RINVIATE LE ELEZIONI. A CHIUSI SI VOTERA’ IN AUTUNNO. AFFINITA’ E DIVERGENZE TRA IL COMPAGNO ZINGARETTI E NOI…

venerdì 05th, marzo 2021 / 10:56
RINVIATE LE ELEZIONI. A CHIUSI SI VOTERA’ IN AUTUNNO. AFFINITA’ E DIVERGENZE TRA IL COMPAGNO ZINGARETTI E NOI…
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CHIUSI – In primavera non si vota. Il Covid e le sue varianti hanno per ora avuto a meglio anche sulla politica e sulle scadenze elettorali. Con un Decreto Legge approvato ieri, il Governo su proposta del Presidente Draghi e del ministro Lamorgese, ha disposto lo slittamento delle elezioni, da maggio-giugno ad una data compresa tra il 15 settembre e il 15 ottobre.  “Il provvedimento è stato adottato tenuto conto del perdurare dell’emergenza epidemiologica da COVID-19 e dell’esigenza di evitare fenomeni di assembramento, nonché di assicurare che le operazioni di voto si svolgano in condizione di sicurezza per la salute dei cittadini, anche in considerazione della campagna vaccinale in corso”. Quindi slittano sia le suppletive per il collegio senese della Camera lasciato vacante da Pier Carlo Padoan, eletto nel 2018, sia le amministrative previste appunto questa primavera.

I partiti avranno quindi qualche mese in più per aggiustare il tiro e aggiustarsi al loro interno. Sia a livello nazionale che a livello locale. Il quadro infatti è al momento piuttosto “scomposto”, a destra Salvini ha cambiato radicalmente posizione su molti dei suo cavalli di battaglia, i 5 Stelle sono in fibrillazione e sul punto d una scissione per l’appoggio al governo Draghi e anche per la deriva “liberale e moderata” dichiarata da Di Maio (che in sostanza ha detto che il movimento è diventato Forza Italia). Il Pd non sta meglio, ieri si è addirittura dimesso il segretario nazionale Zingaretti, in polemica con “un partito che parla solo di poltrone e di primarie, mentre l’Italia è in preda all’emergenza Covid…”.

C’è addirittura chi ipotizza una ulteriore scomposizione, con la fine del Pd e dei 5 Stelle e la formazione di un partito/movimento unico, magari con Giuseppe Conte come leader… Ma c’è anche chi, al contrario, da una parte e dell’altra, lavora per evitare anche e alleanze locali tra Pd e grillini (o una parte almeno di essi).

Certo, altri 6-7 mesi interi in questo limbo saranno lunghi da passare, come diceva una canzoncina leggermente pruriginosa di Rosanna Fratello degli anni ’60. Per alcuni potrebbero essere 6-7 mesi da passare sulla graticola, fino a cottura definitiva. Soprattutto laddove le tensioni sono più forti, il clima più incancrenito, le divisioni anche all’interno delle singole forze, molto evidenti e conclamate. Chiusi, per esempio.

Due settimane fa, venerdì 19 febbraio, il sindaco Bettollini, anunciando la sua decisione di non ricandidarsi né con il Pd, né con una sua lista civica, scriveva: “Il mio pensiero rispetto alla politica locale del cosiddetto partito di maggioranza è decisamente negativo e ritengo il comportamento di alcuni dirigenti gravemente irresponsabile rispetto al momento delicato che stiamo vivendo. Comportamenti che incitano odio e cattiveria verso di me e verso le persone che mi vogliono bene. La situazione è degenerata da alcuni giorni e non penso che si fermerà qui… Un onda di odio aizzata da dirigenti politici e facilitata da profili falsi che non risparmiano nessuno. (…) Uno scandalo vero e proprio. Sono il Sindaco in carica e non posso far finta di non vedere ciò che sta accadendo da mesi nella nostra comunità ma devo impegnarmi per risolvere questa brutta ed assurda questione. È necessario che mi assuma la mia responsabilità per riportare la quiete, la serenità politica e cittadina nella nostra Comunità. È me che vogliono. Bene, Eccomi sono qui: annuncio pubblicamente e ufficialmente che, per scelta personale, non mi ricandiderò…”

Ieri il segretario nazionale Pd Zingaretti ha scritto: “Visto che il bersaglio sono io, per amore dell’Italia e del partito, non mi resta che fare l’ennesimo atto per sbloccare la situazione. Ora tutti dovranno assumersi le proprie responsabilità. Nelle prossime ore scriverò alla Presidente del partito per dimettermi formalmente. L’Assemblea Nazionale farà le scelte più opportune e utili. Io ho fatto la mia parte, spero che ora il Pd torni a parlare dei problemi del Paese e a impegnarsi per risolverli…  “Lo stillicidio non finisce. Mi vergogno che nel Pd, partito di cui sono segretario, da 20 giorni si parli solo di poltrone e primarie, quando in Italia sta esplodendo la terza ondata del Covid, c’è il problema del lavoro, degli investimenti e la necessità di ricostruire una speranza soprattutto per le nuove generazioni. …  Zingaretti parla di “attacchi anche di chi in questi due anni ha condiviso tutte le scelte fondamentali che abbiamo compiuto. Non ci si ascolta più e si fanno le caricature delle posizioni. Ma il Pd – dice l’ormai ex segretario – non può rimanere fermo, impantanato per mesi a causa in una guerriglia quotidiana. Questo, sì, ucciderebbe il Pd”.

