APPELLO PER UNA MANIFESTAZIONE PER LA PACE. CHI CI STA ALZI LA MANO

APPELLO PER UNA MANIFESTAZIONE PER LA PACE. CHI CI STA ALZI LA MANO
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SINDACI, PARTITI, MOVIMENTI, COMITATI, PARROCCHIE DOVE SIETE?

CHIUSI – In relazione alla crisi dipomatico-militare tra Ucraina e Russia e ai venti di guerra (peraltro di fatto già cominciata,, anche se a “bassa intensità” come dicono gli esperti) abbiamo scritto ieri, su queste stesse colonne un articolo in cui i sottolinea il silenzio assordante della politica e non solo della politica, come se ci fosse una sorta di assuefazione. Come se la Costituzione dicesse una cosa diversa da “L’Italia ripudia la guerra…”. In quell’articolo si ricorda come in passato, di fronte a situazioni simili, partiti, Comuni, associazioni, giornali, perfino le parrocchie, si mobilitavano, in vario modo per far salire ovunque la voce della pace contro i tamburi di guerra. Nello specifico si ricorda come a Chiusi nel 2003, mentre si profilava la Seconda Guerra del Golfo, fu organizzata in quattro e quattr’otto una Marcia della Pace, con il sindaco, il vescovo, i Ds, la Margherita, Rifondazione Comunista, varie associazioni laiche e cattoliche, Primapagina e le parrocchie… Partecipò anche qualcuno dai paesi limitrofi (da Cetona, Sarteano, Montepulciano, Pienza e Città della Pieve). Una iniziativa quasi estemporanea e all’epoca non c’erano nemmeno i social per lanciare il tam tam, eppure fu molto partecipata. Era la fine di febbraio, come adesso. Faceva freddo, come adesso. 

Ecco, oggi nonostante la guerra si profili ancora più nel cuore dell’Europa, non c’è mobilitazione. Grande stampa e Tv cominciano a parlarne, ma lo fanno per sostenere sostanzialmente le posizioni della Nato contro Putin, ridiventato l’Orso Russo, come ai tempi dell’Urss.

Ma a livello locale non vola una mosca. Eppure anche a Chiusi e nei paesi limitrofi sono tanti i cittadini e soprattutto le cittadine ucraine che lavorano soprattutto come badanti, sono numerose le imprese che hanno rapporti commerciali con l’Ucraina e con la Russia…  Sembra di rivivere la vigilia della guerra nei Balcani, ma con più distacco, meno partecipazione emotiva, con assuefazione come se la guerra fosse solo un videogame da seguire in Tv.

Perché non fare come nel 2003? Perché non far sentire, anche qui, la voce della pace? Oggi, con i social, lanciare una iniziativa, un flash mob, un sit-in, anche un corteo, è abbastanza facile e per nulla costoso. Non si dica che l’emergenza covid sconsiglia le manifestazioni e gli assembramenti, perché sabato scorso a Città della Pieve si è tenuta una manifestazione No Green Pass, con un centinaio di persone abbastanza assembrate in una piazza, tutte peraltro senza mascherina, e nessuno è intervenuto per dire che non era opportuno. Quindi fare si può fare.

Ci rivolgiamo al sindaco Sonnini e ai suoi colleghi dei paesi limitrofi, Angiolini, Cottini, Landi, Marchetti, Carletti, Risini, Burico, ai partiti politici, ai movimenti, alle associazioni culturali, all’ANPI, ai comitati tematici, alle parrocchie, agli altri organi di stampa. E naturalmente anche ai nostri lettori, ai cittadini: vogliamo fare qualcosa per dire ai nostri governanti, al Parlamento Italiano, che i cittadini vogliono la pace e non la guerra e vogliono che l’Itralia rispetti l’art.11 della Costituzione?  “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”.  Questo lo slogan su cui costruire l’happening. Chi ci sta? Non ha molto senso, di fronte alla minaccia che si comici con le cannonate, i missili, gli incrociatori, sottilizzare sulle ragioni della Russia, quelle dell’Ucraina e quelle delle zone cuscinetto al confine… Bisogna gridare che la pace deve prevalere su ogni altra logica.

Noi, come primapagina ci siamo e siamo pronti  a fare la nostra parte per promuovere l’iniziativa. Fateci sapere.

 

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