IL COMITATO”VERITÀ SU RICCARDO CAPECCHI” CHIEDE LA LIBERTÀ PER IL FOTOGRAFO BLOCCATO IN PERÙ DA UNA CAUSA GIUDIZIARIA

mercoledì 17th, febbraio 2021 / 12:35
IL COMITATO”VERITÀ SU RICCARDO CAPECCHI” CHIEDE LA LIBERTÀ PER IL FOTOGRAFO BLOCCATO IN PERÙ DA UNA CAUSA GIUDIZIARIA
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A Castiglione del Lago, sul balcone del Palazzo della Corgna, questa mattina è stato affisso lo striscione a sostegno della causa del giovane castiglionese Riccardo Capecchi, bloccato in Perù dal 2019 per una causa giudiziaria non ancora conclusa. Lo striscione porta la firma del Comitato “Verità su Riccardo”, composto da amici e parenti di Riccardo, coordinato dal consigliere comunale castiglionese Paolo Brancaleoni.

Erano presenti il sindaco di Castiglione Matteo Burico e il sindaco di Magione Giacomo Chiodini per rafforzare il sostegno ad amici e parenti di Riccardo.

LA STORIA

2019. Riccardo Capecchi, professione fotografo, viene contattato da un imprenditore per realizzare un reportage fotografico in America Latina. Una volta giunto a Lima, per questioni di budget, facilitazioni assicurative, e per velocizzare le procedure della partenza, a Riccardo viene chiesto di intestarsi una delle auto del viaggio.

Tempo dopo, la polizia riferisce a Riccardo di un blitz delle forze dell’ordine in un garage dove si sarebbero trovate cinque persone appartenenti al progetto del tour. La polizia avrebbe rinvenuto 290 kg di cocaina e la parte superiore di due dei quattro tetti estensibili del modulo abitativo dei fuoristrada confezionati con parte della sostanza.

Riccardo viene quindi interpellato per una testimonianza che la polizia raccoglie, comunicandogli poi che può tornare liberamente in Italia.

Ma il 17 maggio del 2019, mentre si trova all’aeroporto, Riccardo riceve un nuova richiesta di collaborazione da parte del PM incaricato delle indagini. Si ripresenta al distretto ma viene arrestato, e successivamente trasferito al carcere del tribunale dove viene realizzata l’udienza, e ordinato il carcere preventivo per nove mesi al fine di assicurare le indagini.

Il 23 maggio del 2019 la polizia rinviene l’auto intestata a Riccardo in un luogo distante dalla scena del crimine senza alcuna traccia di stupefacenti. Anche gli esami tossicologici  eseguiti su di lui risultano negativi.

Sempre nel mese di  maggio del 2019 si dimostra l’assenza di Riccardo da:

  •  ogni operazione relativa ai fatti (confermato sia dagli altri imputati che dal custode del deposito della droga)
  • luogo de blitz (documentato nelle indagini di polizia, nei verbali dei poliziotti )
  • prove di coinvolgimento nell’organizzazione del viaggio

Riccardo viene scarcerato a febbraio del 2020. Il PM ha terminato l’investigazione dichiarando che non ci sono elementi sufficienti che possano relazionare Riccardo ad un ipotetico reato di favoreggiamento al traffico. Ha l’obbligo di firma, ha pagato una cauzione economica e ha il divieto di lasciare il paese fino al termine della procedura.

Ma tra la libertà di Riccardo, che si è sempre proclamato innocente ed estraneo ai fatti riportati, e la permanenza in Perù si interpongono l’emergenza Covid e un secondo PM, che subentra al precedente per conclusione dell’anno giudiziario, e dichiara di non essere d’accordo con le conclusioni del collega.

 Riccardo ci informa di essere attualmente in attesa della formulazione del reato e conseguente giudizio. Lo assistono la coordinatrice legale Carmen Amelia Liza, iscritta al foro italiano di Milano e a quello peruviano, e per la difesa in Perù, Guillermo Alejandro Astudillo Meza.

Il Comitato “Verità su Riccardo” che ha una pagina facebook, chiede 

che sia lasciato libero e che faccia subito rientro in Italia dalla sua famiglia e dalla sua fidanzata, dopo quasi due anni di forzata permanenza in Perù, un Paese lontano e con una giustizia molto diversa dalla nostra».

Il comitato ha fatto partire una raccolta firme in molti esercizi commerciali di Castiglione e di Magione e proprio da oggi una petizione online su change.org.

Elda Cannarsa

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