LETTERA AL DIRETTORE (E ALLA POLITICA): MA A CHIUSI I PARTITI COSA ASPETTANO A PARLARE DEI PROBLEMI CHE AFFLIGGONO LA CITTA?

Caro Lorenzoni,
Vorrei chiederti il tuo parere sul perché a Chiusi, come sulla scena nazionale, si parli così tanto delle persone invece di concentrarsi sulle idee e programmi che portano avanti. Credo che gli individui diventino grandi per le idee che propongono e che realizzano.
Vi è un acceso dibattito sulla candidatura del Sindaco uscente alle prossime elezioni municipali. Non sarebbe più interessante virare l’attenzione e la discussione sulle idee e programmi che verranno sviluppati?
Ritengo che il Sindaco insieme ai volontari di Chiusi e alla regione Toscana abbiano fatto un lavoro egregio ma credo tutti noi speriamo che da qui a due anni non sarà la pandemia il soggetto principale della nostra discussione. Per affrontare quel futuro prossimo dovremmo oggi stabilire quale sia la direzione migliore da prendere per una città che ha diversi profili economici.
Ci sono sfide importanti che vengono dal passato e che Chiusi si trova ad affrontare: lo svuotamento di Chiusi Città, la chiusura di numerose attività economiche e di negozi, il calo demografico, l’invecchiamento della popolazione, la bassa offerta lavorativa per i giovani che per questo lasciano la nostra città, le difficoltà ad investire nel nostro territorio, la mancanza di crescita del turismo, l’integrazione dei migranti oggi in gran parte nostri concittadini.
Inoltre sono venute a mancare le risorse che fino a alcuni anni fa aiutavano il nostro territorio quale la Fondazione MPS, la BBC e lo Stato non assorbì molta mano d’opera negli anni 60/ 70.
A fronte di queste sfide e sulle possibili soluzioni, ci dovremmo domandare in quale direzione andare come vorremo Chiusi tra 10 anni. Come creare le condizioni per sviluppare lavoro nel rispetto del territorio e dell’ambiente? Questa è solo una lista generica delle sfide che ci aspettano ma credo che in questo ambito sia essenziale confrontarsi, appassionarsi e lavorarci.
Io vorrei una Chiusi con più opportunità di lavoro, più attenta al riscaldamento globale, con più giovani, con più turisti, con una maggiore integrazione tra i sui concittadini. Infine il contrasto al riscaldamento climatico, non esiste neanche una colonna di ricarica elettrica a Chiusi!
Perché non chiediamo ai futuri candidati di elaborare delle schede sintetiche per i principali argomenti dove propongono una descrizione delle sfida, delle possibili risorse, idee per risolverle e una veritiera tempistica su cui si impegnino se eletti?
Distinti saluti
Carlo F. Accame
Caro Carlo, concordo sul fatto che i candidati alle imminenti elezioni amministrative chiusine dovrebbero uscire dalla diatriba Bettollini sì, Bettollini no (anche perché Bettolini si è chiamato fuori) e cominciare a parlare delle cose che intendono fare e delle “sfide” come le chiami tu che la città ha di fronte. Purtroppo, mi pare che non ne abbiano voglia o non ne siano capaci. Mancano tre mesi scarsi alle elezioni e nessuno ha detto una parola su niente. Non è buon segno. Ma la speranza è l’ultima a morire. Vediamo se la tua sollecitazione avrà più successo delle mie… Me lo auguro.
M.L.