Verrebbe da fare come a scuola: confronta i due testi e trova analogie e differenze. Analogie parecchie, differenze poche. Anche nel linguaggio. Zinga in pratica ha fatto il… Bettollini (il testo del sindaco di Chiusi è precedente). Torna in mente un vecchio album, il primo, dei CCCP, 1986: “Affinità e divergenze tra il compagno Togliatti e noi”. E viene anche da sorridere…

A Chiusi Bettollini è stato messo alla berlina dal gruppo dirigente del suo partito perché considerato un renziano infiltrato, un autocrate cui piace fare l’uomo solo al comando e anche perché ha sempre dichiarato la sua contrarietà ad alleanze con le attuali forze di opposizione: i 5 Stelle e i Podemos. Insomma perché sarebbe stato in conflitto con la linea zingarettiana del partito che andava invece in quella direzione…

E a nulla è servito ritrovare l’unità del Pd, come avvenuto nell’assemblea dell’Unione Comunale on line del 18 febbraio, perché era una unità fittizia, solo strumentale a prendere tempo. E infatti è durata meno di 24 ore. L’ok ad inserire lo stesso Bettollini tra i possibili candidati era un contentino, ma chiaro che il sindaco sarebbe stato comunque accerchiato e preso in ostaggio e avrebbe avuto comunque una parte del partito contro. E lui ha sparigliato le carte, come ha fatto ieri Zingaretti.

Ora, nel Pd, anche a Chiusi, c’è chi – forse un po’ troppo ottimisticamente – pensa che l’assemblea nazionale già convocata per il 13-14 marzo possa respingere le dimissioni del segretario e rimettere tutto a posto. Il caso Chiusi insegna che l’unità fittizia o solo strumentale non funziona e non regge. E paradossalmente (per il Pd chiusino), se a Roma dovesse rivincere Zingaretti, a Chiusi rivincerebbe Bettollini. Perché sarebbe il gruppo dirigente del partito che ha tirato la corda, che ha lavorato per un cambio senza avere l’alternativa preparata e pronta, a trovarsi spiazzato e contromano.

D’altra parte anche tra i possibili alleati del Pd, a livello locale, l’unico collante che potesse far pensare a possibili alleanze con il Pd è stato finora solo l’antibettollinismo,  la critica dura al personaggio, non l’unità di intenti o la condivisione di valori comuni, di idee programmatiche o progetti… Tra i Podemos e alcuni dirigenti Pd, ex Ds, una certa affinità si può anche trovare, ma tra il Pd e i 5 Stelle impersonati localmente da Bonella Martinozzi proprio no. L’altra consigliera, Bruna Cippitelli, è scomparsa dalla scena e non si pronuncia su questioni chiusine da tempo immemore, ammesso che lo abbia mai fatto fuori dal minimo sindacale delle dichiarazioni di voto consiliari.  Francamente non ne abbiamo memoria. Non solo: ma nel Movimento non sono pochi, anche tra i “fondatori”, coloro ai quali prima il governo Conte Bis, ora il governo Draghi e anche la svolta liberale e moderata di Di Maio piacciono come il cavolo a merenda. O il parmigiano sugli spaghetti con le vongole.

Il rinvio delle elezioni a settembre-ottobre offre un po’ di spazio e di tempo in più a tutti, ma chissà se a settembre-ottobre Pd e M5S ci saranno ancora, per esempio. O ci sarà già qualcos’altro. In molti, per esempio, all’interno del Pd chiedono di sfruttare l’occasione di questa crisi e anche lo sconvolgimento dovuto alla pandemia, per ritrovare una identità, per aggiornare i riferimenti culturali, per smetterla di inseguire i miti liberisti e tornare dare una prospettiva a chi sta peggio. Questo Pd è in grado di farlo? E i 5 Stelle adesso cosa sono in realtà, se non sono più un movimento antisistema, di rottura degli schemi?

Nel frattempo i sindaci in carica – compresi quelli “defenestrati” come  Bettollini a Chiusi – resteranno al pezzo fino a tutto agosto, e anche loro avranno più tempo per finire i lavori, fare inaugurazioni (covid permettendo), assestare qualche colpo ad effetto. In sostanza per vendere cara la pelle.

m.l.

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