“L’ABBAIARE DELLA NATO” E L’INVIO DI ARMI ALL’UCRAINA… E IL PAPA MISE ALL’ANGOLO I GUERRAIOLI

«Forse l’abbaiare della Nato alla porta della Russia» ha indotto il capo del Cremlino a reagire male e a scatenare il conflitto. «Un’ira che non so dire se sia stata provocata, ma facilitata forse sì». Questa riflessione sulle radici della guerra in corso in Ucraina non l’ha fatta il ministro degli esteri russo Lavrov a Rete 4 nella famigerata intervista che Enrico Letta ha definito “un’onta insopportabile”. A parlare di “abbaiare della Nato” che in qualche modo se non ha provocato la guerra l’ha facilitata è Papa Francesco. E non in un fuori onda rubato da qualche cronista scaltro. Il Pontefice si è espresso così in una intervista al Corriere della Sera. Che già è insolita di per sé. Con quelle argomentazioni è una bomba che scompagina i giochi e fa piazza pulita in un nanosecondo di gran parte della retorica dei “guerraioli” e della “santità” degli armi inviate o da inviare alla resistenza ucraina. E certo il Papa non può essere iscritto d’ufficio al partito dei filo Putin come è successo al professor Orsini, a Toni Capuozzo, all’Anpi e a quei pacifisti a senso unico che si ostinano a marciare da Perugia ad Assisi. Il papa è pur sempre il papa. Il Pontefice si mostra dubbioso anche sulla fornitura di armi all’Ucraina. La sua linea è sempre stata quella del rifiuto della corsa agli armamenti, il no all’escalation nella produzione di armi che prima o poi qualcuno decide di mettere alla prova sul campo, provocando morte e sofferenza. «Non so rispondere, sono troppo lontano, all’interrogativo se sia giusto rifornire gli ucraini . La cosa chiara è che in quella terra si stanno provando le armi. I russi adesso sanno che i carri armati servono a poco e stanno pensando ad altre cose. Le guerre si fanno per questo: per provare le armi che abbiamo prodotto. Così avvenne nella guerra civile spagnola prima del secondo conflitto mondiale. Il commercio degli armamenti è uno scandalo, pochi lo contrastano. Due o tre anni fa a Genova è arrivata una nave carica di armi che dovevano essere trasferite su un grande cargo per trasportarle nello Yemen. I lavoratori del porto non hanno voluto farlo. Hanno detto: pensiamo ai bambini dello Yemen. È una cosa piccola, ma un bel gesto. Ce ne dovrebbero essere tanti così». Il messaggio è forte e chiaro. E non finisce qui.
A chi gli chiede il gesto simbolico di una visita in Ucraina risponde così: «A Kiev per ora non vado. Ho inviato il cardinale Michael Czerny, (prefetto del Dicastero per la Promozione dello Sviluppo umano integrale) e il cardinale Konrad Krajewski, (elemosiniere del Papa) che si è recato lì per la quarta volta. Ma io sento che non devo andare. Io prima devo andare a Mosca, prima devo incontrare Putin. Ma anche io sono un prete, che cosa posso fare? Faccio quello che posso. Se Putin aprisse la porta…».
Ecco, noi pur partendo da convinzioni laiche, siamo d’accordo con il Papa sul fatto che Putin dovrebbe aprire qualche spiraglio, ma anche su ciò che egli dice sulle responsabilità della Nato, sull’invio di armi, sull’atteggiamento della Nato, sull’invio delle armi e sul fatto che le guerre servono anche per venderle, provarle sul terreno e smaltirle…
Chi dice che non si può essere equidistanti tra l’aggressore e l’aggredito, che gli ucraini hanno il diritto di difendersi e il mondo libero ha il dovere di aiutare chi si difende da una aggressione militare imperialista, anche se l’aggredito non è un fior fiore di stato democratico, se ha un esercito pieno di nazisti, dice una verità e una cosa giusta. Ma la verità va sempre detta fino in fondo e chi vuole mandare nuove armi, sempre più potenti e non solo di difesa alla resistenza ucraina deve anche dire, con chiarezza che ciò significa non solo aiutare gli ucraini, ma avere un altro obiettivo, quello di inchiodare la Russia ad una guerra lunga e sanguinosa che la dissangui e la indebolisca come potenza militare, politica ed economica e la metta all’angolo. Deve dire che inviare nuove armi, anche di attacco, vuol dire essere in guerra. E l’Italia, ancora non è in guerra con nessuno, la costituzione vieta, anzi ripudia il ricorso alla guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali, e non consente il sostegno militare per attaccare altri paesi. Non solo ma l’Italia è una repubblica parlamentare e decisioni di questa portata non possono essere prese per decreto, senza un pronunciamento del parlamento, che tenga conto, ovviamente anche dell’opinione dei cittadini.
