ENRICO ROSSI RINVIATO A GIUDIZIO PER FALSO SUI CONTRIBUTI ELETTORALI 2015. TEGOLA SUL PD TOSCANO E UMBRO. IL NODO DEI COSTI DELLA POLITICA

L’ex governatore della Toscana Enrico Rossi, attuale “commissario” del Pd in Umbria risulta indagato a Firenze per falso in ordine alla dichiarazione dei contributi elettorali ricevuti nel 2015, quando Rossi fu rieletto presidente della Regione.
Rossi avrebbe aggirato il tetto di spesa previsto. La falsa attestazione, sostiene la Procura, avrebbe indotto in errore il Collegio di Garanzia elettorale. Per Rossi e Bachi il pm Luca Turco ha chiesto il rinvio a giudizio. Il 20 maggio prossimo l’udienza davanti al gup Gianluca Mancuso. Per un filone della stessa inchiesta, in cui veniva ipotizzato il finanziamento illecito ai partiti, è stata invece chiesta l’archiviazione.
La replica di Enrico Rossi: “Non viene contestato come illecito nessun finanziamento che ho ricevuto; tutti i finanziamenti che ho ricevuto sono stati verificati e su nessuno di essi è stato trovato nulla da ridire. Mi viene solo contestato di aver superato il tetto di spesa fissato per la campagna elettorale. Noi – io e il mio legale – crediamo che sia invece il calcolo della procura ad essere sbagliato. Lo abbiamo dimostrato nella nostra memoria. Quel tetto noi lo abbiamo rispettato. Conseguentemente mi viene contestato anche il falso ideologico, un’accusa che viene rivolta esclusivamente a funzionari pubblici ma che non può essermi rivolta perché ovviamente ho firmato il bilancio per la campagna elettorale non da presidente ma da privato cittadino. Si tratta dunque di aspetti formali di cui si occupa il mio legale”.
La vicenda oltre che la Toscana sta scuotendo anche l’Umbria dove il Pd sta tentando di mettere in piedi il suo congresso. Sulla tegola giudiziaria che vede Rossi nel mirino, è intervenuto sui social Alessandro Torrini, uno dei candidati alla segreteria del Pd umbro che si sono fatti da parte, rinunciando alla corsa. E Torrini pur concedendo a Rossi la presunzione di innocenza, non fa sconti alla “deriva” imboccata dai partiti, compreso il suo: “Il nostro Commissario Enrico Rossi – scrive Torrini – è stato rinviato a giudizio per presunte spese elettorali eccedenti i tetti prefissati.. Enrico Rossi dichiara di essere stato nei limiti, io gli credo… poi la magistratura verificherà. Contesto però, con grande energia, la deriva della politica e dei partiti che hanno delegato ai candidati e ai loro comitati elettorali, la totale gestione del delle campagne elettorali e del loro finanziamento.. compresa la loro attività politica personale, finanziata attraverso fondazioni, associazioni, ecc. Ecco, nel Partito che io vorrei, tutto questo non dovrebbe essere permesso.. Il finanziamento della Politica dovrebbe essere pubblico e le campagne elettorali dovrebbero essere gestite dall’organizzazione partitica”.