CHIUSI: IL PANE E LE ROSE… IL CONSIGLIO COMUNALE DISCUTE DELLA FONDAZIONE ORIZZONTI

mercoledì 10th, marzo 2021 / 18:38
CHIUSI: IL PANE E LE ROSE…  IL CONSIGLIO COMUNALE DISCUTE DELLA FONDAZIONE ORIZZONTI
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CHIUSI – La situazione economico finanziaria e il futuro della Fondazione Orizzonti è stato senza dubbio, nella legislatura che sta andando a conclusione uno dei temi di maggior frizione tra maggioranza e opposizione. E anche all’interno della stessa maggioranza, con esponenti del Pd come Paolo Scattoni che ne hanno fatto un vero e proprio tormentone, in funzione anti-Bettollini.
Podemos e 5 Stelle non ci sono mai andati leggeri considerando la Fondazione una sorta di Pozzo di San Patrizio degli sprechi e anche come lo specchio del fallimento di un modo di amministrare, a tal punto da chiedere le dimissioni del sindaco e lil superamento della Fondazione stessa come istituzione .
Ieri la questione Fondazione Orizzonti è stata affrontata in una seduta monotematica del Consiglio Comunale. “Per rispondere ad un impegno preso e alle sollecitazioni delle minoranze” ha detto il sindaco nel’introduzione. Ma anche perché con la fine del mandato amministrativo ormai prossimo, scade anche il Cda della Fondazione. Quindi per tirare una riga e fare un bilancio dell’ultimo triennio, quello segnato dal cambio di assetto e di marcia, con la Fondazione ripresa in mano dal Comune, attraverso la nomina del sindaco pro tempore alla presidenza e con la “ripartenza” su basi meno scintillanti, ma più consone ai gusti e al sentire della comunità, dopo l’esperienza del triennio Cigni. E pure alle risorse disponibili.
Il Direttore generale Fulvio Benicchi in carica dalla fine del 2018, chiamato a relazionare sulla parte contabile e gestionale, ha sottolineato tutti i passaggi che hanno consentito di mettere in sicurezza un bilancio che era sfuggito di mano alla gestione precedente (cessione da parte del Comune della sede della Fondazione alla Fondazione stessa, usufrutto del Teatro Mascagni,  accensione di mutui con le banche, pagamento di dei conti pregressi coi fornitori, recupero sponsorizzazioni ecc.). “Tutte queste attività hanno permesso di diminuire drasticamente il passivo, di elaborare un piano di ammortamento del debito nella piena sostenibilità, di ricostruire un adeguato patrimonio in linea con i parametri regionali oltre all’adempimento degli obblighi di natura fiscale” ha detto il direttore Benicchi il quale ha poi informato il Consiglio su una direttiva che è quella che “ogni evento o iniziativa dovrà avere copertura finanziaria”.  E questo è un altro elemento di sicurezza, per chi prenderà in mano la Fondazione prossimamente.
Il Direttore artistico Gianni Poliziani ha ripercorso le tappe che hanno portato la Fondazione “a intraprendere una nuova linea artistica caratterizzata da collaborazioni di qualità e un rinnovato rapporto con il territorio che ha portato anche a raddoppiare gli abbonamenti al teatro. Particolarmente importanti, infatti, sono stati gli accordi raggiunti con la Fondazione Toscana Spettacolo e con le compagnie teatrali del territorio che hanno portato, rispettivamente, spettacoli invernali di assoluto livello al Teatro Mascagni e una rinnovata vivacità artistica anche nel Festival Orizzonti. Oltre a questo è stato sottolineato il lavoro svolto per l’organizzazione dei corsi di teatro per adulti e bambini che hanno permesso di far avvicinare al teatro tante nuove sensibilità”. Ma Poliziani ha toccato soprattutto altre corde: quelle dell’orgoglio (parola sua) di lavorare per la crescita culturale della comunità e quella della ricerca della bellezza, della “poesia”…  che sta nella valenza degli spettacoli come nella valorizzazione delle eccellenze artistiche e culturali presenti in loco, e pure nel tessuto, ampio, che ne costituisce l’humus, ovvero nelle compagnie e nelle esperienze artistiche locali cui la Fondazione ha dato ascolto e opportunità di esprimersi… .
Il dibattito ha riproposto due concezioni: da una parte la maggioranza, che nonostante le recenti diatribe tra sindaco e Pd, ha riconosciuto al sindaco-presidente della Fondazione di aver raggiunto l’obiettivo di risanare un bilancio complicato senza ammainare le vele; dall’altro le opposizioni che invece ritengono, come dicevamo in apertura, lo stesso fatto che oggi si parli di questo problema, come la fotografia impietosa di un fallimento. Come un’operazione che no ha dato frutti ed è stata smentita da fatti e dai conti, al punto di far venir meno lo scopo medesimo della Fondazione. Lo ha detto il capogruppo dei Podemos Luca Scaramelli, ma più o meno dello stesso avviso anche le due consigliere 5 Stelle.
