UN IMPIANTO PER BIOGAS VICINO AL LAGO DI MONTEPULCIANO: SI APRE UN NUOVO FRONTE AMBIENTALE. COMITATI E LEGA ALZANO LE BARRICATE

sabato 19th, febbraio 2022 / 18:11
UN IMPIANTO PER BIOGAS VICINO AL LAGO DI MONTEPULCIANO: SI APRE UN NUOVO FRONTE AMBIENTALE. COMITATI E LEGA ALZANO LE BARRICATE
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MONTEPULCIANO – In teoria e sulla carta si tratterebbe di un “progetto per il recupero di purea organica mediante produzione di biogas per energia elettrica e termica”. Questa la denominazione tecnica della struttura proposta dalla società agricola Poliziana, a potenziamento di un impianto già esistente, in località Le Fornacelle, nel comune di Montepulciano. Ovviamente se la Regione Toscana dovesse dare il via libera una volta verificati tutti i parametri e i pareri di conformità.

La località per essere più chiari è nel comune di Montepulciano, ma al confine con quello di Castiglione del Lago, tra Acquaviva e Pozzuolo Umbro, non lontano dal Lago di Montepulciano e da altre importanti aziende agricole e vinicole.

Come spesso accade, anche in questo caso il progetto ha fatto drizzare le antenne soprattutto a chi sta nei paraggi, ma di là del confine. 

E infatti nella zona di Pozzuolo si è costituito un Comitato locale che si oppone alla realizzazione dell’impianto. Il comitato risponde al nome di “Pozzuolo Green” e raggruppa varie associazioni  e singoli cittadini. Ma non è il solo soggetto ad alzare barricate: della vicenda si sta interessando anche il WWF di Perugia che ha presentato una “diffida legale” e a livello politico si sono mossi i due consiglieri della Lega al Comune di Castiglione del Lago Paolo Terrosi e Lorenzo Nardelli, anche loro contrari e mobilitati.  Dalle carte relative al Progetto presentato dall’azienda agricola Poliziana, si evince che “il progetto prevede la sostituzione/integrazione dell’attuale alimentazione dell’impianto di biogas della Poliziana già esistente ed operativo autorizzato con Autorizzazione unica, con purea organica derivante dal pretrattamento della Forsu (Frazione organica del rifiuto solido urbano). Pretrattamento svolto in altro sito. Nell’impianto in oggetto ci si limiterà al controllo qualitativo e alla utilizzazione della purea quale substrato di fermentazione, in località Montepulciano”.

A suscitare allarme tra i cittadini e le imprese turistiche presenti nella zona interessata è l’impatto ambientale che tale impianto, ampliato e modificato rispetto all’attuale per quanto riguarda la materia prima da trattare, potrebbe avere su un territorio delicato, a 500 metri, forse anche meno, dal Lago di Montepulciano che è Riserva Naturale e oasi Lipu. I due consiglieri leghisti di Castiglione del Lago adombrano anche altri rischi, commessi per esempio a possibili allagamenti e esondazioni e alle emissioni della stesso impianto: “Tutta l’area – spiegano Terrosi e Nardelli – è classificata a pericolosità idraulica molto elevata P3 e ciò anche per la presenza di nitrati e ione ammonio connesse con l’attività svolta nell’impianto già esistente. La zona in questione spesso è soggetta ad allagamenti ed è possibile un interessamento delle falde acquifere. Chi può assicurarci senza ombra di dubbio che non vi saranno emissioni dall’impianto, dannose per la salute pubblica? Ci risulta che questo progetto prevede l’utilizzo di ben 30 mila tonnellate di purea organica”. Quest’area è di assoluta valenza agricola e turistica, visto che nel raggio di un chilometro sono presenti ben 9 attività turistico-ricettive. Andrebbe trovato un luogo più adatto per questo tipo di attività”.

I due esponenti della Lega, però se la prendono anche con il sindaco e l’amministrazione castiglionese che a loro dire “era a conoscenza del progetto in questione, ma non lo ha reso pubblico”.  In sostanza Terrosi e Nardelli accusano Burico & C. di aver fatto gli gnorri…

La questione non è comunque definita. Il progetto presentato dall’Azienda Agricola Poliziana è al vaglio della Regione Toscana che prima di rilasciare l’autorizzazione alla costruzione deve provvedere alla Valutazione di Impatto Ambientale. A tal proposito l’apposita conferenza dei servizi convocata dalla regione si è già riunita una volta a gennaio e si è aggiornata, per una seconda riunione, al 30 marzo. I Comitati e i vari soggetti contrari all’impianto si stanno organizzando per presentare alla conferenza stessa e opportune osservazioni.

Ma l’impressione è che, dopo il caso Acea di Chiusi, quello della centrale geotermica Sorgenia in Val di Paglia (oggi 19 febbraio, manifestazione pubblica a Radicofani dei comitati per il NO), nel territorio a cavallo tra Umbria e Toscana si stia aprendo un altro fronte.

E stavolta nel mirino c’è il Comune più rilevante dal punto di vista turistico e anche dal punto di vista delle produzioni agricole di qualità: Montepulciano. Certo anche per fare prodotti di eccellenza come il vino Nobile, le aziende vitivinicole producono rifiuti e questi vanno trattati e smaltiti.Il riuso dei rifiuti organici per produrre biogas e quindi energia rientra nell’economa circolare, nelle pratiche green e nella transizione ecologica, ma gli impianti nessuno li vuole nel proprio territorio, tanto più se questi prevedono utilizzo di materia prima proveniente da altri territori. In tutto ciò può esserci la famosa “sindrome Nimby” (not in my back yard, non nel mio giardino), può esserci il tentativo strumentale di certe forze politiche di cavalcare la paura e cercare qualche quarto d’ora di visibilità. Ma c’è anche, purtroppo, il silenzio degli amministratori locali, delle forze politiche che li sostengono, un silenzio che induce dubbi, perplessità, malumori e paure su cui soffiare per alimentarle diventa poi facile…Il sindaco di Montepulciano Michele Angiolini e il suo collega castiglionese Matteo Burico, se ci sono un colpo lo dovranno battere…

m.l. 

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