono indicati come “la politica”
Perchè la lista civica che fà, scalda le seggiole ? Quando le cose che si fanno le si fanno non in maniera adeguata non è questione di lista civica oppure di liste assemblate formate dalla politica; la politica si fà sempre, anche quando non si dà l’impressione che la si faccia,ma questa è sempre politica.
Era solo per dire che su certe questioni la politica è assente, qualunque sia il colore o la collocazione… E i risultati sono gli stessi, sia coi vecchi che coi nuovi, con quelli sempre allineati e coi non allineati…il “cambio” molto spesso incide poco.
Vero, ma succede principalmente perchè la gente-tanto per usare un aggettivo di moda- è ”embedded” dai media che gli presentano le cose come grandi novità, punti di vista nuovi dai quali partire per politiche di successo nei confronti di quelle precedenti,ed anche perchè lo stesso complesso mediatico mette l’accento ed evidenza piccoli particolari non essenziali, guardandosi bene dall’affrontare temi che possano avere un sottofondo ed un contenuto diverso più fondamentalista, perchè è di moda nel pensiero attuale che le fondamentalità vengano evitate e non se ne deve parlare se non dandogli un colore di vecchiume, perchè ci si appunta sulle cazzate, e quindi la gente le legge e le introita con la normale superficialità e trattando gli argomenti ed assumendoli come verità. E’ quindi un tutt’uno ed all’una cosa ne consegue l’altra, invalidando spesso anche le buone ragioni che la stessa gente avrebbe e che potesse comprendere. Diciamolo francamente quindi,che questo è un sistema che è alla fine se si continua con i soliti passi e le solite direzioni e se lo si guarda globalmente lo scontro sociale purtroppo è dietro la porta e più si avvicina e più si comprende l’impotenza sia della classe politica tutta-nessuno escluso-nel poter cambiare passo e direzione.Questo vuol dire-secondo me- che la prospettiva che abbiamo davanti,conseguenze della guerra e del sistema di alleanze dove siamo ormai da decenni e decenni, saranno semprepiù conseguenze restrittive della vita,non solo sul nostro territorio ma nell’Europa tutta ed anche di conseguenza nel mondo. Si affermerà giocoforza lo stato autoritario sottoforma di ”democrazia autoritaria” imposta dal sistema economico che sarà il contrario- e lo capiamo tutti- di quello stato liberale che non è mai esistito e che fa parte delle nostre utopie,mentre le progressive pance vuote utopie non saranno più, bensì certezze.E allora siccome la storia è un processo che spesso si ripete anche fra circostanze diverse,a coloro che amano traccheggiare e che fino ad adesso hanno dato l’appoggio a questo sistema,chiamati solo nelle occasioni di quando devono manifestare la loro volontà col voto,credo che sia bene che si rendano conto che i loro figli dovranno farsi diversi buchi alla cintura e che tutto questo dovrebbe essere un motivo di riflessione su dove ci hanno condotto questi ciarlatani che sentiamo tutte le sere nelle nostre case quando apriamo quella scatolina a colori.Anche se in mezzo a tanti ciarlatani c’è sicuramente gente più seria, ma la prevalenza che ha assunto la direzione della politica, soprattutto negli ultimi mesi è quella che a prevalere sia l’inconsistenza e l’esser ciarlatani.E allora chiamato al voto, per quanto mi riguarda,per i ciarlatani preferisco non pesare.Pesino coloro che hanno dato loro la fiducia.Si parla sempre che il voto sia l’unica arma in mano allla gente in democrazia per poter cambiare, ma qui- non sò se lo si è compreso- è il sistema e le persone che lo sorreggono- a non volerlo cambiare e solo quando subiscono si lamentano ma poi quando vanno a contare ed a pesare convergono sempre nello stesso punto di sempre. Credo-e la faccio finita- che l’unica osservazione seria sia quella che sia la condizione materiale dell’esistenza degli uomini che possa dare la misura o meno del cambiamento. Se qualcuno in numero crescente creperà di fame può darsi che si ribelli,se non creperà di fame probabilmente non lo farà. Ma questo dovrebbe indurre una misura semplice di ragionamento dentro la testa di tutti, perchè a grandi passi ci stiamo avvicinando di gran corsa al punto di non ritorno, dove la guerra e la fame imporranno le loro condizioni.A questo che si chiama ”materialismo storico” e cioè il fatto ”che sono le condizioni materiali di esistenza che fanno il modo di pensare” non c’è alternativa ed è la misura attuale delle condizioni che l’organizzazione -soprattutto quella del sistema economico- ha imposto al mondo e quindi anche agli uomini negli ultimi due secoli, e quando qualsiasi sistema non è più capace di sostenere il mondo, automaticamente si affermano condizioni di disquilibrio alle quali lo stesso sistema tenta di porre riparo ma stringendo sempre i rubinetti per poi credere e programare di ripartire. Non si esce in nessun modo da tale visione. Ma purtroppo il ”sinusoide” degli alti e bassi è sempre con andamento tendenzialemente discendente. Questo è il mio parere e la mia visione.L’unica soluzione alla quale si crede di poter ricorrere è quella della guerra.Se va bene alla gente comune,di sicuro a chi comanda và ancora meglio,per il semplice motivo per il quale pensa di poter assicurare una ripartita e su tale terreno ” imbocca” la gente.Intanto governa, dispone e decide anche delle vite e del futuro altrui.Ho forse espresso una posizione pessimista oltre ogni limite? Mi sembrerebbe di no.
In Italia si tende a privatizzare troppo, dalle spiagge ai luoghi d’arte che sono patrimonio dell’umanità.
Una deriva da tenere sotto controllo.
Roba da matti!