Bettollini dal canto so ha incassato le critiche, ha ringraziato maggioranza e opposizioni per il contributo dato alla discussione, ma ha anche “tenuto il punto” come si suol dire, rivendicando il successo – non scontato – dell’operazione avviata nel 2017, con la modifica dello Statuto e la ripresa in carico della Fondazione da pate del Comune. In sostanza una “ri-pubblicizzazione”, o una privatizzazione a contrario. Ha rivendicato il successo del risanamento finanziario che ad oggi consente, non solo di non ammainare le vele, ma anche di gestire il presente e  ri-programmare il futuro, perché adesso ci sono anche le risorse per farlo. Ha rivendicato la scelta vincente di Gianni Poliziani come direttore artistico, senza con questo sconfessare l’esperienza precedente, che ha creato problemi di bilancio, ma aveva un suo valore culturale molto elevato. “Purtroppo quel tipo di progetto aveva bisogno di un sostegno economico forte da parte del territorio, del tessuto economico, degli sponsor, cosa che non c’è stata… e per questo è andato fuori budget, non perché qualcuno ha sperperato denaro o ha compiuto malversazioni!”ha detto Bettollini, parlando di “errori di valutazione, non di mala gestione”. “Era un progetto ambizioso e anche interessante, ma senza la necessaria copertura economica. Una lezione che abbiamo imparato…”.
Il Sindaco ha detto anche che il risanamento finanziario, unitamente al gradimento dimostrato dalla popolazione per la proposta artistico-culturale per le stagioni invernali e ache per il festival estivo sono in qualche modo una rivincita anche nei confronti di chi sulla stampa specializzata per mesi ha additato il Comune di Chiusi come “il comune che tagliava i fondi alla cultura”… “Oggi la voglia di ripartire e riprogrammare è più forte delle ristrettezze di bilancio”, ha detto il sindaco-presidente.
E riguardo alle posizioni espresse dalle opposizioni ha sottolineato come su questo tema sia evidente la differenza di impostazione e di concezione stessa della gestione dell’attività culturale e, senza troppi giri di parole, ha mandato un messaggio chiaro al gruppo dirigente del Pd: “come può pensare il partito di maggioranza di fare una alleanza, per le prossime elezioni comunali, con forze che su un tema come questo la pensano in maniera così diversa?”.
La domanda che Bettollini, dal Consiglio Comunale, pone al suo ormai ex partito è legittima. Questo della gestione dell’attività e delle strutture culturali in un paese come Chiusi non è certo tema secondario. E sui social, nei commenti alla seduta del Consiglio trasmessa in streaming, non pochi fanno notare che “quelli che criticano e attaccano sulla Fondazione, in realtà nessuno li ha mai visti in Teatro, né agli spettacoli della Fondazione, né in altre occasioni”.
Fare le bucce sui conti e su come si spendono i soldi pubblici è un dovere delle opposizioni. Ci mancherebbe. Fanno benissimo a tenere alta la guardia. Ed è giusto pretendere che i bilanci siano in ordine e siano pure trasparenti. Ma quando si parla di “gestione degli eventi culturali”  il discorso si fa un po’ più ampio rispetto ai semplici libri contabili. Oltre al pane ci sono anche le rose.  A Chiusi invece si  è discusso molto (o tentato di portare la discussione) sui bilanci e sui numeri, senza mai discutere seriamente sulle proposte culturali, quelle portate qui da fuori, come è giusto che accada nelle stagioni teatrali, sia sulle esperienze nate e maturate in loco, come le compagnie locali, i musicisti o le band del territorio, i laboratori che fanno crescere la passione per il teatro o per la musica o altre arti.
La Fondazione Orizzonti, nata nel 2012 come una “ubriacatura” neoliberista e, diciamolo pure, autoreferenziale del sindaco di allora, ha fatto errori di percorso e di gestione, alcuni molto pesanti, ma anche scommesse interessanti sul piano strettamente artistico ed è stata anche attenta ai giacimenti culturali locali, del territorio, valorizzando attori, registi, musicisti…
Secondo noi, il fatto che sia tornata sotto l’egida e il controllo diretto del Comune è una garanzia. Per l’oggi e per il futuro. E su questo Bettollini ha avuto indubbiamente coraggio, perché ha preso in mano una barca sfonda e alla deriva e l’ha rimessa in linea di galleggiamento e chi verrà troverà una barca in grado di navigare. Gianni Poliziani e prima di lui lo sfortunato Roberto Carloncelli ci hanno messo del loro e non poco. Hanno dovuto fare i conti con risorse risicate, al lumicino… e hanno tirato fuori dal cilindro conigli di tutto rispetto.
Una Fondazione Orizzonti come era all’inizio non servirebbe più a niente perché è dimostrato che non era quella la strada; una Fondazione così come è adesso, al contrario può essere utile e funzionale. L’alternativa quale sarebbe? Le opposizioni, molto critiche sull’ente, non l’hanno detto.
m.l.
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