CHIUSI, MEMORIE DI UNA CATTEDRALE: QUEL MIRABILE “FALSO D’AUTORE” OPERA DI ARTURO VILIGIARDI

sabato 24th, luglio 2021 / 16:46
CHIUSI, MEMORIE DI UNA CATTEDRALE: QUEL MIRABILE “FALSO D’AUTORE” OPERA DI ARTURO VILIGIARDI
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Anche le Cattedrali hanno una voce, una storia, basta saperle ascoltare.
Immaginatevi a Chiusi, ma non adesso.
Anno 1891.
Arriva da Siena un giovane bellissimo, ma bello davvero, di un bello oggettivo che non può essere contestato da nessuno.
In via Porsenna e dintorni tutte le ragazze gli fanno il filo, lo guardano, lo seguono, lo ambiscono, ma lui è destinato a rimanere fisicamente per poco in quel di Chiusi; è di passaggio, giusto il tempo di fare un lavoro…  ma forse sa che una parte di lui è destinata a rimanere in questo luogo per sempre.
Ha ventidue anni e una carriera molto promettente che lo aspetta.
Il ragazzo si chiama Arturo Viligiardi e si è appena diplomato all’Istituto di Belle Arti di Siena, fiore all’occhiello di tutti i professori della scuola.
Un animo nobile ed eclettico il suo, capace di cimentarsi in tutte le arti con risultati sorprendenti che spaziano dalla scultura, alla pittura, all’architettura tanto che, prima di arrivare a Chiusi, viene chiamato da Cesare Maccari (pittore-scultore) per terminare con lui, a Roma, i prestigiosi affreschi nella sala del Senato.
A Chiusi in quel periodo era sorto il timore che la Cattedrale potesse in qualche modo pericolare così venne affidato all’architetto Partini l’incarico di intervenire sul risanamento delle strutture.
L’interesse per il progetto è enorme tanto che in tutta la popolazione si scatena una sorta di sodalizio e cominciano ad arrivare offerte di ogni tipo, somme di denaro e prestazioni di lavoro volontario e gratuito.
E’ un bel clima quello che si respira a Chiusi nel 1891 fatto di impegno, fatica, condivisione, per raggiungere non tanto un profitto materiale quanto piuttosto per promuovere la realizzazione di qualcosa di bello. La città vuole dimenticare un fattaccio:il suicidio, avvenuto nel dicembre 1890 del “contabile” della Banca Cecchini, fallita, l’avvocato Ascanio Dei, garibaldino, polemista arguto, anticlericale accanito e consigliere di minoranza in Comune. Già allora un uomo d’altri tempi.

Il notabilato chiusino, con i lavori al Duomo intende anche rifarsi un’immagine e vuole fare qualcosa di bello.

Un bello architettonico che avrebbe impreziosito la città e a sua volta gli spiriti che la abitavano o la avrebbero abitata nel tempo.
Era un lavoro voluto per migliorare il presente con uno sguardo volto anche ad un futuro lontano, con l’intento di promuovere una affezione e una sensibilità emotiva verso la magnificenza dell’arte.
Ancora oggi, nell’ala destra della cattedrale, di fronte all’antico Fonte Battesimale adiacente all’entrata laterale si trova un Fonte Battesimale di più recente creazione, opera dello scultore chiusino Vasco Nasorri, sul cui piedistallo si legge : “ Se uno non nasce da acqua e da spirito non può entrare nel regno dei cieli (G, V, 3,1.6)” versetto che riassume forse, anche quello che stava accadendo a Chiusi in quel periodo.
Un pool di animi illuminati, di cui Arturo Viligiardi faceva parte, servendosi delle loro doti intellettive, spirituali ed evocative, raccogliendo e versando “acqua” in tutte le sue forme stavano dando nuova vita ad un’opera unica nel suo genere ovvero l’attuale Cattedrale di San Secondiano.

In questo contesto al giovane Arturo Viligiardi viene dato il compito di affrescare l’abside, le navate centrali con le rispettive absidiole e gran parte delle superfici di quel luogo sacro pericolante ma dalle grandi potenzialità.
Dopo uno studio attento e meticoloso dello stile “bizantineggiante” e delle strutture della basilica, il pittore decide di optare per una tecnica particolare ovvero quella di imitare con l’affresco il carattere del mosaico, reso con milioni di colpi di pennello intriso di acqua e colore. 

