ANNULLATO IL FESTIVAL ORIZZONTI. I BIGLIETTI SARANNO RIMBORSATI. E SE CHIUSI ADESSO PENSASSE AD UN PIANO B?

venerdì 06th, agosto 2021 / 15:54
ANNULLATO IL FESTIVAL ORIZZONTI. I BIGLIETTI SARANNO RIMBORSATI. E SE CHIUSI ADESSO PENSASSE AD UN PIANO B?
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CHIUSI – La “tegola” è diventata un macigno. La sospensione uno stop definitivo.  Il festival Orizzonti, cominciato il 1 agosto e sospeso il 4 per un caso di positività al covid all’interno dello staff si ferma. E non proseguirà più avanti. Non ci sono le condizioni, scrive la Fondazione Orizzonti. La 19esima edizione del Festival Orizzonti è dunque annullata. I biglietti già acquistati saranno rimborsati.

“Il Cda della Fondazione Orizzonti ha ritenuto che non ci siano gli estremi per riprendere il festival, in quanto tutti gli addetti ai lavori dovranno osservare un periodo di quarantena. La Fondazione, inoltre, fa sapere che i biglietti già venduti degli spettacoli in calendario dal 4 all’8 agosto verranno rimborsati, mentre alcuni spettacoli in programma verranno nuovamente calendarizzati nella stagione teatrale invernale. I tempi e i modi del rimborso dei biglietti verranno comunicati nel mese di settembre 2021. La Fondazione Orizzonti d’Arte e la Fondazione Toscana Spettacolo, che hanno collaborato alla realizzazione del Festival, esprimono profondo dispiacere per l’urgente e doveroso annullamento della manifestazione, che stava facendo registrare un grande successo di pubblico.” Così scrive la Fondazione.

Già, l’annullamento del Festival è uno stop doloroso, perché stava andando bene. Tutti gli spettacoli sold out e buona critica. Chiusi stava vivendo, almeno nel centro storico, la sua settimana di gloria e di vivacità. Ristoranti pieni, gente per strade e nelle piazze, ottima partecipazione agli spettacoli. E il festival doveva ancora entrare nel vivo, con i big (Hendel, Cristicchi, Paolo Rossi, l’Orchestra regionale della Toscana, Roberto Latini, l’Opus Ballet…).  L’annullamento della manifestazione, per un solo caso positivo al covid può sembrare una scelta esagerata, ma il sindaco non poteva fare diversamente, per il principio di cautela, perché è lui l’autorità sanitaria che deve far rispettare le misure e i protocolli di sicurezza, perché se non lo avesse fatto e fosse poi scoppiato un focolaio, sarebbe stato crocifisso in piazza e messo al rogo come Giordano Bruno.

Chi gridava allo scandalo perché il festival “ha chiuso un paese” può tirare un sospiro di sollievo e tornare alla sua consueta e tranquilla sonnolenza nel silenzio e nella cupezza di un’estate senza eventi.  C’è anche il rovescio della medaglia, però. Lo stop al festival non è solo la perdita di qualche serata piacevole, all’aperto… è anche un danno sociale ed economico e culturale. Vengono meno infatti compensi, stipendi, introiti per chi ci stava lavorando e per chi avrebbe lavorato intorno: bar, ristoranti, alberghi, fornitori vari, giornali e giornalisti. Lo stop fa venir meno occasioni di socializzazione e di arricchimento culturale, intristisce la comunità, frena il flusso turistico e l’economia, in due parole abbassa la qualità della vita. E non è una pubblicità positiva, purtroppo.

La salute prima di tutto, ok, su questo non ci piove, ma certi eventi come Orizzonti a Chiusi, come il Palio di Città della Pieve e atre manifestazioni, non sono solo un gioco, una rievocazione, né sono solo un divertissement o un passatempo per chi li organizza… Siena senza il palio è la stessa città? No di certo. Così Città della Pieve senza il suo Palio non è la stessa Città della Pieve di sempre e Chiusi senza il suo festival, che peraltro stava andando bene, adesso coi riflettori spenti è una città decisamente più cupa…

Sappiamo bene che quando capitano “tegole” del genere, è difficile rialzarsi e anche soltanto pensare di farlo, perché l’adrenalina cala e va sotto le scarpe, la voglia passa. Però, ci permettiamo di suggerire una sorta di piano B. Cioè di pensare, dopo Ferragosto, a qualche serata “di piazza”, magari utilizzando risorse e forze del territorio (e ce ne sono) per far uscire comunque la gente di casa, adesso che sembrava averci ripreso gusto… Qualcosa di non eclatante, qualcosa che si possa fare a basso costo e con facilità di allestimento (si pensi al palco e a situazioni come quelle viste al Prato con il poeta Catalano, con Micah P. Hinson, coi Semidarte…), ma che possa magari valorizzare qualche talento locale: ci sono diverse band e giovani musicisti che fanno musica di una certa qualità, poi letture, incontri con autori… Roba che si organizza in 5 giorni a costi bassi, quasi zero…  Ovviamente secondo i protocolli, ma senza l’assillo del botteghino e del “rientro economico”, senza necessità di impianti e service costosi… Roba che si potrebbe anche spalmare tra Chiusi città e Chiusi Scalo. Addirittura nelle frazioni.

Non un festival Orizzonti in chiave minimal (il festival per quest’anno è saltato, stop), ma un modo per non darla vinta al virus, per non rinchiuderci di nuovo in casa e nelle nostre paure.  Un modo per dire che una cittadina come Chiusi può vivere anche nella sua normalità, mettendo in vetrina e in piazza l’argenteria che ha. Come certi mercatini di nicchia che non sono fiere di grande richiamo, ma nei quali puoi trovare delle perle impensabili.

La proposta la giriamo al sindaco, all’assessoree alla cultura, alla Fondazione, ai vari soggetti culturali presenti sul campo (band musicali, compagnie teatrali, artisti vari…). Come primapagina siamo disponibili a dare una mano, se serve, al Comune, alla Fondazione, alle associazioni. Ci vogliamo pensare?

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