CHIANCIANO TERME – Il viadotto Ribussolaia, chiuso al transito dal 2018, sarà demolito e ricostruito su 5 campate in acciaio. Sarà lungo 250 metri e largo 12; le campate avranno le seguenti misure: la centrale 70 metri, quelle laterali 45 e 55. Oltre alla carreggiata stradale vi troveranno spazio due corsie laterali pedonali e ciclabili di 1,5 metri. Questo il progetto previsto per la soluzione del problema. Se ne è parlato ieri in un incontro tecnico convocato dalla Provincia di Siena, cui hanno partecipato Anas e dirigenti e tecnici della società del gruppo Fs interessata all’opera. L’incontro ha affrontato il tema degli investimenti programmati nel prossimo triennio per ciò che riguarda infrastrutture e manutenzioni.
Il progetto per la ricostruzione del viadotto chiancianese prevede una spesa di 6,8 milioni di euro. Una bella cifra, per un’opera importante. Ma… c’è ancora un ma piuttosto inquietante. Non sono state infatti ancora definite nel dettaglio le opere di fondazione della struttura, in quanto – fa sapere l’amministrazione comunale di Chianciano – “a causa di recenti movimenti franosi interessanti parte della zona oggetto di intervento, come previsto in tali casi dalla procedura nell’Ottobre 2021 è stata attivata una campagna di monitoraggio geomorfologico con ricorso ad inclinometri i cui risultati potranno essere valutati a partire da Novembre 2022”. Quindi, nella migliore delle ipotesi, e cioè nell’ipotesi che i movimenti franosi non siano pregiudizievoli e non rappresentino pericolo futuro, i lavori slitteranno di un bel po’. Anche considerando la possibilità di non fare una gara d’appalto, “in quanto opera rientrante nell’accordo quadro stipulato tra Ministero e Anas i lavori potranno avere inizio solo nella primavera 2023”. Così si conclude il comunicato del Comune. Insomma il viadotto verrà demolito e ricostruito. Forse. E comunque non prima del 2023. Passerà dunque ancora un anno – se va bene – prima di vedere all’opera ruspe, gru e carpentieri…
Sapevamo da tempo che dal 2023 si comincerà lentamente a prevedere quando si potrà immaginare il ponte finito. Questione complicata anche dalle frane che interessano tutta la cittadina, anni di mancata manutenzione hanno comportato danni ingenti e un conto salato. Si poteva intervenire prima, si sarebbe speso meno e non si sarebbe complicata la vita ai cittadini. Questo è il sistema, cerchiamo di scegliere meglio prima di votare…
, meglio sarebbe lottare…
Caro Bettollini,prendo al volo ciò che dici :”meglio sarebbe lottare” ma sappiamo invece che la lotta da parte di coloro che la dovrebbero porre in essere e dei loro partiti che hanno governato la politica e quindi la società, è diventata una utopia.Ed è questo che vuole il sistema socio-economico e morale che ci governa. Ed allora è bene che i cittadini si prendano quello che viene e di fronte ai discorsi di aria fritta che vengono fatti da ogni parte si guardi, spingere i cittadini a lottare diventa difficile quasi impossibile tranne in sparute realtà e per sparuti piccoli motivi localistici.La storia ci insegna che lottano quando le conseguenze della politica che hanno prodotto diventano disastrose,ma fino a quel punto non è facile che lottino, soprattutto i poveri,mentre a rigor di logica dovrebbe essere il contrario.Ma adesso velocemente credo che ci stiamo entrando in tale situazione che si stà preparando. Ciò che ci si prospetta davanti non è tanto il Ponte di Ribussolaia ma è un degrado programmato a tavolino con l’avallo delle forze che il degrado l’hanno prodotto ,coadiuvati anche da quelle che poco tempo fa gli si opponevano.Queste ultime pensano che il sistema possa cambiare perchè con le loro alleanze nazionali ed anche in quelle locali si possa arginare il declino ma invece vedo che al di là delle cose giuste che a parole possono dire e reclamare(per esempio contro l’aumento della spesa per gli armamenti) si sono fatti fagocitare dal gorgo a senso unico in nome di una unione generale della politica contro la crisi e la crisi li ha assorbiti pure a loro.Tu giustamente invochi la lotta contro chi ha prodotto tutto questo ma purtroppo