MIMMO LUCANO E IL REATO DI SOLIDARIETA’. VIVA L’ITALIA…

Può darsi che Mimmo Lucano, quando era sindaco di Riace abbia violato qualche legge e qualche regolamento nell’approntare quel modello di accoglienza e di gestione degli immigrati che aveva fatto diventare Riace un modello virtuoso. Un esempio da seguire. Si sa la burocrazia è ferrea e spesso ottusa e non tollera divagazioni romantiche.
Ma anche se fosse si tratterebbe di “reati amministrativi”, i giudici di Locri gli hanno dato 13 anni, come ai mafiosi, come a gente condannata per omicidio, un anno in più del fascista Traini che a Macerata nel 2018 sparò con una Glock automatica per strada ferendo 6 persone, tutti immigrati… Una sentenza quella del Tribunale di Locri, certamente esemplare, quasi a mettere in chiaro che aiutare gli immigrati, favorire a solidarietà e l’inclusione i questo cazzo di Paese è reato. E reato grave, quanto un tentato omicidio, molto più grave di aver fatto fallire una banca, per esempio, di aver avvelenato città intere con i fumi tossici di attività industriali, più grave di aver fatto sparire decine di milioni di euro di denaro pubblico, più grave di un femminicidio…
Mimmo Lucano è stato condannato come il capo di una banda di malfattori, come un criminale dedito al malaffare sula gestione dei migranti, peggio di chi tiene i migranti in condizione di schiavitù, accalcati in accampamenti fatiscenti, senza acqua né luce , ma buoni per a raccolta dei pomodori nei campi della Puglia o della Campania…
Una sentenza, quella di Locri che ci fa dire che forse aveva ragione Berlusconi quando parlava di giustizia asservita e ad orologeria. Il Cavaliere lo diceva ovviamente pro domo sua… ma…
Ovviamente si tratta solo del primo grado di giudizio, non è una sentenza definitiva. L’appello e se mai la Cassazione possono ribaltare un verdetto che sembra una vendetta, più che una sentenza. Perché è raro che il giudice commini una pena superiore, quasi doppia rispetto alla richiesta della pubblica accusa… E questo è avvenuto.
La vicenda di Mimmo Lucano riporta alla memoria un caso simile e ugualmente clamoroso di 65 anni fa. Il caso di Danilo Dolci, poeta, sociologo e apostolo della non violenza come Aldo Capitini che si trasferì in Sicilia, a vivere coi braccianti e, appunto nel ’56 diede vita allo “sciopero alla rovescia”, per affermare un principio costituzionale, quello del diritto al lavoro. Ebbene, Dolci fu arrestato mentre guidava un gruppo di braccianti a lavorare nei pressi di Partinico, con l’accusa di “occupazione di suolo pubblico e resistenza a pubblico ufficiale”. Gli fu negata anche la libertà provvisoria. Un po’ come Lucano adesso, Danilo Dolci fu messo in manette per il reato di essersi preso cura dei più deboli, per aver difeso certi diritti e aver operato concretamente per affermarli: il diritto al lavoro, sancito dalla Costituzione, ad una vita dignitosa. In entrambi i casi un reato di “eccessiva solidarietà”… Nel ’56 l’Italia si mobilitò a favore di Danilo Dolci, lo fece la sinistra, ma non solo. In tribunale lo difese Piero Calamandrei, il giurista fiorentino che il 26 gennaio 1955 aveva pronunciato il famoso discorso sulla Costituzione. E Calamandrei si rivolse così ai giudizi che dovevano giudicare Dolci: “…Vorrei, signori Giudici, che voi sentiste con quale ansia migliaia di persone in tutta Italia attendono che voi decidiate con giustizia, che vuol dire anche con indipendenza e con coraggio questa causa eccezionale: e che la vostra sia una sentenza che apra il cuore della speranza, non una sentenza che ribadisca la disperazione”.