Ha ragione da vendere papa Bergoglio quando afferma che la guerra va fermata. “Tanta brutalità come si fa a non fermarla?”
m.l.
Lo scenario è cambiato
No Alessandro, purtroppo credo che lo scenario non sia cambiato,anche se la maggior parte degli italiani non approvino che l’italia invii armi all’Ucraina. Vediamo che tutta la stampa, tutti i canali trasmettono sempre la solita solfa e questo è quello che alla gente arriva. Ci può essere qualcosa di nuovo che emerge dallo schieramento politico ma di sicuro quello che viene fuori è che il partito del PD ed il suo segretario sono fra i più scatenati nell’inviare armi all’Ucraina al punto che nelle reti il messaggio papale al contrraio di tante altre volte viene tacitato, passato in secondo e terzo piano, così come nei quotidiani che viene riportato anche in dodicesima pagina. Allora chi parla di stampa libera perchè ognuno a differenza della Russia qui possa dire quello che vuole senza aver paura di ritorsioni, tutto questo che dicono faccia la differenza fra noi e loro,ma se viene tenuto un confronto impari fra i nostri giornalisti schierati al 99% per l’invio delle armi e se il discorso del Papa viene in effetti oscurato perchè abbia sorpreso tutto l’establishment, mi si dica quale sia la differenza nel raggiungimento di come viene influenzata l’opinione pubblica. Un modo è più brutale(Russia) mentre l’altro è più sofisticato e subliminale al tempo stesso e fà raggiungere a chi ascolta e guarda livelli di informazione inconsapevole che ci viene ripetuta tutte le sere fino allo sfinimento, alternando notizie, casi personali, storie personali dei rifugiati o di chi ha avuto distrutta la casa. Ma si è mai sentito un Ucraino che tuonasse contro il proprio governo? Ti sembra possibile questo ? Eppure se qualcuno ha sentito qualche intervista di qualche persona a cui è stata distrutta la casa o che abbia avuto lutti e che sia contro il governo non lo si è mai udito.Vi sembra possibile questo che sia successo in una nazione di 40 milioni di persone ? E’ che quando c’è guerra l’informazione è fortemente manipolata, impedita, talmente filtrata che si abbandonano tutti quegli aspetti che ci possano portare ad avere un giudizio equilibrato su cosa avvenga ed il loro perchè.Altro che mondo libero…è un mondo libero che si preoccupa che non filtrino altre notizie che possono orientare diversamente l’opinione pubblica, fino alla moblitazione di decisioni di togliere squadre sportive dalle gare, di proibire la celebrazione di opere di letterati e storici russi, boicottare così un paese rinunciando anche ad avere una parte di libertà imposta dalle sanzioni che ci stà facendo l’altro che se chiude i rubinetti delle materie energetiche che ci fornisce ci riscaldiamo a fiato.Quindi è la favoletta del mondo libero contro quello non libero e se veramente il nostro fosse libero tutti gli aspettiche vengono affrontati quotidianamente sarebbero un punto per il quale si possano formare modi di pensare diversi e liberi.Credi che possa cambiare la situazione? Io credo di no.E’ lo stesso principio che disse qulcuno che si opponeva al governo e che disse quella frase .”…e se elezioni le vincessimo noi non ce le farebbero fare !”Pensi proprio che la situazione sia cambiata ?
io credo peggiorata e che ci si stia incamminando verso una guerra endemica che durerà molto tempo dalla quale potranno sorgere nuove divisioni, nuovi contrasti e nuovi lutti.Questo è quanto ci scorre sotto gli occhi !