questo è il tempo del si salvi chi può e chi ne rimane stritolato sono i più poveri che hanno davanti a loro una esistenza di rinunce e di restrizione dei consumi nella terra promessa delle libertà individuali. Questa è la beffa ormai evidente e plateale.Chissà se si pensa che in un mondo come è questo chi ha e possegga sia libero e chi non possegga non sia libero.Me lo chiedo e mi chiedo anche che non ci vorrebbe una intelligenza superiore a pensare così eppure tutto il complesso mediatico spinge a scavalcare ed a non far vedere questo tipo di ragionamenti. Dico questo perchè ultimamente -nella recrudescenza di questo significato di libertà- si attenta da parte di tutti i politici a coinvolgerci nella sacra crociata del ” bene contro il male”.E lo sentiamo ogni sera che a coloro che si azzardano a tuonare qualche argomento contro l’establishment lo si interrompa e gli venga tolta la parola dai conduttori delle trasmissioni appena si crede che l’interlocutore possa scavalcare il terreno obbligato che deve percorrere per portare il ragionamento alle conclusioni già stabilite in partenza e che si inspirano alla libertà di espressione che intendono gli stessi canali televisivi non vergognandosi allo stesso tempo nel far dilagare una ipocrisia che ha raggiunto livelli di insopportabilità oltre ogni limite,quasi fossero chi li guarda da casa dei perfetti imbecilli.Di fronte agli avvenimenti della guerra per esempio ci si rifiuta di far ascoltare ai cittadini italiani la storia ed i perchè, ma si fotografa solo la brutalità delle bombe come se chi critica l’aggressione della Russia all’Ucraina e che sostiene gli interessi della Nato le bombe non fossero state da tale parte sganciate e fossero state bombe che nulla avessero prodotto negli interventi militari in altri paesi che fino ad adesso ci sono stati.. Se si facesse un elenco dei morti che gli interventi delle parti che sostengono e che veicolano il pietismo tutte le sere e di chi faccia la morale adesso, riempiremmo una lista quasi infinita dove al numero delle vittime davanti alle cifre seguirebbero parecchi zeri.Ed allora farsi fare la morale da questi è inaccettabile come inaccettabile è la loro politica della provvisorietà degli interventi che riguardano anche e soprattutto la politica locale non solo le strutture dei ponti e delle strade ma di tante altre strutture nel nostro territorio lasciate all’incuria ed al detrimento del tempo,come le frane(vedi quella di Montepulciano) l’amministrazione delle acque(i laghi ed i fiumi) sia da irrigazione sia da servizio di acquedotti civili e tanto altro ancora.Ma si rientra sempre nella stessa patologia della società: è il distorto uso delle classi dei meno abbienti che viene convogliato in altre direzioni che servono a chi dirige, invece di organizzarli per cambiare musica.E tutto questo fino a quando non arriva il peggio che mi sembra intravedere dietro la porta, anche nel nostro territorio.Ed allora chiediamocelo chi sia che produca tutto questo.Come tu dici occorrerebbe la lotta, non c’è alternativa a tutto questo se non il peggioramento complessivo.Lo scontro politico nel passato era diverso non per natura ma per partecipazione popolare. Oggi sono i poveri i primi a non volerlo perchè assoggettati dal voto a favore di chi tutto questo produce ed è stato messo loro in testa che lottare sia controproducente e sia meglio assuefarsi a ciò che il sistema sforna(nota che quest’ultima espressione non la usano mai perchè sarebbe in primis non dignitosa ma le conclusioni materiali invece queste sono perchè sanno che i poveri quando non hanno un partito dietro ed alla base che li organizzi non ragionano politicamente e questa è la storia di sempre).Quando si comprime il fatto e la sfera ”culturale” allora è meglio aspettarci quella che venga identificata col nome di crescente schiavitù graduale,sia morale che materiale. ”Il pane si fà a seconda della farina che si usi” e tale messaggio è valido anche nei confronti dei problemi locali del territorio e di chi l’ha governato fino ad oggi,di chi ha dato le direttive, di chi ha creato i comparti decisionali nei