Ecco, la sentenza pronunciata nei confronti di Mimmo Lucano, per ora, è un atto di rabbia, un atto di disperazione di una giustizia iniqua, classista, vendicativa contro chi prova a cambiare i paradigmi e magari sbaglia qualche passaggio…
E’ anche una sentenza intimidatoria, perché ammonisce tutti coloro che si adoperano per l’accoglienza, l’inclusione sociale, la solidarietà civile e umana. Mimmo Lucano può anche aver creato un sistema che favoriva i ricongiungimenti familiari o matrimoni per ottenere la cittadinanza italiana, ma a Riace l’integrazione era reale, la presenza di tanti migranti “integrati” aveva rivitalizzato il paese… Ci sta che nelle maglie della burocrazia e delle norme qualcosa si sfuggita di mano o sia stata “forzata”…
Le sentenze vanno analizzate, bisognerà leggere le motivazioni ma…. per i reati ascritti a Lucano, 13 mesi sarebbero stati forse una pena severa e discutibile, 13 anni sono una cosa aberrante, che fa tremare i polsi a chiunque capiti di trovarsi invischiato in qualche presunta situazione di illegalità…
Nicola De Dominicis, il biondino dagli occhi di ghiaccio condannato in via definitiva per l’omicidio per motivi abbietti della fidanzatina, Catia Roberta Marcantoni, incinta, nel 1986, prese 16 anni… solo 3 in più di Mimmo Lucano che non ha ammazzato nessuno… Viva l’Italia.
m.l.
Sono andato un paio di volte a Riace per conoscere di persona come funzionavano lì accoglienza e integrazione, e intervistare Mimmo Lucano per farmi spiegare il modello Riace. Poi l’ho sentito per altre conversazioni radiofoniche e saper come stava. L’accoglienza con il cuore, le persone al centro, il futuro da costruire insieme: questo è Mimmo Lucano come lo ho conosciuto io. Non è un demagogo né un grande oratore, si emoziona spesso e fatica a tradurre in ragionamenti le sue emozioni. Mimmo è uno che vive dei suoi ideali, che alimenta le relazioni, che vive con sincera partecipazione la sua (larga) comunità. L’hanno condannato per truffa e associazione a delinquere. Hanno sbagliato di grosso: Mimmo sarà pure stato un po’ improvvido ma tutto quello che ha fatto non era per i soldi ma perché credeva nei valori della solidarietà verso che ha più bisogno di aiuto e assistenza. Oggi Mimmo non risponde al telefono, gli ho mandato un sms e fatto un twett. Approfitto di questo spazio per dirvi che Mimmo è una brava persona, un bravo compagno nel senso più largo del termine
Altero Frigerio
Mimmo persona meravigliosa che aveva ben compreso come integrare persone in fuga da miserie, povertà, persecuzioni che noi parte del mondo ricco e sviluppato abbiamo contribuito a creare con il nostro comportamento (vedi clima che se da noi inizia creare problemi immaginatevi cosa significa in quelle terre desertificate, sfruttamento selvaggio delle LORO risorse, governi e tiranni fantocci imposti da tutto l’occidente nessun paese escluso….) Questo signore li toglieva dalla strada, dallo sfruttamento senza controllo dei caporalati perloppiù mafiosi i quali hanno provveduto togliendolo dalla circolazione. È una ingiustizia che fa male e non è tollerabile, nè sopportabile, nè tantomeno giustificabile. È per questo che chiedo a chi crede nella giustizia e nell’onore di firmare la petizione su Change.org. Forse è arrivato il momento che tutti noi dobbiamo prenderci qualche responsabilità. Se non ora quando?
