I 30 ANNI DI PRIMAPAGINA E UN NATALE ANOMALO, DI RESILIENZA…

giovedì 24th, dicembre 2020 / 11:16
I 30 ANNI DI PRIMAPAGINA E UN NATALE ANOMALO, DI RESILIENZA…
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L’8 dicembre scorso Primapagina ha compiuto 30 anni. Tondi. Ne è passata parecchia di acqua sotto i ponti da quell’8 dicembre del ’90, quando il giornale uscì per la prima volta in edicola. Allora era di carta e non on line. Usciva ogni 15 giorni. L’acqua che è passata sotto i ponti, talvolta ha esondato, in senso letterale (varie alluvioni) e in senso figurato, cioè a livello politico, di cronaca o anche in campo sportivo e culturale.

E’ stato un viaggio impegnativo, faticoso che ci ha visto invecchiare, perché 30 anni sono un tempo lungo. E anche un bel traguardo. Avremmo voluto festeggiarlo come si deve, magari con una bella iniziativa pubblica, ma l’emergenza covid e le restrizioni imposte dal governo per limitare le occasioni di possibile contagio, non lo ha consentito. Lo faremo, se possibile, più avanti, quando la morsa sarà meno stretta e si potranno riprendere i contatti umani. Vis a vis… Non avremmo nemmeno voluto passare il Natale del trentennale chiusi in casa, soli. Ma quest’anno è così. Speriamo che il vaccino in arrivo cambi la situazione. Non siamo di quelli che se non fanno acquisti muoiono o si sentono deprivati della propria libertà, ma comprendiamo le preoccupazioni di tanti operatori che vedranno calare drasticamente le entrate. Un calo che si riflette, a caduta, anche su attività come la nostra. Un giornale, soprattutto adesso che è solo on line, vive esclusivamente di pubblicità e se le attività sono chiuse o lavorano a ritmi ridotti e ridottissimi, la pubblicità non arriva. E’ normale che sia così. Ma questo del 2020 è il peggior Natale dei 30 fin qui passati da Primapagina.

Ci fa piacere e ci dà forza e convinzione di andare avanti vedere alcuni nostri inserzionisti che mostrano fiducia e lanciano messaggi positivi, non solo di resistenza al momento difficile, ma anche di speranza in una ripresa. Per noi come per molti il Natale e il fine anno in lockdown sarà una prova di resilienza. Sì, perché con il termine resilienza in biologia è la capacità di una materia vivente di autoripararsi dopo un danno, o quella di una comunità o di un sistema ecologico di ritornare al suo stato iniziale, dopo essere stata sottoposta a una perturbazione che ha modificato quello stato;  in psicologia è la capacità di far fronte in maniera positiva agli eventi traumatici; in economia è la capacità intrinseca di un sistema di modificare il proprio funzionamento prima, durante e in seguito a un cambiamento o a una perturbazione, in modo da poter continuare le operazioni necessarie sia in condizioni previste sia in condizioni impreviste.

Da narratori resilienti delle cose di questo territorio auguriamo Buon Natale e un anno nuovo diverso e migliore di quello che se ne sta andando a tutti i nostri lettori, agli amici e “avversari” che commentano i nostri articoli, ai nostri tenaci inserzionisti che ci forniscono la linfa vitale, e facciamo gli auguri anche ai sindaci e agli amministratori impegnati nella gestione dell’emergenza e nello stesso tempo dell’ordinario, agli operatori sanitari sia quelli in prima linea che quelli che operano nelle retrovie, ai volontari che si sono inventati task force gratuite e solidali per una sanità migliore, a quelli che salvano vite umane in mezzo al mare, ai tanti che l’emergenza ha privato del lavoro, ai teatranti, ai musicisti, agli artisti professionisti e non che sono fermi da mesi, senza potersi esibire, bloccati anche nella creatività perché impossibilitati anche solo  a fare prove o “registrazioni”; agli sportivi che sono rimasti senza gare e campionati da giocare, agli insegnanti e agli studenti costretti a vivere una scuola diversa, forse più avanzata tecnologicamente ma sicuramente meno “formativa” dal punto di vista umano.

In questi giorni di festa solitari e da “zona rossa”, terremo la posizione e ricaricheremo le pile come si fa con il telefonino, per arrivare al 7 gennaio con una dose di energia sufficiente a riprendere la corsa, consapevoli che con la scienza e l’intelligenza nei comportamenti (anche quelli della politica) il virus si può battere, perché è sempre stato così. Far finta di niente, minimizzare o negare l’emergenza è da folli e irresponsabili, tanto quanto però farsi prendere dal panico e dalle previsioni apocalittiche, dal senso di impotenza… La riprova di questo ce l’ha fornita martedì scorso la Fiorentina, che sembrava una squadra morta, in preda al panico, impotente, incapace non solo di vincere, ma anche di tirare in porta ed è andata a giocarsela a viso aperto e ha schiantato la Juventus a casa sua. I miracoli esistono, soprattutto sotto Natale, ha scritto qualcuno. Noi a primapagina rispettiamo chi ci crede, ma non abbiamo mai creduto e non crediamo ai miracoli. Piuttosto alla resilienza, alla fiducia in se stessi, alla “garra” che ogni tanto serve tirar fuori per uscire dal pantano.

Buon Natale e Buon anno a tutti.

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