Tesserine in pietra e lapislazzuli lasciano spazio ad elementi più morbidi ed eterei ma che riescono a sortire un effetto sensazionale che non ha nulla da invidiare alla tecnica tradizionale, tanto che anche il più attento osservatore prende il finto per il vero.
La mente del Viligiardi custodisce i motivi dei mosaici paleocristiani di Roma e riproduce anche nella sede chiusina, in particolare nella zona centrale sovrastante l’abside, le immagini dei profeti Isaia e Geremia, la nascita della Vergine, l’Annunciazione, la Natività, l’Adorazione dei Magi.
Nella navata centrale sono affrescate storie legate alla vita di Chiusi e della Cattedrale, Sante e Santi Martiri sepolti nelle catacombe legati alla vicenda di Santa Mustiola e una icona con l’Albero della Vita.
Nelle fasce sovrastanti le arcate si scorgono decorazioni inerenti il primo cristianesimo: animali che bevono o che pascolano, colombe, la Croce, il pellicano, l’Agnello, l’Altare.
Un insieme di immagini che fanno immergere chi le guarda in un’epoca di misticismo antico, intriso di densa e luminosa spiritualità, che giunge alla sua massima espressione nell’immagine della Dormitio Virginis, l’affresco centrale dell’abside, dove Maria avvolta nel sonno della morte si fa piccola e viene presa in braccio da suo figlio Gesù per essere assunta in cielo.
Questo dipinto è caratterizzato da una forza emotiva enorme, che racchiude in sé il principio stesso del ciclo della vita, quando ogni figlio prende per mano chi gli ha donato la vita e lo accompagna al confine, sul bardo.
Con questa immagine il Viligiardi si fa portavoce del messaggio più forte e potente della Cristianità e non a caso lo sceglie come motivo protagonista da collocare nella parte più visibile della volta, ovvero la ciclicità dell’amore che ritorna sempre alla fonte che lo ha fatto scaturire.
Con l’immagine di Maria piccola tra le braccia di Gesù, pronta a proseguire la strada verso l’aldilà, si manifesta a livello iconografico quel dogma secolare che sposa gli esseri umani al prezioso vincolo dell’amore, per il quale si germoglia immersi in un liquido simile ad acqua, attraverso il quale si vive e si compie, e soltanto per mezzo del quale si oltrepassa il confine terreno per approdare altrove.
Soltanto chi nasce da acqua ed è dotato di spirito può varcare la soglia dei cieli, si legge nel Fonte Battesimale di Nasorri, uno scultore contemporaneo che nella realizzazione della sua opera si è congiunto al pensiero del Viligiardi creando tra passato e presente un raffinato e prezioso fil rouge.
Il connubio di spiriti eletti ed affini è in grado di realizzare opere meravigliose; Chiusi e tutti coloro che la attraversano nel tempo hanno avuto in dote uno scrigno di tesori fatti di arte pittorica, architettura, teologia, filosofia, dal valore inestimabile e tutti da vivere.

Lo scorso 22 luglio, lo staff del Museo della Cattedrale e Labirinto di Porsenna, con la preziosa collaborazione di Edoardo Albani, ha organizzato all’interno della Cattedrale il secondo incontro della rassegna I giovedì dell’arte intitolato La verità del falso.
L’evento di notevole interesse culturale ha dato luce ad Arturo Viligiardi e alle sua attività nel nostro territorio. Quei falsi mosaici sono un “falso d’autore” di grande effetto e di grandissima qualità e Viligiardi un artista poco celebrato, rispetto alle sue capacità pittoriche. Meriterebbe insomma un’attenzione maggiore.

I prossimi incontri con I giovedì dell’arte, volti alla scoperta dei gioielli sacri patrimonio della nostra terra, avranno luogo giovedì 12 e 26 agosto.
Per info e prenotazioni rivolgersi presso il Museo della Cattedrale oppure inviare una mail:
mail@labirinto.info
Viviamo in uno spazio di arte e natura di immenso valore, guardiamoci intorno, non sottovalutiamo nulla e non diamo mai nulla per scontato, se non siamo distratti non ne rimarremo delusi.

Paola Margheriti

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