vari settori dell’economia e non è questione di amministrazioni di destra o di sinistra.Destra e sinistra-lo si vede dai fatti- è un concetto che non esiste più.Sono coloro che vorrebbero portare tale visione dentro il ragionamento e che insistono perchè pensano di poggiarsi ancora sulle gambe di un popolo che non sàppia distinguere le cose e che ragioni come ragiona la televisione che hanno in mano loro ! Questa è la realtà ed i mistificatori seriali di questa sono sempre presenti e sono sempre ad occhi aperti pronti a veicolare la materia che rende loro tendenzialmente al fine di spargere la nebbia escludendo ed indebolendo chi la possa contestare.Quando si dice che ”la lotta di classe” l’hanno fatta i padroni contro i poveri è vero e chi ha dato loro la chiave per accedere alla stanza delle” armi” è stato negli ultimi due decenni specialmente il centro travestito da sinistra.Questa secondo me è la verità vera e se non lo si è compreso siamo destinati al pagamento della cambiale che si è firmata,e l’incaricato del notaio che in tutti i modi farà l’accesso non si sentirà dire come tante volte ”nulla devo” ma ”devo ciò che è scritto ma non ho le sostanze”…è un bel futuro non c’è che dire….mentre l’incaricato del notaio è uscito dallo studio ed è già in giro a suonare i campanelli….ma tanto cosa si vuole ? Si vogliono i conferimenti dello stato ai comuni ed alle regioni per intervenire sui disastri del territorio come ponti,viadotti,strade ecc.? Alt, ma ci sono gli incrementi di spese per riarmarci ancora contro chi non ci è dato di sapere anche perchè prima lo facevamo contro il comunismo e l’URSS oggi contro un ipotetico futuro Putin che ci possa mettere alla canna del gas. Una volta che ci venga fatto questo, il passo è breve per arrivare ad una escalation che permetta di mettere le mano sulle riserve di un paese di 8 fusi orari ed il nostro sistema socio-economico e morale basato sulla libertà(la nostra però ) avrà ancora assicurata la continuazione ancora per due o tre secoli per erigersi a modello… ma penso che se i nostri governanti a questo giro di giostra abbiano inteso così, probabilmente credo che possano aver sbagliato a cominciare dal credersi militarmente onnipontenti e monopolari come il mondo che hanno valutato erroneamnte che tale lo sia ancora oggi.
ma in questo caso specifico (il viadotto di Chianciano), lottare per cosa e contro chi? e soprattutto lottare come? chiedo per un amico…
X Marco Lorenzoni. Se ti riferissi al mio intervento io sono partito da quanto espresso da Bettollini sul fatto del ”lottare” quando nessuno lotta più e che questa domanda o richiesta oggi sia diventata quasi un eresia ed ho cercato di spiegarla e di definire quale sia la fotografia della situazione oggi. Ho toccato accennando a quello che è passato sulle amministrazioni del territorio e per quale ragione la differenza fra destra e sinistra sia sempre più offuscata fino allo scomparire. E siccome oggi si tende in ogni discussione a pretendere solo un giudizio che riguardi l’attualità immortalata solo 5 minuti fa ma si cancelli tendenzalmente fatti pregressi per i quali si sia arrivati a tale realtà odierna, ritengo questa una analisi inutile e monca, una analsi che non spiega le ragioni per le quali siamo arrivati come alla Ribussolaia anche a tante altre Ribussolaie. Se poi nella tua risposta ti riferissi a quella della frase finale di Bettollini, magari avresti fatto prima di chiederlo a lui, il quale se si sente di risponderti lo faccia e dopo che l’avrò letto lo posso anche commentare, dire se sia d’accordo o meno con l’idea che esprime su come debba essere la lotta,quando vada fatta e sul come vada fatta.
È Bettollini che evoca e invoca la lotta, quindi è ovvio che la mia domanda fosse rivolta a lui. Mi piacerebbe sapere per esempio se intendesse “lottare per riavere il viadotto”, oppure “per mandare a casa l’amministrazione”, oppure per la certezza che i soldi vengano spesi bene, cioè per la trasparenza delle decisioni e degli appalti. Comunque tra un po’ saranno 4 anni che il viadotto è chiuso. Minimo ne passerà un altro. Un tempo abbastanza lungo… No?