Purtroppo la politica si è degradata al punto che la gente sceglie non per i programmi ai quali non crede più perchè mai realizzati come era nel loro contenuto ma sceglie semprepiù rivolta agli ambiti nazionali.In un certo senso ed anche giustamente- se si vuole- la gente stessa nella sua ricerca esce dai confini del ” paesano e delle sue esigenze” e di ciò che possa servire al paese riferendosi semprepiù alla scena nazionale, a ciò che bene o male è stato realizzato o cercato di realizzare entro confini più larghi.Sfido parecchie persone a definire un programma migliore di un altro,a notare che quel programma si distingua da quello di un altro partito, per finalità, per scelta di argomenti su cui pesare, per preferenze sociali da mettere in prima fila.Tutti contengono tutto e le stesse cose, le stesse materie, dicono di contenere le stesse attenzioni rivolte agli uomini ed alle cose. Anche la politica stessa così nel tempo viene modificata e le finalità che si proclamavano vengono mortificate magari anche trovandone le ragioni ed incolpando gli altri di tutto questo -questo è da mettere in rilievo-si assomigliano tutte tali finalità, anche nelle diversità delle appartenenze personali di coloro che possono essere i candidati. Cosa resta allora? Perchè una parte dei media indaga su dove andrà a posizionarsi la politica ? Le tematiche portate avanti coinvolgono la gente? Ne evidenziano forse l’emotività e quindi esigenze riconosciute anche nelle direzioni di scelta? A Chiusi al punto in cui siamo, di tutto questo che mi domando credo che avvenga molto poco, perchè fin’ora abbiamo visto la realtà come si è dipanata rispetto ai problemi, per i quali personalmente non sono affatto d’accordo che come è stato riportato ”…ritengo che il sindaco insieme ai volontari ed alla regione Toscana abbiano fatto un lavoro egregio”. Di lavoro egregio fra le tre identità nominate credo che solo i volontari abbiano fatto un lavoro egregio, gli altri due un po’ meno….ed il lavoro del sindaco rispetto al problema della pandemia l’ho già detto più volte nei miei lunghi scritti, dandone dei giudizi e classificandolo come attento,rigoroso e puntuale ed anche di una certa forza , ma solo quello di lavoro, non altri.Lo dico con una dose che apparirà quasi di sarcasmo ma rispetto al primo cittadino credo che basti la vicenda Acea a definire quale possa essere stato ” il lavoro egregio…” ma questa è materia che sembra sorpassata ormai – ha detto Lorenzoni- purtuttavia io sono abituato nella normalità a riflettere col mio come si dice,e senz’altro mi posso sbagliare, sento gli altri per quanto posso, vedo in quale dimensione sono immerso ed anche talvolta mi azzardo a dare dei giudizi che in genere rimangono dentro di me ma talvolta mostro un viziaccio che è quello di scrivere nell’illusione di poter comunicare ad altri i miei pensieri, cercando per quanto posso la non appartenenza ai supponenti….difatti nella battaglia delle idee ho sempre risposto agli interlocutori bene o male però sempre documentando.Non sò quale giudizio di tutto questo abbiano dato i lettori alla fine ma sono sicuro che forse in minima parte quanto è emerso dalla critica delle problematiche se non altro abbia contribuito ad aprire un orizzonte un po’ più largo rispetto a prima, senza scendere al motto di Gino Bartali ”quì gli è tutto da rifare…” perchè il tutto da rifare al punto in cui siamo sarebbe praticamente impossibile perchè a Chiusi neurochirurghi non sono mai esistiti….e qui chiudo.Bene, cosa resta allora per indirizzare la gente alle scelte dal momento che le ho classificate tutte sullo stesso identico piano e presentate di certo alla pubblica opinione nella maniera più semplice nella comprensione e nella semplicità e nella stessa direzionalità delle tematiche da affrontare quali il lavoro,la ripresa sociale, la sconfitta della pandemia,il decollo del turismo, la trasparenza amministrativa ecc ecc. ? Resta l’incognita della strategia usata per il fine della prevalenza…ci avete mai pensato? Credo di si, oppure magari anche no .Ricordate che non viviamo in tempi normali caratterizzati dalla diversità profonda di ideologie o di programmi. Ed è la domanda alla quale questo giornale desidera lecitamente che venga risposto e tradisce la smania dei tempi tecnici d’attesa affinchè la si possa conoscere e sia conosciuta e posta come fatto ”democratico” quale elemento di scelta ma che da parecchio tempo a questa parte sempre a Chiusi sembra che alla maggioranza dei suoi cittadini sia interessato il giusto come suol dirsi, diversamente non sarebbe un paese ”apatico” come realmente è ed è anche sempre stato, nonostante le differenze e le vicissitudini partitiche.Questo tranne a quei pochi che interessati politicamente ed alla politica attiva e coloro che interessati dall’interesse vero e proprio hanno sempre considerato per sentimento di appartenenza, di classe, di ceto sociale di aspettative.La vita di questi ultimi-parlo di coloro che ho definito ”interessati dal mero interesse materiale” potrebbe variare abbastanza se per caso variassero le forze politiche al comando al posto della maggioranza oggi esistente.Ecco perchè ho detto prima” interessati dell’interesse”. Dico forse una fandonia ed è un mio delirio ? Di certo chi ha interesse nella politica comprende la diversità e le destinazioni e le ripartizioni ed i programmi verso quali indirizzi si possano dirigere, ma chi è interessato alla protezione delle prebende è sempre colui che sà che rischia di perdere, perchè perdere o mantenere non è la stessa cosa.Ecco quindi di fronte ad uno scenario muto che non esprime tendenzialità di formazione delle liste e dei programmi scatta l’impazienza di conoscere per posizionarsi e per far posizionare. Scattano quasi come sempre le famose ”liste civetta”,le liste di riserva per assottigliare le possibilità dei concorrenti al trono, scatta quella volontà che sembra finalizzata alla conoscenza di una diversità di programmi che non esiste nella loro enunciazione ma esiste solo nella volontà di avvertire la politica a posizionarsi rispetto agli altri per prevalere e per determinare le mosse e tenere per concepire altre mosse di riserva, magari espresse solo a ridosso nella settimana precedente al voto. E’ un mondo agitato, che in tali periodi quando si organizza lo schieramento dei soldati, diventa quasi sostanziale per la vittoria disporre l’artiglieria prima della cavalleria ed ancor prima dell’esercito dei fanti. Ma a Chiusi purtroppo non c’è più nè artiglieria, nè cavalleria, nè fanteria, c’è solo una guerra di posizione di soldati non più addestrati che hanno paura a sporgersi dalle trincee perchè gli ufficiali dell’esercito più grande già decimati,la sera prima della battaglia si sono ubriacati e sia i favorevoli sia i contrari oggi hanno paura anche di scegliere se mandare le truppe all’assalto perchè temono la carneficina non tanto dall’ esercito che gli stà di fronte che è un esercito stanco e poco avvezzo alle battaglie per essere disorganizzato nei confronti dell’altro più grande , ma paura di calpestare un campo minato dal quale riuscirebbero solo mutilati, morti, invalidi irrecuperabili.E le mine -guarda caso- le hanno piazzate loro stessi, non l’esercito avverso. Ecco la ragione per la quale ritengo che il comparto mediatico scalpiti per conoscere prima, indirizzare, consigliare, preparare, proporre, perchè ricordiamoci che il complesso mediatico ” dice di se stesso che è sempre indipendente….asettico e non influenzante le scelte”.La pensavo diversamente ma forse mi sbagliavo…. Ciò che viene detto nel Post sull’invito alla presentazione di schede di programma da parte delle liste partitiche e di coloro che in tali liste saranno compresi, credo che proprio per la condizione e la fotografia che si ha della Chiusi attuale, possano normalmente contenere tutte quante elencazioni programmatiche di cose comuni a tutte le liste che non divagano di certo da quelle più importanti già elencate.La loro realizzazione fattiva è un mondo diverso e dal momento che esistono delle priorità assodate che sono quelle importanti già dette, credo che una intervento di modifica delle relazioni verso i grandi apparati fornitori di servizi anche se compartecipati con il pubblico nella tipologia di aziende di fornitura acqua potabile, servizi di nettezza e servizi ecologici del territorio, servizi che insomma interessano la vita economica delle famiglie,debbano vedere questi il ristabilimento di equilibri che adesso sono troppo sbilanciati a favore di tali aziende.Ecco un ”cespite” per il quale si possa contrassegnare una diversità di atteggiamento che si rifletta sulla diversità di un programma e non tanto di strutture quali la possibilità di fruizione di colonnette di ricarica o simili perchè essere antesignani sulla creazione di strutture che nei tempi odierni Chiusi attraversa come molte altre parti del territorio, ritengo che sarebbero utilità per pochi, quasi delle fughe in avanti che fra l’altro sarebbero oggetto a critiche -perchè questo sarebbe l’andazzo-solo da parte di chi non se ne serva.E per adesso chi non se ne serve sarebbero i più a mio avviso,ma certo ciò non toglie che non debba essere ricercato l’approccio alla condizione di una economia verde come esiste negli altri paesi in maniera pronunciata.
Non conosco il sig.Accame,ma condivido pienamente il suo grido di dolore ed anche l’elenco delle criticità più evidenti.Purtroppo non penso che i politici locali si occuperanno mai seriamente di quest problemi, perché presuppongono un orizzonte temporale di medio termine e un amore per il bene comune senza calcoli elettorialistici. Qualcosa di buono potrebbe nascere se viene dal basso, dalla stessa popolazione che, messe da parte le lamentele e le attese messianiche, si rimbocca le maniche. Penso a iniziative del mondo del volontariato e a gruppi di cittadini che si ritrovano su temi comuni e fanno pressione verso gli amministratori locali.