SANT’ANNA IN CAMPRENA, IL CONVENTO DEL “PAZIENTE INGLESE” TRASFORMATO IN RESORT. I DIPINTI DEL SODOMA NON VISITABILI: LA GENTE PROTESTA

domenica 03rd, luglio 2022 / 15:43
SANT’ANNA IN CAMPRENA, IL CONVENTO DEL “PAZIENTE INGLESE” TRASFORMATO IN RESORT. I DIPINTI DEL SODOMA NON VISITABILI: LA GENTE PROTESTA
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PIENZA – Ogni tanto anche scorrendo facebook si scopre quanto il territorio sia ricco di tesori e quanto, molto spesso, questi tesori siano però off limits per i normali cittadini.  La questione è antica, ma ciclicamente torna alla ribalta. E ogni volta sale l’incazzatura. Che poi coi social diventa un tam tam e si propaga. Ieri, sabato 2 luglio, è comparso, appunto su facebook, un post a firma Luca Bardi che pone un problema serio: l’impossibilità di visitare gli affreschi di Antonio Bazzi detto il Sodoma, pittore cinquecentesco vercellese, ma senese d’adozione, nello splendido Monastero di Sant’Anna in Camprena, nel comune di Pienza, ma al confine con quello di Trequanda. Gli affreschi – ricorda l’autore el post – “sono importanti, sia artisticamente che storicamente perché del Sodoma e perché li ha realizzati 25nne ed è la sua prima opera significativa”. Solo che non si possono vedere. Accanto al cartello stradale che spiega che siamo in un territorio che è Patrimonio Unesco, ce n’è infatti un altro che vieta l’accesso perché proprietà privata.  Possono accedere solo gli ospiti dell’agriturismo.

Sì, perché l’ex Monastero di Sant’Anna in Camprena è di proprietà della Chiesa, ma è diventato un agriturismo…

Luca Bardi, l’autore del post, si dice “furioso” per il divieto: “penso che scriverò all’Unesco, al Comune di Pienza e alla Soprintendenza di Siena – scrive – perché “certi luoghi così importanti dal punto di vista storico e artistico parte del patrimonio dell’UNESCO devono poter essere visitabili, magari con accesso regolato”.

E questo è il punto:  perché a Sant’Anna in Camprena non è previsto almeno un accesso regolato, magari su prenotazione o a gruppi in determinati giorni e orari, e si preferisce una chiusura generalizzata al pubblico ce non sia fatto dai clienti del resort?

Il sindaco di Pienza Manolo Garosi, rispondendo ai commenti al post di Bardi, fa sapere che lui “come Sindaco ha già chiesto tempo fa spiegazioni alla Diocesi, alla Mensa Vescovile proprietaria del bene, che è quindi proprietà privata” aggiungendo “al momento non ha avuto risposte”. Il sindaco pientino si spinge anche un passettino oltre, affermando  “ritengo che la Diocesi e la Curia dovrebbero disciplinare la visita ai santuari e alle chiese, essendo di loro proprietà e dovendo garantire l’apertura dei luoghi di culto ai fedeli e per visite culturali… le amministrazioni comunali nelle proprietà private non possono certo irrompere…la strada che porta al Monastero è pubblica ed aperta… la sbarra è posta all’inizio della proprietà dell’Istituto diocesano”.

Ecco, sembra di rivivere esattamente la polemica di qualche anno fa sul borgo di Ripa d’Orcia, sempre nell’area del Parco Artistico e Naturale della Val d’Orcia patrimonio dell’Umanità, anche quello chiusi, per alcuni arbitrariamente, dalla proprietà…

Per la cronaca e per chi magari se lo fosse dimenticato, il Monastero di Sant’Anna in Camprena è  il luogo in cui furono girate molte scene del Film Il Paziente Inglese, di Antony Minghella, premiato con 9 Oscar e 2 Golden Globe nel 1997.  Un filmone con attori di primissimo piano come Ralph Fiennes, Juliette Binoche, Kristin  Scott Thomas, Willem Dafoe, Colin Firth, ambientato proprio in quel convento abbandonato nelle colline senesi nella seconda guerra mondiale. Ed è anche il luogo in cui il Governo voleva realizzare un deposito nazionale di materiale radioattivo di risulta da attività ospedaliere…

Dicevamo in premessa che questa storia dei castelli, dei borghi, delle pievi chiusi al pubblico e dell’impossibilità di fruirne liberamente, è una storia lunga. Come Primapagina ne parliamo da 30 anni.

In un articolo sulla rivista “Belverde” inserto culturale del giornale, uscito nell’agosto 1992 intitolato “Belli e impossibili” prendevamo in esame i casi di alcuni di questi tesori “chiusi a chiave”: il Castello di Fighine nel comune di San Casciano Bagni, il castello Fanelli a Sarteano, la Fortezza di Chiusi e il castello di Mantalera nei pressi di Panicale con affaccio sul lago Trasimeno.

Da allora, dei 4 citati solo il castello di Sarteano è stato acquisito dal Comune nel 1998 ed è aperto al pubblico. Il maniero-borgo di Fighine è un resort di lusso, la Fortezza di Chiusi è in vendita, ma tutt’ora chiusa e non visitabile, così come la Rocca di Montalera.

Siamo d’accordo con chi sostiene che – di chiunque sia la proprietà –  quando certi beni sono o custodiscono importanti testimonianze storico-artistiche debbono in qualche modo essere resi fruibili. Non a caso anche certo beni di proprietà privata rientrano tra i beni culturali. L’art.10 de cosiddetto “Codice Urbani” (Decreto 22 gennaio 2004, n.42) recita: “Sono beni culturali le cose immobili e mobili appartenenti allo Stato, alle regioni, agli altri enti pubblici territoriali, nonché ad ogni altro ente ed istituto pubblico e a persone giuridiche private senza fine di lucro, *ivi compresi gli enti ecclesiastici civilmente riconosciuti*, che presentano interesse artistico, storico, archeologico o etnoantropologico”…

Il caso del Monastero di Sant’Anna in Camprena, coi dipinti del Sodoma pare rientrare pienamente in questa casistica. Per cui il Comune di Pienza e la Soprintendenza faranno bene a cercare e trovare, insieme alla propietà e al gestore del resort, una soluzione che faccia sparire quel cartello di divieto e garantisca sia pure in modo controllato e misurato la visita anche a coloro che non sono clienti dell’agriturismo. E la Curia ed enti derivati proprietari degli immobili non possono lavarsene le mani, nascondendosi dietro la gestione privata della struttura.  D’altro canto dovrebbero ispirarsi a Gesù, mica a Pilato…
m.l.

 

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