Roberto Pacchieri ma quando prendi le difese di una persona credo che si dovrebbe possedere conoscenza di quanto abbia fatto,diversamente non si è credibili, oppure si pensa che tutte le sentenze che magari andavano verso berlusconi fossero solo politicizzate come diceva lui che quando lo assolvevano aveva ragione lui e quando lo condannavano avevano torto i giudici e le condanne erano di natura ”politica” e procurate dalle politica di una magistratura che si accaniva contro di lui.Io non ho seguito la vicenda di Mimmo Lucano quindi potrei stare anche zitto ma per dare 13 anni ad una persona a casa mia significa che qualcosina abbia combinato e le novelline del salvataggio dei diseredati a cui che faceva sposare donne locali saranno tutte storie inventate compreso il fatto che teneva i soldi per se ? In Italia la determinazione della Magistratura si rispetta e siccome il codice prevede anche il secondo ed il terzo grado di giudizio questo vuol dire che le nostre leggi sono moltopiù garanti di quelle di certi altri paesi.Avrà modo di rifarsi in futuro affidandosi al giudizio del secondo ed anche del terzo grado, ma tutti oggi dicono che per arrivare a dare 13 anni ad una persona si possa e si debba passare attraverso una valutazione tecnica dell’impianto di accusa diversificata da quella etica e morale.Probabilmente la sentenza è stata dichiarata guardando solo agli aspetti tecnici della questione che comunque permangono ed hanno dato tali frutti : 13 anni….era uno stinco di santo forse ? sinceramente ne dubito. Ben diverse sono le posizioni giuridiche e morali di chi magari come quel prete dei poveri che si attacca alla corrente delle cabine dell’Enel per far fruire di tale corrente i baraccati.
Se fossi un giudice io quello non lo condannerei poichè quello con quell’azione rompe un establishment,un modo di essere della politica e delle istituzioni, eppure per il codice penale quello giustamente è considersato un furto. Allora ?
Rimango pienamente convinto che è stata commessa un’aberrazione (come per il prete che menzionavi). Avrà commesso dei reati amministrativi ma non ha toccato un centesimo per uso personale e sono convinto che negli ulteriori passaggi in giudizio il verdetto sarà completamente rivisto. Altro discorso ed ancora più grave è l’uso politico e strumentale che certa stampa ne compie e per favore non avvicinarlo minimamente a Berlusconi che collocava ragazze senza permesso con tutt’altre motivazioni … Ma abbiamo tutti la memoria corta
per Roberto Pacchieri.Io non l’ho paragonato a Berlusconi,figuriamoci, ma invece ho detto che bisognerebbe prendere le difese quando le cose si conoscono.Tutto qua, ed ho anche premesso che non conoscendole non posso esprimere giudizi ma stà di fatto che è stato condannato e questo non è un giudizio ma un dato di fatto e se permetti nella logica normale questo non è un uso strumentale e politico perchè oggi vediamo che 13 anni non si danno a nessuno se non a qualche assassino che in preda ad un raptus ammazza le persone,anzi questi ultimi secondo me meriterebbero l’ergastolo, ma non hanno preso 13 anni nemmeno coloro che hanno intascato milioni di Euro.La politica si sà è anche e purtroppo l’arte ed il mezzo per diffamare le persone e lo sappiamo bene che gratta gratta poi qualcosa resta anche se queste siano definitivamente dichiarate innocenti e questo è un metro veramente riprovevole.Nel caso di Lucano sarebbe bene esprimersi quando si conoscano le motivazioni e gli impianti di accusa e sono daccordo che venga rispettata la legge che prevede in italia il terzo grado di giudizio. Direi solo una cosa però che spesso è il sistema che crea a propria misura le difese e la possibilità di sgabellare le accuse anche se tutti comprendono che le sentenze vanno rispettate e commentate solo se si abbiano gli elementi certi,cosa questa in tal caso difficile che vengano posseduti dal pubblico di gente comune come siamo noi che viviamo immersi in un mondo mediatico che non distinguiamo più dove inizia la verità oggettiva da quella manipolata e spesso siamo portati a rispondere a tali domande con tifo di carattere politico.Ecco perchè occorre stare attenti. Grazie dell’invito ad avere memoria ma credo che almeno quella l’abbia conservata, soprattutto come tutti gli anziani sui fatti lontani ed il limite oderno di questo ultimo aspetto è il fatto che si ricordino le cose lontane e non le si paragonino a quelle vicine e sembra che per quelle vicine quando succedono sia sempre la prima volta e ci si stupisce.