TERME DI CHIANCIANO DA GENNAIO IN MANO AL PATRON DI SATURNIA. IL PD BENEDICE L’OPERAZIONE MA CRITICA IL SINDACO

venerdì 04th, dicembre 2020 / 12:02
TERME DI CHIANCIANO DA GENNAIO IN MANO AL PATRON DI SATURNIA. IL PD BENEDICE L’OPERAZIONE MA CRITICA IL SINDACO
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CHIANCIANO TERME – Il 27 novembre scorso l’assemblea dei soci di Terme di Chianciano ha avviato il percorso per l’ingresso nella società chiancianese del patron di Terme di Saturnia Massimo Caputi. Il quale ne assumerebbe la guida da gennaio, portando in dote 2 milioni e mezzo di euro.
Una boccata d’ossigeno salutare e prima soluzione per il risanamento della situazione debitoria pregressa e il rilancio della città del Fegato Sano…
Servivano circa 3 milioni e Caputi li coprirebbe quasi tutti. Il number one di Saturnia entrerebbe nella società Terme di Chianciano rilevando le quote detenute da Mps, attuale azionista di maggioranza, ma anche “socio improprio”, non di settore.
Con l’ingresso di Caputi nell’azienda termale chiancianese verrà a crearsi di fatto un polo termale unico Saturnia-Chianciano che potrà giocare un ruolo fondamentale a livello nazionale, non solo toscano.
Qualche tempo fa si era parlato di interessi stranieri per le Terme di Chianciano, in particolare di investitori russi, adesso l’imminente acquisizione (perché di questo alla fine si tratta) da parte del patron di Saturnia apre uno scenario diverso, diciamo pure più in linea con la tradizione, con il territorio. Una prospettiva questa che piace agli ambienti imprenditoriali chiancianesi (gli albergatori), al sindaco Marchetti e anche al Pd, che attualmente però è all’opposizione.
Tutti vedono nell’arrivo di Caputi la soluzione migliore per provare a invertire la tendenza al declino che si è verificata negli ultimi 30 anni fino ad apparire inarrestabile. Il Pd parla di “opportunità” e di “possibile nuovo inizio”, senza però lesinare critiche al sindaco Marchetti che “non ha condiviso nulla del processo in corso né con le categorie economiche, né con il consiglio comunale”.
Il Pd mette anche in guardia la componente pubblica della società Terme di Chianciano, ovvero Regione Toscana e Comune di Chianciano, invitandola a gestire bene l’operazione,  “poiché se non gestita e supportata da necessarie garanzie l’operazione potrebbe invece rappresentare un rischio.

Il Partito Democratico di Chianciano Terme da sempre si è espresso favorevolmente al completamento della fase di privatizzazione ed all’ingresso di nuovi partners, tanto più se del settore, ma è necessario che chi acquisisce la gestione dell’Azienda lo faccia con una visione prospettica e con l’ intenzione di investire in un territorio che, come quello di Chianciano Terme, basa tutta la propria economia sul turismo e sul termalismo, di cui le Terme ne sono elemento centrale. La scelta di oggi condizionerà il destino della Società Terme, del Paese e del Territorio per i prossimi anni ed è pertanto necessario che in questa operazione i Soci pubblici – nonché proprietari – si facciano garanti dell’ interesse generale”. 
Si dice comunque confortato, il Pd, dal fatto che “siamo in presenza di una Società esperta nel settore ed dal fatto che è un percorso attivato dalla Giunta regionale uscente che la nuova dovrà necessariamente continuare”. 
Anche sul piano locale, il Pd chiancianese ritiene che sia “fondamentale ed irrinunciabile che la Comunità locale conosca l’idea di sviluppo del possibile acquirente e quindi il piano industriale, di gestione e rilancio; un piano che dovrà tener conto dello sviluppo dell’Azienda nella sua interezza, così che possa continuare ad essere leader nell’offerta termale e di benessere. Nella sostanza conoscere quali investimenti sono previsti, di quale entità, in quali settori e, non ultimo, se verranno garantiti i livelli occupazionali”.
Il Pd conclude la sua nota sottolineando di ritenere altresì fondamentale che “il Socio pubblico, Terme Immobiliare (di cui la Regione ed il Comune detengono la quasi totalità delle quote), resti nel futuro capitale della Società con una quota non inferiore al 20%, come garanzia per l’intera Comunità”. 
Questo non per piantare dei paletti insormontabili, ma per una “corretta  interlocuzione tra Pubblico e Privato”.
Insomma il 2021 potrebbe essere l’anno della svolta per le Terme di Chianciano che dal quando le cure termali furono depennate dal Servizio Sanitario Nazionale alla fine degli anni ’70, sono andate via via perdendo appeal e quote di mercato e a poco è valsa la trasformazione da stazione per la cura del fegato a luogo di relax e wellness. Ovviamente il rilancio delle terme potrebbe significare anche un rilancio del paese e del “sistema” – Chianciano nel suo complesso,  invertendo anche in questo caso la tendenza allo scivolamento nell’abbandono come succedeva alle mining town americane quando si esauriva il filone minerario… Caputi, a Saturnia ha dimostrato di saperci fare. Saturnia ha resistito e anzi ha sviluppato la propria attività, mentre Chianciano e altre realtà deperivano e si impoverivano anno dopo anno. Forse per Chianciano e le sue terme è davvero l’ultima spiaggia.
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