LA GUERRA ALLE PORTE E IL SILENZIO ASSORDANTE DELLA POLITICA (E NON SOLO)…

lunedì 21st, febbraio 2022 / 17:23
LA GUERRA ALLE PORTE E IL SILENZIO ASSORDANTE DELLA POLITICA (E NON SOLO)…
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CHE FINE HANNO FATTO LE MARCE DELLA PACE?

CHIUSI – Ricordo benissimo: era il 2003, esattamente di questi tempi, fra la fine di febbraio e i primi di marzo… Anche allora soffiavano venti di guerra. Partiti politici, associazioni, perfino le parrocchie si interrogavano su come fermare le armi e l’escalation d tensione. All’epoca il teatro delle operazioni era l’Iraq. Stava per scatenarsi quella che sarebbe stata la seconda guerra del Golfo. Con la coalizione occidentale guidata dalli Usa pronta a intervenire. Il clima che si respirava in quel tardo inverno 2003 era molto simile a quello che su respira oggi, con la crisi Ucraina. La differenza, è che l’Ucraina è ancora più vicina al “cuore dell’Europa” ma, rispetto ad allora c’è molta meno mobilitazione. Meno preoccupazione, meno paura. Dopo 20 anni ci siamo assuefatti anche all’idea della guerra come strumento per dirimere le controversie tra Stati confinanti. “L’Italia ripudia la guerra”, così c’è scritto all’art. 11 della Costituzione, ma nei fatti non è così. L’unica preoccupazione, adesso, sembra essere che con una eventuale guerra in Ucraina, schizzi alle stelle il prezzo del gas, quindi quello delle bollette… Per il resto sembra un balletto macabro che fa appena appena capolino nelle trasmissioni Tv e nei Tg.. Poco anche sui social.

Nel 2003, in quei giorni tra febbraio e marzo, mentre cresceva la tensione, a Chiusi (non a Parigi o Mosca), per esempio, ci furono riunioni frequent, quasi febbrili.  In una di queste tenutasi nella chiesina del Rione Carducci si decise di fare una “Marcia della Pace”. E la marcia si fece, organizzata dai Ds, Margherita, Rifondazione Comunista, da Primapagina e alcune associazioni culturali e sociali, per lo più di area cattolica. Il Vescovo di allora mons. Rodolfo  Cetoloni diede l’adesione e partecipò in prima fila, parlando anche al termine del corteo in piazza del Comune. Tra i più attivi nell’organizzare l’evento anche Don Carlo Prezzolini all’epoca parroco di Monticchiello e Don Icilio Rossi, entrambi collaboratori stretti del Vescovo.

I Ds, dopo aver dato l’ok al bombardamento del Kosovo, nel 2000, con il Governo D’Alema, erano piuttosto titubanti, m alla fine parteciparono convintamente con sindaci, assessori e segretari di sezione… Sindaco di Chiusi era Luca Ceccobao. Alla Marcia parteciparono in tanti da tutta la zona.

Oggi, con la guerra alle porte dell’Europa, con i carriarmati che già sparano su scuole e ospedali a Donetsk, la città dello Shaktar, che tutti conoscono per aver giocato di recente con l’Inter, nessuno si muove. Nessuno che dica mezza parola. Tutti sottocoperta: sindaci, assessori, segretari di sezione, ma anche associazioni, parrocchie ecc.

La guerra sembra essere diventata una sorta di videogame, una cosa che ci riguarda, ma solo fino ad un cert punto, perché al massimo può far salire il prezzo del gas. E invece la guerra, anche se “a bassa intensità” (per ora) si fa con le bombe, con le cannonate, con la le truppe che avanzano e costringono i civili a “sfollare” a migliaia, ad abbandonare le proprie case, le proprie città… Non solo è alto il rischio di un nuovo conflitto globale tra superpotenze (Nato e Russia in questo caso), ma anche se il conflitto rimanesse circoscritto ai confini tra Ucraina e Russia sarebbe comunque una tragedia, una riedizione di ciò che è successo neo Balcani begli anni ’90 e di ciò che successe ancora lì tra Russia, Polonia e Germania nel 1939 con le conseguenze che sappiamo…

Se in tutto questo c’è un convitato di pietra, un grande assente, ingiustificato, questo è l’Europa. Gli Usa giocano come sempre una partita tutta loro. Quando la Russia provò a piazzare una base militare coi missili a Cuba, davanti a Miami, Kennedy non si fece problemi a provare a invadere Cuba. Era il 1961 e non gli andò bene… Oggi che Putin (non un stinco di santo, per carità) dice che non vuole l’allargamento della Nato a est e missili alle porte di casa, Biden e alleati gridano allo scandalo. Ma lo scandalo non c’è. E’ normale. Meno normale è che in Ucraina il governo filo Nato e anti Russo sia sostenuto da battaglioni irregolari (ma non troppo) che inneggiano e mostrano insegne neonaziste. Il ministro degli esteri italiano Di Maio in visita ufficiale a Kiev posta un video che sembra il filmino delle vacanze di Natale con la fidanzata, con tanto di musichetta di sottofondo. Ci manca solo il karaoke… Roba imbarazzante. Adesso sembra che l’Europa voglia provare con Draghi, ovvero con la figura più autorevole che ha… Il premier italiano andrà in missione ea Mosca per cercare di convincere Putin a riporre l’ascia di guerra. Solo che anche Draghi, in questo momento somiglia più al generala Custer che a Tex Willer.

Qui in periferia, mentre ascoltiamo in Tv i commenti di esperti che ne sanno quanto noi e che oltre un appoggio subalterno e latente alle posizioni della Nato non riescono ad andare, aspettiamo che qualche esponente politico, qualche sindaco, qualche prete o qualche vescovo alzi almeno la voce faccia sentire ai suoi “seguaci” che non si tratta di stare da una parte o dall’altra, con la Russia o con l’Ucraina, ma semplicemente contro la guerra. Troppo complicato? Eppure nel 2003…

M.L.

 

 

 

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